CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

PROPOSTA DI LEGGE N. 419/A

presentata dai Consiglieri regionali
SANNA Matteo - CONTU Felice - BARDANZELLU - MURGIONI - PERU - STOCHINO - MELONI Francesco

il 19 settembre 2012

Proroga dei termini per la presentazione delle istanze per la realizzazione degli interventi di cui alla legge regionale n. 4 del 2009, e successive modifiche ed integrazioni

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RELAZIONE DEL proponente

La presente proposta di legge disciplina la proroga dei termini previsti dalla legge regionale n. 4 del 2009, così come integrata dall'articolo 8, comma 2, della legge regionale n. 21 del 2011, relativi alla presentazione delle istanze di denuncia di inizio attività o di ottenimento della concessione edilizia finalizzate alla realizzazione dei differenti interventi di ampliamento consentiti dalla legislazione di settore.

La proposta di legge, constatato che ai sensi della vigente normativa il termine per la presentazione delle domande relative alle richieste di ampliamento scade il prossimo 29 novembre 2012 e preso atto del rilevante numero di istanze che sono in via di presentazione presso i competenti uffici comunali, ha la finalità di prorogare tali termini.

Ciò all'esclusivo scopo di agevolare i cittadini che, seppur tardivamente, hanno assunto una decisione in merito e di non vanificare ogni possibile tentativo per cercare di rivitalizzare il comparto edilizio, oggi in grave situazione di sofferenza.

Nel dettaglio, la proposta prevede che gli attuali termini siano prorogati di ulteriori dodici mesi.

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RELAZIONE DELLA QUARTA COMMISSIONE PERMANENTE ASSETTO GENERALE DEL TERRITORIO - PIANIFICAZIONE TERRITORIALE REGIONALE - URBANISTICA - VIABILITÀ E TRASPORTI - NAVIGAZIONE E PORTI - EDILIZIA - LAVORI PUBBLICI

composta dai consiglieri

SANNA Matteo, Presidente e relatore di maggioranza - LOTTO, Vice presidente - PERU, Segretario - CUGUSI, Segretario - BARDANZELLU - CONTU Felice - DIANA Mario - MELONI Francesco - MELONI Valerio, relatore di minoranza - MORICONI - MURGIONI - SANNA Giacomo - STOCHINO

Relazione di maggioranza

On.le Sanna Matteo

pervenuta il 10 ottobre 2012

Il dispositivo licenziato dalla Commissione è finalizzato esclusivamente ad introdurre una proroga dei termini previsti dalla legge regionale 23 ottobre 2009, n. 4 (Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo) così come integrata dall'articolo 8, comma 2, della legge regionale n. 21 del 2011 e segnatamente, quelli relativi alla presentazione della denuncia di inizio attività o di ottenimento della concessione edilizia finalizzate alla realizzazione dei differenti interventi di ampliamento consentiti dalla legislazione di settore.

I componenti di maggioranza della Quarta Commissione permanente, constatato che il termine per la presentazione delle domande relative alle richieste di ampliamento scade il prossimo 29 novembre 2012, e nella consapevolezza dell'importanza che la proroga dei termini riveste per consentire la prosecuzione dell'operatività della stessa per non vanificare ogni possibile tentativo per cercare di sostenere il comparto edilizio, oggi in grave difficoltà, hanno approvato la proroga dei termini attuali.

Il testo esitato dalla Commissione prevede nel dettaglio che gli attuali termini siano prorogati di ulteriori dodici mesi.

Relazione di minoranza

On.le Meloni Valerio

pervenuta il 10 ottobre 2012

Nell'estate del 2009, e quindi ben tre anni fa, quest'Aula affrontò la prima proposta contenuta nel disegno di legge sul tema dell'edilizia, il cui titolo recitava: "Disposizioni straordinarie per il sostegno all'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo". Il cosiddetto Piano casa.

Quel provvedimento vide questo Consiglio confrontarsi per un lungo periodo su due posizioni diverse e contrapposte: da una parte la maggioranza che sosteneva il principio della "deregulation" in materia di urbanistica ed edilizia, ispirato dall'allora Governo Berlusconi che, attraverso il Piano casa, avviato a livello nazionale, si illudeva di risollevare l'economia nazionale con la demolizione delle regole edilizie; dall'altra l'opposizione di centro sinistra a sostenere il sacrosanto principio dell'inderogabilità delle norme edilizie, se non attraverso un percorso di pianificazione attuato secondo criteri e regole, consolidati negli anni, e che governano, in modo assolutamente condiviso e universale, le modalità dello sviluppo urbano nelle società moderne.

Sono trascorsi tre anni, la legge regionale n. 4 del 2009 fu approvata. Successivamente un nuovo provvedimento, il disegno di legge n. 93, che intendeva prorogare ed estendere la legge regionale n. 4 del 2009, fu bocciato dall'Aula, poiché considerato, da componenti politiche della stessa maggioranza, eccessivo nella proposta di deregolamentazione.
Un'ulteriore proroga arrivò, poi, con la legge regionale n. 21 del 2011 modificando ulteriormente la legge regionale n. 4 del 2009, peggiorandola ed estendendo le deroghe. Quel provvedimento inciampò nell'impugnativa del Governo che bocciò qualsiasi velleità del legislatore sardo che tendesse a derogare alle norme paesaggistiche sancite dall'accordo Stato-Regione in forza del Codice Urbani.

Resta, oggi in piedi, la possibilità di derogare ai regolamenti edilizi comunali.

Questa legge si caratterizza poiché racchiude in una cornice normativa, legittimandoli, tutti i vizi e i difetti della attività edilizia speculativa e dà sfogo a quella componente oscura dell'uomo di insofferenza a sottostare alle regole civili che muovono dal bisogno complessivo di governo della società.

Questa legge disconosce totalmente i principi e le norme fondamentali che governano la materia urbanistica, disattende le previsioni degli strumenti urbanistici comunali, compresi i piani particolareggiati. Vanifica gli sforzi compiuti dai comuni che, con fatica ed impegno hanno elaborato, nel rispetto delle norme sovraordinate, sofferti strumenti pianificatori. Vanifica gli sforzi economici espressi da questa Amministrazione regionale nella misura in cui ha finanziato i comuni per dotarsi di strumenti di pianificazione e cioè di regole certe. Rimette in discussione i modelli di sviluppo delle comunità, azzerando anni di confronto politico-culturale indirizzati verso conquiste di civiltà e di consapevolezza del valore del rispetto della pianificazione urbanistica.

Essa consente interventi edilizi di ampliamento, di sostituzione, in totale dispregio degli standard previsti dagli strumenti urbanistici, calpestando le più elementari regole dell'urbanistica che prevedono il rispetto del rapporto spazio per abitante insediato. Stravolge e appesantisce, in alcuni casi, ad esempio, quartieri delle città edificati nell'immediato dopo guerra e sottoposti a regime di piani particolareggiati, stravolgendone totalmente le previsioni e appesantendoli dal punto di vista della vivibilità e dell'impatto ambientale.

Diseduca, insinua nella popolazione l'idea che le regole, anche quelle universalmente riconosciute e consolidate possano essere vissute con superficialità perché tanto la spregiudicatezza di qualche governante, prima o poi, azzererà tutto.

La proposta di legge in discussione, composta di due soli articoli, si propone di prorogare questo sistema di deregolamentazione di altri dodici mesi.

Questo modello operativo, improntato alla faciloneria legislativa, rafforza l'idea che ciò che sarebbe dovuto essere straordinario, così come recitava il titolo della legge regionale n. 4 del 2009 "Disposizioni straordinarie", e quindi metabolizzabile poiché episodico, assume carattere ordinario e che vi sia una evidente incapacità del legislatore, ovviamente riferibile alla maggioranza, a lavorare ad una nuova legge di carattere urbanistico che abbia il sapore della condivisione, della modernità, della assunzione piena dei dogmi della urbanistica, che educhi nella direzione del rispetto dei più elementari principi della convivenza civile e delle regole non derogabili che ad essa afferiscono, che esca dal clima della provvisorietà e della straordinarietà.

Per concludere, Signor Presidente e onorevoli colleghi, credo si comprenda la nostra contrarietà, non tanto alla proroga in quanto tale, poiché, forse, essa a questo punto consente ai comuni di chiudere, ove vi fossero, procedimenti aperti, ma piuttosto contrarietà ad un sistema che come detto deregolamenta e non contempla gli interessi generali.

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TESTO DEL PROPONENTE

TESTO DELLA COMMISSIONE

Art. 1
Proroga di termini

1. Al comma 2 dell'articolo 8 della legge regionale 21 novembre 2011, n. 21 (Modifiche ed integrazioni alla legge regionale n. 4 del 2009, alla legge regionale n. 19 del 2011, alla legge regionale n. 28 del 1998 e alla legge regionale n. 22 del 1984 ed altre norme di carattere urbanistico), sono apportate le seguenti modifiche:
a) le parole "dodici mesi" sono sostituite dalle parole "ventiquattro mesi";
b) le parole "trentasei mesi" sono sostituite dalle parole "quarantotto mesi".

 

Art. 1
Proroga di termini

(identico)

Art. 2
Entrata in vigore

1. La presente legge entra in vigore il giorno della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS).

 

Art. 2
Entrata in vigore

(identico)