CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURAPROPOSTA DI LEGGE N. 495
presentata dal Consigliere regionale
SOLINAS Antonioil 13 marzo 2013
Divieto di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi
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RELAZIONE DEL PROPONENTE
Nel settembre 2012, la Conferenza dei presidenti delle assemblee legislative delle regioni e delle province autonome ha adottato un ordine del giorno che impegna i presidenti; le giunte regionali e gli assessori all'ambiente "ad opporsi con ogni atto necessario alle decisioni del governo nazionale che autorizzano prospezioni nel sottosuolo marino e consentano qualsiasi attività di sfruttamento del mare e di ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi in Adriatico e nello Ionio".
La deliberazione segue due iniziative legislative di Puglia e Veneto finalizzate all'approvazione di una legge nazionale contro le trivellazioni in mare, per evitare ogni rischio di inquinamento e le ripercussioni che si verificherebbero ai danni dell'economia.
La Sardegna non si affaccia né sull'Adriatico né sullo Ionio, ma si trova a vivere una serie di situazioni che stanno destando un forte allarme presso le opinioni pubbliche interessate. E così negli ultimi mesi sono andati intensificandosi, nell'Isola, gli allarmi intorno all'avvio di ricerche sotterranee finalizzate allo sfruttamento di risorse energetiche.
Stando ai dati forniti dal comitato civico "No al progetto Eleonora" sono attualmente vigenti:
- sette permessi di ricerca geotermici;
- due permessi di ricerca per idrocarburi a terra;
- un permesso di ricerca per idrocarburi a mare (con altri due bocciati).Tra questi, particolarmente significativo appare il progetto Eleonora, per la sua imponenza, per le implicazioni socio-economiche che riveste, e per il valore paradigmatico per l'intera Isola.
Il progetto Eleonora è un permesso di ricerca rilasciato dalla Regione nel dicembre del 2009, ed interessante 44.300 ettari all'interno della Provincia di Oristano.
Il progetto prevede la realizzazione di un pozzo esplorativo mediante la trivellazione a 2.850 metri di profondità in verticale come quota massima e uno sviluppo lineare della perforazione in obliquo intorno ai 3.000 metri.
Con il passare del tempo, è cresciuto un movimento di opposizione al progetto che coinvolge popolazioni, associazioni, amministrazioni comunali e provinciale, tutti uniti nel dire "no" ad un intervento che minaccia l'ambiente (l'area di trivellazione rientra infatti all'interno della zona protetta dello Stagno di S'Ena Arrubia, tutelata da convenzioni internazionali e riconosciuta a livello europeo tra le più interessanti per la tutela dell'avifauna e della biodiversità), la popolazione (per i rischi legati alla possibile fuoriuscita di idrogeno solforato ed alle emissioni in atmosfera dell'attività estrattive), l'economia (gli eventuali danni all'ambiente si ripercuoterebbero sull'economia di Arborea, dove hanno sede la Cooperativa produttori agricoli e la Cooperativa Latte Arborea, che produce il 98 per cento del latte vaccino sardo, coinvolgendo circa 200 aziende per un totale di 30.000 capi bovini).
L'installazione di un pozzo per l'estrazione di idrocarburi appare pertanto totalmente in contrasto con la storia e l'economia del territorio.
Qualcuno potrebbe derubricare, superficialmente, la questione ad una tipica vicenda "Nimby", "non nel mio giardino".
In realtà qui la questione è molto più complessa ed articolata, e tocca un tema, quello della sovranità, tanto cara, a parole, a molte forze politiche ed istituzionale sarde, e poi poco praticata quando occorre declinarla nel concreto.
È conciliabile l'attività estrattiva di idrocarburi liquidi e gassosi con la storia, le vocazioni ambientali-naturalistiche, il patrimonio storico-archeologico, l'economia agricola e zootecnica, il tessuto socio-antropologico della nostra Isola? Possono o no i sardi avere il riconoscimento della facoltà di dire "no" ad un modello di sfruttamento delle risorse naturali non consono alla propria cifra identitaria?
Ed allora appare particolarmente importante che il Consiglio regionale assuma una iniziativa legislativa tesa a promuovere una legge che vieti la prospezione, la ricerca e la coltivazione di idrocarburi (liquidi e gassosi) in tutta l'Isola e nei mari circostanti (come recitato dall'articolo 1 della proposta di legge), sospendendo tutti i procedimenti autorizzati avviati e non conclusi.
Con l'approvazione della norma proposta, il Consiglio regionale interpreterebbe in maniera autentica senza dubbio alcuno i sentimenti profondi della stragrande maggioranza dei sardi. Riaffermando in questo modo il senso più pieno della propria identità autonomista.
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TESTO DEL PROPONENTE
Art. 1
Ambito di applicazione1. La prospezione, la ricerca e la coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi sono vietate in tutto il territorio della Regione e nelle acque marine prospicienti.
2. Il divieto di prospezione, ricerca e coltivazione di cui al comma 1 si applica anche ai procedimenti autorizzatori avviati e non conclusi alla data di entrata in vigore della presente legge.
3. Sono fatti salvi, fino all'esaurimento dei relativi giacimenti, i permessi, le autorizzazioni e le concessioni in essere, nei limiti stabiliti dai provvedimenti stessi.