CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURAPROPOSTA DI LEGGE N. 353
presentata dai Consiglieri regionali
DIANA Giampaolo - AGUS - BARRACCIU - BRUNO - COCCO Pietro - CORDA - CUCCA - CUCCU - ESPA - LOTTO - MANCA - MELONI Marco - MELONI Valerio - MORICONI - PORCU - SABATINI - SOLINAS Antonio - SANNA Gian Valerio - SORUil 18 gennaio 2012
Norme in materia di parto fisiologico indolore come diritto per le donne in gravidanza
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RELAZIONE DEL PROPONENTE
Il dolore durante il travaglio del parto è considerato uno dei dolori più forti che l'organismo possa percepire; sono ormai quasi cent'anni che si cerca di alleviarlo con diversi sistemi risultati nel tempo più o meno efficaci. Ad oggi, l'anestesia epidurale (o peridurale, sono sinonimi) è la tecnica di analgesia del parto più praticata nel mondo e, secondo le recenti revisioni degli studi scientifici, è non solo molto efficace, ma soprattutto ha permesso di umanizzare il parto.
Cambia quindi la visione del parto, che fa meno paura perché ogni gestante sa che se il dolore dovesse essere inaccettabile, potrà, se lo vorrà, ricorrere a questo tipo di anestesia loco-regionale. Certo è che essa non potrà sciogliere tutti gli interrogativi che una futura neomamma si pone e nessuno potrà ipotizzare come terminerà il parto, tuttavia l'attesa è resa accettabile dalla qualità dell'anestesia che si è riusciti a raggiungere.
L'analgesia epidurale consiste nel posizionamento di un cateterino nello spazio epidurale che c'è davanti al midollo spinale, a livello lombare, attraverso cui vengono somministrati i farmaci; di solito si utilizza l'associazione di un anestetico locale e di un oppiaceo (derivato della morfina). In questo modo si ha un effetto sinergico sia in termini di copertura del dolore che in termini di durata dell'effetto. Le concentrazioni utilizzate sono molto basse, tali da avere un effetto antalgico, ma senza provocare un blocco motorio completo. Si cerca così di portare la donna alla fase espulsiva con la sensazione del premito e quindi la voglia di spingere conservata per avere un parto naturale non operativo, permettendo alla gestante di mantenere uno stato di coscienza vigile e una respirazione spontanea.
L'anestesia epidurale nel parto è ormai una metodica ben consolidata, efficace e priva di rischi importanti. È questo il messaggio conclusivo di una revisione della letteratura scientifica realizzata per fare il punto sulla tecnica di anestesia che permette un parto indolore e pubblicata sul prestigioso New-England Journal of Medicine.
A sostegno di questa metodica, si cita anche lo studio sui cambiamenti delle dinamiche del travaglio nelle donne sottoposte ad anestesia peridurale che è stato di recente pubblicato dalla rivista internazionale The Journal of Obstetrics and Gynaecology Research. L'indagine ha preso in considerazione donne con travaglio fisiologico, quindi non sottoposte a taglio cesareo, al primo parto e con gravidanza singola. Dai dati raccolti si evince, in termini generali, che l'anestesia peridurale accorcia in maniera sensibile la durata della prima fase del travaglio, quella che in termini tecnici si chiama "dilatante", con un tendenziale prolungamento della seconda fase del parto, il periodo "espulsivo". Questo dà inoltre la conferma che l'anestesia peridurale non provoca aumento di parti cesarei.
In Spagna la partoanalgesia epidurale è utilizzata dal 60 per cento delle partorienti, in Francia e Gran Bretagna dal 70 per cento, negli USA si sale a ben il 90 per cento. Per quanto riguarda il nostro paese gli unici dati disponibili per monitorare il ricorso al parto senza dolore risalgono al 2001, dalle cui rilevazioni l'Istat indicava che "complessivamente il 63,3 per cento delle partorienti non è stato sottoposto a nessun tipo di anestesia [...] Soltanto per l'11,2 per cento dei parti spontanei è stata fatta l'anestesia; il 7,2 per cento locale; il 3,7 per cento epidurale".
Secondo un'indagine svolta dall'Associazione di anestesisti italiani, attualmente gli ospedali in Italia che garantiscono la partoanalgesia epidurale sono ancora pochi, solo 16 strutture pubbliche o convenzionate su cento e anche nella ridotta percentuale di ospedali che prevedono questa modalità, l'epidurale non è sempre disponibile, soprattutto se il parto avviene di notte o nel fine settimana. Eppure, dove il servizio è garantito in modo gratuito e continuativo, è stato riscontrato che la richiesta arriva da una media del 90 per cento delle partorienti.
Ovviamente è giusto scegliere in piena autonomia se praticare durante il parto l'anestesia epidurale oppure no, però sarebbe giusto che ogni ospedale potesse garantire alle donne la possibilità di scegliere. Ed invece in Italia viviamo una situazione di arretratezza in questo, a dispetto del numero di donne sempre crescente che ne fa richiesta ogni giorno.
Va sottolineato che questo dato, paradossalmente, è in contraddizione con il primato italiano per le tecniche di analgesia in sala parto: l'Italia infatti è il primo paese europeo ad aver introdotto la nuova tecnica PIEB (programmed intermittent epidural boluses - somministrazione a boli intermittenti programmati) associata alla PCEA (analgesia epidurale controllata dalla partoriente) che permettono alla donna di ottenere un effetto di analgesia costante e di personalizzare la somministrazione dell'analgesico a seconda delle proprie esigenze.
In Sardegna sono una decina i punti nascita in cui è possibile partorire con l'epidurale. Normalmente la prestazione viene concordata con il medico anestesista ed è a pagamento (nella Provincia di Sassari, ad esempio, il costo attualmente richiesto è di circa 1.700 euro) tranne che in pochi casi.
La Sardegna è inoltre tra le regioni del Mezzogiorno in cui il ricorso al parto cesareo arriva a percentuali davvero incredibili, superiori al 35 per cento. Ciò, nonostante l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) raccomandi dal 1985 di non superare il 15 per cento dei parti totali ed il Ministero della salute italiano abbia raccomandato di non superare la soglia del 20 per cento. Un ricorso alla chirurgia per le nascite quindi eccessivo, che è stato spesso oggetto di critiche da parte degli organismi di controllo della sanità dell'Unione europea.
Il parto cesareo, infatti, aumenta la probabilità che la neomamma sviluppi la depressione post parto (così lo studio della National Yang-Ming University di Taiwan, pubblicato dalla rivista Birth, su oltre 10.000 mamme). Per le neomamme che hanno scelto il parto naturale si è visto che il rischio di depressione è inferiore di un terzo; per chi ha invece effettuato l'intervento si è visto che la depressione aumenta del 48 per cento se il cesareo è stato programmato, e non effettuato per motivi di emergenza. Sebbene "i motivi che legano cesareo e depressione sono diversi, si è avuto riscontro che una causa potrebbe essere il maggior tempo necessario a recuperare fisicamente dopo l'intervento, ma c'è anche un senso di inadeguatezza nelle mamme quando è il chirurgo a far nascere il bimbo".
Con la presente proposta di legge si intende, quindi, porre all'avanguardia la Sardegna nell'ambito della piena tutela del diritto alla salute, impegnando la Regione ad intervenire affinché ogni donna in stato di gravidanza abbia diritto a un parto fisiologico che le eviti o le riduca la sofferenza usufruendo di tecniche antalgiche avanzate ed in particolare della partoanalgesia epidurale; per questo le donne devono inoltre avere tutte le informazioni necessarie per poter scegliere liberamente come partorire senza l'incubo del dolore.
In vista dell'eventuale inserimento dell'anestesia epidurale nei nuovi Livelli essenziali di assistenza (LEA) da parte del Governo, con la presente proposta di legge, composta di cinque articoli, si intende garantire su tutto il territorio regionale la possibilità di accedere, in modo gratuito, alla partoanalgesia epidurale nel rispetto "del diritto di libera scelta della donna sulle modalità e sullo svolgimento del parto" (articolo 1). Per consentire ciò viene altresì prevista (articolo 3) la formazione del personale di anestesia e di quello addetto alle sale parto, in modo che la prestazione sia garantita in maniera tempestiva e uniforme su tutto il territorio regionale. Inoltre, si prevede che la Giunta regionale definisca le strutture ospedaliere che garantiscono ventiquattro ore su ventiquattro l'effettuazione della partoanalgesia epidurale, individuandone almeno due per ogni provincia (articolo 2).
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TESTO DEL PROPONENTE
Art. 1
Parto fisiologico indolore1. Nel rispetto del diritto di libera scelta della donna sulle modalità e sullo svolgimento del parto, la Regione, con la presente legge, favorisce il parto fisiologico, promuove l'appropriatezza degli interventi, anche al fine di ridurre in modo consistente il ricorso al taglio cesareo, e riconosce ad ogni donna in stato di gravidanza il diritto ad un parto fisiologico che le eviti o le riduca la sofferenza usufruendo gratuitamente di tecniche antalgiche efficaci e sicure ed in particolare della partoanalgesia epidurale.
2. Per le finalità di cui al comma 1 è, altresì, promossa la più ampia conoscenza delle modalità di assistenza e delle pratiche socio-sanitarie, anche al fine dell'apprendimento e dell'uso delle modalità farmacologiche e non farmacologiche per il controllo del dolore nel travaglio-parto, ivi comprese le tecniche che prevedono il ricorso ad anestesie ed analgesie locali e di tipo epidurale.
3. L'effettuazione delle tecniche antalgiche di cui al comma 1 avviene, in assenza di accertate controindicazioni cliniche, su espressa richiesta della donna che può in ogni momento chiederne la sospensione, essendo il consenso alla partoanalgesia libero, consapevole e sempre revocabile.
4. Le aziende sanitarie locali (ASL), ospedaliere e ospedaliero-universitarie, anche attraverso il personale addetto ai consultori per i singoli, la coppia e la famiglia, assicurano l'informazione sulle possibilità, sui limiti e sui rischi delle tecniche antalgiche nel parto in modo chiaro, preciso e completo, nonché sulle strutture dove le stesse sono effettuate.
Art. 2
Modalità di attuazione1. La partoanalgesia epidurale in ogni caso, e le altre tecniche antalgiche dove sono effettuate, sono offerte tutti i giorni nelle strutture ospedaliere pubbliche e private accreditate presso le quali è garantita l'assistenza al parto.
2. La Giunta regionale, sentita la competente Commissione consiliare, entro centottanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge definisce, sulla base dei parametri relativi alla popolazione, al territorio, ai trasporti e alle comunicazioni viarie nonché del numero dei parti annui, le strutture ospedaliere che garantiscono ventiquattro ore su ventiquattro l'effettuazione della partoanalgesia epidurale, individuandone almeno due per ogni provincia.
3. Le aziende sanitarie locali (ASL), ospedaliere e ospedaliero-universitarie garantiscono la disponibilità di personale qualificato e adeguato per l'attuazione della partoanalgesia epidurale.
Art. 3
Personale e formazione1. La Regione promuove la formazione del personale di anestesia e di quello addetto alle sale parto per una corretta e sicura pratica della partoanalgesia; a tal fine, entro centottanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, la Giunta regionale individua criteri e modalità per l'organizzazione e lo svolgimento di corsi specifici di formazione, anche in collaborazione con le Facoltà di medicina e chirurgia degli Atenei di Cagliari e di Sassari.
Art. 4
Norma finanziaria1. Alla spesa prevista per l'attuazione della presente legge si fa fronte con le risorse recate dalla UPB S05.01.001 relativa a spese per il Servizio sanitario regionale di parte corrente.
Art. 5
Entrata in vigore1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS).