CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURAPROPOSTA DI LEGGE N. 467
presentata dai Consiglieri regionali
GRECO - PITTALIS - STOCHINO - LOCCI - RODIN - BARDANZELLU - CONTU Mariano Ignazio - PIRAS - LUNESU - FLORIS Rosanna - TOCCO - PERU - AMADU - PETRINI - SANNA Paolo Terzo - SANJUST - LAI - MURGIONI - GALLUSl'8 gennaio 2013
Interventi preventivi in materia di abuso di sostanze alcoliche nell'età giovanile e adolescenziale
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RELAZIONE DEL PROPONENTE
Secondo i risultati di uno studio sul consumo delle bevande alcoliche, l'Italia si conferma un paese conscio del suo passato di tradizione vinicola che ha conosciuto gli studi classici dell'evoluzione dal mondo rurale e contadino a una società di industrializzazione.
Sebbene il contesto generale disegni dunque un paese capace di conservare un livello alto e condiviso di salute, la diffusione del consumo di alcol fra i più giovani è un dato preoccupante che va presidiato con molta attenzione.
Dalle ricerche sottese al Piano regionale di prevenzione 2010-2012 emerge che i minori sardi di 11 anni (e più) che dichiarano di consumare vino sono stati nel 2008 il 49,1 per cento (la percentuale è stabile dall'anno 2003).
Se si analizza il consumo, si riscontra che il 3,4 per cento beve oltre mezzo litro al giorno e il 19,9 per cento meno di mezzo litro (1 o 2 bicchieri), mentre il 21,9 per cento assume vino più raramente.
Sempre nell'ambito della popolazione sarda, i minori (11 anni e più) che dichiarano di bere birra raggiungono una quota, nel 2008, pari al 45,8 per cento, superiore a quella relativa all'anno 2007 (43,7 per cento).
Il consumo giornaliero riguarda il 9,1 per cento dei soggetti; consuma birra più raramente circa un quarto delle persone (24,6 per cento).
Il consumo stagionale riguarda, invece, il 12,1 per cento dei sardi di 11 anni e più.
Per quanto riguarda le altre bevande alcoliche, nel 2008 il 26,1 per cento della popolazione sarda di tale fascia d'età (11 anni e più) ha dichiarato di consumare aperitivi alcolici, seguono gli amari (25,8 per cento) e i liquori (20,1 per cento).
L'abitudine a bere alcolici fuori pasto riguarda il 29,8 per cento della medesima popolazione sarda di 11 anni e più, valore superiore a quello rilevato nel 2007 (27,6 per cento), analogamente a quanto osservato per la birra (il 70,6 per cento di questi consuma alcolici fuori pasto meno di una volta la settimana).
Soltanto il 34,2 per cento della popolazione sarda della stessa fascia (11 anni e più) dichiara di non consumare mai né vino, né birra, né altre bevande alcoliche fuori pasto.
Dai dati rilevati nell'anno 2009 emerge che con l'aumentare dell'età aumenta la quota di coloro che assumono bevande alcoliche ogni giorno (passando da 1,5 per cento negli undicenni a 3,9 per cento nei tredicenni e a 5,2 per cento nei quindicenni), ogni settimana (2,4 per cento, 7,5 per cento e 19,9 per cento, rispettivamente fra gli undicenni, i tredicenni e i quindicenni) e ogni mese (2,2 per cento, 7,7 per cento e 14,1 per cento fra gli undicenni, i tredicenni e i quindicenni, rispettivamente).
La frequenza di assunzione di bevande alcoliche nella settimana risulta maggiore nelle giornate di sabato e domenica.
Con l'età aumenta anche la frequenza delle ubriacature.
La percentuale di quindicenni sardi intervistati che ha abusato (nel senso che è arrivata ad uno stato di alterazione psico-fisica) delle sostanze alcoliche almeno due volte (pari al 25 per cento nei maschi e al 13 per cento nelle femmine) risulta superiore alla media nazionale.
Con riferimento all'anno 2011, per comprendere la gravità del fenomeno è sufficiente considerare i risultati di una ricerca condotta su un campione 4.380 giovani (maschi 46,9 per cento e femmine 53,1 per cento), di età compresa tra i 10 ed i 18 anni (studenti e studentesse di 30 scuole, di cui 14 scuole secondarie di secondo grado, 2.096 studenti del primo anno, e 16 scuole secondarie di primo grado, 2.284 studenti del primo, secondo e terzo anno delle storiche quattro province sarde), ricerca facente capo al Dipartimento di psicologia dell'Università degli studi di Cagliari: più della metà dei giovani (58,7 per cento) dichiara di bere alcolici.
I bevitori sono per lo più ragazzi (52,7 per cento), ma anche le ragazze presentano un'alta frequenza di consumo (42,7 per cento).
L'età maggiormente associata al consumo di alcolici è quella compresa tra i 14 e i 15 anni (58,2 per cento).
Sono, peraltro, gli studenti e le studentesse della scuola secondaria di secondo grado a essere maggiormente interessati dal fenomeno (60,6 per cento).
Tuttavia, il fatto che un numero pari a 1.011 ragazzi e ragazze della scuola secondaria di primo grado beva alcolici è un elemento che testimonia e conferma quanto osservato dall'Organizzazione mondiale della sanità, cioè la tendenza ad avvicinarsi all'alcol e ad iniziare a bere alcolici in età sempre più precoce.
Anche la residenza in una delle quattro province storiche della Regione (Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano), secondo la ricerca sopra descritta, incide sul consumo di alcolici tra gli adolescenti: gli studenti e le studentesse che vivono nella provincia di Cagliari (30,1 per cento) fanno meno uso di bevande alcoliche, mentre il consumo si fa più elevato nella provincia di Sassari (28,1 per cento), Oristano si assesta su un dato pari al 25 per cento dei bevitori e Nuoro pari al 25,4 per cento (bevitori).
È particolarmente allarmante il fatto che la media dei minori abbia dichiarato di aver iniziato a bere a 11,7 anni: le ragazze bevono principalmente in compagnia di amici (51,4 per cento), mentre i ragazzi in famiglia (57,4 per cento).
Per quanto riguarda il consumo nel weekend, i minori assumono alcolici principalmente con il proprio gruppo di amici in ristoranti, pub, bar, locali notturni e discoteche.
Le bevande alcoliche maggiormente consumate sono birra, cocktail con energy drink e alcolpops (queste ultime, definite anche premix, sono bevande alcoliche con aggiunta di bibite analcoliche, sostanze edulcoranti e aromi. Il loro tenore alcolico si situa tra il 5 e il 6 per cento del volume).
Sebbene la maggior parte dei minori che fa uso di sostanze alcoliche sia coinvolto in un consumo occasionale, ben il 36,3 per cento (573 persone su 2.569) dichiara di essersi ubriacato negli ultimi sei mesi.
Il 14,3 per cento dei bevitori (367 persone su 2.569), inoltre, è coinvolto nel fenomeno del binge drinking: tale condotta, consistente nel bere ingenti quantità (circa sei dosi) di alcolici fuori dai pasti, si concentra nel weekend, in particolare il sabato sera.
I minori di età compresa tra i 14 e i 15 anni sono quelli principalmente coinvolti nel comportamento rischioso appena descritto.
Da quanto esposto emerge come la sorveglianza degli stili di vita, quali il bere lontano dai pasti o il bere quantità eccessive di alcol in una singola occasione, sia di fondamentale importanza nella valutazione e prevenzione del rischio connesso all'assunzione di bevande alcoliche.
Non può infine trascurarsi come l'impatto sanitario e sociale delle conseguenze derivanti dal consumo isolato o occasionale dell'alcol (ad esempio i casi di intossicazione alcolica o di incidenti stradali e nei luoghi di lavoro alcol correlati ecc.) sia perfino maggiore degli effetti, sociosanitari, prodotti all'alcoldipendenza.
In quest'ottica, l'importanza della prevenzione nell'età adolescenziale è centrale per realizzare interventi efficaci e per evitare che molte situazioni di rischio degenerino in devianza, in cronicità o in patologie gravi che richiedono, necessariamente, interventi terapeutici o assistenziali più lunghi, dolorosi e d'incerta risoluzione, oltre che estremamente onerosi per il servizio sanitario.
L'adolescenza riguarda tutti, in primo luogo perché è una tappa fondamentale della vita di ciascun individuo e poi perché essa, per definizione, è crescita, è un processo continuo di sfide, dubbi, traguardi e nuovi obiettivi che ognuno, nella sua unicità, elabora nel confronto con gli altri, coetanei e non.
Vivere in modo sano questo periodo di transizione significa dunque esperire il più possibile al fine di sviluppare una propria identità personale e sociale coesa e quanto più stabile.
Il rischio di abuso alcolico, specie inteso come un'occasione relegata ad un momento di fragilità, è dunque una minaccia che non deve essere sottovalutata, rappresentando al contempo una spia del comportamento individuale, a cui non deve seguire una demonizzazione oltranzista; questo fenomeno deve piuttosto essere conosciuto e valutato come uno degli aspetti dell'esperienza umana di maturazione e crescita.
Se i primi assaggi e i primi consumi vedono i giovanissimi avvicinarsi gradualmente ad un consumo regolare, l'età giovanile in senso proprio coincide con l'affermazione di usi frequenti, nella maggioranza dei casi in quantità moderate ma con picchi d'eccesso preoccupanti in rapporto ad occasioni particolari come le uscite in discoteca. Se comunque esiste una prevalenza del rapporto sano tra l'assunzione delle bevande alcoliche e il gusto alimentare, tuttavia alcuni giovani consumatori mutano rotta incentrando l'uso dell'alcol come opzione ricreativa ed edonistica, abbinata ad un depauperamento del valore alimentare delle bevande, anche associandovi valenze trasgressive in cui l'alcol, talvolta, diviene il precursore di altre sostanze,
Si tratta di sacche comportamentali che segnano un esordio precoce di consumi ad altissimo rischio. I giovani, in sintesi, sono maggiormente esposti alla pressione che li spinge a fuoriuscire dalla normalità dei consumi (di alcol) che aveva caratterizzato il passato. Ebbene, l'allarme si riferisce specialmente a quelle personalità adolescenziali più vulnerabili, per genetica, abitudini e per contesto socio-culturale, le quali possono stabilire un rapporto problematico con le bevande alcoliche.
Non è raro che un adolescente incorra nell'abuso di alcol o di altre sostanze: molti vi si avvicinano per curiosità, per sentirsi meglio, per ridurre lo stress, per divertirsi, per avere un'esperienza da condividere con i coetanei, o semplicemente per sentirsi grandi. Per questo motivo, per un adolescente è difficile pensare che tale esperienza possa diventare un problema o che questo possa condurre ad una dipendenza. Molto spesso ciò è circoscritto a periodi particolari della loro vita o ad eventi stressanti individuali o familiari.
Tanti possono essere i fattori di rischio nell'abuso delle ridette sostanze, ma i più significativi possono essere ricondotti ai cambiamenti psicologici e sociali tipici di questa fase dello sviluppo.
Non può al riguardo trascurarsi l'importanza primaria della famiglia e, in negativo, di un ambiente familiare caotico, nel quale i genitori hanno avuto esperienze di abuso di tali sostanze, talvolta abbinate a disturbi psichiatrici, o magari di un contesto familiare caratterizzato da relazioni umane scarse e superficiali.
Negli ultimi dieci anni i consumi giovanili hanno subito una virata, si è infatti abbassata l'età d'inizio del consumo ed è cresciuta la tendenza alle eccedenze, commista all'assunzione di sostanze psicoattive.
A tutto questo si aggiunge un dato importante anche dal punto di vista economico: si stima che i problemi di salute indotti dal consumo/abuso di prodotti alcolici siano responsabili del 9 per cento della spesa sanitaria.
Da questa rapida ricognizione si comprende la ragione per cui, negli ultimi anni, si sia consolidata una cultura istituzionale in campo alcologico; cultura che ha determinato l'urgenza e la necessità di rafforzare il sistema di misure programmatiche e organizzative, con particolare attenzione al mondo giovanile e scolastico, coerentemente con le misure adottate anche di recente a livello nazionale.
Il testo della presente proposta di legge si compone di 11 articoli.
L'articolo 1 definisce l'oggetto dell'intervento normativo; l'articolo 2 definisce le finalità e le linee programmatiche della presente proposta di legge, nel rispetto dei principi della Costituzione italiana e dello Statuto della Regione Sardegna.
L'articolo 3 detta le azioni concrete necessarie al fine di perseguire gli obiettivi di cui all'articolo 2 e, segnatamente, le azioni di sensibilizzazione ed educazione sull'abuso delle sostanze alcoliche, gli interventi di prevenzione dell'abuso di alcol, la creazione di campagne educative, informative e la promozione di attività di ricerca, la valorizzazione di ambienti e contesti finalizzati alla promozione della cultura della salute e dello sport, la tutela dei minori, dei giovani in genere, rispetto alle problematiche legate all'abuso di sostanze alcoliche, il riconoscimento della scuola quale comunità in salute.
L'articolo 4 ha ad oggetto gli interventi da attivare nell'ambito delle istituzione scolastiche, con la partecipazione e l'ausilio di tutti gli operatori (ed anche con il coinvolgimento di tutte le professionalità mediche).
L'articolo 5 riguarda gli interventi preventivi nell'ambito della famiglia e specificamente il coinvolgimento, necessario, degli enti locali nella promozione delle iniziative sociali e formative a favore dei minori, giovani e adolescenti che presentino disagi tali da sfociare nell'abuso di sostanze alcoliche o che già patiscano gli effetti dell'abuso stesso.
L'articolo 6 istituisce i cosiddetti centri di incontro, riconoscendo l'importanza (rispetto al fenomeno dell'abuso di sostanze alcoliche in età giovanile) dei luoghi di ritrovo o di ricreazione anche sportiva, per adolescenti e giovani, con finalità socializzanti, culturali e pedagogiche.
L'articolo 7 ha ad oggetto la promozione di sistemi di informazione, formazione, studio e ricerca sulla salute, sul benessere e sull'abuso di sostanze alcoliche dall'infanzia all'adolescenza.
L'articolo 8 istituisce, incentivando il necessario intervento dei comuni, i centri per la famiglia e l'ascolto giovanile quali luoghi di supporto e di aiuto nella gestione delle problematiche legate all'abuso delle sostanze alcoliche.
L'articolo 9 sancisce l'importante ruolo delle associazioni ed attività di volontariato, offrendo una definizione normativa del cosiddetto "terzo settore".
L'articolo 10 riconosce altresì l'importanza delle attività di raccordo, della collaborazione e del lavoro di rete tra tutti i soggetti che operano all'interno del settore di cui all'articolo 9.
L'articolo 11, infine, contiene la norma finanziaria di attuazione.
Vista la diffusione del fenomeno a livello regionale, la gravità e la rilevanza sociale dei rischi derivanti dall'abuso di alcol nel mondo giovanile, si auspica una rapida approvazione della presente proposta di legge in Aula.
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TESTO DEL PROPONENTE
Art. 1
Oggetto1. La Regione, nel rispetto della Costituzione e dello Statuto, anche in attuazione delle scelte di programmazione socio-sanitaria, nazionale e regionale, promuove e valorizza la salute ed il benessere della popolazione giovanile e minorile, con particolare attenzione alle conseguenze derivanti dall'abuso di sostanze alcoliche ed agli effetti delle stesse, interviene con azioni rivolte alla tutela dei giovani in relazione al consumo di tali sostanze.
Art. 2
Finalità1. La Regione, nell'ambito delle proprie competenze, fornisce ai giovani tutti gli strumenti, anche cognitivi, utili per prevenire i rischi derivanti dall'abuso di sostanze alcoliche, e stimola le loro abilità cognitive, emotive e relazionali.
2. Gli interventi di cui alla presente legge sono finalizzati, all'innalzamento della qualità e della cultura della vita, anche mediante la diffusione di stili e condotte alimentari e comportamentali corretti e consoni all'età adolescenziale e giovanile in genere.
3. La Regione riconosce, in tale ambito, il ruolo degli enti locali e delle aziende sanitarie l'importanza delle associazioni del terzo settore, di quelle sportive, delle istituzioni scolastiche e di formazione e di tutti gli operatori del settore.
Art. 3
Azioni1. Ai fini di cui all'articolo 2, la Regione:
a) promuove e favorisce azioni di sensibilizzazione ed educazione sugli effetti e sulle conseguenze derivanti dall'abuso di sostanze alcoliche. ed in particolare, incentiva le campagne di informazione sui rischi derivanti dall'abuso di sostanze alcoliche, soprattutto in età giovanile, da attivarsi presso gli istituti scolastici e presso i pubblici esercizi, le palestre ed i luoghi in cui si svolge attività sportiva, anche al fine di favorire la diffusione e conoscenza della presente legge e delle finalità della stessa;
b) rafforza le azioni finalizzate alla prevenzione dei danni provocati dall'abuso di alcol, anche informando i giovani, già in periodo scolare, sui rischi e sui significati dell'abuso alcolico, e tutela il diritto dei minori, degli adolescenti e dei giovani ad una vita familiare e sociale protetta dai rischi derivanti dall'abuso di sostanze alcoliche, mediante lo sviluppo di azioni intersettoriali che coinvolgano i giovani, anche in età scolare, le famiglie e le associazioni di categoria operanti nei settore;
c) incentiva la creazione di campagne informative ed iniziative permanenti contro l'abuso di alcolici, coinvolgendo le scuole, le associazioni sportive, i luoghi di ritrovo e di divertimento e gli oratori;
d) favorisce la nascita di contesti e ambienti socio culturali finalizzati alla promozione della salute, della crescita e dello sviluppo giovanile, nonché di una condotta di vita all'insegna dell'autonomia e della responsabilizzazione;
e) favorisce l'attività e la cultura sportiva, quali strumenti di benessere e di protezione della salute, anche attraverso percorsi d'intesa con le federazioni sportive;
f) riconosce la scuola come comunità in salute, come luogo deputato agli interventi di educazione ed informazione alla salute, e l'importanza della famiglia quale contesto fondamentale nell'ambito della tutela e prevenzione dall'abuso (giovanile) di sostanze alcoliche.
Art. 4
Interventi nelle istituzioni scolastiche1. Le istituzioni scolastiche, di ogni ordine e grado, quale fondamentale luogo di intervento delle attività di cui alla presente legge, realizzano, anche con l'ausilio e la partecipazione dei medici e di tutti gli operatori del settore, le seguenti iniziative:
a) le scuole primarie, attraverso la collaborazione dei pediatri di libera scelta e di psicologi infantili, adottano linguaggi adeguati all'età degli alunni e promuovono campagne educative finalizzate alla conoscenza delle sostanze alcoliche, degli effetti, del concetto di abuso e delle sue conseguenze sulla salute e sulla vita dell'individuo;
b) le istituzioni scolastiche (scuole secondarie inferiori e superiori), attraverso l'ausilio e l'intervento di professionalità multisettoriali (mediche, psicologiche, giuridiche), favoriscono lo sviluppo equilibrato della personalità giovanile, forniscono informazioni corrette sulle sostanze alcoliche e sui fattori di rischio, adottano metodi di approccio e procedure mirate alla riduzione delle situazioni di pericolo e dei disagi giovanili che conducono all'abuso di alcol ed al confronto con il mondo degli adulti, promuovono stili di vita incentrati sul benessere e sull'equilibrio, inclusa l'educazione allo sport. Esse prevedono, anche in rapporto alla fascia evolutiva degli alunni, azioni e tecniche di monitoraggio e rilevazione dell'abuso di alcolici e del disagio psicologico e familiare.
Art. 5
Interventi nell'ambito della famiglia1. La Regione incentiva gli enti locali affinché promuovano iniziative di carattere socio-educativo rivolte all'infanzia e all'adolescenza, volte a realizzare interventi educativi e/o assistenziali domiciliari rivolti a famiglie con minori, giovani o adolescenti che presentino disagi, psicologici o emozionali, tali da sfociare nell'abuso di sostanze alcoliche, o che manifestino, previo accertamento, gli effetti del ridetto abuso.
Art. 6
Centri di incontro1. La Regione, nel rispetto del principio di sussidiarietà, riconosce l'importanza, incentiva e favorisce la creazione di centri di incontro, di ritrovo o di ricreazione anche sportiva, per adolescenti e giovani, con finalità socializzanti, culturali, pedagogiche, attraverso il supporto di operatori educativi con specifica competenza nell'ambito della promozione del benessere, dello stile di vita sano e della prevenzione dall'abuso di sostanze alcoliche.
Art. 7
Sistemi informativi e attività di ricerca1. La Regione favorisce incentiva e promuove: la creazione di sistemi informativi, formativi e di ricerca sulla salute, sul benessere e sull'abuso di sostanze alcoliche nell'età giovanile (dall'infanzia all'adolescenza); indagini convegni di studio, pubblicazioni ed incontri formativi sulle tematiche dei giovani e del loro rapporto con l'alcol, sulle tematiche relative all'uso di bevande alcoliche ed alla percezione del rischio associata a tale consumo.
Art. 8
Centri per la famiglia e per l'ascolto giovanile1. I comuni, singoli o associati, attivano, nell'ambito delle risorse destinate dal piano socio-assistenziale, appositi centri per la famiglia e l'ascolto giovanile che forniscono informazioni sui servizi e sulle iniziative di supporto e di ascolto ai genitori ed ai figli, anche attraverso la realizzazione di gruppi, corsi, incontri con esperti, consulenze e sostegno mirati alla prevenzione e risoluzione dei problemi legati all'uso ed all'abuso di sostanze alcoliche da parte del figlio minore o adolescente.
Art. 9
Associazioni e attività di volontariato1. La Regione, sempre nell'ambito delle proprie competenze e nel rispetto del principio di sussidiarietà, riconosce e promuove il ruolo delle associazioni di volontariato e di tutte le organizzazioni sociali facenti parte del cosiddetto terzo settore inteso quale settore permeato dal senso della solidarietà, della vicinanza e della prossimità umana, quali utili strumenti atti ad affrontare il problema dell'abuso di sostanze alcoliche in età giovanile.
Art. 10
Attività di raccordo1. La Regione riconosce il ruolo e l'importanza del lavoro di rete inteso come rete interna ai singoli servizi e settori, ed esterna, ossia intercorrente tra i servizi, gli enti, il volontariato, le associazioni, le agenzie e le istituzioni che ad ogni livello operano nel settore giovanile e dell'abuso di sostanze alcoliche di concerto con gli enti locali, le famiglie, le scuole, le strutture sanitarie e le associazioni sportive e ricreative in genere.
2. La rete è intesa anche come strumento per riqualificare l'offerta complessiva degli strumenti preventivi, che sono incentrati sulla conoscenza tanto degli effetti quanto del valore delle scelte che si intraprendono, con particolare attenzione alla cura ed agli eventuali trattamenti riabilitativi.
Art. 11
Norma finanziaria1. Agli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge si fa fronte con gli strumenti finanziari già previsti dalla legislazione vigente.