CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

INTERPELLANZA N. 262/C-6

INTERPELLANZA PLANETTA sull'ipotesi progettuale di riconversione di Power Crop per l'ex zuccherificio di Villasor e sul pericolo di voler trasformare l'annessa centrale a biomasse di supporto che dovrà sorgere a Macchiareddu in un mega inceneritore per rifiuti.

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Il sottoscritto,

premesso che:
- la società Power Crop, che nasce nel 2006 con la sottoscrizione di un accordo di joint venture fra Actelios Spa (Gruppo Falck) e SECI Energia Spa, sub-holding per il settore energetico del gruppo industriale Maccaferri (che ne acquisisce nel 2010 il pieno controllo) realizzerà, a supporto del piano di riconversione industriale dei centri produttivi della Eridania Sadam Spa, la riconversione di quattro ex zuccherifici dismessi a seguito della restrittiva riforma comunitaria Ocm dell'industria saccarifera (che comporta, de facto, la chiusura della maggior parte degli zuccherifici italiani e la necessità di riconvertire ad altre produzioni le aree precedentemente dedicate alla bieticoltura) in impianti alimentati con biomasse e oli vegetali per la produzione di energia elettrica con una potenza installata complessiva di circa 150 MW, presso gli stabilimenti industriali di Castiglion Fiorentino (Arezzo), Russi (Ravenna), Celano Avezzano (L'Aquila), Fermo (Ascoli Piceno) e Villasor (Cagliari), nonché nelle relative aree agricole precedentemente dedicate alla produzione di barbabietole da zucchero, dove verranno realizzate coltivazioni "no food";
- il progetto riguardante Villasor, che nasce in attuazione dell'accordo di riconversione dello zuccherificio di Villasor firmato nel 2007 da Regione, Provincia di Cagliari, Comune di Villasor, organizzazioni sindacali dei lavoratori e Power Crop ed a seguito di successivi incontri ministeriali (il primo gruppo interessato dagli incontri era stato proprio l'Eridania Sadam, proprietaria degli stabilimenti di Jesi, Fermo, Villasor, Castiglion Fiorentino, Russi e S. Quirico), prevede la realizzazione di una filiera integrata con il territorio, costituita da coltivazioni dedicate per la produzione esclusiva di risorse agroenergetiche (le aree dedicate saranno localizzate in un raggio di circa 70 Km dalla centrale e per i semi oleaginosi potranno essere valorizzate aree regionali già dedicate alle barbabietole anche se leggermente più distanti) ed il loro utilizzo in una centrale per la produzione di energia da fonti rinnovabili da biomasse che dovrà sorgere a Macchiareddu;

considerato che:
- l'impianto in questione, consiste in una centrale elettrica da fonti rinnovabili con una potenza installata di circa 50 MW elettrici, costituita da due sezioni, di cui una alimentata da biomassa lignocellulosica e l'altra da olio vegetale, ma il progetto contempla la realizzazione, nella medesima area industriale della centrale elettrica, di un complesso produttivo costituito da un frantoio per la spremitura di semi oleaginosi associato ad un impianto a biogas di circa 2 MW che valorizza, oltre ai residui del frantoio, anche altre biomasse locali e soddisfa le esigenze di energia elettrica e calore di tutto il complesso;
- secondo il progetto, che prevede investimenti per 145 milioni di euro, l'impianto brucerebbe 24 ore su 24 biomasse lignocellulosiche ed oli vegetali da reperirsi, previa riconversione, nei terreni un tempo dedicati alla barbabietola, con conseguente creazione di ipotetiche fonti di reddito in agricoltura e nel rispetto delle direttive nazionali ed internazionali sull'impiego di fonti rinnovabili di origine vegetale con lo scopo primario della tutela ambientale ed anche una produzione di energia elettrica in grado di soddisfare le esigenze di 135.000 famiglie con una riduzione di emissioni di CO2 pari a 230.000 tonnellate per anno;
- le eventuali ricadute occupazionali per il territorio connesse alla realizzazione del progetto sarebbero: 45 persone assunte a tempo indeterminato per garantire il funzionamento dell'impianto, altre 200 circa impiegate nella fase di costruzione della centrale (dunque a tempo determinato) ed, a regime, ulteriori centinaia di unità che si potranno aggiungere grazie all'indotto della filiera (addetti alle attività di coltivazione, reperimento, pretrattamento e trasporto delle biomasse);

appreso che:
- SECI Energia Spa ha sottoscritto un accordo quadro con Coldiretti e Consorzi agrari d'Italia (CAI) per la fornitura di biomassa agli impianti (tra CAI e Power Crop era stata sottoscritta nel 2010 una lettera di intenti) ed inoltre sono stati siglati accordi con Confagricoltura, COPAGRI e Confederazione italiana agricoltori per il raggiungimento dell'obiettivo primario dello sviluppo di una filiera agroenergetica locale;
- gli accordi sottoscritti prevedono il coinvolgimento del mondo agricolo secondo un nuovo modello di relazioni industriali e di partnership, che ha consentito la previsione del raggiungimento della sostenibilità economico-finanziaria del progetto della centrale e della filiera e la garanzia di continuità delle forniture di biomasse per l'approvvigionamento dell'impianto mediante il coinvolgimento di soggetti in grado di pianificare, coordinare e supportare le attività di coltivazione e di garantire la tracciabilità dei prodotti conferiti;

rilevato che:
- la Sardegna produce energia elettrica (EE) per 12-13mila GWh/anno (circa l'8 per cento in più del nostro consumo, con il prezzo del MWh mediamente superiore del 30-35 per cento a quello del resto del Paese) e l'incremento di un punto di PIL richiede da noi 496,6 MWh/M€ contro i 277 della Penisola, associato ad emissioni di CO2 rispettivamente ~456 e ~220 di ton/M€, nonostante i bassi costi di produzione relativamente all'impiego prevalente di combustibili fossili (TAR, Carbone, derivati dal petrolio), e con una grande quantità di EE (circa la metà) che viene acquistata a tariffe incentivate (circa il doppio del prezzo corrente attraverso i meccanismi del CIP6 ed i certificati verdi) in quanto prodotte da fonti assimilate alle fonti rinnovabili fra le quali la scelta predominante è sempre più quella delle biomasse che risulta, almeno in Italia, una fonte ambigua perché una legislazione disinvolta (decreto legislativo n. 387 del 2003) sotto infrazione da parte della Commissione europea, include tra le fonti energetiche ammesse a beneficiare del regime riservato alle fonti rinnovabili la frazione non biodegradabile dei rifiuti ed i combustibili derivati da rifiuti (CDR); tali distorsioni continueranno a gravare sui consumatori finali almeno fino alla scadenza naturale delle convenzioni, che dovrebbe avvenire non prima di 7-10 anni, anche se la loro incidenza tenderà progressivamente a diminuire;
- la documentazione relativa all'inceneritore di biomasse previsto da Power Crop a Macchiareddu ha interessanti analogie con quello attualmente proposto da Agripower Buddusò Srl per il Comune di Buddusò, con il medesimo reale pericolo per la popolazione che le polveri sottili non adeguatamente smaltite penetrino nei polmoni e attraverso i nervi olfattivi colpiscano il sistema nervoso centrale e rischino di provocare tumori in età giovanile, patologie vascolari e Alzheimer;
- il progetto di Power Crop (che dovrebbe svilupparsi nel corso degli anni) presuppone la costruzione dei nuovi impianti con il contestuale avvio delle attività agricole fondamentali per dare materia prima agli impianti stessi, che potrebbe verosimilmente configurarsi nel pericoloso e malcelato disegno di far lavorare un impianto per bruciare spazzatura altrimenti eufemisticamente detto "termovalorizzatore", che andrebbe a fungere da terminale dei rifiuti sardi e/o anche di quelli esterni, il tutto anche nel pericolo, per il sito di Macchiareddu, di fungere da centro di stoccaggio e di combustione di eventuali rifiuti speciali, tipo FOK, verosimilmente prodotti fuori dalla Sardegna, mentre rimangono ancora indefiniti molti particolari sia dei processi industriali proposti che i pesanti risvolti sociali ed occupazionali che la proposta progettuale determina (mancano, per esempio, ancora precise garanzie per i lavoratori da occupare, in particolare quelli dell'indotto),

chiede di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'industria per sapere se:
1) questa Amministrazione ritenga opportuno:
a) esigere un progetto concreto di impatto ambientale riferito all'impiego di larghe estensioni per coltivazioni intensive di biomasse;
b) esigere la Valutazione di impatto sanitario (VIS) che preveda quali siano i reali costi sanitari che il progetto in questione potrebbe determinare;
c) chiarire in base a quale coerenza col Piano energetico regionale viene collocato l'intervento di Power Crop, riferito in particolar modo sia alla realizzazione dell'inceneritore di biomasse (centrale elettrica a biomasse per la produzione energetica da fonti rinnovabili) previsto a Macchiareddu, che in analoghe circostanze e casi di altrettanto evidenti tentativi di speculazione e di colonizzazione energetica della Sardegna;
2) questa Amministrazione ritenga verosimile e degna di ulteriori approfondimenti, alla luce di quanto precedentemente esposto, l'ipotesi progettuale di riconversione di Power Crop dell'ex zuccherificio di Villasor con l'annessa realizzazione della centrale a biomasse di supporto che dovrà sorgere a Macchiareddu, ovvero se questa Amministrazione ravvisi anch'essa il reale pericolo che si intenda trasformare la centrale a biomasse in un mega inceneritore per rifiuti, ovvero se vi sia intendimento di un ripensamento dei modelli di sviluppo verso concetti di sostenibilità economica, sociale e anche sanitaria differenti da quelli sottoscritti nel programma di coalizione.

Cagliari, 5 settembre 2011