CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

INTERPELLANZA N. 393/C-5

INTERPELLANZA CORDA sulle politiche di gestione dell'Ente foreste con particolare riferimento alle nomine e promozioni di funzionari con incarichi fiduciari o di direttori di servizio facenti funzioni e sulla discutibile gestione delle risorse umane in genere.

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Il sottoscritto,

premesso che:
- l'Ente foreste riveste una funzione fondamentale nella primaria esigenza di tutela e valorizzazione del patrimonio naturale e boschivo della Sardegna;
- a questa delicatissima funzione sono dedicati ingentissime risorse e mezzi della comunità;
- nel settore sono occupate circa settemila unità con elevate capacità e competenze professionali;
- l'insieme delle attività, il loro costo, la presenza capillare in tutto il territorio regionale e la delicatezza delle funzioni ad esso attribuite, richiederebbero una strategia operativa e una capacità di gestione delle risorse umane che non traspaiono invece dall'azione del consiglio di amministrazione e della direzione, orientati a una gestione di basso profilo, spesso piegata a pratiche politiche di parte, estranee alle esigenze del servizio e alla buona prassi amministrativa;

evidenziato che:
- a dirigere il servizio di Sassari è stato promosso un funzionario con "incarico fiduciario temporaneo", al di fuori di ogni norma e regolamento e nonostante le numerose sentenze della Cassazione e le impugnative del Governo che bocciano le pratiche di nomina dirigenziale senza concorso;
- lo stesso funzionario nominato "fiduciario temporaneo" del direttore generale e dei membri del consiglio di amministrazione, è stato condannato in via definitiva per aver arrecato all'Ente un danno di oltre trecentomila euro;

considerato che nonostante le continue segnalazioni, interrogazioni, denunce inerenti tale più che discutibile metodo di gestione, nonché sentenze di condanna (vedi quella emessa dal Tribunale di Tempio, riguardante la nomina illegittima di un dipendente privo dei necessari titoli, requisiti e competenze, come "Direttore del servizio facente funzioni" presso il servizio di Tempio), il direttore generale ed il consiglio di amministrazione non hanno ancora ritenuto di porre rimedio alla situazione descritta e continuano imperturbabili nella "loro missione" (assegnata?);

rilevato che:
- il servizio territoriale di Tempio, che conta circa 700 dipendenti, è privo, ancora, del direttore di servizio in quanto il funzionario nominato dopo la sentenza (finalmente in possesso di titoli) è stato revocato, pare perché insensibile alle pressioni politiche, ed è stato nominato, ad interim, un ingegnere, direttore del servizio di Oristano;
- il dirigente, proprio perché ad interim, garantisce la presenza a Tempio una volta la settimana solo per qualche ora, ragione per cui non può conoscere la complessità dell'organizzazione del lavoro, le priorità e le competenze specifiche del personale in organico;
- ciò nonostante, lo stesso dirigente è tanto solerte nel recepire i suggerimenti di parte politica che provvede attraverso specifici ordini di servizio, a conferire incarichi di qualsiasi ordine e grado, in deroga alle norme ed accordi sindacali, e cosa ancor più grave, in spregio delle reali esigenze manifestate dai responsabili dei lavori nei complessi forestali e negli stessi servizi territoriali;

visto che grazie a tali metodi, nella gestione complessiva e nelle nomine così fatte, accade che i direttori di servizio facenti funzioni e i fiduciari provvisori, trascurando del tutto l'attività forestale, si dedichino alla rimozione del personale non "organico" a queste logiche o alla promozione di amici, con ciò provocando anche, e non per la prima volta, danno erariale all'Ente (sono diversi infatti i casi in cui, dipendenti totalmente inadeguati vengono destinati a ricoprire ruoli importanti e delicati solo perché, evidentemente, in sintonia con il costituito sistema di potere);

ritenuto che tali metodi di gestione, palesemente ingiusti e discriminatori, oltre che illegittimi, condizionino inevitabilmente la qualità dell'ambiente lavorativo e compromettano l'impegno che la stragrande maggioranza dei dipendenti profondono, vista la delicatezza e l'importanza dei compiti e delle funzioni in capo all'Ente, anche in materia di protezione civile e lotta agli incendi,

chiede di interpellare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente e l'Assessore regionale degli affari generali, personale e riforma della Regione per conoscere:
1) quali iniziative intendano assumere per ripristinare una condizione di legittimità giuridica e contrattuale nelle situazioni richiamate ed arrivate ad un livello tale di intollerabilità che non ha pari nella storia dell'Ente;
2) in che modo intendano agire per verificare se esistano responsabilità, anche di carattere erariale, addebitabili al direttore generale o al consiglio di amministrazione, o ad altre figure apicali dell'Ente;
3) in che modo intendano promuovere l'applicazione del dettato contrattuale che prevede il licenziamento nelle fattispecie indicate in codesta interpellanza.

Cagliari, 6 febbraio 2013