CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
INTERPELLANZA N. 371/A
INTERPELLANZA SALIS - COCCO Daniele Secondo - MARIANI sull'esclusione della Sardegna dalle zone franche urbane previste dal "decreto sviluppo" del 4 ottobre 2012.
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I sottoscritti,
premesso che:
- il Governo Monti con l'ultimo "decreto sviluppo" del 4 ottobre
2012, all'articolo 37 prevede l'istituzione di dodici nuove zone
franche urbane, finanziabili attraverso la "riprogrammazione dei
programmi cofinanziati dai fondi strutturali 2007-2013",
limitatamente alle regioni dell'Obiettivo convergenza;
- per le zone franche urbane sono previste agevolazioni destinate
alle piccole imprese che consistono principalmente in esenzioni dal
pagamento delle imposte su redditi, Irap, imposta sugli immobili e
contributi sulle retribuzioni da lavoro dipendente, per un ammontare
massimo di 200 mila euro, seppure il provvedimento rimanda al
Ministro dello sviluppo economico "la determinazione delle
condizioni, dei limiti e delle modalità di applicazione delle
agevolazioni, ivi inclusa l'individuazione dei termini di decorrenza
e di durata delle medesime";
- il decreto riprende in parte la delibera CIPE 8 maggio 2009, che
però prevedeva l'istituzione delle nuove zone franche urbane in 22
città: Erice, Catania e Gela, in Sicilia, Rossano, Crotone e
Lamezia, in Calabria, Lecce, Taranto e Andria, in Puglia, Mondragone,
Napoli e Torre Annunziata, in Campania, Cagliari, Iglesias e Quartu
Sant'Elena, in Sardegna, Sora e Velletri, nel Lazio, Pescara, in
Abruzzo, Campobasso, in Molise, Massa Carrara, in Toscana, e
Ventimiglia, in Liguria;
rilevato che:
- il testo del Governo riavvia quindi il processo delle zone franche
urbane già intrapreso nel 2009, escludendo però la Sardegna in
quanto non inserita nell'Obiettivo convergenza, essendo uscita dalla
rosa dei beneficiari dei fondi di coesione 2007-2013 relativi all'ex
Obiettivo 1, ridenominato appunto convergenza;
- nella nostra Regione, oltre alle tre zone già selezionate (S. Elia
a Cagliari, Is Arenas a Quartu Sant'Elena e Centro storico e Serra
Perdosa a Iglesias), altre otto già ritenute coerenti per
l'istituzione delle zone franche urbane, nelle città di Carbonia,
Assemini, Sassari, Nuoro, Olbia, Selargius, Alghero, Nuoro,
avrebbero avuto l'opportunità di sperimentare automatismi di
incentivo estremamente utili alle imprese e al territorio,
soprattutto in questa fase di gravissima crisi;
considerato che:
- sull'istituzione delle zone franche urbane si era registrata una
sostanziale convergenza delle forze politiche sia regionali che
nazionali, tanto che la stessa delibera CIPE del 2009 aveva già
individuato i fondi (poi cancellati da successivi provvedimenti
legislativi), per avviare sperimentalmente l'operazione, stanziando
8 milioni di euro per due annualità;
- i finanziamenti necessari per la realizzazione delle zone franche
urbane possono essere comunque recuperati dai fondi stanziati per la
Sardegna nell'Obiettivo competitività regionale e occupazione (ex
Obiettivo 2 e Obiettivo 3),
chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore
regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del
territorio per sapere:
1) quali iniziative intendano porre in essere al fine di non far
perdere alla Sardegna una delle poche opportunità di sviluppo
previste dal Governo nazionale, evitando che la nostra Regione resti
definitivamente esclusa dalle agevolazioni che conseguirebbero le
piccole imprese nella realizzazione delle zone franche urbane, già
previste in Sardegna nel decreto CIPE del 2009;
2) quali urgenti iniziative intendano pertanto avviare presso il
Governo nazionale per ottenere il reinserimento della Sardegna tra
le regioni che potranno beneficiare delle agevolazioni previste per
le zone franche urbane.
Cagliari, 14 novembre 2012