CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

PROPOSTA DI LEGGE N. 492

presentata dai Consiglieri regionali
VARGIU - COSSA - DEDONI - FOIS - MELONI Francesco - MULA

il 5 marzo 2013

La lingua inglese per lo sviluppo della Sardegna "Sardegna speaks english 2"

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RELAZIONE DEL PROPONENTE

Nella XII legislatura regionale, il gruppo consiliare dei Riformatori presentò per la prima volta la proposta di legge denominata "Sardegna speaks english".

Il testo nacque attraverso il contributo di molte autorevoli partecipazioni (dal British council, alle associazioni degli insegnanti di lingua straniera, al Centro linguistico di ateneo delle Università di Cagliari e Sassari), con obiettivi chiari e ambiziosi.

Il significato della proposta venne, infatti, esplicitato in tutti i modi possibili: nell'idea dei proponenti, non si trattava di sostenere genericamente la diffusione della lingua inglese in Sardegna attraverso un po' di contributi a pioggia ai soggetti potenzialmente interessati, ma si lavorava per un obiettivo assai più difficile, secondo molti al limite del velleitario: il bilinguismo italiano/inglese in Sardegna.

Per quale motivo, ci chiedevano in tanti, il Consiglio regionale della Sardegna avrebbe dovuto prestare attenzione ad un'idea così apparentemente fuori scala, destinando risorse economiche importanti che comunque sarebbero state sottratte ad altri settori vitali della nostra economia e della nostra vita sociale?

Nel ragionamento di coloro che contribuirono a scrivere il testo e dei Consiglieri regionali che firmarono la proposta, gli obiettivi e i percorsi erano invece assolutamente lineari e nessuna obiezione restava senza risposta. Sardegna speaks english nasceva da valutazioni che oggi sono forse più attuali di allora e che vale la pena di riprendere dalla relazione che accompagnava il progetto di legge:
"La Regione Sardegna presenta peculiarità storiche e geografiche assolutamente uniche.

Essa è infatti un'Isola assai vasta (la seconda nel Mar Mediterraneo), con una superficie di circa 24.000 km2 e con una popolazione relativamente ridotta (circa 1.600.000), per la maggior parte concentrata in alcune grandi città, ma, in misura non insignificante, anche dispersa in un territorio che ha grandi problemi di viabilità e comunicazioni interne.

Nel corso della sua storia, la Sardegna ha vissuto brevi momenti di autonomia, alternati a lunghi periodi di dominazione (romana, pisana, spagnola, piemontese), che ne hanno condizionato fortemente lo sviluppo culturale ed economico.

Abituati nei secoli a temere il mare perché portatore di invasori, i sardi hanno fortificato le loro città costiere e si sono spesso ritirati verso l'interno, per meglio difendere la propria indipendenza.

Ciò ha contribuito ad accentuare i caratteri dell'isolamento derivanti dalla separazione dalla terraferma e ha comportato l'ulteriore nascita di "isole nell'isola", caratterizzate da impervietà geografica e da chiusura culturale, economica, genetica.

Anche nei tempi più moderni, nel corso dell'ultimo secolo del primo millennio, la Sardegna ha continuato a scontare le difficoltà nei collegamenti con il resto dell'Italia e ha conosciuto uno sviluppo economico e sociale decisamente rallentato rispetto alla penisola.

Non certo per caso, i temi della continuità territoriale sono da sempre ai primi posti dell'agenda della politica sarda, ad indicare quanta attenzione è stata costantemente rivolta alla necessità di garantire sempre maggiori scambi, pacifici e produttivi, con le realtà d'oltremare.

Dal secondo dopoguerra in poi, il clima culturale sardo è decisamente mutato. È cresciuta la consapevolezza di doversi confrontare con sistemi sociali diversi dal nostro, è cresciuta la consapevolezza dell'arricchimento che discende dal confronto tra diversità, sono decisamente migliorati i collegamenti marittimi ed aerei che hanno facilitato immensamente le politiche di scambio.

La stessa, forte emigrazione sarda è diventata un valore aggiunto, perché ha consentito nuovi rapporti tra i residenti in Sardegna e il "popolo sardo separato" e ha attivato virtuose osmosi con realtà complessive molto differenti da quella isolana.

La crescita degli scambi commerciali e delle esportazioni, il boom del settore turistico a partire dagli anni '50, l'avvento delle logiche del mercato globale e l'esplosione della "rete", hanno ulteriormente contribuito ad accelerare la crescita culturale della Sardegna, ponendola improvvisamente davanti alla necessità di parlare con il mondo, arricchendosi così di nuove esperienze e Conoscenze.

In particolare, il mondo di internet rappresenta la prima, vera continuità territoriale raggiunta dai sardi che, per la prima volta nella loro Storia millenaria, si trovano di fronte ad una nuova scommessa economica, in continua espansione, che non penalizza gli abitanti dell'isola perché non è strettamente legata a logiche di tipo geografico e territoriale.

A questo proposito, forse non è una caso che una delle più prestigiose aziende mondiali della "rete", abbia solide radici proprio in Sardegna.

A questo punto resta da completare l'ultima parte della scommessa: quella finalizzata a fornire a tutti i sardi le conoscenze di base per potersi sentire cittadini del mondo, per potersi confrontare e per poter competere ad armi pari nei mercati globalizzati, anche sfruttando pienamente tutte le opportunità offerte dalle nuove tecnologie.

Da queste premesse nasce l'attuale proposta di legge, che si propone un obiettivo strategico di medio periodo: quello dell'introduzione nel contesto sociale della nostra Regione delle conoscenze della lingua inglese necessarie a comunicare con rapidità e semplicità con il resto del mondo, anche attraverso lo strumento informatico che tante aspettative accende nell'intera comunità sarda.

La scelta della lingua inglese non rappresenta dunque il rischio di una nuova sudditanza culturale, ma è invece l'individuazione ferma e decisa dello strumento indispensabile per aprire ai sardi la porta del mondo, fornendo loro la possibilità di usare la lingua mondiale della comunicazione.

È ben vero infatti che altre lingue hanno diffusione parlata paragonabile a quella della lingua inglese ed è altrettanto noto che i programmi della Comunità europea mirano al multilinguismo e riconoscono propria dignità a tutte le 20 lingue ufficiali della Comunità.

Ma è altrettanto vero che la lingua inglese è diventata nel tempo la lingua di comunicazione tra i non anglofoni e rappresenta dunque la seconda opzione della maggior parte dei cittadini del mondo che non siano di madre lingua inglese.

L'inglese è la lingua di scambio della scienza, della diplomazia, del commercio, dell'industria, del turismo. L'inglese è la lingua di Internet. Paradossalmente l'inglese non è più esclusiva proprietà dei Paesi di cultura anglosassone, ma è un veicolo di comunicazione al servizio del mondo.

La scelta della lingua inglese per la Sardegna non sottintende dunque giudizi di nessun genere sul background storico-culturale di riferimento, ma intende soltanto sottolineare la necessità per i sardi di appropriarsi velocemente di una competenza di comunicazione utile ad accelerare attraverso gli scambi ogni prospettiva di sviluppo sociale ed economico della nostra terra.

La scelta dell'inglese non si contrappone ovviamente né alla valorizzazione della lingua sarda già intrapresa da questa Regione, né alla diffusione e all'uso costante della lingua italiana: essa mira invece a dare ai sardi una indispensabile chance in più, necessaria per annullare velocemente i gap e i ritardi di sviluppo che ancora oggi sconta la nostra Isola.

La scelta di importanti investimenti economici sulla diffusione della lingua inglese in Sardegna, di cui è portatrice la presente proposta di legge, non contrasta neppure con le indicazioni della Comunità europea a favore del multilinguismo (obiettivo per i cittadini europei: parlare la propria lingua madre + 2 altre lingue comunitarie). Siamo infatti convinti che la crescita della consapevolezza dell'utilità dello strumento linguistico tenderà a favorire l'apprendimento delle altre lingue e, all'interno dello stesso, attuale strumento legislativo, abbiamo comunque previsto la presenza di premialità finalizzate alla diffusione del multilinguismo.

Tutte le attività prevista dalla presente proposta vanno dunque verso il coinvolgimento dell'intera popolazione sarda nelle dinamiche dell'apprendimento linguistico dell'inglese, attraverso l'introduzione di logiche di premialità che, dal mondo dell'infanzia e della scolarità, sino a quello delle attività istituzionali, economiche e culturali spingano i sardi ad accelerare noti percorsi, peraltro parzialmente già in essere, di acquisizione dello strumento linguistico.

Il meccanismo che la presente proposta intende mettere a regime è dunque rappresentato da una sorta di circuito virtuoso dell'apprendimento che, pur in assenza di obblighi individuali, favorisca in tutti i modi l'acquisizione rapida e diffusa della pratica linguistica inglese, incoraggiando in tutti i modi il raggiungimento di livelli di conoscenza che possano essere validati e scientificamente certificati attraverso i "threshold levels", raccomandati dallo stesso Consiglio d'Europa.

Il raggiungimento dell'obiettivo è naturalmente subordinato alla complessiva scientificità dell'approccio, che è garantito dal coinvolgimento diretto nella realizzazione del progetto del prestigioso British Council e dalla collaborazione del mondo universitario sardo (e dei Paesi anglofoni), del mondo della scuola, della cultura e dell'economia, tutti ampiamente coinvolti nella programmazione e nella gestione delle attività di diffusione linguistica.".

Ancora oggi, la rilettura della relazione di accompagnamento della proposta di legge n. 1 del 2004 scioglie ogni eventuale, ragionevole dubbio sulle finalità che animavano i proponenti.

La sfida sulla diffusione della conoscenza della lingua inglese non era certo una scommessa meramente "culturale", rivolta allo studio di usi e linguaggi differenti dai nostri, né era un maldestro tentativo di certificare la superiorità della cultura anglosassone rispetto alle altre culture europee, con cui ci confrontiamo quotidianamente.

Né tanto meno era una manovra sostenuta dal retro pensiero di snaturare o di annacquare le radici culturali della Sardegna.

Sardegna speaks english (SSE) era un grande progetto, con grandi obiettivi.

SSE mirava a creare un'infrastruttura immateriale che contribuisse a rompere l'isolamento geografico della Sardegna, che consentisse la comunicazione dei sardi con il resto del mondo, utilizzando adeguati canali di scambio linguistico.

Sardegna speaks english non rappresentava dunque una scommessa "culturale", ma una complessiva sfida di innovazione, che potesse conferire ai sardi un valore aggiunto da spendere sul tavolo del proprio sviluppo economico, che aiutasse gli uomini, le merci, le offerte materiali e immateriali della nostra terra a guadagnare spazi vitali nei mercati mondiali.

Durante la proposizione del disegno di legge da cui trasse vita la legge regionale n. 4 del 2006 (legge finanziaria regionale), la Giunta di centrosinistra allora al governo della Sardegna fece propria l'intuizione di Sardegna speaks english e la introdusse nel primo comma dell'articolo 16 che testualmente recita:
"1. È autorizzata, nell'anno 2006, la spesa di euro 20.000.000 per la realizzazione di un programma denominato "Sardegna speaks english", finalizzato alla diffusione della conoscenza della lingua inglese. I relativi criteri e le modalità di attuazione sono approvati dalla Giunta regionale su proposta dell'Assessore competente per materia, previo parere della Commissione consiliare competente da esprimersi entro venti giorni, decorsi i quali il parere si intende acquisito (UPB S11.073).".

Il decollo di Sardegna speaks english avvenne dunque in un modo diverso da quello che avevano ipotizzato gli originali proponenti: non attraverso una legge organica che venisse approvata dopo un adeguato dibattito consiliare, in grado di dare dignità propria al progetto, ma un comma di una legge finanziaria, assai stringato nella sua forma e subordinato alla successiva azione amministrativa della Giunta regionale per quanto attinente ai dettagli della sua attuazione concreta.

Intendiamoci, senza la determinazione del Presidente della Regione, della sua maggioranza e del Consiglio regionale di allora, è assai probabile che il progetto d Sardegna speaks english rischiasse di restare all'interno di uno dei tanti cassetti "perduti" di questo palazzo.

Ma è altrettanto evidente che l'assenza di una legge organica specifica ha reso assai più precaria l'esistenza stessa del progetto e la sua rispondenza agli obiettivi originali dei proponenti.

Ed è ancora evidente che la "perdita di vista" di quegli obiettivi che, per la loro valenza assolutamente strategica per le sorti della Sardegna giustificavano la prosecuzione nel tempo degli investimenti previsti da SSE, indebolisce grandemente l'orizzonte di prospettiva del progetto stesso.

Gli originari 20.000.000 di euro stanziati nel 2006 sono stati purtroppo spesi con grande difficoltà, a causa della farraginosità dei meccanismi burocratici attraverso cui la Giunta regionale ha deliberato l'individuazione dei canali di spesa, al punto che, con la giustificazione dell'elevata concentrazione di residui all'interno dello specifico programma, i successivi stanziamenti deliberati dal Consiglio su proposta della Giunta sono diventati assolutamente insufficienti e inadeguati rispetto all'obiettivo dichiarato.

In particolare, nel 2007, la legge regionale n. 2 ha disposto lo stanziamento di somme decisamente modeste e dedicate a specifici interventi, come si evince dal testo sotto riportato:
"si dispone la spesa di euro 1.000.000, nell'anno 2007, di cui il 50 per cento da investire nell'azione 2.2, attraverso i canali della televisione digitale terrestre, nell'area oggetto dello switch off già realizzato il 1° marzo 2007, per la prosecuzione del programma "Sardegna Speaks English" finalizzato alla conoscenza della lingua inglese, ad integrazione delle risorse disponibili per l'attuazione degli interventi previsti dalla misura 3.8 del POR Sardegna 2000-2006 (UPB S02.01.014 - SC02.0361);".

Nel 2008, la legge finanziaria regionale (legge n. 2 del 2008) all'articolo 4, comma 1, lettera h), analogamente ha disposto quanto segue:
"h) la spesa di euro 5.000.000, nell'anno 2008, per la prosecuzione del programma "Sardegna speaks english" finalizzato alla conoscenza della lingua inglese (UPB S02.01.014);".

Nel 2009, per le note vicende politiche legate al termine anticipato della legislatura, la legge finanziaria regionale venne redatta con forte ritardo, ma anche la nuova Giunta e la nuova maggioranza dimostrarono la volontà di proseguire nel programma di Sardegna speaks english, senza peraltro dimostrare (almeno nelle entità dei finanziamenti dedicati) la consapevolezza che fosse necessario imprimere una svolta sostanziale alle caratteristiche ormai consolidate del programma.

Lo si deduce dalla lettura del comma 52 dell'articolo l della legge finanziaria (legge regionale n. 1 del 2009) che dispone:
"52. Per le finalità di cui all'articolo 16, comma 1, della legge regionale n. 4 del 2006 e successive modifiche e integrazioni, è autorizzata nell'anno 2009 la spesa di euro 1.000.000 per la prosecuzione del programma "Sardegna Speaks English" finalizzato alla conoscenza della lingua inglese (UPB S02.01.014).".
Nel 2010, per la prima volta, la legge finanziaria regionale dimentica il programma di Sardegna speaks english.
Anche in questo caso, la giustificazione è quella della presenza di un elevato ammontare di residui all'interno dei programmi di spesa, ma, in realtà, è del tutto evidente che, in assenza di una rivalutazione complessiva dell'intera architettura del progetto, risulta del tutto residuale la sua valenza strategica, per cui, in un periodo di grave crisi economica, le risorse finanziarie rischiano di essere tutte dirottate verso altre esigenze considerate "in maggior emergenza".

Nella successiva legge finanziaria del 2011, grazie ad un emendamento introdotto in Aula, dopo lunga discussione, SSE veniva rifinanziato con la somma, poco più che simbolica, di 1 milione di euro, ma era a quel punto del tutto evidente l'esaurimento della spinta propulsiva del progetto e la sua percezione sostanzialmente "ininfluente" da parte del mondo politico regionale.

È fondamentalmente per questo che, quasi undici anni dopo la prima presentazione della propria proposta di legge, il gruppo consiliare dei Riformatori ritiene opportuno ripresentare una proposta di legge che reca il titolo di "Sardegna speaks english 2".

Anche nel titolo, si intende rendere omaggio e giustizia a coloro che, di opposta parte politica rispetto alla nostra, ritennero di valorizzare un'idea che non era loro, conferendogli le risorse economiche inizialmente necessarie per il suo decollo.

Ma, con altrettanta forza, si intende denunciare come l'originario progetto di Sardegna speaks english avesse obiettivi assai più ambiziosi e rivoluzionari per lo sviluppo e per l'economia sarda rispetto a quelli compatibili con le risorse complessive (non soltanto finanziarie) che sono state sinora poste in campo.

Conseguentemente, Sardegna speaks english rischia di essere assimilato ad un piccolo intervento di sostegno alla crescita delle competenze linguistiche specifiche che, in assenza della cornice strategica di riferimento, tende ad esaurirsi nel tempo, senza aver dato i risultati sperati e senza che sia possibile difenderne la valenza iniziale.

Prima che Sardegna speaks english venga dunque sovrastato nella priorità delle esigenze di finanziamento dagli altri mille interventi settoriali apparentemente più urgenti che la società sarda richiede, prima che SSE muoia di consunzione, per morte naturale, i Riformatori ritengono di ribadire e rilanciare la grande scommessa che ne aveva determinato la straordinaria spinta iniziale.

In altre parole, noi Riformatori siamo convinti che la Sardegna non abbia bisogno (né si possa probabilmente permettere) di un piccolo programma di sostegno dell'insegnamento della lingua inglese, ma abbia invece necessità di una grande strategia complessiva che individui nel veicolo comunicativo costituito dalla competenza linguistica dell'inglese lo straordinario volano di sviluppo economico, in grado di costituire un moltiplicatore formidabile per tutte le nostre opportunità economiche.

SSE non rimane un'iniziativa scollegata neppure nel complessivo quadro del progetto di sviluppo per la Sardegna che i Riformatori hanno cercato di mettere in campo in questa legislatura.

Siamo convinti che una delle peggiori debolezze strutturali dell'economia sarda sia rappresentata dalla mancanza di un'azione di costruzione del prodotto Sardegna e di rafforzamento del suo marketing.

In tal senso, i Riformatori hanno presentato un'altra proposta di legge che punta a valorizzare l'unicità straordinaria della storia antica della Sardegna, costruendoci sopra una narrativa affascinante e in parte favolosa, che possa far conoscere nel mondo la nostra Isola e il suo marchio di qualità.

Se questo nostro marketing di prodotto iniziasse a funzionare adeguatamente, è evidente che la sua azione potrebbe diventare trainante non soltanto per la proiezione turistica della Sardegna, ma anche per tutte le filiere economiche di prodotto che al nuovo posizionamento di brand sarebbero collegate.

Ed è altrettanto evidente come tale ambizioso progetto possa avere maggiori chances di realizzarsi soltanto se la diffusione della competenza linguistica inglese viene davvero intesa come perno dello sviluppo economico da parte della nostra classe dirigente e politica.

È per questo che i Riformatori ripropongono con forza e convinzione lo spirito originario del progetto di Sardegna speaks english: siamo certi che in questi anni si sia fatto molto e che ci siano state importanti esperienze che ci possono aiutare a non ripartire da zero e a non commettere errori fatti nel passato: è però altrettanto indispensabile aprire un dibattito in Consiglio regionale che ci consenta di certificare che Sardegna speaks english è un progetto strategico per la nostra Regione, che richiede adeguate risorse economiche, che va opportunamente e strettamente monitorato nei risultati ottenuti perché possa consentire negli anni il raggiungimento degli straordinari obiettivi che si propone, aprendo alla Sardegna nuove possibilità di contatto e di sviluppo della propria economia e sostenendone l'azione di marketing nel mercato globalizzato.

Il testo della proposta tende a dare solidità alle basi esposte nella presente relazione.

In particolare, l'articolo 1 della proposta di legge illustra le finalità e gli obiettivi, confermando la necessità del parternariato culturale e scientifico del British council e ribadendo la complessiva integrazione del progetto, pur nella sua assoluta peculiarità e eccezionalità, nell'ambito delle azioni di merito e dei sistemi di certificazione previsti dal Ministero della pubblica istruzione e dal Consiglio d'Europa.

L'articolo 2 entra nel dettaglio delle azioni che rappresentano le direttrici lungo le quali si dispiega l'azione innovatrice dell'intero progetto.

L'articolo 3 stabilisce la creazione di una authority regionale per la lingua inglese, dotata di struttura amministrativa e di poteri esecutivi e ne disciplina i rapporti con la commissione scientifica, che rappresenta la vera guida operativa e scientifica dell'intero progetto.

Gli articoli 4 e 5 definiscono i compiti della commissione scientifica e regolano l'organizzazione e la convocazione della conferenza dei servizi, che rappresenta lo strumento individuato per garantire il rapporto di stretta collaborazione e di condivisione tra tutti i soggetti operativamente coinvolti nella realizzazione del progetto.

L'articolo 6 stabilisce gli stanziamenti di bilancio necessari per il funzionamento della legge: le cifre che appaiono nella norma finanziaria non sono certo di poco conto. La loro cospicua entità aiuta a dare compiutamente il messaggio sull'importanza che la Regione intende accreditare alla profonda rivoluzione culturale, con indubbie ricadute a cascata, che si intende realizzare attraverso questo strumento legislativo.

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TESTO DEL PROPONENTE

 

Art. 1
Finalità

1. La Regione, nell'ambito dell'adozione delle politiche volte a favorire un programma di sviluppo della popolazione della Sardegna sul piano culturale, sociale ed economico, riconosce, garantisce e promuove la diffusione capillare della lingua inglese, considerata strumento minimo indispensabile per un reale superamento dell'isolamento di larga parte della società sarda.

2. La Regione, pertanto, in collaborazione con il British council, ente britannico per le relazioni culturali con l'estero, assume un ruolo attivo promuovendo e coordinando, secondo modalità sistematiche, gli interventi di diffusione della lingua inglese che, attraverso un progetto globale articolato per obiettivi di breve, medio e lungo periodo, garantiscano la comprensione e l'uso della lingua inglese per tutti i cittadini sardi, con una considerazione prioritaria per i bambini della fascia prescolare e scolare e i giovani.

3. La Regione realizza tali obiettivi attraverso un sistema integrato di premialità e di verifiche avvalendosi anche della collaborazione degli enti certificatori del Progetto lingue 2000, individuati nel protocollo d'intesa n. 883 siglato tra i medesimi enti e il Ministero della pubblica istruzione il 16 gennaio 2002.

4. La Regione ricerca, inoltre, ogni possibile forma di cofinanziamento da parte dei privati e promuove tutte le forme di raccordo e di cooperazione nazionale e internazionale, secondo quanto previsto dalla normativa nazionale e secondo le indicazioni contenute nel documento "Guide for the Development of Language Education Policy in Europe", adottato dal Language policy division del Consiglio d'Europa nell'aprile 2003.

 

Art. 2
Azioni programmatiche della Regione

1. Per il conseguimento delle finalità di cui all'articolo 1, la Regione adotta le azioni programmatiche che rappresentano le indicazioni di indirizzo per la stesura dei piani annuali e pluriennali di intervento, coordinati con le misure previste dalle singole leggi di settore. Tali azioni, adottate sulla base di una specifica programmazione annuale e pluriennale nell'ambito del budget assegnato, sono individuate dagli organi di cui all'articolo 3, tra le seguenti:
a) azione infanzia - progetto prescolare: è finalizzata a moltiplicare le occasioni di apprendimento della lingua inglese in età prescolare, in particolare attraverso azioni di apprendimento certificate, anche sperimentali, all'interno degli asili nido e delle scuole materne;
b) azione infanzia - progetto scolarità: è finalizzata all'introduzione, all'interno delle scuole elementari pubbliche e private, di progetti sperimentali per l'insegnamento della lingua inglese;
c) azione scolarità: è finalizzata ad attivare scambi tra scuole di lingua italiana e inglese, ad incentivare progetti sperimentali che vedano la presenza di insegnanti di madrelingua inglese, che sostituiscano (progetti CLIL) o affianchino i docenti delle singole materie di insegnamento e a realizzare premialità per gli studenti che superino gli esami certificati di apprendimento della lingua inglese;
d) azione università: è finalizzata, con il concorso dei centri linguistici di ateneo, all'uso della lingua inglese nella docenza e nella discenza e prevede l'istituzione di premialità economiche e curricolari per tutti coloro che conseguano gli obiettivi certificati di apprendimento della lingua inglese;
e) azione istituzioni: ha come obiettivo la graduale introduzione della lingua inglese tra quelle ufficiali della pubblica amministrazione regionale, prevede l'incentivazione degli enti pubblici e delle strutture private che favoriscano il conseguimento di livelli certificati di apprendimento della lingua inglese da parte dei propri dipendenti, copertura delle spese sostenute per il conseguimento dei certificati di apprendimento da parte di qualsiasi cittadino sardo, l'introduzione dell'obbligo della conoscenza della lingua inglese nella concorsualità pubblica e la possibilità di istituzione di premialità salariali per coloro che partecipano a programmi certificati di apprendimento della lingua inglese e incentivi economici agli enti locali per la modulistica e la cartellonistica bilingue;
f) azione mass media: prevede la possibilità di incentivare, anche attraverso sponsorizzazioni, le testate giornalistiche e televisive che introducano rubriche di apprendimento e di divulgazione della lingua inglese nell'ambito della loro attività di informazione e incentiva la diffusione della stampa e dei programmi televisivi in lingua inglese;
g) azione informatica: prevede l'incentivazione dell'utilizzo dello strumento informatico e della rete internet attraverso azioni di promozione generale e settoriale e premialità individuali finalizzate all'apprendimento dell'inglese;
h) azione cultura: prevede la redazione di un piano annuale di affiancamento e sponsorizzazione dei progetti finalizzati alla diffusione della lingua inglese presentati da istituzioni e associazioni pubbliche e private, senza fini di lucro;
i) azione formazione e mantenimento: prevede incentivi per la formazione permanente degli insegnanti di inglese e per il mantenimento dei livelli raggiunti di apprendimento della lingua inglese;
j) azione trasporti: prevede la realizzazione di sistemi di incentivazione diretta e indiretta nei trasporti delle persone e delle merci verso paesi anglofoni;
k) azione multilinguismo: prevede la programmazione annuale di un piano di incentivi economici rivolti alla diffusione delle altre lingue straniere, con particolare attenzione per quelle emergenti quali l'arabo, il russo e il cinese.

 

Art. 3
Autorità interassessoriale regionale per l'inglese

1. La Regione, al fine di attuare e coordinare le politiche ed azioni di cui all'articolo 2, istituisce un'autorità interassessoriale per l'inglese presieduta dal Presidente della Regione e composta dagli Assessori competenti nelle materie della pubblica istruzione e della formazione professionale e del lavoro.

2. L'Autorità per l'inglese è costituita con decreto del Presidente della Regione ed esercita le seguenti funzioni:
a) individuazione, pianificazione e coordinamento delle azioni di cui all'articolo 2 che s'intendono adottare attraverso gli strumenti programmatici e di bilancio annuali e pluriennali; a tal fine, in sede di presentazione della proposta di manovra finanziaria e di bilancio pluriennale, l'Autorità presenta una proposta di programma pluriennale contenente le azioni programmatiche che si ritiene di dover adottare sulla base degli stanziamenti di bilancio disponibili;
b) raccordo con organismi e programmi nazionali e internazionali;
c) garanzia dell'integrazione fra i diversi strumenti di ricerca della Regione.

3. L'Autorità per l'inglese si avvale di una struttura amministrativa che opera presso la Presidenza della Giunta regionale e di una commissione scientifica, nominata dal Presidente della Regione, e composta da cinque membri di comprovata esperienza scientifico-didattica, scelti di concerto con l'Ente britannico per le relazioni culturali con l'estero (British council Italy).

4. La commissione è presieduta da un coordinatore scientifico designato, a maggioranza dei membri presenti, nella prima seduta, convocata dal Presidente della Regione trenta giorni dopo la costituzione della commissione.

5. Qualora non ne facciano parte di diritto, alle riunioni della commissione sono sempre invitati a partecipare il direttore dell'Ufficio scolastico regionale della Sardegna, un delegato dei centri risorse territoriali ed i rettori delle università della Sardegna.

 

Art. 4
Proposta e coordinamento delle azioni

1. La commissione scientifica svolge le seguenti attività:
a) fornisce il supporto scientifico all'Autorità per l'inglese nella definizione delle linee generali di lavoro coordinate e coerenti con le finalità della legge e, sulla base del budget assegnato nell'anno precedente, elabora la proposta di piano annuale e pluriennale di intervento;
b) indica le vincolanti metodologie scientifiche attuative delle linee generali e dei singoli settori di intervento;
c) effettua il monitoraggio dei risultati dei progetti;
d) predispone una relazione annuale sullo stato di attuazione del progetto.

 

Art. 5
Conferenze dei servizi

1. L'Autorità per l'inglese di cui all'articolo 3, al fine di attuare efficacemente le azioni programmatiche e i progetti individuati dalla commissione scientifica e per favorire la più ampia collaborazione e raccordo tra gli enti e le istituzioni pubbliche e private indice, con cadenza semestrale, una conferenza di servizi a cui partecipano tutti i soggetti coinvolti nell'attuazione dei progetti individuati.

 

Art. 6
Norma finanziaria

1. Le spese previste per l'attuazione della presente legge sono valutate in euro 50.000.000 per ciascuno degli anni dal 2013 al 2023; alle stesse si fa fronte con pari quota delle risorse regionali che saranno iscritte nelle competenti UPB dei bilanci della Regione per ciascuno dei predetti anni.