CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
INTERPELLANZA N. 242/A
INTERPELLANZA ESPA - BRUNO - MELONI Valerio - CORDA - LOTTO - MANCA - COCCO Pietro - AGUS - PORCU - SOLINAS Antonio - MARIANI contro la politica di tagli prevista dalla recente manovra Tremonti per le politiche sociali, per reclamare al Governo nazionale misure economiche e finanziarie in tal senso e sulla necessità inderogabile di dare attuazione al regime finanziario regionale e sull'attivazione immediata del conflitto di attribuzioni con lo Stato anche per promuovere adeguatamente il welfare in Sardegna.
***************
I sottoscritti,
premesso che:
- il drastico ridimensionamento dei fondi statali di carattere
sociale deciso da questo governo ha comportato l'agonia nonché la
fine di importanti politiche socio assistenziali;
- la stessa Conferenza delle regioni e delle province autonome ha
espresso in data 5 maggio 2011, in un documento ufficiale molta
preoccupazione e disagio "per l'andamento che hanno assunto i
finanziamenti nazionali a favore delle Politiche Sociali e della
Famiglia: a partire dal mancato rifinanziamento del Fondo per le non
Autosufficienze, che sta creando gravi problemi a tutte le regioni
ma soprattutto ai non autosufficienti, al Fondo Nazionale Politiche
Sociali (FNPS), già fortemente penalizzato con i tagli alla finanza
regionale del 2010, che ha subito una ulteriore decurtazione di 55
milioni di euro, rendendolo pari al 47 per cento di quanto è stato
erogato nel 2010, a sua volta già molto decurtato rispetto alle
precedenti annualità Stessa sorte hanno subito i Fondi per la
Famiglia, già dimezzati rispetto al 2010, ed ora ulteriormente
ridotti di 25 milioni di euro. Anche per le Politiche Giovanili a
fronte di un Accordo Quadro che doveva garantire un triennio
(2010/2012) i finanziamenti del 2011 e 2012 non sono oggi reperibili
nel bilancio statale. Anche se tecnicamente i "tagli" citati, sono
considerati accantonamenti, è certo che oggi tali finanziamenti non
sono disponibili e non possono essere erogati alle Regioni e da
queste ai Comuni. Ciò, provoca gravi disagi alle Amministrazioni ma
soprattutto, ridurrà le prestazioni a favore delle fasce deboli, in
un momento, dove non è difficile osservare che i problemi sociali e
delle famiglie sono in aumento e non in diminuzione";
- il taglio più significativo riguarda il FNPS di cui all'articolo
20 della legge n. 328 del 2000, passato da 2,5 miliardi del 2008 ai
538 milioni di quest'anno: un taglio dell'80 per cento;
- le risorse del FNPS, che rappresenta la principale fonte di
finanziamento statale degli interventi di assistenza alle persone e
alle famiglie, contribuiscono in misura decisiva al finanziamento
della rete integrata dei servizi sociali territoriali;
considerato che la manovra di bilancio per il 2011 ha cancellato, poi, ogni stanziamento per il fondo per la non autosufficienza istituito dall'articolo 1, comma 1264, della legge finanziaria per il 2007 finalizzato a garantire su tutto il territorio nazionale l'attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni assistenziali, in favore delle persone non autosufficienti: passiamo dai 400 milioni di euro nel 2010 a zero euro nel 2011;
rilevato che per l'invalidità paesi come la Svezia (4,5 per cento), la Danimarca (4,2 per cento), l'Olanda (2,3 per cento), il Regno Unito (2,2 per cento), il Portogallo (2,4 per cento), la Polonia (1,7 per cento), la Slovenia (1,9 per cento), l'Ungheria (2,15 per cento), la Francia (1,8 per cento), la Germania (1,7 per cento), il Belgio (1,8 per cento) stanziano una percentuale maggiore del proprio PIL rispetto all'Italia (1 per cento), che si colloca sotto la media dell'Unione Europea (2 per cento). (fonte: Relazione Generale sulla Situazione Economica del Paese, Ministero dell'Economia, 2010);
considerato che:
- tutti i fondi di carattere sociale sono stati tagliati: il fondo
politiche per la famiglia, per le politiche giovanili, per il piano
nidi, per l'affitto, per il servizio civile, per l'infanzia e
l'adolescenza; per l'inclusione sociale degli immigrati, per le pari
opportunità;
- sul tema del rispetto dei ruoli fra livelli istituzionali e
sussidiarietà orizzontale, per quanto riguarda la sperimentazione
della social card, non vengono rispettate le competenze,
"bypassando" la programmazione regionale e il principio di "leale
collaborazione" tra livelli istituzionali, già introdotto dalle
modifiche del titolo V della Costituzione e maggiormente
sottolineato dalla legge n. 42 del 2009 sul federalismo fiscale e
amministrativo;
- la Regione con fondi propri stanzia per il solo fondo per la non
autosufficienza più di 160 milioni di euro con risorse proprie, e
che lo Stato in virtù degli accordi a seguito della notoria vertenza
entrate ha ancora un grave debito con la Regione di oltre 1.500
milioni di euro, che impediscono lo sviluppo di politiche sociali
adeguate e realmente rispondenti ai bisogni dei sardi,
chiedono di interpellare il Presidente della Regione e
l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale
per sapere se ritengano inderogabile dare attuazione al regime
finanziario regionale e sull'attivazione immediata del conflitto di
attribuzioni con lo Stato, ed aprire una vertenza perché il Governo:
1) assuma misure economiche e finanziarie affinché le politiche
sociali nel loro complesso tornino ad essere una priorità per questo
Governo ed i fondi sociali precedentemente decurtati abbiano le
risorse economiche e finanziarie adeguate ad una reale e concreta
politica di inserimento sociale delle fasce più bisognose;
2) definisca in tempi rapidi, in collaborazione con la Regione
sarda, le altre regioni e con gli altri enti interessati, "livelli
essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e
sociali", come previsto dalla nostra Costituzione (articolo 117), al
fine di poter offrire ai cittadini più vulnerabili, le risposte
dovute ai loro bisogni per una partecipazione vera ed attiva alla
società civile, garantendo diritti di cittadinanza omogenei in tutto
il territorio nazionale;
3) assuma misure precise ed urgenti (il ripristino del fondo) in
relazione alla problematica della non autosufficienza considerato
che il Governo italiano ha azzerato il fondo nazionale con un taglio
di ben 400 milioni di euro, mentre la Regione, di risorse proprie,
stanzia oltre 160 milioni di euro, ma si vede comunque privata delle
dovute assegnazioni statali;
4) attivi un forte investimento nelle politiche sociali, attraverso
un congruo aumento delle risorse destinate al sociale,
all'educazione e alla scuola, da connettere alla reale esigibilità
dei livelli essenziali;
5) dia una reale e concreta applicazione del principio di
sussidiarietà previsto dalla Costituzione (articolo 118), che dia un
effettivo riconoscimento di pari dignità alle organizzazioni della
società civile;
6) metta in campo una misura universalistica di sostegno al reddito
contro la povertà e un concreto aiuto a ridurre i rischi di
vulnerabilità sociale;
7) ponga in essere la definizione del Piano Nazionale per la
Famiglia e il suo adeguato finanziamento;
8) dia attuazione al rilancio del Servizio civile nazionale, quale
esemplare esperienza di cittadinanza attiva dei giovani, con
investimenti coerenti.
Cagliari, 11 luglio 2011