CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

INTERPELLANZA N. 321/C-8

INTERPELLANZA PLANETTA sulle motivazioni dell'assenza di esercizio dell'autonomia speciale nella stesura del piano di dimensionamento delle scuole sarde in riferimento alle prerogative delle minoranze linguistiche tutelate dall'articolo 6 della Carta costituzionale del 1948 e dalla legge nazionale 15 dicembre 1999, n. 482, che ha determinato la perdita di 45 autonomie scolastiche nel territorio della Sardegna.

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Il sottoscritto,

premesso che:
- le procedure attuative dell'articolo 19 del decreto legge n. 98 del 2011 (convertito in legge n. 111 del 2011 e modificato dalla legge n. 183 del 2011) comporteranno anche in Sardegna la realizzazione forzata e precipitosa di istituti comprensivi composti da almeno 1.000 alunni e l'affidamento a reggenza per dirigenti e direttori di tutti gli istituti scolastici con meno di 600 alunni;
- il comma 4 dell'articolo 19 della legge n. 111 del 2011 prevede che "Per garantire un processo di continuità didattica nell'ambito dello stesso ciclo di istruzione, a decorrere dall'anno scolastico 2011-2012 la scuola dell'infanzia, la scuola primaria e la scuola secondaria di I grado sono aggregate in istituti comprensivi, con la conseguente soppressione delle istituzioni scolastiche autonome costituite separatamente da direzioni didattiche e scuole secondarie di I grado; gli istituti comprensivi per acquisire l'autonomia devono essere costituiti con almeno 1.000 alunni, ridotti a 500 per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche";

considerato che:
- la minoranza linguistica della Sardegna è teoricamente tutelata dall'articolo 6 della Carta costituzionale del 1948 e dalla legge n. 482 del 1999 e dunque la Regione avrebbe dovuto essere ricompresa nelle fattispecie con il limite di alunni ridotto a 500 per istituzione scolastica così come è avvenuto per la Sicilia che è riuscita invece ad ottenere la deroga;
- la Regione ha invece continuato a far riferimento alla nota ministeriale n 8220 del 7 ottobre 2011 che per il solo I Ciclo, infanzia, primaria e secondaria di I grado, prevede come "numero ideale di istituti comprensivi" (modello elevato a sistema, con media provinciale di 1.000 alunni per ciascun istituto) solo 201 autonomie sulle 254 attuali e, facendosi in tal modo carico del massimo del sacrificio possibile conteggiato dal Ministero, attraverso le delibere n. 11/2 del 6 marzo 2012, n. 7/4 del 16 febbraio 2012, e n. 9/55 del 23 febbraio 2012, ha recepito pedissequamente queste procedure attuative offrendo così un altissimo "tributo numerico" di autonomie scolastiche, come preteso dallo Stato italiano in termini di risparmio finanziario;

rilevato che:
- la Regione non ha colpevolmente esercitato la facoltà di far valere il proprio status di minoranza linguistica e neppure difeso la richiesta contenuta nel documento della Conferenza delle regioni approvato nella seduta del 27 ottobre 2011, che prevedeva invece che vi fosse un'applicazione graduale delle norme sul dimensionamento spostando il completamento delle operazioni all'anno scolastico 2014-2015 (questa diluizione avrebbe consentito agli enti locali e agli altri soggetti coinvolti a livello territoriale di evitare l'assunzione di decisioni precipitose entro il 31 gennaio 2012 e di poter programmare una riorganizzazione della rete scolastica con maggior ponderatezza e senza penalizzare i cittadini che si avvalgono del servizio pubblico di istruzione);
- il piano deliberato dalla Regione è stato recepito dall'Amministrazione scolastica regionale senza alcuna modifica od integrazione, e la conseguenza sarà che il nuovo piano di dimensionamento della rete scolastica, deliberato dalla Regione, comporterà sulle istituzioni scolastiche sarde la perdita secca di ben 45 autonomie scolastiche di cui 35 relative al I Ciclo educativo e 10 relative al II Ciclo educativo e prevederà per l'anno scolastico 2012/2013, un numero di istituzioni scolastiche pari a 327 più 2 convitti, per un totale di 329 istituzioni scolastiche, a fronte delle 374 autonomie scolastiche dell'anno scolastico in corso;

considerato, ancora, che:
- gli obiettivi di risparmio economico a cui si ispira la norma sul dimensionamento scolastico rischiano di esser vanificati e di perdere ogni senso se non saranno in grado di frenare la piaga della mortalità scolastica garantendo contemporaneamente l'affermarsi di un sistema di scuole autonome e responsabili, il miglioramento della qualità del servizio e l'innalzamento dei livelli di istruzione;
- la delibera n. 11/2 del 6 marzo 2012 è arrivata con evidente ritardo rispetto alle azioni di carattere organizzativo che l'amministrazione scolastica deve porre in essere per il funzionamento organizzativo del sistema scolastico e questo fatto porterà a notevoli problemi rispetto alla mobilità del personale ed anche rispetto alle operazioni relative all'aggiornamento delle graduatorie del personale da assumere a tempo determinato;
- l'attuale mancanza dei codici meccanografici delle nuove istituzioni scolastiche e/o autonomie scolastiche, in questo momento, con le operazioni "aperte", stanno già determinando evidenti problemi presso il personale interessato a tali operazioni,

chiede di interpellare il Presidente della Regione, e l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per sapere quali siano le motivazioni dell'assenza di esercizio dell'autonomia speciale nella stesura del piano di dimensionamento delle scuole sarde da parte del Governo regionale ovvero se questa amministrazione intenda adottare celermente le opportune iniziative urgenti nel merito affinché venga salvaguardata la minoranza linguistica residente nel territorio della Sardegna, così come avvenuto in altre parti del territorio italiano per le lingue tutelate dall'articolo 6 della Carta costituzionale del 1948 e dalla legge 15 dicembre 1999, n. 482, riscrivendo in tal senso il piano per il dimensionamento della rete scolastica della Sardegna e per l'immediato, favorendo un'applicazione graduale delle norme sul dimensionamento spostando il completamento delle operazioni all'anno scolastico 2014-2015.

Cagliari, 20 marzo 2012