CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

INTERPELLANZA N. 168/A

INTERPELLANZA PLANETTA - DESSÌ - MANINCHEDDA - SANNA Giacomo - SOLINAS Christian sulla richiesta trasferimento presso il Tribunale di Roma del procedimento giudiziario n. 2946/05-21 della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sassari relativo al presunto disastro ambientale nell'area del Petrolchimico di Porto Torres, e su eventuali interventi finalizzati alla costituzione di parte civile della Regione.

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I sottoscritti,

premesso che:
- la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sassari è impegnata, dal 21 luglio 2003, in accertamenti segnati dalla conferma della presenza di altissime concentrazioni di sostanze cancerogene e venefiche nelle falde idriche, nei pozzi, nel mare, nei pesci e nella flora nello specchio d'acqua antistante la spiaggia della Marinella, che hanno determinato la richiesta di rinvio a giudizio del legale rappresentante della Syndial, del manager della Sasol Italia, del legale rappresentante e del direttore di stabilimento della Ineos Vinyls Italia;
- i manager in questione, secondo il pubblico ministero dr. Michele Incani, fanno riferimento ad aziende che hanno riversato per anni, nel mare antistante il porto industriale di Porto Torres, un fiume carico di composti chimici e metalli pericolosi (cadmio, mercurio, cromo, cianuri, benzene) e una lunga serie di sostanze cancerogene (solventi, diossine e pesticidi clorurati), senza osservare le prescrizioni dei decreti legge n. 152 del 1999 e n. 152 del 2006 che dettano le norme contro l'inquinamento delle acque; l'ipotesi di reato configurata dalla Procura di Sassari è relativa ai reati di disastro ambientale e concorso continuato in avvelenamento di sostanze destinate all'alimentazione con capi di imputazione che circoscrivono presunte condotte illecite dal 2005 ad oggi, anche se gli scarichi avvelenati superiori alla norma risalirebbero ai decenni precedenti (come evidenziato dai consulenti del pubblico ministero dott.ssa Antonella Ausili, dott. Giorgio Ferrari, dott. Massimo Gabellini, esperti della Magistratura delle acque di Venezia e dell'Icram) e, se confermate in tribunale, sarebbero state continuativamente e consapevolmente portate avanti sino ai giorni nostri, nel totale disprezzo della salute dei cittadini e delle norme in vigore, in maniera tale da alterare in modo permanente la flora e la fauna marina, senza alcuna possibilità di risanamento;

considerato che:
- nel corso dell'udienza preliminare del 6 novembre 2010, i difensori dei dirigenti delle aziende chimiche sotto accusa per disastro ambientale e avvelenamento di sostanze destinate all'alimentazione, gli avvocati Carlo Federico Grosso, Piero Arru e Fulvio Simone (del collegio difensivo fanno anche parte gli avvocati Mario Brusa, Agostinangelo Marras, Giovanni Mattu e Luca Santa Maria), hanno proposto un'eccezione di incompetenza territoriale manifestando l'ipotesi che anche il collegio giudicante presso il Tribunale di Sassari potrebbe aver consumato pesce e altro cibo avvelenato dagli scarichi industriali nel mare di Porto Torres, supportandola con una memoria scritta nella quale è stata ricostruita la tracciabilità del pesce pescato nel Golfo dell'Asinara, in cui si dimostra, secondo gli avvocati degli imputati, che il pesce risulta venduto in tutto il nord Sardegna: da Sassari ad Alghero, da Porto Torres a Castelsardo, non solo sui banchi dei mercati ittici, ma anche nei ristoranti e, dunque, potrebbe essere, anch'esso, potenziale parte lesa nel procedimento in questione;
- tale richiesta, che ha subito trovato la contrarietà dei legali di parte civile presenti in aula ed anche del pubblico ministero Michele Incani, che ha chiesto al Gup Gianni Delogu il rigetto, sostenendo non fosse pertinente, è manifestamente frutto di una strategia che sembra soprattutto indirizzata a dilatare nel tempo la conclusione di accertamenti giudiziari sui quali è fortissima l'attenzione dell'opinione pubblica e, qualora venisse accolta, sposterebbe dalla sede naturale del processo per i veleni scaricati a fiumi nel Golfo dell'Asinara da anni di attività del Petrolchimico da Sassari a Roma, sede giudiziaria competente, allorché in esso si configuri il coinvolgimento di un magistrato del distretto giudiziario di Sassari;

rilevato che:
- tali ipotesi di reato costituirebbero la premessa e la cagione della perdurante situazione di "emergenza inquinamento" causante un vero e proprio disastro ambientale e spreco di enormi risorse finanziarie, con inevitabili ricadute negative sull'intero territorio e sui cittadini non solo residenti nella Provincia di Sassari, giacché il pesce pescato nel Golfo dell'Asinara (che beneficia anch'esso di quanto disposto dagli articoli 23 e 31 del Trattato della Comunità europea - regolamento CEE 12 ottobre 1992, n. 2193/92, sulla libera circolazione delle merci) potrebbe ipoteticamente essere stato consumato non solo da cittadini residenti in tutto il territorio nazionale (ivi compresi i magistrati romani che potrebbero esser stati nel nord Sardegna in veste di turisti e di consumatori di pesce locale durante gli anni 2005 ad oggi), bensì da tutti i cittadini residenti nell'intera Comunità europea, ponendo in tal caso anche il Tribunale di Strasburgo in difetto di giurisdizione per carenza di terzietà;
- durante le prime due udienze preliminari del processo, l'Amministrazione provinciale di Sassari ed il Comune di Porto Torres hanno ritenuto opportuno costituirsi parte civile, al fine di tutelare più compiutamente gli interessi dei cittadini, come peraltro hanno fatto numerosi enti ed istituzioni (regioni, Consiglio dei ministri e comuni) in analoghi procedimenti giudiziari e, quindi, sarebbe stata opportuna la costituzione di parte civile nel processo anche della Regione autonoma della Sardegna, che ancora oggi partecipa al dibattimento in qualità di semplice spettatore e non di attore;
- il 30 novembre 2010 è fissato l'appuntamento per lo svolgimento dell'udienza preliminare in cui il Gup dovrà decidere se rinviare o no a giudizio, per reati che sono di competenza della Corte d'assise, i quattro imputati Gianfranco Righi, Guido Safran, Diego Carmello e Francesco Maria Appeddu, manager e dirigenti di Vinyls Italia, Sasol e Syndial,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione per sapere:
1) quali siano le motivazioni della mancata costituzione di parte civile della Regione autonoma della Sardegna nel procedimento penale di cui innanzi;
2) se la Giunta regionale intenda adottare tutti provvedimenti necessari per la costituzione di parte civile della Regione autonoma della Sardegna anche in procedimenti giudiziari analoghi a quello di cui trattasi.

Cagliari, 15 novembre 2010