CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
INTERPELLANZA N. 476/A
INTERPELLANZA AGUS - DIANA Giampaolo - COZZOLINO - FLORIS Vincenzo - PORCU - SANNA Gian Valerio - SORU sulla mancata attivazione del Centro funzionale regionale, quale strumento minimo dell'organizzazione delle strutture territoriali di protezione civile.
***************
I sottoscritti,
premesso che il Presidente del Consiglio dei ministri, subito dopo la drammatica alluvione del 22 ottobre 2008 che ha sconvolto la Sardegna, inviava al Presidente della Regione la direttiva prot. CD.225/2008, datata 27 ottobre 2008, con oggetto: "Indirizzi operativi per prevedere, prevenire e fronteggiare eventuali situazioni di emergenza connesse a fenomeni idrogeologici e idraulici"; nell'importante nota, oltre a richiamare la direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri del 27 febbraio 2004, "Indirizzi operativi per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allertamento nazionale e regionale per il rischio idrogeologico ed idraulico ai fini di protezione civile", scriveva testualmente: "Ritengo, in questo senso, opportuno sollecitare le Regioni al completamento degli adempimenti previsti dalla stessa Direttiva, volgendo, ormai al termine il periodo transitorio, così da consentire la piena realizzazione del quadro operativo. È difatti necessario procedere con urgenza all'attivazione dei Centri Funzionali previsti e alla verifica ed al potenziamento dei sistemi e delle tecnologie di monitoraggio e sorveglianza fiduciari per le attività di protezione civile"; nella direttiva ricordava inoltre:
"La gestione del rischio idrogeologico, seguendo anche la recente Direttiva 2007/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 ottobre 2007, relativa alla valutazione e alla gestione dei rischi di alluvioni, richiede uno spettro composito e sinergico di interventi strutturali e non strutturali. Il ruolo della azione di protezione civile, in questo contesto, è pilastro strategico e ineluttabile, ancor più nelle more che si possa realizzare il complesso ed oneroso quadro degli interventi di mitigazione previsti nella programmazione di competenza delle regioni, e del Ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare.
Non si può inoltre non richiamare la necessità di una adeguata e vigile azione di governo urbanistico del territorio laddove si riscontrano elementi di pericolosità idrologica. Ciò è particolarmente importante per le aree urbane, ove tali componenti vanno ad intersecarsi con una forte vulnerabilità del tessuto territoriale resa ancora più acuta dal ruolo sempre maggiore svolto dalle tecnologie e dei sistemi infrastrutturali e di comunicazione della nostra società. Resta comunque strategica la piena attivazione dei presidi territoriali, ineludibile strumento di vigilanza sul territorio e di intervento tecnico, indispensabile per fronteggiare le situazioni di criticità ordinaria conseguenti a fasi temporalesche intense, ancor oggi di difficile prevedibilità.
In tale contesto ritengo quanto mai urgente che ciascuna Regione o Provincia Autonoma, disponendo dei necessari elementi di conoscenza relativi ai rischi presenti sul proprio territorio e alle diverse realtà strutturali ed organizzative degli enti locali, svolga una azione di indirizzo e di sostegno ai Sindaci, aiutandoli ad individuare le azioni prioritarie da porre in essere soprattutto in situazioni di criticità e di emergenza non previste, con l'obiettivo primario di salvaguardare l'incolumità dei propri concittadini.";
preso atto che:
- dopo quasi tre anni, la Presidenza del Consiglio dei ministri, con determinazione del 31 marzo 2011 e con il medesimo oggetto della direttiva del 27 febbraio 2004 e rafforzato con l'integrazione delle "Indicazioni Operative emanate ai sensi del comma 5, articolo 5, della legge 9 novembre 2001, n. 401, concernenti l'Attivazione del Centro Funzionale Decentrato", sollecitava anche la Regione, in quanto ancora inadempiente, ad attivare il proprio centro funzionale regionale; ricordava inoltre: "La suddetta necessità e urgenza è stata ribadita pure nell'ordinanza n. 3734 del 16 gennaio 2009, emanata a seguito degli eventi avversi che hanno colpito il territorio nazionale nei mesi di novembre dicembre 2008, all'art. 8, comma 2, dove si dispone che le regioni garantiscano la disponibilità dei dati e delle informazioni ottenute delle reti di monitoraggio idro-meteopluviometrico e precedano alla tempestiva attivazione del Centro Funzionale Regionale";
- nella direttiva si sottolineava che il centro funzionale regionale è da considerarsi il livello minimo dell'organizzazione delle strutture territoriali di protezione civile e degli enti a cui spetta il governo e la gestione del sistema di allertamento nazionale e il coordinamento in caso di dichiarazione dello stato di emergenza;
- nella parte finale si legge l'invito alla Regione a predisporre tutti gli atti necessari all'attivazione del centro funzionale regionale entro e non oltre il mese di luglio 2011;
- la direttiva termina: "Nella necessità che sia pienamente condivisa la volontà di perseguire con decisione i sopra richiamati obiettivi, che hanno come prioritaria ed essenziale finalità la salvaguardia e la tutela della vita umana, si raccomanda la necessità di sostenere, per quanto possibile, tale azione anche con una idonea programmazione e realizzazione di interventi di mitigazione del rischio, indispensabili al fine di pervenire ad una riduzione permanente dell'esposizione al danno dei beni pubblici e privati e assicurare, altresì, una maggiore possibilità di contenimento del danno anche durante l'evento";rilevato che:
- con nota del 30 agosto 2011, prot. DPC/RIA/00500336, la Presidenza del Consiglio dei ministri questa volta si rivolge esclusivamente al Presidente della Regione, ricordandogli la scadenza del mese di luglio non rispettata, come richiesto con direttiva del marzo 2011, e per constatare con rammarico "che ad oggi non è pervenuto alcun riscontro da parte di codesta Regione" e nel sottolineare come ormai ingiustificabile l'inattività della Regione in relazione all'attivazione del centro funzionale regionale puntualizzava: "Tale sollecitazione è risultata doverosa stante il quadro normativo vigente che assegna specificatamente alle Regioni la responsabilità delle attività di previsione e di prevenzione del proprio territorio";
- la nota termina con un pesante ammonimento: "si invita pertanto Codesta Regione a procedere con l'urgenza del caso a quanto necessario ai fini dell'attivazione del centro funzionale regionale ed alla predisposizione di idonee procedure finalizzate all'allertamento del sistema regionale di protezione civile, correndo il dovere di rappresentare che, in caso di disastro, la mancata attivazione del centro funzionale regionale potrebbe esporre Codesta Amministrazione regionale a profili di responsabilità. Si prega di dare sollecito riscontro alla presente e mantenere costantemente informato questo Dipartimento sulle azioni a tal fine intraprese.";
- a distanza di un anno il Ministero, sollecitato da una nota del Comune di Guspini, oggetto di evento calamitoso, inviava al Presidente della Regione l'ennesima determinazione in data 1° giugno 2012 prot. DPC/RIA/36489, con oggetto: "Comune di Guspini (VS) - Rischio idraulico ed idrogeologico - criticità riscontrate nella gestione delle attività di previsione, prevenzione, allertamento e soccorso"; nell'ampia determinazione, il Ministero specifica le procedure da adottare in capo alla Regione ed ai sindaci e richiama, per l'ennesima volta, la Regione a predisporre ed adottare, nel più breve tempo possibile, tutti gli atti necessari all'attivazione del centro funzionale regionale sottolineando ancora le responsabilità della Regione, ormai totalmente inadempiente: "si invita la Regione Sardegna a voler garantire non solo adeguata disponibilità di personale, ma anche a rendere disponibili le più idonee procedure finalizzate all'allertamento del sistema di protezione civile per consentire il necessario raccordo tra le attività di previsione, prevenzione e gestione delle emergenze delle diverse scale territoriali.",chiedono di interpellare il Presidente della Regione perché riferisca in Aula sulla situazione generale, dopo il grave dissesto idrogeologico che ha coinvolto circa 60 comuni, con gravi danni strutturali e la perdita di 16 vite umane, nonché alla luce delle informazioni che arrivano dalla Procura ove pare che il Prefetto Gabrielli abbia depositato un dossier per disastro colposo nei confronti della Regione.
Cagliari, 28 novembre 2013