CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
INTERPELLANZA N. 285/C-6
INTERPELLANZA PLANETTA sulla politica economica ed estera dei vari governi italiani succedutisi nel tempo condotta attraverso l'ENI e le sue controllate e relativi intrecci affaristico-finanziari riguardanti il gasdotto Galsi.
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Il sottoscritto,
premesso che:
- l'Azienda di stato algerina Sonatrach domina la produzione e
controlla la distribuzione all'ingrosso del gas naturale nel proprio
paese, con riserve pari a 4.500 miliardi di metri cubi di gas
naturale e una produzione annua di circa 90 miliardi, è il quinto
produttore mondiale e il quarto per quantità di esportazioni e,
negli ultimi anni è diventata un grande interlocutore dell'Unione
europea, punto di forza per una vera diversificazione;
- il grande protagonista della fortuna aeriforme algerina e di
Sonatrach è il giacimento di gas di Hassi R'Mel, uno dei giacimenti
più grandi del mondo e il più grande in assoluto in Algeria (con
riserve pari a 2.700-3.000 miliardi di mc) il cui gas viene
trasportato, per uso interno, verso le città costiere di Arzew,
Algeri e Skikda ed inoltre fornisce, per il mercato esterno, alcune
delle pipeline di maggior capacità di esportazione (tenendo conto
della loro piena attività, si arriva ad un totale di 88,5 miliardi
di mc/anno di cui tre quarti da fonti Sonatrach): il
Trans-Mediterranean o Pipeline Enrico Mattei, che connette l'Algeria
alla Sicilia, attraverso la Tunisia, ha una capacità di 30,2
miliardi di mc/anno (che saranno aumentati a 33,5 nel 2012), il
Medgaz, che congiunge l'Algeria alla Spagna, ha una capacità di 24
miliardi di mc/anno, anche se ha sempre avuto delle difficoltà
strutturali e non è mai stato in grado di funzionare a pieno regime,
come ultimo il Maghreb-Europe Pipeline, che connette l'Algeria alla
Spagna attraversando il territorio marocchino, con una capacità di
12 miliardi di mc/anno, tutte dirette verso l'Europa meridionale, ed
in prospettiva anche il Galsi alla cui realizzazione partecipa la
stessa Sonatrach (41,6 per cento), assieme ad Edison (20,8 per
cento), Enel (15,6 per cento), Gruppo Hera (10,4 per cento) e la
Regione Sardegna attraverso la finanziaria Sfirs (11,6 per cento);
- per rafforzare le rotte di gas verso l'Unione europea è in piedi
da diverso tempo un progetto di pipeline per unire i mercati del
Golfo di Guinea, soprattutto quello nigeriano, con il sistema
algerino ad Hassi R'Mel (Trans-Saharan Pipeline) che attraverso le
possibilità logistiche di Sonatrach, sarà collegato ai gasdotti già
esistenti come Trans-Mediterranean, Medgaz, e in prospettiva al
Galsi e al Maghreb-Europe Pipeline, in modo da rifornire l'Europa
dagli hub di trasporto di El Kala e Beni Saf sulla costa
mediterranea dell'Algeria;
considerato che:
- dopo la visita del premier Prodi a Mosca del giugno 2006, le
lunghe trattative tra ENI e Gazprom si sono concluse positivamente
con gli accordi firmati a Mosca a metà novembre 2006, che
permetteranno all'ENI di ricevere a prezzi favorevoli forniture di
gas russo per 23 miliardi di metri cubi fino al 2035 e di
partecipare alle operazioni di prospezione, messa in valore e
sfruttamento di giacimenti di gas nella Federazione russa dando in
cambio a Gazprom l'accesso alla rete di distribuzione italiana del
gas anche attraverso intese che potrebbero preludere all'acquisto
degli asset del produttore petrolifero russo Yukos, Gazexport,
società della Gazprom, che potrà commercializzare in proprio dai 3,5
ai 5 miliardi di metri cubi di gas in Italia, mediante partnership
con società italiane, tra cui Acea e l'emiliana Hera;
- con l'accordo a suo tempo stipulato tra la società algerina
Sonatrach e quelle russe Gazprom e Lukoil, riguardante i diversi
canali di approvvigionamento di gas metano dell'Unione europea, che
prevedeva investimenti comuni delle tre società in tutti i progetti
in fase di realizzazione, relativi all'approvvigionamento di metano
da parte dei paesi dell'Unione europea (e col reale pericolo della
formazione di un cartello societario che assumerebbe una posizione
di monopolio nel gestire l'approvvigionamento di metano di tutti i
paesi dell'Unione europea), Gazprom ha fatto un ulteriore passo
avanti nella sua strategia di espansione nel Mediterraneo
accerchiando uno dei suoi maggiori clienti, ovvero quell'Europa che
aveva pensato al progetto Galsi proprio con l'obiettivo di trovare
alternative alla rigida dipendenza italiana dal gas russo;
rilevato che:
- il Governo Berlusconi nel collegato alla finanziaria del 2002
propose e finanziò, su richiesta della Giunta Pili, la realizzazione
del metanodotto Galsi che, inserito tra i cinque assi prioritari per
lo sviluppo della rete trans-europea dell'energia, riceverà anche un
finanziamento di 120 milioni di euro nel quadro del EEPR (European
Energy Programme for Recovery) e diventerà la terza connessione tra
il Nord Africa e l'Italia, e la quinta tra Nord Africa e l'Unione
europea;
- tra i documenti rivelati da Wikileaks, ce ne sono due che
riguardano direttamente l'Italia ed i rapporti tra Putin e
Berlusconi: nel primo, che risale al 26 gennaio 2009, l'ex
ambasciatore americano a Roma, Ronald Spogli, riferisce che
l'ambasciatore georgiano a Roma lo ha informato che il suo governo
si è convinto che Putin abbia promesso a Berlusconi una fetta dei
profitti di ogni gasdotto costruito da Gazprom in collaborazione con
l'Eni; l'ambasciatore riferisce anche che alcuni politici di
maggioranza ed opposizione credono che Berlusconi e i suoi
fedelissimi stiano approfittando personalmente degli accordi tra
l'Italia e la Russia;
- ancora più sorprendente è la comunicazione dell'Ambasciata
americana di Mosca del 5 febbraio 2010: la parte iniziale di questo
secondo documento è stata censurata prima della pubblicazione e
risulta poco chiara; in essa, Beyrle, l'attuale ambasciatore
americano a Mosca, si riferisce a qualcuno che in un pranzo del 4
febbraio gli ha rivelato una serie di informazioni confidenziali sui
rapporti tra Putin e Berlusconi; non è dato sapere chi sia
l'informatore dell'ambasciatore americano, ma è certamente un
italiano che per la sua posizione è in grado di apprendere notizie
delicate e riservate; da questa fonte, l'ambasciatore Beyrle
dichiara di aver appreso che il Ministero degli esteri e
l'Ambasciata italiana a Mosca sono frustrati per i rapporti diretti
tra i due leader che li lasciano spesso all'oscuro dei dettagli dei
loro incontri; dopo ogni incontro tra i due leader, nel caso occorra
agire, il Ministero degli esteri e l'Ambasciata sono degradati a
meri esecutori materiali della volontà di Berlusconi e tenuti
all'oscuro delle ragioni di molte delle sue scelte; l'ambasciatore
americano considera che questa linea diretta tra i due leader è più
dannosa che utile, ma precisa che in alcuni casi la loro amicizia ha
portato dei benefici all'Italia citando un recente accordo tra
Gazprom ed ENI; Gazprom intendeva riacquisire il 20 per cento della
quota di Gazpromneft detenuto dall'ENI, ma voleva farlo ad un prezzo
notevolmente inferiore a quello di mercato; l'intervento del
Presidente del Consiglio Berlusconi ha però convinto Putin ad
imporre a Gazprom il pagamento del prezzo di mercato; l'ambasciatore
conclude la sua nota con il seguente commento: "On major issues, it
seems that Russian-Italian economic relations are directed by PMs
who have a direct line to each other as well as control over some of
the largest assets of their respective economies. To whatever end
they direct those assets, it is likely they are not doing so based
solely on commercial or rate-of-return calculations. As our contact
himself acknowledged - it seems that everything that happens at the
lower levels is just for show";
constatato che:
- l'Azienda di stato algerina Sonatrach assieme a diverse società
straniere, tra cui l'italiana Saipem del gruppo Eni, è stata di
recente coinvolta in una serie di indagini nelle mani del tribunale
di Sidi M'Hamed ad Algeri, per corruzione e malversazione
nell'assegnazione di alcune commesse, che ha anche visto azzerati i
suoi vertici con la messa sotto controllo giudiziario del
presidente, Mohamed Meziane e l'arresto del vice-presidente Benamar
Zennasni, assieme a un altro vice-presidente della compagnia
petrolifera incaricato della sezione esplorazione e produzione,
Belkacem Boumedienne, oltre che l'ex-direttore della banca Cpa -
credito popolare algerino, Hachemi Meghaoui e suo figlio, un
imprenditore privato e i due figli di Meziane (l'allora ministro
dell'energia, Chakib Khelil, che si era detto a più riprese
all'oscuro dei fatti, dimettendosi a seguito dello scandalo, aveva
nominato presidente ad interim di Sonatrach, l'unico dei quattro
vice-presidenti del gruppo non coinvolti nell'inchiesta, Abdelhafid
Feghouli, poi sostituito da Nordine Cherouati);
- fra i dossier scottanti in fase di istruttoria, che attualmente
sarebbero tre, uno riguarderebbe un contratto da 580 milioni di
dollari, siglato nel giugno 2009 proprio con l'italiana Saipem del
gruppo ENI per la realizzazione del gasdotto GK3 che ha lo scopo di
aumentare la capacità di trasporto di gas naturale della compagnia
petrolifera di stato Algerina Sonatrach così da alimentare, tra
l'altro, il gasdotto Galsi, ed è uno dei progetti principali della
sezione TRC (trasporto per canalizzazione) di Sonatrach, il quale,
stando agli atti giudiziari, sarebbe stato ottenuto dalla società
italiana "in condizioni dubbiose" sempre in cambio di "servizi" o
"commissioni", come "l'acquisto di appartamenti o ville a Parigi ed
Algeri";
- tra gli altri contratti non citati nell'inchiesta ma comunque
siglati in questi ultimi anni da Sonatrach e Saipem, vi è inoltre
quello per 1,849 miliardi di dollari (assieme al suo partner First
Calgary Petroleum) per la realizzazione di impianti di produzione e
trattamento di gas e olio in Algeria che prevede la costruzione di
installazioni di produzione e trattamento di idrocarburi nei
giacimenti di Menzel Ledjmet est(Mle), Central Area Field Complexe (CafcaL)
nel perimetro Ledjmet (Blocco 405b) e strutture per la
canalizzazione di gas, Gpl e condensati verso Gassi Touil ed anche
quello sul gasdotto Galsi;
considerato ancora che è notizia recente che sempre a carico della
Saipem i pubblici ministeri del Tribunale di Milano, Fabio De
Pasquale e Sergio Spadaro (i due pm sono gli stessi che sostengono
l'accusa nel processo a carico di cinque ex manager di Snamprogetti,
controllata di Saipem, e contro la stessa Saipem per corruzione
internazionale per presunte tangenti pagate in cambio di appalti per
la costruzione di sei grandi impianti di trasporto e stoccaggio di
gas in Nigeria) hanno aperto un fascicolo di indagine (a seguito del
terremoto giudiziario che ha travolto il colosso energetico statale
Sonatrach, i cui vertici sono stati decapitati e accusati di
malversazione e corruzione), con l'ipotesi di reato di corruzione
internazionale (la circostanza è emersa dall'ultimo bilancio di ENI
e contestualmente da quello di Saipem) ed hanno chiesto di acquisire
agli atti sia documenti relativi ad attività di società del gruppo
Saipem in Algeria per il contratto GK3, che per il contratto Galsi/Saipem/Technip)
che dovrebbe invece riferirsi ai 10 milioni di euro, assegnati nel
2009 da Galsi a Saipem e alla francese Technip, "per la
progettazione dell'ingegneria di base e di dettaglio della sezione a
terra in Sardegna e Toscana" dello stesso Galsi,
chiede di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore
regionale dell'industria per sapere se:
1) non ritengano anch'essi gravissimo e potenzialmente
pregiudizievole per la Sardegna, alla luce di quanto esposto in
premessa e sempre prescindendo dal merito dell'opportunità della
realizzazione del gasdotto da parte detta società di sviluppo Galsi,
il gigantesco intreccio politico-affaristico-economico che riguarda,
oltre all'onnipresente società russa Gazprom, pure l'azienda di
stato algerina Sonatrach e l'italiana Saipem del gruppo Eni, e che
si viene sempre più ad evidenziare ed a definire con maggiore
chiarezza anche grazie ai procedimenti giudiziari in corso presso i
Tribunali di Algeri e di Milano, per ipotesi di reato relative a
corruzione internazionale per presunte tangenti pagate in cambio di
appalti;
2) non ritengano ugualmente pregiudizievole e dannosa per la
Sardegna la politica affaristico-energetica di rapina fin qui
condotta attraverso l'ENI e le sue controllate dai vari governi
italiani succedutisi nel tempo ed, in tal caso, quale azione
ritengano opportuno adottare con urgenza a riguardo per la tutela
degli interessi dei sardi.
Cagliari, 16 novembre 2011