CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

PROPOSTA DI LEGGE N. 561

presentata dai Consiglieri regionali
LUNESU - PITTALIS - AMADU - BARDANZELLU - FLORIS Rosanna - LAI - RANDAZZO - STOCHINO - TOCCO - SANNA Matteo - GALLUS - LOCCI - MURGIONI - RODIN

il 25 settembre 2013

Interventi di prevenzione, diagnosi e cura dei disturbi del comportamento alimentare (DCA).
Istituzione di strutture specializzate appropriate

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RELAZIONE DEL PROPONENTE

I disturbi del comportamento alimentare (DCA) rappresentano una delle problematiche emergenti di maggiore rilievo nell'ambito della salute mentale.

Essi sono manifestazioni psicopatologiche caratterizzate da intensa preoccupazione e conseguente alterazione del comportamento alimentare e di condotte finalizzate al controllo del peso e della forma del corpo associati ad una eccessiva valutazione del peso, alimentazione e forma del corpo, non secondari ad alcuna condizione medica o psichiatrica conosciuta che compromettono gravemente oltre che la salute anche il funzionamento psicosociale.

Tali disturbi sono presumibilmente determinati da una complessa interazione di fattori genetici e ambientali, presentano gravi complicanze mediche e un'elevata comorbilità psichiatrica.

La classificazione dell'American Association (Diagnostic and statistical manual of mental disorders DSM-IV) include nei DCA l'anoressia nervosa, la bulimia nervosa e la residua categoria dei disturbi NAS (cosiddetti "non altrimenti specificati").

L'anoressia nervosa è contraddistinta dal rifiuto di mantenere il peso corporeo al di sopra di un indice di massa corporea di 18,5, intensa paura di acquistare peso o di diventare grassi anche quando si è in sottopeso, alterazione del modo in cui il soggetto vive il peso o la forma del corpo o eccessiva influenza di questi sui livelli di autostima, nelle femmine assenza di almeno tre cicli mestruali consecutivi. Può essere con restrizione o con abbuffate/condotte di eliminazione. Si è stimato che essa è il disturbo psichiatrico con la maggiore mortalità (10-20 per cento).

Ultimamente si sta diffondendo un'allarmante e pericolosa variante dell'anoressia: la drunkoressia. Anche se il fenomeno non è ancora stato riconosciuto dalla medicina ufficiale, indica un nuovo, anomalo e pericoloso comportamento alimentare diffuso principalmente tra le adolescenti: mangiare poco fino ad arrivare a digiunare per poter assumere ingenti quantità di alcolici.

Nel momento in cui la drunkoressia raggiunge livelli di allarme bisogna intervenire come nell'anoressia nervosa.

La bulimia nervosa è caratterizzata dall'assunzione di quantità di cibo insolitamente elevate con ricorrenti e inappropriate condotte compensatorie, quali vomito autoindotto, abuso di diuretici e lassativi, esercizio fisico eccessivo e compulsivo e restrizione calorica. Anch'essa può manifestarsi con o senza condotte di eliminazione.

I disturbi NAS (non altrimenti specificati), invece, sono di gravità clinica che soddisfa la definizione di disturbo alimentare, ma non i criteri diagnostici dell'anoressia nervosa e della bulimia nervosa.

Tra i disturbi NAS è inserito il Disturbo da alimentazione incontrollata o Binge eating disorder (BED).

Tutti e tre i disturbi dell'alimentazione condividono la stessa psicopatologia specifica centrale, termine usato per descrivere l'eccessiva valutazione del peso, della forma del corpo e loro controllo. Tale caratteristica è osservata solo nei disturbi del comportamento alimentare ed è per tale motivo che è definita specifica.

Il denominatore comune di tali patologie è costituito da una serie di alterazioni a livello del comportamento alimentare che vedono la "multifattorialità" eziopatogenetica e la "multidimensionalità" dei trattamenti come obiettivo prioritario per una sempre più efficace progettazione terapeutica.

Il trattamento richiede una collaborazione continuativa tra gli specialisti di area psichiatrica, psicologica e quelli di area medica.

La cura psichiatrica è alla base di ogni protocollo di trattamento e deve essere effettuata in concomitanza con altre specifiche modalità di cura, mediche, psicoterapeutiche e riabilitative.

Le attività di prevenzione, diagnosi e cura devono in ogni caso essere considerate parte integrante dei programmi dei dipartimenti di salute mentale.

Le caratteristiche cliniche richiedono, per l'implementazione di trattamenti efficaci, il coinvolgimento di figure professionali di diverse discipline, lo sviluppo di specifiche competenze, insieme all'acquisizione della capacità di condividere un progetto terapeutico e di integrare i diversi tipi di intervento.

Per tali motivi sono necessari specifici accordi e protocolli di collaborazione con i medici di medicina generale, con i reparti internistici e ospedalieri e con strutture riabilitative residenziali o semiresidenziali.

Il trattamento richiede diverse modalità e diversi livelli di intensità.

È molto importante anche il rapporto con le famiglie che necessitano di sostegno e vanno prese in carico, soprattutto nei casi di più giovane età dei pazienti.

Nell'anoressia nervosa, una percentuale di pazienti, stimabile attorno al 30-40 per cento, non risponde alla terapia ambulatoriale ed esige un trattamento più intensivo in regime di ricovero ospedaliero o in strutture riabilitative residenziali o semiresidenziali.

Tali trattamenti necessitano di luoghi dedicati, un'alta specializzazione del personale infermieristico e la strutturazione di un ambiente positivo e con valenza psicoterapeutica.

Un fenomeno piuttosto allarmante e frequente (circa il 30 per cento) è quello della "cronicizzazione" del disturbo alimentare, caratterizzata da alti costi sociali, alti livelli di disabilità e alta utilizzazione di strutture sanitarie per complicanze mediche e psichiatriche. L'impossibilità di effettuare trattamenti intensivi nei casi più gravi, e nei casi che non rispondono alla terapia ambulatoriale è da considerarsi una delle cause di cronicizzazione; un'altra è l'inizio tardivo della terapia dovuto al mancato riconoscimento della malattia da parte dell'ambiente, sia sociale sia medico, e alla negazione della malattia da parte del paziente stesso.

Per questo motivo è un obiettivo fondamentale anche la cosiddetta prevenzione secondaria per raggiungere il più alto numero di pazienti presenti nel territorio e per ridurre i tempi di esordio di malattia e inizio del trattamento; parecchi studi hanno dimostrato che l'intervento precoce riduce il rischio di cronicizzazione e di recidive.

Gli studi clinici hanno osservato una frequente migrazione dei disturbi dell'alimentazione da una categoria diagnostica all'altra.

Orbene, nonostante la grave emergenza sociale anche nella nostra Isola, è da sottolineare che in Sardegna non esiste alcuna struttura sanitaria specializzata, con approccio multidisciplinare, nella cura dei disturbi alimentari e, troppo spesso, si assiste ad una carenza di figure professionali specializzate oltre che nella cura, anche nella diagnosi del disturbo alimentare. Tutto ciò implica la costante emigrazione verso i centri specialistici della penisola, con gravi conseguenze sia sul piano del disagio dei soggetti colpiti sia su quello dell'enorme dispendio economico da parte della Regione e non solo.

La situazione attuale non consente di procrastinare oltre e, anche alla luce del decreto del Presidente della Repubblica 24 dicembre 1992 sui "Livelli uniformi di assistenza sanitaria" nazionale, si rende opportuna e urgente presso ogni azienda sanitaria la creazione di Centri dedicati per la prevenzione, la diagnosi, cura e riabilitazione composti da equipe multidisciplinari con professionalità di ordine internistico, nutrizionale, psichiatrico e psicologico, attraverso:
nell'ambito di ciascuna azienda sanitaria:
- almeno 2 strutture di 1° livello (ambulatoriale) secondo le linee guida ministeriali per i DCA, da collocarsi all'interno del poliambulatorio dei distretti socio-sanitari;
- una struttura di 2° livello con un numero utile di posti letto all'interno di centri specializzati per i DCA a valenza dipartimentale, collocata nell'ospedale di riferimento dell'ASL, la cui direzione deve essere affidata ad uno specialista psichiatra, per la diagnosi, la cura, la terapia e la riabilitazione integrata e multidisciplinare;
- una struttura di 3° livello residenziale e semiresidenziale all'interno di una struttura dedicata, dotata di un ambulatorio, day hospital e residenza terapeutica/riabilitativa che deve prevedere, anch'essa, la presenza di un'equipe multidisciplinare composta almeno dalle seguenti professionalità: psichiatra, psicologo, endocrinologo, dietista, infermiere;
a livello regionale:
- la creazione di un centro di coordinamento a valenza regionale quale punto di riferimento delle reti aziendali, con funzioni di coordinamento di tutti i progetti e delle azioni di prevenzione dei DCA;
- formazione professionale e aggiornamento degli operatori;
- ricerche cliniche e di base in collaborazione con tutti i servizi disponibili (università, ospedali, servizi residenziali, ospedali diurni, ambulatori).

Si rende necessario, infine, prevedere l'utilizzo e la promozione di trattamenti psicoterapici e farmacologici di provata efficacia, sulla base di linee guida internazionali, nazionali e regionali.

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TESTO DEL PROPONENTE

 

Art. 1
Finalità

1. La Regione, nell'ambito delle proprie competenze, riconosce la rilevanza sociale dei disturbi del comportamento alimentare e promuove interventi di prevenzione, diagnosi e cura mediante l'istituzione di strutture specializzate e appropriate.

 

Art. 2
Definizioni

1. Sono definiti Disturbi del comportamento alimentare (DCA), secondo quanto stabilito dall'ultima versione del Diagnostic and statistical manual of mental disorders (DSM-IV TR):
a) anoressia nervosa, caratterizzata da una consistente perdita di peso, intensa paura di acquistare peso, alterazione della propria percezione corporea; si manifesta con restrizione o con abbuffate/condotte di eliminazione;
b) bulimia nervosa, che si contraddistingue per ricorrenti episodi di abbuffate alimentari e inappropriate condotte compensatorie volte ad evitare l'aumento di peso, autostima eccessivamente dipendente dalla forma e dal peso del corpo;
c) disturbi non altrimenti specificati (cosiddetti NAS), che si caratterizzano per una gravità clinica che soddisfa la definizione di disturbo alimentare, ma non i criteri diagnostici dell'anoressia nervosa e della bulimia nervosa.

 

Art. 3
Servizi integrati

1. Per l'attuazione delle finalità di cui all'articolo 1 la Regione istituisce una rete integrata di servizi multidisciplinari specializzati e ben identificati sia nell'ambito delle singole aziende sanitarie che a livello regionale.

2. Tutte le differenti professionalità operanti in tali servizi aderiscono ai programmi e agli interventi secondo un preciso modello teorico e clinico condiviso in modo da garantire l'ottimizzazione delle risorse e la continuità terapeutica.

 

Art. 4
Interventi in ambito aziendale sanitario locale

1. La Regione istituisce nell'ambito di ciascuna azienda sanitaria:
a) almeno 2 strutture di 1° livello (ambulatoriale) secondo le linee guida ministeriali per i DCA, da collocarsi all'interno del poliambulatorio dei distretti socio-sanitari;
b) una struttura di 2° livello con dei posti letto all'interno di centri specializzati per i DCA a valenza dipartimentale, collocata nell'ospedale di riferimento dell'ASL, la cui direzione è affidata ad uno specialista psichiatra, per la diagnosi, la cura, la terapia e la riabilitazione integrata e multidisciplinare;
c) una struttura di 3° livello residenziale e semiresidenziale all'interno di una struttura dedicata, dotata di un ambulatorio, day hospital e residenza terapeutica/riabilitativa che prevede, anch'essa, la presenza di un'equipe multidisciplinare composta, almeno, dalle seguenti professionalità: psichiatra, psicologo, endocrinologo, biologo nutrizionista, infermiere.

 

Art. 5
Interventi in ambito regionale

1. La Regione:
a) istituisce un apposito Centro di coordinamento a valenza regionale quale punto di riferimento delle reti aziendali, con funzioni di coordinamento di tutti i progetti e delle azioni di prevenzione dei DCA;
b) assicura la formazione professionale e l'aggiornamento degli operatori;
c) promuove ricerche cliniche e di base in collaborazione con tutti i servizi disponibili (università, ospedali, servizi residenziali, ospedali diurni, ambulatori);
d) prevede l'utilizzo e la promozione di trattamenti psicoterapici e farmacologici di provata efficacia, sulla base di linee guida internazionali, nazionali e regionali.

 

Art. 6
Campagne di informazione e sensibilizzazione

1. L'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale promuove campagne informative e di sensibilizzazione sui disturbi del comportamento alimentare, proponendo specifici programmi di prevenzione e informazione soprattutto nelle aree a rischio elevato quali i settori della scuola, dello sport e della danza.

 

Art. 7
Norma finanziaria

1. Agli oneri derivanti dall'applicazione della presente legge, valutati in euro 3.000.000 annui a decorrere dall'anno 2014, si provvede a valere sugli stanziamenti iscritti in conto dell'UPB S05.01.001 (Spese per il servizio sanitario regionale - parte corrente) del bilancio della Regione per gli anni 2013-2015; agli oneri per gli esercizi successivi si provvede con i relativi bilanci.