CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

INTERPELLANZA N. 298/A

INTERPELLANZA MANCA - DIANA Giampaolo - CUCCA - CUCCU - MELONI Valerio - MORICONI - SABATINI sulle gravi ripercussioni che si determineranno nel tessuto del commercio della nostra Isola a seguito della liberalizzazione degli orari degli esercizi commerciali, contenuta nell'articolo 31 del decreto legge n. 201 del 2011, convertito in legge n. 214 del 2011, e sulla urgente necessità che la Regione ricorra alla Corte costituzionale perché sia riconosciuto il profilo di illegittimità dello stesso provvedimento.

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I sottoscritti,

considerato che:
- l'entrata in vigore del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito con modificazioni in legge n. 214 del 22 dicembre 2011, ha di fatto stabilito, nelle disposizioni contenute nell'articolo 31, l'apertura no stop per negozi, centri commerciali, bar e ristoranti, dando l'opportunità a questi ultimi di tenere aperti i propri esercizi commerciali 24 ore su 24, per 365 giorni l'anno;
- la norma su citata, mascherata come liberalizzazione, lede la competenza in materia posta in capo alle Regioni, oltre che rendere la liberalizzazione stessa un evento senza regole di alcun tipo, non rispettosa dei diritti dei lavoratori e soprattutto capace di determinare la fine del piccolo commercio;
- la legge regionale n. 5 del 2006 è stata emanata nel rispetto della libera concorrenza e la sua attuazione è affidata ad un tavolo di concertazione comunale che nel caso di alcuni importanti comuni della Sardegna ha operato in modo differente ma in base alle effettive necessità del proprio ambito;
- anche alcune recenti pronunce della Corte costituzionale hanno specificato che in materia di orari è comunque necessario valutare se la disciplina regionale determini o meno un vulnus alla tutela della concorrenza, posto che resta sempre possibile per le regioni dettare norme che indirettamente producano effetti pro-concorrenziali;

preso atto che il risultato di tale liberalizzazione, come prontamente hanno denunciato importanti associazioni di categoria, quali la Confesercenti e la Confcommercio, sarà certamente l'indebolimento del piccolo commercio con immancabile e conseguente chiusura di un notevole numero di esercizi commerciali e un'impressionante perdita di posti di lavoro;

ribadito che il Governo, per mezzo di tale disposizione, si appropria di competenze costituzionali attribuite alle regioni italiane e preso atto che alcune di queste hanno prontamente già deciso di ricorrere alla Corte costituzionale contro il provvedimento emanato;

constatato inoltre che ad oggi non risulta ai sottoscritti essere adottata alcuna iniziativa da parte della Giunta regionale,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale del turismo, artigianato e commercio per conoscere quali provvedimenti si intendano adottare perché venga data piena attuazione alla legge regionale n. 5 del 2006 e per sapere se ritengano urgente e improcrastinabile determinare tutti gli atti necessari affinché si sollevi dinnanzi alla Corte costituzionale il profilo di illegittimità dell'articolo 33 del decreto legge 6 dicembre 2011, convertito in legge 22 dicembre 2011, n. 214, recante "Disposizioni urgenti per la crescita, l'equità e il consolidamento dei conti pubblici".

Cagliari, 9 gennaio 2012