CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
INTERPELLANZA N. 482/A
INTERPELLANZA ZUNCHEDDU - COCCO Daniele Secondo - SECHI sugli interventi urgenti a favore degli allevatori per fronteggiare la febbre catarrale degli ovini (blue tongue) con modifica sugli stanziamenti di cui all'articolo 1 della legge regionale n. 25 del 2013 e variazioni al decreto n. 28 del 16 settembre 2013.
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I sottoscritti,
premesso che:
- in data 12 novembre 2013 la consigliera Zuncheddu, a nome dell'intero Gruppo consiliare SEL - Sardigna libera, provvedeva ad inviare, tramite posta elettronica certificata, una lettera aperta all'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale e all'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale con la quale si chiedeva di prestare la massima attenzione alle problematiche relative ai criteri, alle tempistiche e alle modalità di erogazione degli indennizzi per gli allevamenti colpiti dall'epidemia di lingua blu; lettera a cui a tutt'oggi non è stata data, da parte degli assessori sopra citati, alcuna risposta né per via ufficiosa, né tantomeno ufficiale;
- nella suddetta lettera si sottolineava che, nel suo ultimo aggiornamento, il XIV° Rapporto epidemia blue tongue indica in 3.949 i focolai attivi in tutta l'Isola, con punte significative per Cagliari (912), Nuoro (805) e Sassari (800);
- purtroppo, rispetto ai dati forniti nella conferenza stampa congiunta degli Assessori dell'agricoltura e della sanità del 2 ottobre 2013, i 38.500 capi di bestiame già accertati come morti (ciò anche a seguito della particolare situazione meteo climatica riscontrata quest'anno), hanno seguito un trend evolutivo oltre ogni aspettativa, tale da condurre verso un danno potenziale al patrimonio zootecnico-ovino sardo ad oggi quantificabile in complessivi ottantamila capi;assodato che la recrudescenza del fenomeno potrà essere ostacolata solo con un approccio metodico e di collaborazione tra tutti gli attori in gioco, il cui fine ultimo sarà quello di garantire la più efficace delle profilassi di breve e lungo termine;
evidenziato che, dalle risultanze dei contatti avuti con diversi operatori del settore, sono emersi i seguenti importanti spunti di riflessione:
1) per la poco prevedibile vastità del fenomeno, viste le ultime risultanze sul trend di espansione del virus e relative conseguenze letali, i fondi stanziati con la legge regionale n. 25 del 2013 appaiono non più adeguati per dar seguito alla totalità degli indennizzi, ciò anche in concomitanza con gli attesi introiti di fine anno, uno dei due periodi a forte vendita per l'intero comparto;
2) la limitatezza della disponibilità dei vaccini e il non prevedibile avvicendarsi di un'anticipata stagione così favorevole allo sviluppo degli insetti portatori del virus, hanno imposto, come già espresso in conferenza stampa, il divieto di vaccinazione per i capi già infettati, offrendo la più idonea precedenza a quelli sani, ma generando in tal senso un vulnus legislativo che vedrebbe i primi capi colpiti totalmente esclusi dal circuito dei rimborsi (articolo 8 del decreto n. 28 del 16 settembre 2013);
3) è recente la notizia, circolata tra i pastori in maniera del tutto incontrollata, secondo cui: "tutti i capi di bestiame dovranno essere vaccinati entro e non oltre il 15 novembre 2013, pena l'impossibilità di accedere ai rimborsi"; tale informativa difficilmente riscontrabile negli atti e comunicazioni ufficiali, desta ulteriore preoccupazione tra i pastori, considerata anche la scadenza del termine e la non corrispondenza con quanto espresso all'articolo 2, comma 1, del decreto n. 28 del 16 settembre 2013 (Misure di profilassi indiretta: programma di vaccinazioni obbligatorio - Anno 2013), che esprime chiaramente che "il primo intervento vaccinale dovrà concludersi entro il 30 novembre 2013 e avverrà prioritariamente nelle aree esterne ai buffer di 4 Km attorno alle aziende sede di focolaio BT nel 2013";
4) per quanto attinente ai capi non vaccinati, è possibile ipotizzare che in molti di essi si sia sviluppata una naturale resistenza al virus, ragion per cui, agli occhi di molti, tende ad apparire poco convincente o del tutto inutile la vaccinazione tardiva da effettuarsi entro l'anno 2013,chiedono di interpellare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale e l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale per sapere se:
1) considerata la vastità del fenomeno, si siano attivati per l'individuazione di ulteriori risorse per il superamento dello stato di emergenza, utili a coprire le reali perdite del settore, ad oggi quantificabili in via indicativa in 6-8 milioni di euro aggiuntivi ai 10 milioni già stanziati per gli indennizzi con l'approvazione della legge regionale n. 25 del 2013;
2) alla luce della straordinarietà del fenomeno e della imprevedibilità dello stesso, abbiano provveduto a riformulare una meno stringente interpretazione dell'articolo 8 del decreto n. 28 del 16 settembre 2013, affinché venga garantito l'accesso agli indennizzi anche per quelle aziende che hanno subito perdite, ma che non hanno potuto ottemperare all'anticipata profilassi per la carenza di vaccini o impossibilità di legge nel poterli utilizzare;
3) abbiano, nel frattempo, provveduto a chiarire, anche mediante nota a mezzo stampa, la reale data di cessazione delle vaccinazioni, confermando o smentendo la notizia secondo cui la scadenza fosse prevista per il 15 novembre 2013;
4) abbiano predisposto particolari iniziative per chiarire quali debbano essere le indicazioni a cui gli allevatori devono attenersi nei confronti dei capi ad oggi non infetti, definendo gli eventuali obblighi e garantendo la più corretta e trasparente informazione solo ed esclusivamente da parte degli Assessorati competenti; tutto ciò al fine di evitare che fonti non ufficiali continuino a divulgare informazioni non veritiere e spesso contrastanti, alimentando disinformazione e panico fra i nostri allevatori.Cagliari, 5 dicembre 2013