CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURAPROPOSTA DI LEGGE N. 565
presentata dai Consiglieri regionali
FLORIS Vincenzo - CORDA - MARIANIil 1° ottobre 2013
Istituzione del servizio di psicologia scolastica nelle scuole primarie e secondarie della Sardegna
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RELAZIONE DEL PROPONENTE
Autorevoli studi scientifici sostengono che nei prossimi anni l'esponenziale crescita dei fenomeni di disagio giovanile e di patologie psicologiche ad essi legate saranno in continuo aumento. Questi fenomeni, necessitano oggettivamente di profondi interventi di sostegno e di monitoraggi scientifici continui che individuino preventivamente l'emergere di patologie psicologiche già in età scolare per poter prevedere un percorso di cura precoce e quindi più efficace.
L'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) attraverso le ricerche e gli studi effettuati sulle diverse problematiche che investono le giovani generazioni, sostiene che nei prossimi decenni i disturbi psichiatrici in età evolutiva sono destinati ad aumentare. Infatti, secondo le proiezioni dell'OMS, nel 2020 la depressione potrebbe diventare la seconda causa di disabilità fra tutte le condizioni morbose; contestualmente si assisterebbe ad un grande aumento dei disturbi della condotta correlati a situazioni come dipendenza da sostanze di diverso tipo, problemi relazionali, malattie e povertà. Secondo la ricerca esiste un alto rischio di sviluppare malattie psichiatriche in età adulta per chi ha avuto problemi neuropsichiatrici in età evolutiva, pertanto è fondamentale che in età scolare avvenga il monitoraggio continuo dei fenomeni ritenuti suscettibili di attenzione, affinché gli interventi dispieghino la loro massima efficacia.
Diversi dati sul tema sono riportati anche dal rapporto del "Telefono Azzurro" ed Eurispes sulla condizione dell'infanzia e dell'adolescenza che mette in evidenza che ben cinque patologie psichiatriche sono tra le prime trenta cause di mortalità prematura e di disabilità nel mondo. Recenti studi, hanno evidenziato che molti disturbi mentali dell'età adulta sono stati preceduti da disturbi dell'età evolutiva-adolescenziale; infatti oscilla tra il 30 per cento e il 70 per cento la percentuale di coloro che, manifestando un disturbo psichiatrico da adulti, ha già avuto un problema neuropsichiatrico in età evolutiva. Dalle ricerche scientifiche sul tema della prevenzione primaria nelle fasce di età più delicate e sensibili, gli esperti affermano che: "le persone che dovrebbero essere coinvolte direttamente nei programmi preventivi sono i bambini, le diadi madre-bambino le coppie genitoriali, gli adolescenti Ulteriori interventi preventivi di tipo indiretto possono essere rivolti ai gruppi di pari (per esempio i gruppi-classe nella scuola), agli insegnanti e ad altri adulti significativi che il bambino o l'adolescente incontrano nel loro percorso di crescita".
Proprio nei percorsi di crescita scolastica e formativa, l'Italia in genere e la Regione in specie, si trovano in una condizione di grave ritardo rispetto all'istituzione di un servizio di psicologia scolastica strutturato e incardinato nel sistema educativo dell'istruzione italiana. L'Italia infatti è l'unico paese in Europa a non avere una normativa diffusa e condivisa che preveda la presenza obbligatoria della figura dello psicologo nell'ordinamento scolastico. Solo alcune regioni d'Italia hanno approvato autonomamente una legge che prevede l'istituzione del servizio di psicologia scolastica all'interno degli istituti scolastici, mentre in altre regioni la presenza dello psicologo scolastico è limitata a consulenze sporadiche che non consentono un'attenzione e una tutela dei ragazzi stabile nel tempo. La prima regione d'Italia a dotarsi di questo strumento di civiltà e attenzione verso gli strati più esposti e sensibili della nostra società è stata l'Abruzzo, con la legge regionale 23 gennaio 2004, n. 3. Per quanto riguarda invece i paesi dell'Unione europea, la presenza della figura dello psicologo scolastico al servizio degli studenti e degli insegnanti è prevista continuativamente e stabilmente nel percorso didattico-formativo.
Questo tipo di approccio sistemico e continuativo è dovuto alla riscontrata convinzione che subito dopo il contesto familiare, l'ambiente scolastico sia quello in cui i ragazzi e le ragazze sono maggiormente soggetti alla formazione che per molti modellerà e segnerà profondamente il prosieguo della vita. Tutto ciò è dovuto al fatto che nel contesto formativo e relazionale della scuola si trascorre la gran parte della giornata. Infatti è proprio qui che si instaurano i primi rapporti "veri" con coetanei e con adulti che rivestono ruoli e funzioni di autorità, che possono causare l'insorgere di disagi e difficoltà relazionali e dell'apprendimento. È ormai ineludibile la necessità di adeguamento del sistema scolastico regionale sardo con gli standard qualitativi dell'istruzione europea; questo deve avvenire istituendo e garantendo la presenza dello psicologo scolastico nella scuola dell'obbligo, contribuendo all'innalzamento della qualità e dell'efficacia dell'apprendimento e dell'orientamento. Questo strumento formativo e normativo può prevenire il disagio e così accrescere l'efficienza di tutta l'organizzazione scolastica. Secondo le rilevazioni scientifiche sul tema, le problematiche scolastiche più rilevanti riguardano "principalmente lo scarso impegno nello studio e la mancanza di attenzione durante le lezioni, le difficoltà di relazione, le necessità didattiche particolari le difficoltà di tipo organizzativo provocate dalle continue innovazioni e riforme e, per concludere il fenomeno più grave, ovvero i comportamenti aggressivi e violenti degli alunni". I casi di studenti, apparentemente senza problemi, che hanno in realtà serie difficoltà relazionali e di comprensione che possono portare ad atti che sfociano nella violenza verso loro stessi o verso gli altri sono sempre più frequenti. Spesso i disagi sottovalutati portano conseguenze allarmanti ed irreversibili; basti pensare che in alcuni casi, ormai non più rari, vi sono studenti che a causa di una condotta scolastica non brillante o della difficoltà a esternare i propri disagi, arrivano a tentare atti estremi. Il servizio di psicologia scolastica è uno strumento organico, di supporto alle famiglie, che avranno così la possibilità di conoscere meglio le dinamiche che investono in modo spesso devastante la quotidianità dei loro figli. Questo percorso darà la possibilità ai genitori di capire e conoscere i lati meno percettibili della sfera privata dei propri figli, sostenendoli e affiancandoli durante la loro crescita umana e formativa. Infatti capita di sovente che il contesto familiare non sia in grado di comprendere le gravi problematiche che travolgono i ragazzi e in questi casi le conseguenze della mancanza di un supporto psicologico nella scuola possono risultare più gravi e causare disagi ancora più evidenti e amplificati. Allo stesso modo è necessario che gli stessi insegnanti e il personale scolastico tutto, per il delicato ruolo che svolgono, abbiano la possibilità di accedere al sostegno e alle consulenze di esperti del settore che possano decifrare e interagire in modo costruttivo rispetto ai fenomeni psico-sociali che si innestano nella comunità scolastica. Nel nostro paese una delle più importanti e interessanti ricerche sui fenomeni e sulle dinamiche di disagio che coinvolgono le fasce sociali più giovani è il progetto PrISMA, acronimo di Progetto italiano salute mentale adolescenti. PrISMA è la prima ricerca "epidemiologica multicentrica" italiana che ha indagato la prevalenza dei disturbi psichici tra i preadolescenti di età compresa tra i 10 e i 14 anni che vivono in zone urbane. La ricerca è stata condotta e realizzata contemporaneamente in sette città italiane: Lecco, Milano, Roma, Rimini, Pisa, Cagliari e Conegliano, "valutando l'effetto delle variabili socio-demografiche sulla manifestazione dei quadri psicopatologici". Lo studio scientifico ha previsto due momenti consequenziali, concentrati su una prima fase di screening ottenuta attraverso la somministrazione di una apposita checklist ai genitori dei soggetti selezionati, e una seconda fase caratterizzata da una valutazione clinica svolta su un sottogruppo del campione scelto in base ai risultati ottenuti nella prima fase di screening. Il progetto PrISMA è risultato piuttosto interessante perché il campione di riferimento era costituito da 40 scuole di cui 26 statali e 14 private per un totale di 5.627 studenti, con un'adesione di 3.437, pari al 61 per cento del totale. Dallo studio è emerso testualmente che: "il 9,1 per cento del campione, pari a 311 soggetti, ha soddisfatto i criteri diagnostici per un disturbo psichico". Il dato risulta essere migliore se comparato con altre nazioni, ma rappresenta comunque un problema sociale rilevante. Infatti l'analisi dettagliata ha confermato che più "del 7 per cento della popolazione preadolescenziale soffre di disturbi di ansia di cui il 5 per cento è costituito da disturbi ossessivo-compulsivi, e il 12 per cento da disturbo post-traumatico da stress il 9,5 per cento da fobie sociali e meno dell'1 per cento invece, risente di disturbi depressivi". La ricerca mette in evidenza come la famiglia sia un fattore fondamentale di protezione verso i problemi psicologici, mentre non lo è quando si tratta di svolgere tale funzione nei confronti della malattia psichica, che ha una complessità e probabilmente una causa diversa rispetto al disagio relazionale. Emerge inoltre che i giovani che appartengono a uno strato socio-economico basso o mediamente basso, e con un basso tasso di scolarità dei genitori presentano un significativo aumento di problemi di tipo psicologico, mentre pare non vi sia alcuna differenza in relazione ai luoghi in cui si vive. Statisticamente i ragazzi di genitori separati o divorziati presentano "più frequentemente problemi psicologici e la coabitazione con un solo genitore può determinare uno sviluppo di disturbi internalizzati (ansia, depressione, ritiro sociale)".
Nella ricerca gli scienziati rilevano delle differenze sui diversi fenomeni relative al genere dei soggetti; ad esempio, per quanto riguarda la fobia sociale, la prevalenza è maggiore tra i soggetti di sesso femminile, mentre il disturbo ossessivo compulsivo è più diffuso tra i maschi. Un ulteriore ricerca mostra come meno del 2 per cento della popolazione preadolescenziale soffre di "ADHD" (disturbo d'attenzione con o senza ipercinesia) e la prevalenza è a carico dei soggetti di sesso maschile. I dati riportati dall'American academy child and adolescent psychiatry indicano un tasso di "prevalenza pari al 10 per cento per i bambini e al 5 per cento per le bambine che frequentano la scuola elementare. Questa prevalenza declina con l'età, anche se il 65 per cento dei ragazzi continua a manifestare sintomi negli anni successivi".
Un'altra importante ricerca è svolta annualmente dall'Istituto di fisiologia clinica del CNR di Pisa e denominata "ESPAD-Italia (European population survey on alcohol and other drugs)". Si tratta di un'analisi sull'uso di alcol, tabacco e sostanze illegali e sui comportamenti da parte degli studenti di età compresa tra i 15 e i 19 anni. Questo studio è stato realizzato per la prima volta nel 1995 e dal 1999 viene ripetuto con cadenza annuale su un campione rappresentativo delle scuole superiori presenti sul territorio nazionale. L'indagine (eseguita anche in altri 39 paesi europei) viene condotta tra gli studenti con il metodo ormai consueto e consolidato dei questionari, che simultaneamente vengono forniti a tutta la classe in forma del tutto anonima. Nello specifico vengono studiate le esperienze di uso delle sostanze legali ed illegali, "negli ultimi 12 mesi e negli ultimi 30 giorni". I dati derivanti dalle rilevazioni mostrano come nella popolazione studentesca il consumo di sostanze psicotrope illegali è in calo, mentre l'uso di stimolanti registra un lieve aumento. Circa il 6 per cento del campione studiato ha dichiarato di avere fatto uso di psicofarmaci, senza prescrizione medica e al di fuori del controllo medico, una o più volte al mese, mentre i farmaci più diffusi sono quelli per dormire o rilassarsi. L'abitudine al fumo è in diminuzione tra gli studenti, mentre tra le sostanze psicotrope legali l'alcol è ancora la più diffusa nel nostro paese, in cui il 63 per cento di adolescenti ha consumato bevande alcoliche almeno una volta nell'ultimo mese, contro la media europea del 57 per cento. Per quanto riguarda invece il gioco d'azzardo, si rileva una abitudine sempre più diffusa e crescente tra gli studenti; infatti nell'ultimo anno, il 47 per cento degli studenti tra i 15 e i 19 anni ha giocato somme di denaro. È indubbio che una mancanza di decodificazione e interpretazione dei bisogni psicologici all'interno della scuola possa determinare un contestuale insuccesso nel percorso scolastico, inficiando spesso irreversibilmente i percorsi formativi e professionali individuali; viceversa, una buona organizzazione scolastica potrebbe corrispondere ad un potenziate successo formativo. La presente proposta di legge pone la necessità di riconoscere un ineludibile principio di moderna civiltà e tradurlo in un'apposita legge che non è più rinviabile. La volontà caratterizzante di questo progetto normativo è quella di istituire il servizio di psicologia scolastica all'interno della scuola non limitando, come avviene a tutt'oggi, la presenza dello psicologo a un intervento spesso aleatorio ed esclusivamente riparatorio, ma incentivando la creazione di un insieme coerente di attività integrate strettamente connesse con le dinamiche e le problematiche presenti nelle organizzazioni scolastiche, attuando un'azione preventiva per la tutela degli studenti. Attraverso l'istituzione del servizio di psicologia scolastica si vuole aprire un percorso formativo ed educativo che aiuti a comprendere e prevenire il disagio giovanile e arginare il fenomeno sempre più invasivo e dilagante dell'abbandono scolastico. Purtroppo in Italia l'incidenza della spesa in istruzione e formazione sul PIL nel 2012 è pari al 4,5 per cento, valore inferiore a quello dell'UE a 27 stati (5,5 per cento). Questo dato è messo in evidenza dal rapporto annuale dell'ISTAT denominato "NOI ITALIA 2013", nel quale emerge il profondo disagio giovanile e la continua disgregazione del sistema dell'istruzione italiano in genere e sardo in particolare. Nelle rilevazione statistiche e nelle relative classifiche, la Sardegna mostra dati allarmanti a cui si deve porre necessariamente un rimedio immediato. Il contenimento degli abbandoni scolastici e formativi è anche tra gli obiettivi considerati nella politica regionale unitaria del "Quadro strategico nazionale 2007-2013" (QSN). Nonostante i progressi registrati negli anni più recenti nella maggior parte delle regioni e soprattutto in quelle meridionali, il traguardo del contenimento degli abbandoni al di sotto del 10 per cento appare lontano. Nel 2011 il fenomeno degli "early school leavers" coinvolge ancora il 21,2 per cento dei giovani meridionali ed il 16,0 per cento dei coetanei del centro-nord. L'incidenza maggiore è in Sardegna, dove il 25,1 per cento dei giovani (un giovane su quattro) non porta a termine un percorso scolastico-formativo dopo la licenza media. Peraltro, nel periodo 2004-2011, la contrazione del fenomeno appare piuttosto sostenuta soprattutto nelle regioni meridionali, nelle quali l'incidenza dei giovani che lasciano prematuramente gli studi è scesa di 6,4 punti, a fronte di un decremento di 3,2 punti nelle regioni del centro-nord. Molte delle analisi proposte nel rapporto si riferiscono a indicatori adottati nella cosiddetta Strategia di Lisbona, e successivamente ribaditi in "Europa 2020", per la definizione di obiettivi strategici indispensabili alla realizzazione di una crescita economica sostenibile, per lo sviluppo del mercato del lavoro e per una maggiore coesione sociale.
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TESTO DEL PROPONENTE
Art. 1
Istituzione del Servizio regionale di psicologia scolastica1. La Regione autonoma della Sardegna istituisce, nelle scuole primarie e secondarie pubbliche, il servizio di psicologia scolastica, configurato come l'insieme coerente di attività psicologiche, integrate e coordinate tra loro, relative alle tematiche e problematiche proprie del mondo della scuola.
Art. 2
Finalità1. Il servizio di cui all'articolo 1 ha il duplice scopo di monitorare ed eventualmente intervenire rispetto allo stato di salute mentale degli studenti e di collaborare con il corpo docente nell'ambito dell'individuazione di strategie atte a favorire l'apprendimento e la disciplina in ambito didattico, fornendo consulenze e proponendo attività volte a individuare e interagire con le dinamiche psicosociali proprie della comunità scolastica.
2. Ai fini della presente legge per "studenti" si intendono tutti i giovani in età scolare che non abbiano ancora terminato il ciclo di studi inteso come il raggiungimento del titolo di diploma presso un istituto secondario superiore, sia questo un istituto professionale, un istituto tecnico o un liceo.
3. Il servizio di psicologia scolastica è finalizzato alla prevenzione dei fenomeni di insuccesso formativo, di abbandono, di dispersione scolastica, di bullismo e di disagio giovanile.
Art. 3
Beneficiari1. Beneficiano del servizio di psicologia scolastica:
a) gli studenti delle scuole primarie e secondarie della Regione, con un consulto mensile presso uno psicoterapeuta del servizio di psicologia scolastica;
b) quegli studenti che a seguito del consulto mensile presentano la probabilità di essere affetti da un disagio o da una patologia psicologica;
c) quegli studenti che, diversamente da quanto sopra ritengano di necessitare di un consulto urgente o straordinario, nella misura massima di tre volte al mese;
d) il corpo docente, nella misura di una volta al mese, per elaborare strategie atte al miglioramento delle dinamiche sociali, comportamentali e di profitto in ambito didattico;
e) il personale scolastico, nella misura di una volta a bimestre, in orario extracurriculare, a scopo di consulto.
Art. 4
Regolamento e criteri di organizzazione del servizio di psicologia scolastica1. L'Assessorato competente in materia d'istruzione, con il supporto tecnico degli uffici competenti e con la collaborazione della Commissione consiliare competente, entro centottanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, adotta un regolamento contenente le disposizioni e i criteri di organizzazione del servizio di psicologia scolastica regionale.
Art. 5
Modalità e attività applicative1. Gli incontri degli psicologi con gli studenti avvengono di norma una volta al mese in orario scolastico, ed in casi di necessità, sentito il parere degli esperti, in orario extra-scolastico.
2. È compito della scuola programmare, nell'ambito delle condizioni indicate nella presente legge, gli incontri degli studenti, del corpo docente e del personale con gli psicologi.
3. I consulti avvengono all'interno del plesso scolastico, garantendo la riservatezza degli incontri attraverso le vigenti disposizioni in materia di privacy.
4. Il servizio di psicologia scolastica opera in collegamento con i servizi socio-sanitari territoriali, fatte salve le rispettive competenze.
5. Il servizio di psicologia scolastica prevede attività di orientamento e collegamento con i genitori degli studenti, finalizzate alla promozione di studi sui fenomeni di abbandono e di insuccesso scolastici.
6. L'organizzazione del servizio di psicologia scolastica è articolata su base provinciale.
Art. 6
Istituzione del comitato tecnico-scientifico regionale1. La Regione autonoma della Sardegna istituisce e coordina il comitato di controllo tecnico-scientifico per la programmazione, il monitoraggio e la valutazione delle attività relative al servizio di psicologia scolastica.
2. Il comitato sottopone alla Giunta regionale, attraverso una relazione annuale, le rilevazioni sulle attività di psicologia scolastica svolte dalle strutture preposte.
3. Il comitato è composta da:
a) il presidente, nominato dalla Giunta regionale e non appartenente alla struttura dell'Amministrazione regionale;
b) un rappresentante nominato dall'Ufficio scolastico regionale;
c) tre psicologici iscritti all'albo professionale regionale e nominati dalla Giunta regionale;
d) il direttore generale della pubblica istruzione;
e) un rappresentate degli insegnanti nominato dall'Ufficio scolastico regionale;
f) un dipendente regionale inquadrato nella categoria D, con esclusive mansioni di segreteria.4. Per il ruolo del presidente non è prevista alcuna indennità di carica. Ai componenti del comitato non é corrisposto alcun gettone di presenza.
5. Al presidente e ai componenti del comitato è riconosciuto il rimborso delle spese di viaggio, nella misura prevista per i dirigenti dell'Amministrazione regionale.
6. Il comitato resta in carica per l'intera durata della legislatura in cui è stato nominato.
Art. 7
Monitoraggio del servizio di
psicologia scolastica1. La Giunta regionale, sentito il comitato tecnico-scientifico, invia alla Commissione consiliare competente in materia una dettagliata relazione annuale con i monitoraggi e le rilevazioni sulle attività svolte dal servizio di psicologia scolastica regionale.
Art. 8
Norma finanziaria1. Gli oneri derivanti dall'applicazione della presente legge, valutati in euro 2.000.000 annui, sono previsti a decorrere dall'anno 2014 nell'UPB S02.01.007 del bilancio della Regione autonoma della Sardegna per gli anni 2013-2015 e su quelle corrispondenti dei bilanci per gli anni successivi.
Art. 9
Entrata in vigore1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS).