CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
INTERPELLANZA N. 291/A
INTERPELLANZA SALIS - COCCO Daniele Secondo - MARIANI sulla gravissima situazione dei giovani sardi che non lavorano e non studiano (cosiddetti neet).
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I sottoscritti,
rilevato che:
- in Sardegna sono oltre settantamila i giovani, chiamati con un
acronimo inglese, Not in education, employment or training (neet)
tra i 15 e i 29 anni che non sono iscritti a scuola né
all'università, non lavorano e nemmeno seguono corsi di formazione o
aggiornamento professionale;
- il dato nazionale, che supera i 2 milioni di giovani, riguarda il
21,2 per cento della popolazione di riferimento, mentre la Sardegna
si colloca agli ultimi posti tra le regioni italiane con un triste
record negativo superiore al 38 per cento;
- un numero impressionante, e in crescita esponenziale, di giovani
alla deriva, tagliati fuori dal sistema scolastico, formativo e
occupazionale, che rischia di finire irrimediabilmente ai margini
della società, andando ad alimentare il terribile mondo della
disoccupazione strutturale, del lavoro nero, terreno fertile di
devianze sociali, delle attività più o meno illecite, con costi
sociali tanto più pesanti in un contesto già devastato dalla
gravissima crisi economica;
considerato che:
- questi giovani, spesso provenienti da ambiti socio-familiari
fragili e problematici, non essendo riusciti ad inserirsi nel
sistema scolastico prima, poi sono stati tagliati fuori anche dai
percorsi formativi, comunque intrinsecamente connessi proprio al
possesso di quei titoli di studio che per questi giovani sono
risultati irraggiungibili;
- si tratta di forza lavoro giovane, priva però di professionalità e
con enormi difficoltà ad acquisire quei pur minimi requisiti
indispensabili per consentirne l'accesso nel mondo del lavoro,
costretta pertanto in un circolo vizioso spesso senza possibilità
d'uscita;
verificato che:
- nessuna prospettiva viene offerta a questi giovani dalla Regione,
esclusi, per assenza dei requisiti scolastici o professionali
necessari, anche dalle misure recentemente predisposte
dall'Assessorato regionale del lavoro, formazione professionale,
cooperazione e sicurezza sociale;
- il Piano straordinario per l'occupazione e per il lavoro anno 2011
prevede infatti, all'articolo 3, che "l'intervento è rivolto a
giovani disoccupati, inoccupati e inattivi, residenti in Sardegna, o
emigrati o figli di emigrati ai sensi della LR n. 7/1991, di età
compresa tra i 18 e i 32 anni alla data di pubblicazione del
presente avviso, e in possesso dei seguenti requisiti: diploma di
scuola media superiore per i giovani in età compresa tra i 18 e i 27
anni; diploma di laurea, anche di durata triennale, per i giovani in
età compresa tra i 28 e i 32 anni";
- tali requisiti sono parimenti richiesti nel bando pubblicato
dall'Agenzia regionale del lavoro per i piani di inserimento
professionale, cosiddetti Pip; "I Pip sono strumenti di inserimento
in un'azienda privata o all'interno di associazioni di categoria,
studi, ordini o collegi professionali, realizzato attraverso
appositi progetti nell'ambito dei quali i giovani beneficiari
porteranno avanti delle attività lavorative, svolgendo delle
mansioni ben precise e riconducibili ad uno specifico profilo
professionale, accompagnate da un percorso formativo", che prevede:
"Possono partecipare i giovani di età compresa fra i 18 e i 25 anni
compiuti, se in possesso di diploma di scuola secondaria superiore.
In assenza del diploma è necessario avere conseguito una qualifica
professionale a seguito di un corso di formazione professionale
legalmente approvato o riconosciuto. L'età é elevata a 29 anni
compiuti per i giovani in possesso di un diploma di laurea, anche di
I livello. I beneficiari inoltre devono essere disoccupati o
inoccupati, devono essere residenti in Sardegna e possedere la
cittadinanza nell'ambito di un paese dell'Unione Europea";
- poiché per l'accesso ai corsi di formazione professionale
sussistono enormi difficoltà in assenza di titoli di studio, risulta
con tutta evidenza che i giovani "neets" sardi sono tagliati fuori
anche dai suindicati percorsi formativi;
evidenziato che:
- soprattutto per quanto riguarda l'inserimento nelle aziende
private, in cui il giovane viene introdotto con l'obbiettivo di
apprendere una professione, la valutazione sulla necessità del
conseguimento del titolo di studio in capo all'apprendista dovrebbe
essere lasciata all'imprenditore, che potrebbe invece avere
prioritariamente necessità di altri requisiti per l'esercizio della
propria attività;
- numerose attività artigiane come panifici, falegnamerie,
calzolerie che, pur nell'attuale contesto di crisi, faticano a
trovare apprendisti, difficilmente potranno fruire delle
agevolazioni previste dai bandi suddetti proprio a causa dei
requisiti ivi previsti, in quanto mestieri che difficilmente
attraggono giovani diplomati o laureati;
- se da un lato è indispensabile che la Regione affronti, con la
necessaria urgenza, una strategia in grado di recuperare il deficit
nel livello di istruzione e formazione professionale della
popolazione, dall'altro deve prendere atto che c'è urgente bisogno
di misure più concrete ed immediate, per evitare che un grande
numero di giovani resti definitivamente tagliato fuori dal mondo del
lavoro;
- incentivi come quelli previsti da tali misure, nell'ordine di
circa 400/600 euro mensili per un periodo limitato, possono
rappresentare un'opportunità per tanti giovani emarginati dal mondo
scolastico e lavorativo, e nel contempo per quei mestieri artigiani
che rischiano di scomparire, sopraffatti dagli imperversanti
processi di industrializzazione,
chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore
regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e
sicurezza sociale per conoscere se:
1) non ritengano che le politiche del lavoro promosse dalla Regione
debbano essere rivolte anche ai tanti giovani che non hanno potuto
conseguire titoli di studio elevati e che non possono
pregiudizialmente essere abbandonati alla disoccupazione strutturale
ed all'emarginazione sociale;
2) non ritengano pertanto opportuno predisporre una integrazione del
Piano di inserimento professionale e del Piano straordinario per
l'occupazione e per il lavoro, al fine di consentire anche ai
giovani disoccupati ed inoccupati, privi del diploma di scuola media
superiore, di poter accedere ai percorsi formativi in essi previsti;
3) in alternativa, non ritengano necessario introdurre provvedimenti
analoghi a quelli suddetti, per dare ai "neet" sardi opportunità di
inserimento in quei percorsi formativi che non richiedano
particolari gradi di scolarizzazione.
Cagliari, 25 novembre 2011