CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

INTERPELLANZA N. 82/A

INTERPELLANZA PLANETTA - DESSÌ - MANINCHEDDA - SANNA Giacomo - SOLINAS Christian sul pregiudizievole protrarsi della gestione commissariale del Parco geominerario storico e ambientale della Sardegna.

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I sottoscritti,

premesso che:
- ai sensi dell'articolo 114 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, con decreto n. DEC/SCN/990 del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e di concerto con il Ministero delle attività produttive e il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, in data 16 ottobre 2001 veniva istituito il Parco geominerario storico e ambientale della Sardegna e, ai sensi dell'articolo 4 del suddetto decreto, la gestione del Parco veniva affidata ad un consorzio con personalità giuridica di diritto pubblico, assimilato agli enti di cui alla legge 9 maggio 1989, n. 168, costituito dagli stessi Ministeri titolari del concerto espresso per l'istituzione, dal Ministero per i beni e le attività culturali, dalla Regione autonoma della Sardegna, dalle province e dai comuni interessati e dalle Università di Cagliari e di Sassari, denominato Consorzio del parco geominerario storico-ambientale della Sardegna;
- tra gli organi di indirizzo, di programmazione e di controllo del Consorzio del parco vi sono il consiglio direttivo del consorzio del parco, previsto all'articolo 7 del citato decreto del 16 ottobre 2001 e composto, fra l'altro, anche da quattro componenti in rappresentanza e su proposta della Regione autonoma della Sardegna, nonché la comunità del parco, quest'ultima composta da un rappresentante di ogni ente che aderisce al Parco (province e comuni interessati, Università di Cagliari e di Sassari);

rilevato che, con il decreto n. DEC/DPN/112 del 2 febbraio 2007 del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, venivano sciolti gli organi del Consorzio del parco geominerario storico e ambientale della Sardegna indicati alle lettere a) presidente e b) consiglio direttivo del decreto interministeriale del 16 ottobre 2001 e contestualmente nominato un commissario straordinario investito del potere di adottare tutti gli atti necessari al regolare svolgimento dell'attività del Consorzio stesso il quale, ad oggi, risulta ancora essere commissariato a seguito del successivo decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare n. DEC/DPN/44 del 27 gennaio 2009, che nomina commissario straordinario il dr. Antonio Granara per la durata di sei mesi a far data dal 3 febbraio 2009, e comunque fino alla ricostituzione degli organi del Consorzio;

constatato che:
- da diversi mesi, ormai, il Parco geominerario storico e ambientale della Sardegna è al centro di polemiche intorno a scelte che non tutti i soggetti che ruotano intorno alla sua vita amministrativa hanno condiviso, ed inoltre recriminazioni e ricorsi, che peraltro ne hanno segnato negativamente sia la precedente che l'attuale gestione commissariale, non ultimo il ricorso presentato dal Comune di Iglesias per l'annullamento della delibera del Consorzio dell'ottobre 2009 e la ricostituzione delle sedi distaccate nelle otto aree dell'Isola tutelate dal Consorzio: Sulcis (Carbonia), Arburese Guspinese (Arbus), Monte Arci (Pau), Funtana Raminosa (Gadoni), Argentiera Nurra Gallura (Sassari), ed in proposito del quale il Tar ha emesso nei giorni scorsi un'ordinanza con cui respinge solamente l'istanza di sospensiva del provvedimento, motivando la sua decisione con "la non consistente probabilità di esito favorevole del ricorso";
- la normativa che regola il funzionamento dell'ente è ancora provvisoria, l'amministrazione è ancora in regime straordinario, poiché non si è ancora provveduto alla nomina di un nuovo consiglio di amministrazione, inoltre tutti i contratti di lavoro sono a tempo determinato e le prerogative del commissario, anche nel merito, risultano essere particolarmente ampie e di fatto fuori da alcuna sindacabilità (come dimostrato da pregresse e recenti vicende giudiziarie assurte agli onori della cronaca);
- a ciò si aggiunge un irrituale proliferare di spese, consulenze e convenzioni varie, benché sia evidente una costante diminuzione delle risorse economiche a disposizione dell'ente, forse in qualche misura legate ai mutamenti del panorama politico nazionale e regionale, e che si stanno ripercuotendo anche nella gestione amministrativa del Parco;

considerato infine che:
- pur non avendo competenze ben definite in numerosi ambiti, ad oggi il Parco geominerario appare invece allargare i propri ambiti di intervento a macchia d'olio e come una sorta di piovra su tutto, soprattutto avvalendosi del proprio ufficio tecnico che duplica, di fatto, tutti quelli delle autonomie locali, ed un modello di governance forse troppo monocratico, che impedisce di fatto alle comunità locali che ne fanno parte, di capire e condividerne le azioni e le strategie commissariali, oggi molto lontane da una cultura di semplificazione, condivisione, compartecipazione e riqualificazione dei rapporti tra le stesse autonomie locali e l'ente parco;
- di recente, l'attuale gestione commissariale, di cui si reitera inspiegabilmente e quasi per inerzia la proroga ha, tra le altre cose, scelto di indire una gara ad hoc per individuare una nuova società di lavoro interinale (poi vinta dall'agenzia per il lavoro Gi Group) per la fornitura di personale (a 10 anni dalla sua costituzione il Parco geominerario ha ancora una struttura provvisoria e non risulta avere neppure adottato una propria pianta organica) piuttosto che procedere al rinnovo dei contratti già in essere con la vecchia agenzia, e determinando così la temporanea paralisi dell'ente, che ad oggi resta ancora in attesa di approvare (in extremis) il proprio bilancio,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente per sapere:
1) se vi siano già agli atti provvedimenti finalizzati alla nomina di un nuovo CDA, ovvero quali misure ed iniziative la Giunta regionale intenda adottare a riguardo per garantire, nell'immediato, una gestione amministrativa trasparente e meno conflittuale soprattutto con le amministrazioni locali, ed al fine di concludere al più presto il pregiudizievole protrarsi della gestione commissariale del Parco;
2) se vi sia l'intendimento di intraprendere un percorso volto a riscrivere le competenze ed anche i patti parasociali tra le comunità locali ed il Parco, soprattutto garantendo criteri minimi di rappresentanza e democrazia nella gestione degli organi di indirizzo, di programmazione e di controllo del Consorzio del parco geominerario storico e ambientale della Sardegna.

Cagliari, 18 marzo 2010