CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

INTERPELLANZA N. 481/A

INTERPELLANZA DIANA Giampaolo sulla riduzione dei finanziamenti dei programmi sperimentali di inclusione sociale dei giovani.

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Il sottoscritto,

premesso che:
- la promozione dei diritti umani e la coesione sociale, come definite nella Convenzione europea sui diritti umani e nella Carta sociale europea, sono un elemento chiave della missione politica di tutti i governi;
- in una società civile la piena coesione sociale si consegue garantendo ai propri cittadini istruzione, occupazione, diritto alla salute, una casa, pari opportunità e nessuna discriminazione;
- la Regione, in materia di coesione ed inclusione sociale, è stata la prima, tra le regioni d'Italia, a legiferare in materia (legge regionale 11 maggio 2006, n. 4), disponendo un finanziamento per la realizzazione di programmi sperimentali finalizzati a favorire percorsi di inclusione sociale ai giovani neomaggiorenni dimessi dalle strutture educative residenziali che dovevano completare la delicata e difficile fase di transizione verso la piena autonomia e la completa integrazione sociale;
- questo modello operativo, assolutamente innovativo, ha reso possibile l'attivazione di progetti di accompagnamento personalizzato negli ambiti di vita più critici dei giovani, consentendo a questi, di affrontare con successo il passaggio tra il contesto protetto e l'autonomia;
- i risultati dell'efficacia di tale normativa risultano dall'analisi valutativa "Varcare il ponte" realizzata dai ricercatori dell'Università di Sassari, nell'ambito di una borsa di ricerca biennale (2010-2012) dove la mappatura degli strumenti di interpretazione di tutti i progetti di inclusione sociale realizzati dai vari comuni sardi, dal 2007 al 2011 (per un totale di 302 progetti pervenuti in Regione, di cui 256 approvati e finanziati) è stata approfondita a livello qualitativo da interviste in profondità ai protagonisti dell'intervento (giovani, operatori, comunità per minori); gli esiti emersi hanno evidenziato, oltre ai meriti, i nodi critici e gli elementi da rivedere, in un'ottica di miglioramento e di ottimizzazione delle risorse da impiegare;
- la validità innovativa di quanto realizzato in Sardegna con la legge regionale n. 4 del 2006 è condivisa anche dal primo disegno di legge n. 64 presentato al Senato della Repubblica il 15 marzo 2013, che prevede misure a sostegno dei giovani provenienti da comunità e disposizioni per le strutture destinate alla loro accoglienza;

considerato che la legge regionale n. 4 del 2006, all'articolo 17, comma 2, prevedeva, al fine di favorire percorsi volti all'inclusione sociale dei giovani, il finanziamento di euro 1.500.000 per ciascuno degli anni 2006, 2007 e 2008;

rilevato che:
- questi contributi sarebbero dovuti essere richiesti dai comuni della Sardegna per i giovani dimessi da strutture residenziali che avrebbero dovuto completare la fase di transizione verso la piena autonomia e integrazione sociale, per completare i percorsi scolastici formativi, i programmi terapeutici-riabilitativi condotti presso gli appositi servizi per le tossicodipendenze delle aziende sanitarie locali regolarmente accreditati;
- dal 2006 al 2008, l'iter procedurale per ottenere il finanziamento, con la presentazione di progetti personalizzati e condivisi dal comune di residenza del destinatario dell'intervento, era poco conosciuto e limitatamente utilizzato dai giovani che comunque hanno usato l'intero impegno di spesa previsto dalla Regione; negli anni 2010-2011 il numero di progetti è significativamente aumentato (come si vede nei dati) grazie alla piena sintonia con i responsabili del settore gestione programmi socio-educativi e del Servizio attuazione politiche sociali comunitarie, nazionali e regionali dell'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale;

constatato che:
- fra gli aspetti positivi della legge regionale n. 4 del 2006 vi era il fatto che i progetti garantivano la continuità dell'accompagnamento educativo, punto di forza, come ad esempio "il lavoro sul percorso scolastico e formativo fatto all'interno delle comunità", per offrire degli strumenti concreti ai ragazzi dimessi dalle strutture educative residenziali, utili ad affrontare la fase di transizione verso l'autonomia;
- la legge regionale 15 marzo 2006, n. 12, all'articolo 2, comma 6, prevede per la prosecuzione dei programmi di azioni dirette a favorire percorsi di inclusione sociale dei giovani dimessi dalle strutture (legge regionale n. 4 del 2006 all'articolo 17, comma 2), utilizzando per ciascuno degli anni 2012, 2013 e 2014 una spesa di euro 500.000, di gran lunga inferiore alle somme necessarie per continuare i percorsi d'inclusione già in atto nei diversi comuni della Sardegna;

ritenuto che:
- occorre una maggiore cura nella fase di co-progettazione fra tutti i protagonisti, con l'individuazione di obiettivi condivisi, reali, praticabili e aperti al territorio, in collaborazione con aziende e cooperative come partner del progetto;
- bisogna investire economicamente anche sulla formazione e l'aggiornamento professionale dei tutor;
- serve garantire una tempistica certa ai finanziamenti, continuità ai percorsi di accompagnamento educativo intrapresi dai ragazzi/e snellendo le procedure burocratiche (di Regione e comuni) che rallentano l'erogazione del finanziamento, dando chiarezza negli aspetti amministrativi, nelle singole voci di spesa del piano finanziario (cosa può rientrare ed in quale misura), fornendo un modello unico sia per la rendicontazione finale che per la predisposizione dei progetti;
- necessita un monitoraggio costante dei progetti, con la valutazione iniziale e in itinere dei vari percorsi, con la previsione di strumenti di autovalutazione per i giovani coinvolti;
- è auspicabile modificare la griglia dei prerequisiti di ammissione ai vari progetti pensando alle nuove emergenze sociali, abuso, dipendenza dal gioco d'azzardo, videogiochi, internet, giovani senza dimora,

chiede di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:
1) quali azioni intendano intraprendere per ripristinare e assegnare le somme necessarie per finanziare la legge regionale n. 4 del 2006, articolo 17, comma 2;
2) in che modo vogliano rafforzare la politica regionale di tutela e di sostegno dei giovani provenienti dalle varie comunità per minori e di recupero, che hanno la necessità di essere sostenuti ed accompagnati nel percorso di autonomia e partecipazione attiva nella società, adottando i suggerimenti delle esperienze pregresse;
3) se non ritengano utile, al fine di favorire l'inserimento nel mercato del lavoro, dei giovani che hanno ultimato il percorso d'inclusione sociale, predisporre provvedimenti legislativi per la defiscalizzazione integrale degli oneri contributivi, previdenziali e assistenziali, per un periodo di almeno quattro anni, a favore dei datori di lavoro.

Cagliari, 5 dicembre 2013