CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
INTERPELLANZA N. 75/A
INTERPELLANZA PORCU - DIANA Giampaolo - ESPA - MORICONI - MELONI Marco - MANCA - SABATINI - SOLINAS Antonio sulle iniziative da intraprendere per contrastare i procedimenti illegittimi autorizzativi di impianti offshore in Sardegna.
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I sottoscritti,
premesso che:
- il sostegno a tutte le produzioni di energia da fonte rinnovabile
deve essere coniugato con una attenta salvaguardia dei valori
ambientali, naturalistici, paesaggistici, storico-culturali del
territorio sardo e deve essere funzionale all'effettivo fabbisogno
energetico della Sardegna;
- il sole e il vento sono beni comuni da considerare di proprietà
pubblica e il loro sfruttamento va finalizzato a effettivi vantaggi
per le popolazioni locali in termini di abbattimento dei costi
energetici, oltre che di riduzione di emissioni inquinanti;
- la Sardegna risulta essere oggetto di interesse di diverse società
che si occupano di impianti eolici offshore;
- a quanto risulta i progetti riguarderebbero complessivamente 70
pale eoliche nel Golfo degli Angeli ed altre 30 nel Golfo di Palmas,
a circa 5 miglia dalla costa, mentre le concessioni demaniali
richieste sarebbero comprese fra 30 e 50 anni;
- uno di questi progetti è stato predisposto dalla società Trevi
Energy di Cesena e prevede l'installazione di un impianto eolico di
99 megawatt per un totale di ben 33 turbine, diametro del rotore tra
i 90 e i 120 metri, ubicato al largo del Golfo di Cagliari, spazio
occupato circa 10 milioni di metri quadri, con richiesta di
concessione per 50 anni;
- per questo impianto è previsto il posizionamento di un cavo
sottomarino di lunghezza pari a circa 10,2 chilometri che dalla
cabina di trasformazione a mare giunge sino alla zona di approdo
presso la spiaggia di Giorgino di Cagliari con grave rischio di
compromissione delle praterie di posidonia fondamentali per la
salute del mare;
- gli elaborati esecutivi di questo progetto non sono ancora noti e
neppure gli enti locali chiamati a dare il parere sono stati messi
nella condizione di poterli esaminare con la dovuta attenzione;
- la Capitaneria di porto di Cagliari ha inviato un avviso ai
sindaci dei Comuni di Cagliari, Capoterra, Sarroch, Quartu e
Assemini con cui si comunica il termine del 30 marzo 2010 per le
osservazioni, in assenza delle quali si sarebbe dato corso alla
prosecuzione dell'iter per la concessione demaniale relativa al
parco eolico offshore;
- la scarsa trasparenza dell'operazione, il timore per l'impatto
ambientale e paesaggistico dell'intervento in una zona dalla elevata
vocazione turistica, l'inesistente contropartita sotto il profilo
economico ed occupazionale hanno determinato la posizione fortemente
critica delle amministrazioni e delle popolazioni locali coinvolte;
- ad oggi, i soli parchi eolici installati o in corso di
realizzazione in Sardegna (600 megawatt) e quelli per i quali è
stato avviato il procedimento di valutazione di impatto ambientale
(altri 400 megawatt) sono in grado di produrre oltre 2.000 GWh
(attività media 2.000 ore per anno) ovvero il 20 per cento dei
consumi elettrici in Sardegna considerando il caso, improbabile, di
protratta attività a pieno regime delle industrie energivore del
settore metallurgico;
- la Sardegna ha già in corso di installazione impianti eolici in
grado da soli di raggiungere gli obiettivi stabiliti dalle direttive
europee in materia di clima e, considerato il carattere discontinuo
nella produzione di tale forma, ulteriori incrementi degli impianti
eolici non sarebbero sostenibili dalla rete elettrica sarda e non
comporterebbero una riduzione nell'attività delle centrali
termoelettriche tradizionali;
- ulteriori autorizzazioni ad impianti di energie rinnovabili vanno
legate al principio della generazione diffusa, in modo da poter
cogliere l'opportunità degli incentivi statali per ottenere un
effettivo beneficio per i costi energetici delle piccole imprese e
delle famiglie sarde;
- il rilascio delle autorizzazioni per la realizzazione di centrali
eoliche in aree marine rientra fra le competenze nazionali ed è, in
ogni caso, assoggettato al preventivo e vincolante (articolo 29 del
decreto legislativo n. 152 del 2006 e successive modifiche ed
integrazioni, legge n. 99 del 2009) procedimento di valutazione di
impatto ambientale (articolo 20 del decreto legislativo n. 152 del
2006 e successive modifiche ed integrazioni, allegato II, punto 7
bis);
considerato che:
- il Consiglio regionale della Sardegna ha recentemente approvato la
legge regionale 23 ottobre 2009, n. 4, che all'articolo 13:
- vieta nella fascia dei 300 metri dalla linea di battigia la
realizzazione di linee elettriche diverse da quelle strettamente
necessarie e funzionali agli insediamenti urbanistico-edilizi;
- dichiara il mare territoriale, per la sua stretta interrelazione
con le aree tutelate ai sensi degli articoli 142 e 143 del decreto
legislativo n. 42 del 2004, e successive modifiche ed integrazioni,
di primario interesse paesaggistico;
- stabilisce che la Regione considera meritevoli di tutela, e ne fa
oggetto di integrale conservazione, le praterie di posidonia,
secondo anche quanto previsto dalla direttiva comunitaria n.
92/43/CEE del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli
habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna
selvatiche, e ne costituiscono "habitat prioritario", vietando
qualunque intervento che possa comprometterne l'integrità ovvero lo
stato di equilibrio ottimale dell'habitat naturale;
rilevato che il Consiglio regionale ha approvato recentemente due ordini del giorno in materia di impianti eolici offshore che impegnano la Regione ad opporsi formalmente, in sede di autotutela, al rilascio delle concessioni demaniali della tipologia di cui sopra ed il Consiglio regionale ad emanare, tramite risoluzione approvata dalle Commissioni industria ed ambiente, norme d'indirizzo per un equilibrato sviluppo delle energie rinnovabili;
osservato che:
- l'articolo 12 del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387,
ove contenuta la disciplina dei procedimenti di autorizzazione degli
impianti offshore, è stato recentemente modificato dall'articolo 27,
comma 44, della legge 23 luglio 2009, n. 99, sopprimendo la
previsione secondo la quale, in caso di dissenso di una
amministrazione locale, la competenza a decidere era attribuita alle
regioni;
- a seguito di tale modifica, la disposizione di cui all'articolo 12
nel testo vigente è risultata palesemente incostituzionale
(confronta principi di cui alla sentenza della Corte costituzionale
n. 88/2009) e, pertanto, ogni autorizzazione che dovesse essere
rilasciata è a sua volta illegittima in via derivata;
- sotto altro profilo il procedimento autorizzativo dei richiamati
impianti offshore è illegittimo in quanto non sono mai state
coinvolte le autorità preposte alla tutela paesaggistica
(soprintendenze e uffici tutela del paesaggio),
chiedono di interpellare il Presidente della Regione,
l'Assessore regionale dell'industria, l'Assessore regionale della
difesa dell'ambiente, l'Assessore regionale della pubblica
istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport,
l'Assessore regionale del turismo, artigianato e commercio per
sapere se:
1) oltre alle frammentarie informazioni a disposizione
dell'Assessore dell'industria, come da lui dichiarato in Aula il 10
febbraio del 2010, la Giunta regionale abbia ora acquisito il quadro
complessivo degli impianti offshore per i quali sono state avviate
le procedure autorizzatorie;
2) la Regione abbia presentato opposizione a tutti i procedimenti in
corso in forza delle norme sopra richiamate;
3) siano già stati rilasciati atti o provvedimenti di qualsivoglia
genere in relazione alla realizzazione di impianti offshore e se la
Giunta regionale, nel caso, abbia provveduto a proporre ricorso in
via giudiziaria e ogni altra iniziativa utile a contrastare tali
illegittimi procedimenti anche coinvolgendo le autorità
paesaggistiche;
4) la Giunta regionale non intenda rivendicare le proprie competenze
violate nei confronti del Governo e, in particolare, se intenda
farsi promotrice di una norma di attuazione dello Statuto che
deleghi alla Regione tutte le competenze statali in materia di
impianti offshore ed in generale di produzione di energia;
5) la Giunta regionale intenda farsi parte attiva presso il Governo
al fine di stabilire un meccanismo di ripartizione territoriale
della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili,
attraverso l'assegnazione di quote regionali, in modo da evitare il
rischio di ingiustificate "concentrazioni" in Sardegna di queste
specifiche infrastrutture produttive, con immaginabili conseguenze
negative per altri importanti settori economici, quali l'agricoltura
ed il turismo.
Cagliari, 3 marzo 2010