CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
INTERPELLANZA N. 15/A
INTERPELLANZA ESPA - BRUNO - CARIA - CUCCU - MELONI Valerio - SOLINAS Antonio sulla drammatica situazione dei tagli del Governo per la scuola pubblica in Sardegna e per le possibili conseguenze discriminatorie nei confronti degli studenti sardi con disabilità.
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I sottoscritti,
premesso che a seguito della drastica riduzione delle
cattedre annunciata dal nuovo regolamento Gelmini per il prossimo
anno scolastico 2009/2010, un migliaio di insegnanti precari storici
della Sardegna rischiano di restare esclusi dagli incarichi annuali
di insegnamento;
considerato che, come rilevato dalle dichiarazioni del direttore
scolastico regionale, Armando Pietrella, nell'audizione alla
Commissione consiliare competente, ai numerosi pensionamenti per il
prossimo anno non corrisponderanno altrettante immissioni in ruolo
dei docenti aventi diritto, e che si manterrà, pertanto, una
situazione di precariato che non sarà stabilizzato;
considerata la mobilitazione dei sindacati della scuola che
denunciano, tra l'altro, più di 2.200 posti a rischio tra personale
docente e ATA in Sardegna già dall'inizio del prossimo anno
scolastico e le conseguenze per oltre 500 docenti soprannumerari che
saranno costretti improvvisamente a cambiare sede di servizio
peggiorando le loro condizioni di lavoro e di vita, con maggiori
costi da sostenere;
considerato che la richiamata riduzione delle cattedre, e il
previsto aumento del numero di studenti per classe, il possibile
accorpamento delle classi e chiusura di scuole, la riduzione del
tempo pieno, oltre alla perdita delle opportunità di lavoro per gli
insegnanti precari, rischia di determinare un preoccupante
deterioramento della qualità della scuola, con gravi minacce per i
diritti essenziali dell'istruzione pubblica in Sardegna, oltre che
generare enormi disagi agli alunni stessi e alle loro famiglie,
riporterebbe la scuola sarda indietro di qualche decennio attraverso
la incontestabile riduzione del "tempo scuola";
constatato che:
- il richiamato aumento del numero di studenti per classe,
l'accorpamento e la chiusura di scuole potrebbero avere effetti
devastanti in particolare per i piccoli centri dell'Isola, che
sarebbero così privati di un servizio essenziale di progresso e
sviluppo per il territorio, molto spesso l'unica presenza locale
delle istituzioni;
- già si manifestano i primi accorpamenti automatici, basati su un
mero calcolo numerico e non sull'offerta formativa proposta alle
famiglie, che vedono la composizione di classi molto numerose con la
compresenza di più alunni con disabilità;
considerato che, in modo particolare nei piccoli centri, si è a
rischio di conseguenze discriminatorie e non inclusive per gli
alunni con disabilità, circa 4.500 in Sardegna nelle scuole di ogni
ordine e grado, che hanno oggettive difficoltà negli spostamenti in
un comune diverso da quello di residenza e che sarebbero, pertanto,
a rischio dispersione, con la reale possibilità che la chiusura dei
plessi nei piccoli centri possa significare l'impedimento, per le
situazioni più gravi, della stessa frequenza scolastica e la
negazione del costituzionale diritto allo studio;
rilevato che:
- la situazione sull'attribuzione del sostegno scolastico agli
alunni con disabilità deve rispondere alle esigenze effettive
espresse e documentate che devono essere soddisfatte per garantire
pienamente il diritto allo studio, anche con il rapporto 1:1, come
già stabilito dalle numerose sentenze dei tribunali ordinari della
Sardegna prima e dai TAR e Consiglio di Stato oggi, che ribadiscono
la necessità di attente valutazioni caso per caso, nonostante il
rapporto medio nazionale, al fine di garantire nel rispetto della
Costituzione il "pieno soddisfacimento delle effettive esigenze
rilevate" (ordinanza del Consiglio di Stato del 24 febbraio 2009);
- la drammatica situazione degli insegnanti precari e la tensione
generalizzata del mondo scolastico sono aggravate in Sardegna
dall'inerzia della Giunta regionale di affermare subito con forza ed
efficacia di fronte al Governo nazionale la peculiarità evidente
della situazione sarda, non solo culturale ed identitaria, ma legata
anche alla distribuzione della popolazione e alla difficile
viabilità;
considerato che è dovere del Ministero della pubblica istruzione
quello di garantire il diritto allo studio di tutti i cittadini
attraverso l'impiego dell'organico qualificato e dei finanziamenti
necessari alle scuole per migliorare la qualità dell'offerta
formativa, in rete con tutti gli attori istituzionali coinvolti,
ciascuno nell'ambito delle proprie competenze, Ministero della
salute, regioni, aziende sanitarie, province, comuni,
chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore
regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione,
spettacolo e sport per sapere:
1) quali iniziative intendano assumere per affrontare e sostenere le
rivendicazioni degli insegnanti precari al fine di assicurare la
loro stabilizzazione occupazionale nell'ambito della
riqualificazione del sistema scolastico e formativo della nostra
Regione;
2) se intendano procedere con la massima urgenza all'apertura di una
vertenza con il Governo nazionale al fine di assicurare il diritto
allo studio dei giovani sardi attraverso l'adozione di un piano
generale per la riqualificazione del sistema regionale della
pubblica istruzione, che impedisca la chiusura delle scuole, anche
nei piccoli centri;
3) sempre nella citata vertenza, se sia tutelato il diritto allo
studio degli studenti con disabilità sardi, attraverso provvedimenti
il più possibile rispondenti alle reali esigenze di ciascuno e non
rispondenti a meri calcoli ragionieristici, perché non si rischi di
fare passi indietro sui diritti essenziali acquisiti, affinché non
si creino gravi discriminazioni e si garantiscano pari opportunità
per tutti.
Cagliari, 3 giugno 2009