CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
INTERPELLANZA N. 297/C-3
INTERPELLANZA PLANETTA sul ritardo nei pagamenti da parte della pubblica amministrazione e sull'effettiva applicazione delle norme comunitarie che impongono il pagamento obbligatorio alle imprese entro 60 giorni.
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Il sottoscritto,
premesso che:
- in Sardegna, ma in generale su tutto il territorio nazionale, il
ritardo nei pagamenti da parte della pubblica amministrazione sembra
ormai essere diventato un problema cronico;
- le stesse imprese coinvolte sono numerose e per molte di esse è a
rischio la stessa sopravvivenza, poiché in molti casi, infatti,
vengono segnalate le conseguenze finanziarie e fiscali dei frequenti
ritardi nei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni per
lavori eseguiti, determinando il serio pericolo di mettere a rischio
posti di lavoro certi;
- il ritardo nei pagamenti impedisce la programmazione aziendale e
dunque è uno dei fattori principali che limita la capacità di
crescita delle aziende in particolar modo delle piccole e medie
imprese che, nella maggior parte dei casi, soffrono particolarmente
i ritardi dei pagamenti a causa di un modesto potere d'acquisto
delle materie prime;
- la legislazione nazionale italiana risulta essere la meno severa
d'Europa in materia di ritardati pagamenti nel settore dei lavori
pubblici, con sanzioni da 3 a 4 volte inferiori rispetto agli altri
paesi europei; inoltre, si valuta che sarebbe necessario allentare i
vincoli fissati per gli enti locali, rivedendo gli obiettivi dei
vari comparti della pubblica amministrazione, che risentono di un
patto di stabilità nazionale troppo rigido, con una spesa in conto
capitale degli enti locali inferiore del 18,5 per cento rispetto
allo scorso anno;
considerato che:
- a causa di questa lentezza nei pagamenti, che spesso si protrae
addirittura oltre i 12 mesi, e costituisce di fatto un finanziamento
con costi insopportabili da parte delle nostre imprese dell'attività
pubblica, le stesse imprese vengono a trovarsi in situazioni di
difficoltà finanziaria, non sempre risolvibile con il ricorso al
credito che comunque genera un aumento di costi, che possono
provocare ritardi nell'adempimento dei versamenti dovuti all'erario;
- a fronte di tali ritardi, però, le imprese si vedono negare il
pagamento dei crediti vantati nei confronti delle amministrazioni
debitrici, per via di quanto disposto dal decreto ministeriale n. 40
del 2008, secondo il quale le pubbliche amministrazioni e le società
a prevalente partecipazione pubblica, prima di effettuare, a
qualunque titolo, pagamenti di importo superiore a euro 10.000,
devono verificare presso Equitalia se il beneficiario è inadempiente
verso l'erario per somme complessivamente superiori a euro 10.000
derivanti da cartelle esattoriali ed in caso affermativo bloccano il
pagamento fino alla concorrenza del debito segnalato, in attesa che
Equitalia provveda all'intimazione e al recupero delle somme che
risultano esposte, subendo un danno ulteriore da parte delle
pubblica amministrazione;
rilevato che:
- dai dati raccolti dall'Osservatorio congiunturale sull'industria
delle costruzioni, è emerso che i ritardati pagamenti da parte della
pubblica amministrazione richiedono tempi ancor più lunghi nel
secondo semestre 2011 ed infatti il tempo medio di attesa è di 8
mesi, 45 giorni in più di maggio 2011 (l'aumento registrato tra
maggio e settembre è del 40 per cento, con punte di ritardi che
possono superare i 24 mesi);
- se nelle precedenti indagini i ritardi riguardavano solo alcune
imprese di costruzioni impegnate in determinati contratti, già a
partire da settembre il problema si è diffuso alla maggior parte dei
contratti, e la conseguenza è che le imprese si trovano costrette a
sospendere i lavori; la causa principale dei disagi si indica nel
patto di stabilità interno e nell'inefficienza della pubblica
amministrazione, secondo il parere del 66 per cento delle imprese
edili che ha partecipato alle indagini dell'Osservatorio;
- anche per quanto riguarda la Sardegna, nel 2011 i ritardi nei
pagamenti da parte della pubblica amministrazione alle imprese sarde
sono raddoppiati rispetto al 2010, anno in cui il ritardo dei
pagamenti del settore pubblico era di 86 giorni, oltre il doppio di
quello del settore privato, pari a 30 giorni (la media europea per
il pubblico è di 27 giorni);
- sempre nel 2011 l'entità temporale del ritardo dei pagamenti della
pubblica amministrazione nel 72 per cento dei casi è almeno pari a
4-7 mesi, con punte di 10-12 mesi;
considerato ancora che:
- il sostanziale blocco nell'erogazione del credito alle imprese da
parte del sistema bancario ed il perdurante e aggravato fenomeno dei
ritardi dei pagamenti delle pubbliche amministrazioni, che
appesantiscono ulteriormente la già difficile situazione
dell'economia della Sardegna ed anche di quella nazionale, devono
obbligatoriamente costituire una priorità per l'azione del Governo
della Regione e vanno affrontati con la massima tempestività e
risolutezza;
- si tratta di una situazione intollerabile, un vero e proprio
problema finanziario e non di mercato che, in aggiunta al blocco di
linee di credito da parte delle banche, sta realmente mettendo in
ginocchio le aziende che non sanno più come fare per andare avanti e
rischiano la chiusura;
atteso che:
- vi sono difficoltà oggettive da parte della pubblica
amministrazione, come una burocrazia che spesso non esercita una
funzione di servizio, bensì un potere quasi sostitutivo dinanzi al
quale imprese e cittadini si trovano in posizione impari, e come i
vincoli del patto di stabilità, e dunque la soluzione andrebbe
trovata allargando proprio le maglie troppo strette del patto di
stabilità interno e consentendo alle imprese di compensare, nel
quadro di procedure rapide certe e verificate, i crediti maturati
verso tutte le pubbliche amministrazioni con quanto dovuto al fisco
e agli enti previdenziali;
- è necessario sia data effettiva applicazione alle norme
comunitarie che impongono il pagamento obbligatorio entro 60 giorni,
prevedendo meccanismi snelli e quasi automatici per i pagamenti
stessi, un continuo monitoraggio dell'attività amministrativa,
nonché diverse forme di sanzione amministrativa e civile a favore
delle imprese,
chiede di interpellare l'Assessore regionale dei lavori pubblici per
sapere se questa Amministrazione intenda:
1) mettere in atto tutte le azioni opportune e utilizzare tutti gli
strumenti necessari per addivenire celermente alla soluzione del
problema esposto anche attraverso la revisione del patto di
stabilità e favorendo inoltre la effettiva applicazione alle norme
comunitarie che impongono il pagamento obbligatorio entro 60 giorni,
con meccanismi snelli e quasi automatici, nonché forme di sanzione a
favore delle imprese;
2) richiamare, per quanto di propria competenza, tutte le pubbliche
amministrazioni, che fra l'altro debbono assicurare condizioni
ideali di crescita economica nel più generale interesse pubblico,
affinché ottemperino fedelmente ai contratti rispettando i tempi di
pagamento alla luce del fatto che se i lavori vengono appaltati la
copertura della spesa è già prevista nel bilancio, e posto che in
assenza di misure adeguate il sistema imprenditoriale sardo corre il
serio rischio di una grave recessione generale, con ricadute
drammatiche sull'occupazione e sulle tutele sociali.
Cagliari, 20 dicembre 2011