CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
INTERPELLANZA N. 395/C-3
INTERPELLANZA PLANETTA sull'effettivo esercizio delle prerogative di cui all'articolo 4 dello Statuto speciale per la Sardegna, in riferimento all'evidente strategia di messa in liquidazione del credito sardo da parte della Banca popolare dell'Emilia Romagna Soc. Coop. attualmente proprietaria del 51 per cento delle azioni del Banco di Sardegna Spa.
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Il sottoscritto,
premesso che la Fondazione Banco di Sardegna,
costituita a seguito del decreto legge 24 febbraio 1998, n 58 (Ciampi-Amato)
per la privatizzazione degli istituti di credito pubblici, ha
detenuto fino all'anno 2001 l'intero patrimonio del Banco di
Sardegna, trasformatasi contestualmente da banca pubblica in Spa e
diventando "Banca universale";
considerato che con l'accordo di patto sociale federale del marzo
2001 (Presidente della Banca d'Italia era all'epoca Antonio Fazio)
tra la Fondazione Banco e la Banca popolare dell'Emilia Romagna Soc.
Coop., che prevedeva che il Banco di Sardegna conservasse il ruolo
di sub holding all'interno del gruppo Bper, venivano cedute, prima
una quota del 20 per cento delle azioni del Banco di Sardegna e,
successivamente, un'ulteriore quota fino al 51 per cento dell'intero
capitale sociale;
considerato ancora che nel 2010 veniva sostituito il direttore
generale (il sassarese Natalino Oggiano) del Banco di Sardegna con
il modenese Alessandro Vandelli, e si dava avvio alla strategia di
totale modifica dei suoi organigrammi apicali, anche attraverso il
trasferimento a Modena di molteplici attivitą con la conseguenza di
depotenziarne i poteri decisionali ed operativi in Sardegna;
constatato che:
- nel giugno 2012 il direttore generale Vandelli veniva chiamato a
Modena a ricoprire la funzione di vice direttore generale del Gruppo
Bper ed era sostituito da Giuseppe Cuccurese che lasciava la
direzione della Banca di Credito Sardo per diventare a sua volta il
nuovo direttore generale del Banco di Sardegna;
- sempre nel giugno 2012 veniva inoltre presentato alle
rappresentanze sindacali del Banco di Sardegna il nuovo piano
industriale 2012-2014, gią approvato nel mese di marzo, con
l'assenso della Fondazione, dal consiglio di amministrazione del
Banco di Sardegna, ed avviato con le stesse, dall'amministratore
delegato della Bper Luigi Odorici, un confronto finalizzato a
completare tutte le procedure contrattuali entro il mese di novembre
2012;
- il nuovo piano industriale 2012-2014 prevede diverse azioni
strategiche fra cui: gestione di oltre 1.250 esuberi, cessione di
servizi e funzioni proprie del Banco di Sardegna a Bper Service,
societą di servizi controllata da Bper (Sezione speciale del credito
agrario e fondiario a favore del mercato azionario e di impieghi
finanziari), chiusura di oltre 65 agenzie sarde (considerate non
performanti) e cessione delle 35 filiali fuori dall'Isola (7 a Roma,
6 a Milano, 3 a Genova, lasciando in loco soltanto uffici di
rappresentanza);
rilevato che:
- in data 26 ottobre 2012 la Fondazione Banco di Sardegna e la Banca
popolare dell'Emilia Romagna Soc. Coop. sottoscrivevano un accordo
parasociale (comunicato alla Consob ai sensi del decreto legislativo
n. 58 del 1998, articoli 122 e 127) su azioni del Banco di Sardegna
Spa, che sostituiva ed andava a modificare sostanzialmente il
precedente accordo del 30 marzo 2001, introducendo la clausola del
diritto di prelazione della Banca popolare dell'Emilia Romagna Soc.
Coop. nel caso di eventuale cessione delle restanti quote azionarie
in possesso della Fondazione Banco di Sardegna, riservando a
quest'ultima la facoltą di intervento nelle decisioni riguardanti il
Banco di Sardegna Spa soltanto nel caso in cui fosse restata in
possesso di almeno il 20 per cento delle quote sociali;
- il nuovo accordo parasociale conferisce dunque, di fatto, il
diritto di prelazione alla Banca popolare dell'Emilia Romagna Soc.
Coop. nell'eventualitą di cessione di quote sociali da parte della
Fondazione Banco di Sardegna (si prospetta verosimilmente la
cessione del restante 49 per cento del pacchetto azionario),
vincolandola a mantenere almeno il 20 per cento delle quote sociali
in suo possesso ed impedendo in sostanza l'eventuale inserimento di
altre banche nel pacchetto azionario del Banco di Sardegna Spa;
- l'attuazione del nuovo piano industriale 2012-2014 del Banco di
Sardegna Spa, oltre alle conseguenze negative determinate dal
trasferimento della centrale decisionale fuori dalla Sardegna e al
significativo decremento occupazionale che č stato annunciato,
priverebbe le imprese ed i residenti della Sardegna di servizi
creditizi essenziali e degli indispensabili strumenti finanziari
allo sviluppo economico dell'Isola e porterebbe a un presumibile
irrigidimento dei parametri di accesso al credito,
chiede di interpellare il Presidente della Regione per sapere se
questa Amministrazione regionale intenda adottare ovvero abbia gią
adottato opportuni ed urgenti provvedimenti per quanto di propria
competenza in riferimento a quanto esposto in premessa, e se intenda
riferire con urgenza al Consiglio regionale in quali termini e
secondo quali modalitą essa stia esercitando le proprie competenze e
prerogative di cui all'articolo 4 dello Statuto speciale della
Sardegna ed anche al disposto contenuto nel decreto legislativo n.
171 del 2006 per impedire l'evidente strategia di messa in
liquidazione del credito sardo da parte della Banca popolare
dell'Emilia Romagna Soc. Coop. attualmente proprietaria del 51 per
cento delle azioni del Banco di Sardegna Spa.
Cagliari, 18 febbraio 2013