CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

INTERPELLANZA N. 181/A

INTERPELLANZA PLANETTA - DESSÌ - MANINCHEDDA - SANNA Giacomo - SOLINAS Christian sull'emergenza per i fenomeni di usura bancaria in Sardegna.

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I sottoscritti,

premesso che:
- alcuni fra i dati più importanti emersi dall'audizione di Equitalia Sardegna Spa nella Commissione Bilancio del Consiglio regionale hanno riportato che in Sardegna ben 65 mila imprese sono in condizione di sofferenza e hanno debiti con lo Stato (cioè con il fisco, con l'Inps o con l'Inail) per oltre 3,5 miliardi di euro: nel dettaglio, il debito di quelle della Provincia di Cagliari (30.227 quelle coinvolte) è di circa 1 milione 800 mila euro, 1 milione 200 mila per quelle della Provincia di Sassari (21.276), poco più di 343 milioni per le nuoresi (8.272) e 173 milioni per le imprese dell'oristanese (4.409);
- le imprese che hanno fatto ricorso alla rateizzazione sono 4.007, per un importo del debito pari a 287.446.722 euro, mentre i soggetti falliti risultano essere circa 2.350 in totale, con un debito di oltre 950 milioni; vi sono inoltre circa 12.500 immobili a rischio pignoramento e oltre 20.000 auto messe sotto sequestro ed a ciò si somma il fatto che la situazione si è aggravata soprattutto nell'ultimo anno a causa della grave crisi economica in atto, con l'adozione di procedure di pignoramenti immobiliari ed anche il sequestro di macchinari e automezzi utilizzati per il lavoro in molte attività, sia di ambito artigianale che agro-pastorale;

considerato che:
- anche le rateizzazioni concesse alle aziende ed alle imprese dagli istituti di credito sardi, soprattutto in considerazione delle metodologie adottate, non fanno altro che peggiorare la già grave situazione poiché generano ulteriori interessi a carico delle aziende in posizione debitoria, con il rischio reale che esse incorrano in complicanze quali il fermo amministrativo (autoveicoli), il pignoramento dei crediti (quinto dello stipendio o della pensione e dei conti bancari), il pignoramento degli immobili;
- la stessa misura del blocco degli automezzi di lavoro determina di fatto un pregiudizio per lo svolgimento delle attività imprenditoriali che continuando ad operare potrebbero con una sospensione delle cartelle e una dilazione più ampia far fronte ai debiti maturati;
- molte aziende hanno, per queste ragioni, già cessato la loro attività licenziando i loro dipendenti, mentre quelle che ancora resistono sul mercato versano in uno stato di difficoltà estrema che rischia molto verosimilmente di rivelarsi irreversibile,

constatato che:
- si assiste in Sardegna anche alla forte espansione di fenomeni devianti di delinquenza di criminalità classica più o meno organizzata, che si ricollegano indissolubilmente a pratiche usuraie, traendo spesso da queste ultime cospicue risorse per finanziare ulteriori illeciti, e determinando, così, effetti fortemente negativi anche nei confronti dell'economia e di comparti produttivi quali l'industria, l'artigianato e il commercio;
- il ricorso al credito illegale è quasi sempre la conseguenza diretta dell'impossibilità di accedere a quello cosiddetto legale delle banche e degli istituti di credito, che sovente, al pari del credito illegale e usuraio, provoca gravi ripercussioni economiche e peculiari implicazioni psicologiche, tali da renderlo un delitto particolarmente pericoloso e occulto e, quindi, difficile da contrastare e debellare;
- alcuni istituti di credito che operano nell'Isola beneficiano, spesso unilateralmente, di consistenti vantaggi e redditi derivanti dagli investimenti promossi direttamente o indirettamente dalla Regione (si sono anche verificate, in proposito, circostanze in cui il debito iniziale di alcune aziende è stato gonfiato in maniera consistente dalle banche tanto è vero che si susseguono denunce per anatocismo nei confronti di alcuni istituti di credito che hanno incamerato e non restituiscono neppure gli interessi che hanno incassato o che, nonostante le nuove direttive di attuazione dell'articolo 27, commi 9 e 12, della legge regionale 11 maggio 2006, n. 4 (Disposizioni varie in materia di entrate, riqualificazione della spesa, politiche sociali di sviluppo), come modificato dall'articolo 1, comma 6, della legge regionale 7 agosto 2009, n. 3, che disciplinano la "nuova" procedura transattiva speciale da applicare alle liti giurisdizionali pendenti, relative alle azioni di recupero dei crediti concessi con fondi regionali alle imprese che si trovano in contenzioso con la Regione, pretendono ancora di incassare, anche sulla parte di concorso pubblico, ovvero sulla parte di interessi finanziata con denaro pubblico regionale, cifre inverosimili, il tutto senza voler mai specificare il dettaglio dell'ammontare richiesto,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione per sapere se la Giunta regionale:
1) non ritenga opportuno promuovere celermente tutte le opportune iniziative finalizzate a ottenere un confronto serio e determinato fra il Governo della Sardegna e gli istituti di credito che operano sul nostro territorio, e che spesso beneficiano unilateralmente di consistenti vantaggi e redditi derivanti proprio dagli investimenti promossi direttamente o indirettamente dalla Regione e finalizzati invece a favorire lo sviluppo delle imprese sarde;
2) abbia già adottato, ovvero non ritenga opportuno adottare strumenti di intervento adeguati e tali da impedire il consolidamento fra la pratica dell'usura bancaria e lo stato di necessità in cui alcune ben definite categorie sociali ed economico-produttive sono costrette ad operare.

Cagliari, 22 dicembre 2010