CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
INTERPELLANZA N. 343/A
INTERPELLANZA DESSÌ - SANNA Giacomo sul pericolo connesso allo smaltimento di fumi di acciaieria anche contenenti scorie radioattive e destinati allo stabilimento della Portovesme Srl e sull'avviamento di un programma di bonifica delle aree interessate.
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I sottoscritti,
premesso che:
- in data 27 giugno 2012 cinque sacchi contenenti fumi d'acciaio
provenienti dall'acciaieria greca della Hellenic Halyvourgia e
destinati allo stabilimento della Portovesme Srl sono risultati
positivi alle verifiche radiometriche all'ingresso dello
stabilimento della Portovesme Srl e da fonti aziendali risulterebbe
che questo sia stato il secondo carico arrivato dall'acciaieria
greca;
- il livello di radioattività dei sacchi sarebbe risultato superiore
di 2-3 volte rispetto a quello del fondo, anche se i successivi
rilievi del nucleo Nbcr (nucleare, biologico, chimico e radioattivo)
dei vigili del fuoco, intervenuti nell'area dello stabilimento dove
sono stati dislocati i cinque sacchi contenenti fumi di cesio
positivi ai controlli radiometrici sul cesio 137, avrebbero
stabilito che il cesio 137, contenuto nei fumi di acciaieria
provenienti da Volos, nel cuore della Grecia, sarebbe in misura
contenuta e non vi sarebbe stata dispersione in atmosfera, e dunque
sarebbero, in questo caso, esclusi rischi di contaminazione
radioattiva per la popolazione e per i lavoratori;
considerato che:
- i fumi di acciaieria sono le polveri metalliche altamente
inquinanti e velenose che vengono raccolte filtrando i fumi dei
forni elettrici che producono acciaio dai rottami ferrosi e
contengono sostanze chimiche e metalli pesanti (zinco, piombo,
cadmio, mercurio, nichel, vanadio, arsenico, berillio, rame e
cobalto) alcuni dei quali capaci di indurre lo sviluppo di tumori;
- in particolare, fra questi metalli pesanti vi è anche il cadmio e
i suoi composti, per i quali, nell'area del Sulcis, si registra il
record europeo di rilascio nelle acque, e che è tristemente
conosciuto come causa di tumori polmonari, prostatici e vescicali,
neuropatie degenerative e anche malattie cardio-vascolari e
polmonari che trovano importanti cause inducenti nelle emissioni
inquinanti atmosferiche;
appreso che:
- da un rapporto del Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri
(NOE) del 6 ottobre 1999 si rileva: "Le considerevoli quantità di
materiali radioattivi accumulate nelle strutture industriali tra la
fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90 ed il concomitante
dissesto delle organizzazioni governative dei Paesi dell'est
europeo, nonché i rilevanti incidenti nucleari verificatisi
all'estero, sono fattori che hanno favorito la nascita e lo sviluppo
di traffici illeciti di materiale contaminato da sorgenti
radioattive. In particolare l'importazione di ingenti quantitativi
di rottami metallici e materiale ferroso che entrano nel nostro
territorio, destinati per buona parte alle fonderie del nord,
diventa oggetto di attenzione da parte delle organizzazioni
criminali nazionali ed internazionali, al pari dei traffici abusivi
di armi e stupefacenti";
- nel numero 19 (gennaio-aprile 2001) della Rivista del Servizio di
informazioni e sicurezza democratica SISDE "Per Aspera ad Veritatem
- Rivista di intelligence e di cultura professionale" si afferma:
"Sono stati accertati 173 casi di traffico illecito di materiale
nucleare dal 1992 al 1998. Su due milioni e 260 mila tonnellate di
rottami ferrosi che passano attraverso i valichi doganali, sono
state rispedite al mittente, in quanto risultate contaminate, 15.000
tonnellate. Sono stati accertati e denunciati 66 responsabili di
laboratorio, accertati 113 reati penali ed eseguiti 17 sequestri,
tra il 1997 e il 1999, per un valore pari a 2.200 milioni";
considerato ancora che:
- il 13 gennaio 2004 all'Acciaieria AFV Beltrame di Vicenza è
accaduto di fondere una sorgente radioattiva, finita, per cause
ancora non chiarite, tra i rottami in ingresso allo stabilimento;
l'emergenza è scattata quando le emissioni dei forni sono transitate
attraverso il portale di controllo della radioattività posto
all'uscita dallo stabilimento;
- la sorgente radioattiva non è stata rilevata all'ingresso perché
presumibilmente schermata o sigillata, ma solo dopo, quando a
seguito della fusione, si è liberata nei fumi del forno fissandosi
alle polveri con valori molto alti di cesio 137 riscontrati pari a
25.000 bequerel/kg; incidenti simili posso essere accaduti in altre
acciaierie senza che ne sia conseguito un comportamento virtuoso di
denuncia;
constatato che:
- in questa situazione la Sardegna si è trovata in una condizione di
estrema vulnerabilità per l'assenza di un portale radiometrico nello
stabilimento per lo smaltimento dei fumi di acciaieria fino alla
primavera del 2004 e per l'inesistenza di un'Agenzia regionale per
la protezione dell'ambiente compiutamente funzionante;
- l'Assessorato della difesa dell'ambiente, di concerto con quello
della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo
e sport, dopo la valutazione di impatto ambientale aveva addirittura
concesso, a suo tempo, l'innalzamento delle quote di fumi di
acciaieria da smaltirsi in Sardegna da 120.000 a 300.000 tonnellate,
ignorando le gravi conseguenze (tra le prescrizioni richieste si
insisteva sulle emissioni in atmosfera, ma si dimenticava la
bonifica analitica delle condizioni del suolo e delle acque, sia
pregresse che future);
- nella deliberazione n. 10/52 dell'11 febbraio 2009, avente per
oggetto il contratto di programma Portovesme Srl, iniziativa "Portovesme"
(27663/ IMP), ed a firma dell'ex Vicepresidente Carlo Mannoni, si
esprimeva parere preliminare favorevole sull'istanza di accesso
della Portovesme Srl al contratto di programma per l'iniziativa "Portovesme"
(27633/IMP), ai sensi del decreto ministeriale 24 gennaio 2008,
articolo 7;
- l'iniziativa proposta veniva allora caldeggiata data la rilevanza
dell'impatto socio-economico della società Portovesme Srl sul
territorio in quanto questa occupa 713 addetti ed era articolata in
diversi interventi fra i quali figurava l'ampliamento della
discarica di Genna Luas, finalizzato allo stoccaggio dei fumi di
acciaieria, e integrandovi sistemi di abbattimento delle polveri;
- il parere preliminare favorevole sull'istanza di accesso della
Portovesme Srl al contratto di programma veniva ratificato da questa
Giunta, sempre con motivazioni connesse all'emergenza contingente ed
alla crisi occupazionale che dilaga ed addirittura finanziato in
sede di manovra di bilancio del 2004;
rilevato che:
- il nuovo protagonismo delle tematiche ambientali nella vita e nei
discorsi pubblici di questa amministrazione regionale è stato spesso
accompagnato da un ritorno, nei fatti, al vecchio sistema di
amministrazione e sfruttamento delle risorse ambientali e la stessa
opinione pubblica non ha potuto notare alcun elemento di
discontinuità con la precedente amministrazione ed anzi, ha proprio
percepito essere in atto una sorta di baratto di sopravvivenza a
discapito della salute dei cittadini, come anche nel caso della
citata ratifica del programma per lo smaltimento dei fumi,
chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore
regionale della difesa dell'ambiente per sapere se:
1) risulti anche a questa amministrazione che quanto indicato in
premessa risponda al vero e, nel caso, quali misure intenda adottare
al fine di tutelare la salute degli operai che ogni giorno hanno a
che fare con questi materiali e l'ambiente in cui devono lavorare e
la salute di tutte le popolazioni interessate;
2) anche questa amministrazione ritenga urgente e non oltre
procrastinabile l'avviamento di un programma di bonifica delle aree
interessate che veda, proprio nei lavoratori presenti in tali aree
ed in relazione alla loro alta specializzazione, i soggetti attivi
sui quali contare per la stessa opera.
Cagliari, 4 luglio 2012