CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

INTERPELLANZA N. 109/A

INTERPELLANZA CUCCU - CARIA - CUCCA - MANCA - MELONI Valerio - MORICONI - PORCU - SABATINI - SOLINAS Antonio sui tagli degli organici nel settore della scuola per effetto delle disposizioni dell'articolo 64 del decreto legge n. 112 del 2008.

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I sottoscritti,

premesso che:
- il Governo, per il triennio 2009-2011, con l'articolo 64 del decreto legge n. 112 del 2008 (Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria), convertito dalla legge n. 133 del 2008, ha previsto la riduzione di 132.000 unità negli organici della scuola, realizzando così quello che si configura come il più grande licenziamento di massa nella storia della pubblica amministrazione del nostro Paese; al comma 1 del sopraccitato articolo si legge, infatti che, ai fini di una migliore qualificazione dei servizi scolastici e di una piena valorizzazione professionale del personale docente, a decorrere dall'anno scolastico 2009/2010, sono adottati interventi e misure volti ad incrementare, gradualmente, di un punto il rapporto alunni/docente, da realizzare comunque entro l'anno scolastico 2011/2012, per un accostamento di tale rapporto ai relativi standard europei;
- è un dato di fatto che nell'anno scolastico 2009/2010 sono presenti nelle scuole più studenti e meno personale docente e ATA rispetto a quello precedente e che la situazione per l'anno futuro non è destinata a cambiare;
- così come stabilito dalla circolare ministeriale n. 37/2010 recante disposizioni in ordine alla rilevazione delle dotazioni organiche del personale docente per l'anno scolastico 2010/2011, l'obiettivo è quello di effettuare dei tagli nel personale docente della scuola pubblica italiana per un totale di 25.600 posti: in applicazione di tale criterio sono stati quantificati in 22.000 i posti da ridurre in organico di diritto e 3.600 in organico di fatto;
- in Sardegna, anche a causa delle particolari condizioni geografiche e sociali, la situazione risulta particolarmente pesante; nell'anno scolastico 2009/2010, ormai quasi concluso, era previsto un organico di 22.866 unità, con un decremento rispetto all'anno precedente di 1.826 unità per il personale docente e di circa 300 posti per il personale ATA;
- il prossimo anno la scuola sarda potrà contare soltanto su un organico complessivo di 26.319 unità di personale (18.972 docenti e 7.347 ATA); sono 1.707 i posti tagliati nella scuola in Sardegna di cui 670 riguardano i collaboratori scolastici, assistenti amministrativi e tecnici e 1.037 l'organico dei docenti, mentre gli studenti sarebbero circa 220.000 distribuiti nei 337 comuni;

constatato che:
- in realtà il presunto aumento del tempo pieno, così come affermato in una nota dal Ministero dell'istruzione, dove si afferma altresì che la Sardegna è una delle regioni con l'incremento più marcato, altro non è che un doposcuola, visto e considerato che con l'introduzione del maestro unico sono state abolite le compresenze degli insegnanti e sono stati tagliati posti di lavoro determinando una situazione di grave difficoltà per le scuole e soprattutto per i bambini che hanno l'orario di 30 e 40 ore;
- esiste la concreta possibilità, soprattutto nelle zone interne e nei piccoli comuni della Sardegna, che nelle scuole primarie si proceda all'accorpamento delle classi, costituendo delle multiclassi con bambini di età differenti, e ciò non farà altro che creare notevoli danni al processo di apprendimento degli alunni i quali dovranno affrontare programmi didattici specifici e con modalità organizzative differenti;
- l'aumento del numero di studenti per classe e la chiusura di alcune scuole potrebbero avere effetti devastanti in particolare per i territori interni e montani dell'Isola, che sarebbero così privati di un servizio essenziale di progresso e sviluppo per il territorio, molto spesso l'unica presenza locale delle istituzioni;
- la riduzione degli organici metterà seriamente a rischio l'erogazione del servizio scolastico nel suo complesso e anche gli alunni con disabilità vedranno ulteriormente ridurre il prezioso lavoro di assistenza dei collaboratori scolastici;

considerato che:
- davanti a tutto questo la Regione Sardegna è sempre rimasta impassibile e l'unica azione che ha messo in atto è un accordo con il Ministro Gelmini che prevedeva uno stanziamento di 20 milioni di euro di fondi regionali, non solo insufficienti a coprire il reale fabbisogno delle scuole dell'Isola, ma che venivano sottratti alle scuole per i progetti finalizzati a combattere la dispersione scolastica e a sostenere l'autonomia organizzativa e didattica a favore degli studenti; l'accordo, grazie a una forte opposizione, è stato modificato;
- la drammatica situazione degli insegnanti precari e la tensione generalizzata del mondo scolastico sono aggravate in Sardegna dall'inerzia della Giunta regionale nell'affermare subito con forza ed efficacia di fronte al Governo nazionale la peculiarità evidente della situazione sarda, non solo culturale ed identitaria, ma legata anche alla distribuzione della popolazione e alla difficile viabilità;
- la Regione Sardegna deve far valere la sua competenza primaria in materia di istruzione e deve pretendere da parte del Governo centrale che il dimensionamento della rete scolastica avvenga tenendo conto delle condizioni geografiche, delle infrastrutture, della viabilità e dei trasporti e dell'identità e cultura di un Paese, poiché è facile intuire come queste scelte penalizzino il sistema scolastico isolano che deve far fronte anche a problemi legati all'isolamento di alcune zone interne, al sistema della viabilità e dei trasporti e alla carenza di infrastrutture,

chiedono di interpellare l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per sapere:
1) se non ritenga opportuno prendere una posizione chiara in nome e a difesa dell'autonomia della Sardegna, affinché il Governo riveda la politica dei tagli, alla luce dei danni gravissimi che essi stanno producendo sul funzionamento quotidiano e sulla qualità della scuola pubblica in Sardegna;
2) quali iniziative ritenga opportuno intraprendere al fine di risanare una situazione che mette a repentaglio non solo il diritto allo studio degli studenti, ma soprattutto l'istruzione e la formazione e l'intero sistema scolastico sardo;
3) se non ritenga opportuno procedere con la massima urgenza all'apertura di una vertenza con il Governo nazionale al fine di assicurare il diritto allo studio dei giovani sardi attraverso l'adozione di un piano generale per la riqualificazione del sistema regionale della pubblica istruzione, che impedisca la chiusura delle scuole e che riconosca le peculiarità del territorio sardo.

Cagliari, 9 giugno 2010