CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

INTERPELLANZA N. 187/A

INTERPELLANZA COCCO Daniele Secondo - SALIS - MARIANI sul gravissimo danno ambientale causato dal riversamento di oli combustibili della E.ON sulle coste del nord Sardegna.

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I sottoscritti,

preso atto:
- del gravissimo danno ambientale che dall'11 gennaio 2011 interessa gran parte delle coste del nord Sardegna, causato dallo sversamento in mare di decine di migliaia di litri di olio combustibile, proveniente dalla petroliera Esmeralda, durante le operazioni di trasferimento e rifornimento nel deposito della centrale termoelettrica di Fiume Santo, proprietà della multinazionale E.ON di Porto Torres;
- che, anche se riguardo alla dinamica del grave incidente non è stata fatta ancora chiarezza, pare che le operazioni di scarico non fossero adeguatamente sorvegliate da parte dei dipendenti della E.ON e che l'impianto di scarico, situato in banchina e parzialmente interrato, non sia dotato delle opportune barriere protettive che avrebbero contenuto la fuga del pericolosissimo liquido;
- che l'olio combustibile che si è riversato in mare non è soltanto altamente inquinante, ma cancerogeno al contatto diretto; secondo la stima della E.ON quella riversata in mare sarebbe una quantità modesta della sostanza, calcolata in circa 20 metri cubi, ma anche a voler considerare attendibile tale valutazione, le conseguenze per l'ambiente sono state disastrose in quanto la sostanza a contatto con l'acqua aumenta il suo volume 16 volte ed infatti la "marea nera", partita da Fiume Santo ha invaso una vastissima area costiera tanto che, a distanza di 2 settimane dal disastro, è stata rinvenuta sulle spiagge di La Maddalena e Santa Teresa di Gallura nella costa orientale, ma anche a Capo Testa nella costa occidentale;
- che, anche se già nei primissimi giorni successivi al disastro, grazie soprattutto ad una immediata e potente mobilitazione popolare, sono state ripulite almeno in superficie le spiagge vicine a Porto Torres, restano gravissimi problemi perché il materiale, per le sue caratteristiche chimico-fisiche, una volta spiaggiato, tende ad andare sotto la sabbia con le prevedibili dannose conseguenze, anche a lungo termine, sull'ambiente e sulla salute delle persone;

evidenziato che la centrale termoelettrica di Fiume Santo della multinazionale E.ON da anni è al centro di polemiche per la potenziale pericolosità rappresentata dal trasporto dell'olio combustibile su navi in una tratta marittima percorsa da forti correnti, e pertanto per la possibilità che si verificassero disastri ambientali in un'area estremamente delicata, oltre che per l'abnorme impatto ambientale dei suoi impianti, cronologicamente tra gli ultimi sorti nell'agglomerato industriale di Porto Torres, nato negli anni Settanta per realizzare nel nord Sardegna un polo chimico, ora diventato una cattedrale nel deserto che ha lasciato aziende in agonia e una vasta area irrimediabilmente compromessa e fortemente inquinata;

sottolineato che:
- nonostante le operazioni di bonifica effettuate sulle spiagge del Golfo dell'Asinara rimangono arenili incatramati, uccelli e pesci morti, un ecosistema gravemente ferito e danneggiato in un'area marina di grande importanza ambientale e turistica;
- i danni inferti dal disastro dell'11 gennaio 2011 avranno purtroppo conseguenze e ripercussioni per lungo tempo sia sull'ambiente che sulle persone,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente per sapere:
1) quali azioni abbiano intrapreso per garantire che sulle coste e i litorali del nord Sardegna, danneggiati dai riversamenti di olio combustibile, siano effettuate tutte le verifiche sanitarie ed ambientali per accertare quale sia lo stato reale dell'inquinamento affinchè siano prese le necessarie misure per scongiurare ulteriori danni all'ambiente e soprattutto alla salute delle persone;
2) quali interventi intendano assumere per garantire che vengano poste in essere tutte le azioni tese ad accertate le responsabilità dell'accaduto, anche considerando la possibilità per la Regione Sardegna di costituirsi parte civile nell'instaurando/instaurato procedimento contro gli eventuali responsabili del gravissimo disastro ambientale;
3) quali misure preventive ritengano adottabili al fine di scongiurare che in futuro simili episodi possano ripetersi.

Cagliari, 26 gennaio 2011