CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURAPROPOSTA DI LEGGE N. 545
presentata dai Consiglieri regionali
TOCCO - LOCCI - MURGIONI - PIRAS - AMADU - PITTALIS - GALLUS -
RANDAZZO - GRECOil 31 luglio 2013
Norme urgenti in materia di promozione di attività rivolte a supportare gli imprenditori in crisi, residenti nel territorio regionale, anche attraverso l'istituzione dell'Osservatorio regionale anticrisi e l'attivazione del "Telefono salvimpresa"
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RELAZIONE DEL PROPONENTE
L'analisi della situazione socio-economica della popolazione residente nel territorio regionale non può prescindere dai dati dell'andamento dell'economia nazionale e internazionale, in forte regressione fin dal secondo semestre del 2010, trend negativo che in Sardegna si registra già dal primo trimestre del 2009, in forte anticipo quindi rispetto agli altri paesi dell'Unione europea. Ciò ha determinato, ma oggi con sempre maggiore frequenza, importanti ridimensionamenti dei fatturati delle aziende locali, in maggioranza aziende di piccole dimensioni, che legano la propria attività quasi esclusivamente al mercato interno, il quale in un momento di congiuntura economica diventa un forte fattore di criticità soprattutto in Sardegna dove la concentrazione del business aziendale si ha su un numero molto ristretto di potenziali clienti. In questo mutato clima emerge prepotente l'esigenza, in particolare per le istituzioni, di spostare il focus sulla persona, al fine di creare le condizioni favorevoli ad un sostegno fattivo in un momento in cui è chiamata a fare scelte impegnative anche nelle fasi più avanzate della vita. Uno slancio eroico, verrebbe a dire, di riprogettazione di sé e della stabilità familiare, intesa non in senso strettamente economico, messi a dura prova dalle mutate condizioni economiche e lavorative. Partendo da questa prospettiva è facile rilevare quanto anche la struttura della società sarda stia affrontando un faticoso percorso di ristrutturazione delle proprie dinamiche sociali, determinato da un'indiscutibile perdita di stabilità economica, spesso devastante, a tutti i livelli, che non sembra diminuire, ed anzi aumenta di intensità in un crescendo evidente di difficoltà per le quali non s'intravede una soluzione nel breve-medio periodo.
La persona umana, quindi, deve ritornare al centro dell'azione politica, che sfruttando efficacemente le nuove conoscenze raggiunte in settori di studio quali i cambiamenti cognitivi, emotivi, comportamentali e sociali, offra un valido aiuto nel gestire le transizioni lavorative, l'interruzione di carriera, le condizioni di mobilità e la perdita del proprio progetto di vita. Se fino a oggi ci si è preoccupati quasi esclusivamente della disoccupazione dilagante da domani è diventato quanto mai urgente riconsiderare il ruolo dell'imprenditore, che spesso rimane solo nella sua personale e solitaria battaglia che sempre più frequentemente oramai si chiude con la chiusura dell'azienda. L'uomo-imprenditore si trova a dover affrontare il peso psicologico di pesanti responsabilità che partendo dal proprio fallimento personale finiscono di conseguenza per passare per la perdita del lavoro dei propri dipendenti. Da qui la necessità, non solo politica, di superare la valutazione di questo dramma in quanto solitario e personale per annoverarlo fra i fenomeni socialmente più pericolosi di questo momento, tenendo conto dei vari livelli in cui va a ripercuotersi la cessazione di un'azienda: personale, familiare, collettivo e sociale. Alla luce di ciò è chiaro che il fallimento di un imprenditore non è solo economico, ma sempre più spesso viene vissuto in quanto fallimento personale che si traduce in sensi di colpa per incapacità gestionale, perdita di status, senso di impotenza ed oppressione che, in casi estremi, possono sfociare in disturbi del comportamento, aggressività e suicidio. Una circostanza sempre più ricorrente in questo momento di grande disorientamento generale, in cui sono venute a mancare sostegno, flessibilità e tutela sociale in particolare da parte degli istituti di credito che aumentano il senso di solitudine, oppressione, impotenza e disperazione degli imprenditori.
E intanto dilagano la rabbia, il senso di sfiducia, lo stato di dolore e disperazione sociale che anche nel recente periodo hanno interessato numerosi imprenditori sardi, che sfumata la speranza di poter andare avanti, hanno deciso di ricorrere ad atti estremi di sofferenza per mettere fine al loro incubo.
All'interno di un quadro così allarmante va urgentemente inserito il "Telefono salvimpresa" che si propone di essere lo strumento principe per intercettare e raccogliere le prime richieste d'aiuto, funzionali ad individuare le problematiche utili a formulare percorsi personalizzati di recupero, partendo dal sostegno psicologico che non può prescindere da uno studio complessivo della situazione aziendale e dall'individuazione delle criticità alla base del disagio socio-economico denunciato. Per favorire e facilitare la condivisione dei problemi e l'individuazione di soluzioni percorribili viene prevista la figura del Facilitatore aziendale che, lavorando in staff, e partendo da un'analisi propedeutica dei dati forniti dall'azienda in crisi, procede ad una valutazione condivisa delle azioni da intraprendere per accompagnare l'azienda in un progetto di risanamento a breve e medio termine, anche attraverso il coinvolgimento degli attori sociali (INPS - INAIL - Cassa edile - Equitalia) a vario titolo funzionali al raggiungimento dell'obiettivo finale. L'Osservatorio regionale anti crisi, operando in sinergia con l'Osservatorio statistico regionale, curerà l'acquisizione di tutte le informazioni utili a creare un database delle aziende in crisi, individuate attraverso il "Telefono salvimpresa", in un sistema di classificazione legato a parametri prestabiliti e determinato dalle problematiche più incisive e ricorrenti.
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TESTO DEL PROPONENTE
Art. 1
Principi, finalità e beneficiari1. La Regione promuove e finanzia interventi di carattere sociale ed economico a favore delle aziende e degli imprenditori in crisi privilegiando un approccio volto a calmierare il disagio sociale a livello personale, familiare e collettivo, per la perdita della stabilità economica dovuta al perdurare di un ciclo economico negativo e recessivo che non consente il fronteggiare dei normali adempimenti di impresa.
Art. 2
Istituzione dell'Osservatorio regionale anticrisi1. Per consentire alla Regione di guadagnare una posizione privilegiata nella sua funzione di monitoraggio nella rilevazione delle dinamiche a maggiore rischiosità economico e sociale si istituisce l'Osservatorio regionale anticrisi, che di concerto con l'Osservatorio statistico regionale acquisisce i dati utili a creare un database delle aziende in crisi ed in stato di difficoltà economica e di accesso al mercato creditizio. La finalità è costituita dalla necessità di avere un quadro quanto più realistico possibile della realtà sociale che si è delineata in questo momento di sfavorevole congiuntura economica, per prevenire e gestire al meglio l'emergenza sociale che ne consegue. L'Osservatorio regionale anticrisi ha sede presso l'Assessorato regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale. Il personale che vi è occupato, pari a tre unità lavorative, che è denominato "Facilitatore aziendale", è selezionato principalmente fra i lavoratori provenienti dal riordino degli enti provinciali.
Art. 3
Istituzione del "Telefono salvimpresa"1. L'Osservatorio regionale anticrisi istituisce, coordina e pianifica l'attività del "Telefono salvimpresa". L'obiettivo e le finalità sono di informare, promuovere, assistere, tutelare, rappresentare e difendere sul territorio regionale gli interessi individuali e collettivi degli utenti del servizio riscontrabili nelle figure economiche dell'imprenditore individuale e collettivo. Si istituisce il "Telefono salvimpresa" come strumento principe per intercettare e raccogliere le prime richieste d'aiuto, funzionali ad individuare le problematiche utili a formulare percorsi personalizzati di recupero, partendo dal sostegno psicologico che non può prescindere da uno studio complessivo della situazione aziendale e dall'individuazione delle criticità alla base del disagio socio-economico denunciato.
Art. 4
Norma finanziaria1. Agli oneri derivanti dall'applicazione della presente legge, valutabili in euro 180.000 annui, si fa fronte con le risorse iscritte in bilancio della Regione per l'anno 2013, e nei corrispondenti bilanci per gli anni successivi.