CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

PROPOSTA DI LEGGE N. 282

presentata dai Consiglieri regionali
DE FRANCISCI - CUCCU

il 5 maggio 2011

I distretti culturali

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RELAZIONE DEL PROPONENTE

L'idea dei distretti culturali nasce dalla constatazione che i principali parametri economici negli ultimi dieci anni delineano uno scenario molto chiaro: in termini di sviluppo economico l'Italia è posizionata agli ultimi posti fra i paesi europei e la Sardegna è fra le ultime regioni italiane.

Tuttavia, in questo quadro e in una situazione di continue emergenze, c'è un settore che merita particolare attenzione: quello della cultura. In questo settore riteniamo che in Sardegna ci sia un potenziale straordinario che, per una serie di ragioni, è rimasto, per molti aspetti, inespresso o comunque espresso solo in minima parte.

Il nostro territorio è depositario di una ricchezza immateriale enorme che ancora oggi non siamo riusciti a mettere a frutto come dovuto.

Le istituzioni coinvolte sono le prime custodi di questo capitale, che gli accademici definiscono capitale intangibile, e abbiamo l'obbligo non solo di conservarlo, ma di farlo crescere. Stiamo parlando del grande patrimonio che ci deriva dalla nostra tradizione millenaria, pastorale, contadina e artigiana, dell'amore degli abitanti della Regione Sardegna per la lettura, in vetta alle classifiche italiane per numero di libri letti procapite e non ultima della nostra tradizione letteraria che ancora oggi è in grado di generare personalità di spicco e rende la nostra Regione un vero caso nazionale.

È ormai da diverso tempo che ci interroghiamo sulle leve che è necessario attivare a supporto dello sviluppo locale e siamo arrivati alla conclusione che, nel caso della Regione autonoma della Sardegna, la cultura sia una autentica leva strategica. In questo ambito abbiamo individuato come strumento essenziale quello del distretto culturale.

In breve, il distretto culturale è un sistema di relazioni, orientato da un progetto strategico, che vede coinvolte, insieme agli operatori istituzionali nel settore della cultura, le associazioni di volontariato, espressione militante del territorio che caratterizza e inorgoglisce da sempre il popolo sardo. La formulazione di un distretto culturale di tipo istituzionale ha dimostrato in altri territori i suoi limiti a causa della rigidità che caratterizza le istituzioni e che finisce per uccidere ogni soffio creativo. Il distretto culturale deve essere, in primis, capace di leggere le correnti vive che la cultura agita nella nostra Regione per valorizzarle e promuoverle in un disegno organico. Per questo, il distretto culturale, pur essendo una realtà soggetta alla programmazione delle istituzioni pubbliche, dovrà essere gestito e guidato dagli operatori privati, sulla base, appunto, delle linee di strategia generale stabilite dal governo politico. Per operatori privati intendiamo le società commerciali, case editrici, librerie ecc., tutto il mondo del volontariato operante nel campo della cultura, le fondazioni culturali e le altre istituzioni culturali di promanazione pubblica ma operanti nel "mercato" quali musei, centri di documentazione ecc.

Quest'idea di distretto culturale espressione della "base", che gli esperti definiscono "distretto culturale evoluto", assicura un disegno organico di politica culturale rispondente alle esigenze del territorio e ad un utilizzo ottimale delle risorse a disposizione che, come noto, sono sempre più scarse.

Questo territorio ha risorse importanti ed è necessario creare una rete capace di attivarle. L'idea del distretto culturale può rappresentare la leva per metterle in moto e creare sviluppo.

Il distretto culturale, in conclusione, può essere definito come un sistema organizzato, territorialmente delimitato, di relazioni, il cui presupposto è caratterizzato dall'integrazione del processo di valorizzazione delle risorse culturali, sia materiali che immateriali, con il sistema delle infrastrutture che ne assicurano la fruibilità, con il sistema delle organizzazioni che erogano servizi e con gli altri settori produttivi connessi.

Il distretto culturale, come modello di sviluppo territoriale, in cui la finalità prima è la valorizzazione dei beni culturali in esso presenti, non si costituisce in maniera spontanea. Pur essendo i beni una dotazione già appartenente ad esso, infatti, spesso l'implementazione di un distretto culturale è il risultato finale di un progetto e, in quanto tale, necessita di un'autorità che definisca una strategia di intervento per il territorio e che ne individui la forma più appropriata di gestione in cui gli attori pubblici e privati cooperino per la concretizzazione degli obiettivi.

La realizzazione di un distretto culturale ha la finalità, attraverso l'interazione fra le risorse culturali ed ambientali e gli attori della filiera, di rendere più efficiente ed efficace il processo di produzione di cultura e di ottimizzare, a livello locale, i suoi impatti economici e sociali anche, ma non solo, attraverso l'attrazione e la potenziale fidelizzazione di domanda turistica.

Parte fondamentale del distretto è la filiera che caratterizza il bene complessivo: proprietari dei singoli beni, gestori delle risorse locali, imprese fornitrici di servizi, infrastrutture di accoglienza e del tempo libero. Il processo di valorizzazione sarà così caratterizzato, in via principale, dalle attività per la tutela e per la gestione del bene e dalle attività per la fruibilità.

Perché si raggiungano gli obiettivi prefissati è necessario che sia creato un sistema economico integrato in cui si producano beni e servizi, ma si favorisca anche la crescita sociale ed umana che contribuisce allo sviluppo del sistema stesso.

Il distretto culturale non è fondato esclusivamente su capitale materiale: al contrario, al suo interno si prefigura una forte concentrazione di attività legate da elementi immateriali. Da qui deriva il concetto di "economia intangibile", relativa a comunicazione, conoscenza e servizi, quale lo sviluppo e lo scambio di conoscenze, la specializzazione, l'interrelazione, tutti elementi che, potenzialmente, danno una connotazione di unicità all'area. Nello specifico, le risorse immateriali presenti in un distretto culturale possono essere così schematizzate:
- capitale umano: insieme delle conoscenze e delle competenze presenti negli individui:
- capacità umane;
- conoscenze;
- capitale informativo;
- capitale sociale: insieme di istituzioni, norme sociali e reti di relazioni interpersonali;
- capitale simbolico: legato ai processi di identificazione e di creazione di senso di appartenenza.

Il ruolo della cultura locale

Il distretto culturale ha centralità nell'economia locale in cui si crea e circola la conoscenza grazie ad un continuo scambio di saperi tra settori, attività e attori anche molto differenti tra loro.

Il concetto base (su cui si sviluppa quello di distretto) è la cultura. Nell'analisi del concetto di distretto turistico particolare rilevanza è attribuita, infatti, al capitale culturale di uno specifico luogo, ovvero alla cultura locale.

Il processo di crescita risulta, infatti, sempre più legato alla simbiosi con il luogo: presupposto del distretto è l'esistenza di un'identità ben definita e di una comunità locale compatta ed affiatata nei confronti delle proprie tradizioni culturali. La creazione dei beni è legata ad una precisa identità del luogo, nel quale le conoscenze fanno parte di un sistema di informazioni che circolano all'interno della comunità. La costituzione di un distretto implica, pertanto, necessariamente, la presenza di un sistema culturale locale, cioè di un adeguato e solido tessuto socio-culturale ed ambientale preesistente. Esso dovrà rappresentare la base da cui avviare quei processi di valorizzazione dell'identità locale e di sostegno alla produzione culturale in grado di promuovere da un lato lo sviluppo del sistema economico dell'area, dall'altro la riqualificazione ed il miglioramento della vivibilità complessiva di un dato territorio.

Le caratteristiche distintive per la creazione di un sistema territoriale competitivo sono quindi individuabili nella:
- presenza, a livello locale, di attività economiche nei campi della produzione di beni e di servizi ad alto valore aggiunto, in grado di favorire la circolazione delle conoscenze e di generare innovazione;
- presenza di capitale umano di elevata qualità che si approcci in modo creativo alla produzione e alla risoluzione di problematiche;
- possibilità di costituire un network in grado di collegare industria privata e istituzioni pubbliche, istituzioni culturali e sistema educativo, strutture comunitarie, associazioni;
- possibilità di vivere e lavorare in un luogo ricco di infrastrutture culturali e sportivo-ricreative che la presenza di cultural diversity renda luoghi di formazione e arricchimento personale dell'individuo attraverso momenti di confronto e scambio relazionale con altre persone e culture.

Le forme di cooperazione che rendono possibile la creazione di sistemi di obiettivi condivisi possono dare avvio ad un processo di trasformazione del territorio che consenta un orientamento crescente verso la creazione e la diffusione di conoscenza.

Il territorio sardo denota una presenza di un bagaglio culturale elevato.

Molte le risorse culturali:
- innanzitutto la presenza di un enorme patrimonio archeologico ancora poco valorizzato; infatti solo una piccola parte dei siti archeologici è valorizzata mentre per quanto riguarda l'accesso, questo risulta possibile solo in minima percentuale;
- scrittori, scultori, filosofi, avvocati, politici come: Deledda, Satta, Cambosu, Ciusa, Pira, Asproni, Nivola e Pigliaru che hanno creato e trasmesso cultura nel territorio isolano, italiano e internazionale;
- alto numero di musei che si occupano di cultura;
- alto numero di associazioni operanti nel settore cultura: dai gruppi di ballo, ai tenores, alle compagnie teatrali, ai cori polifonici e alle maschere tradizionali;
- è una Regione che è amante della lettura;
- presenza di dialetti, tutti diversi e unici, di folklore, di tradizioni, prodotti tipici di alta qualità e spesso di nicchia senza dimenticare il carnevale e il canto a tenore riconosciuto quale patrimonio dell'umanità;
- rilevanza dell'impegno sociale dimostrata dal numero elevato di associazioni di volontariato che portano la Regione ai primi posti a livello nazionale.

La Sardegna detiene un patrimonio culturale di grande rilevanza, per molti aspetti, unico e inimitabile.

Tuttavia molto rimane ancora da fare, soprattutto per quanto riguarda le infrastrutture.

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TESTO DEL PROPONENTE

 

Art. 1
Istituzione

1. La Regione promuove, istituisce e finanzia i distretti culturali al fine di sviluppare le potenzialità del territorio regionale in campo culturale.

 

Art. 2
Definizione

1. Un distretto culturale è un sistema territoriale definito e delimitato di relazioni, che integra il processo di valorizzazione delle dotazioni culturali, siano esse materiali che immateriali, con le infrastrutture e con gli altri settori produttivi che a quel processo sono connessi.

 

Art. 3
Oggetto e finalità

1. La Regione e gli enti locali, attraverso l'istituzione dei distretti culturali, promuovono la valorizzazione del patrimonio culturale sardo e lo sviluppo delle attività culturali nel proprio territorio. In particolare, la Regione:
a) promuove la qualificazione di musei, biblioteche, archivi, aree archeologiche;
b) promuove la realizzazione di progetti di sviluppo delle potenzialità e delle espressioni culturali favorendone il radicamento nelle aree meno servite, al fine di una equilibrata distribuzione nel territorio regionale;
c) sostiene le espressioni della creatività e del talento, in particolare delle nuove generazioni;
d) favorisce il concorso dell'associazionismo e del volontariato culturale;
e) sostiene lo sviluppo dell'imprenditoria culturale.

 

Art. 4
Valorizzazione dei beni culturali

1. La Regione, attraverso l'istituzione dei distretti culturali, promuove la valorizzazione dei beni culturali favorendo, in particolare, la conoscenza e la fruizione pubblica con la realizzazione di convegni, seminari e ogni altra iniziativa culturale e con la diffusione della conoscenza degli stessi nelle scuole, organizzando eventi e itinerari culturali e turistici che promuovano valori ed identità dei territori in cui si trova il bene, con particolare attenzione all'artigianato.

 

Art. 5
Promozione delle attività culturali

1. La Regione, attraverso l'istituzione dei distretti culturali, favorisce le attività e le iniziative rivolte a formare e diffondere le espressioni della cultura e dell'arte, promuovendo l'immagine dell'Isola con la rievocazione della tradizione e dei costumi sardi e la valorizzazione della storia e dell'identità della Sardegna.

2. La Regione promuove ed incentiva la creazione di centri ed associazioni culturali e la loro collaborazione finalizzata all'organizzazione di mostre, convegni, seminari, attività informative e didattiche, itinerari di visita dei siti di maggior interesse e nei luoghi dell'arte.

 

Art. 6
Compiti della Regione

1. La Regione svolge, in materia di valorizzazione dei beni culturali, le funzioni di programmazione, indirizzo e monitoraggio.

2. La Regione svolge le attività di tutela dei beni culturali promuovendo, in particolare, la conclusione di intese con gli organi statali competenti per la conservazione programmata del patrimonio culturale, la protezione, la manutenzione, il recupero, il restauro e la prevenzione dei rischi.

3. La Regione esercita, altresì, funzioni di tutela su manoscritti, raccolte librarie, libri, stampe, incisioni e documenti vari.

 

Art. 7
Compiti degli enti locali e promozione dei distretti culturali

1. Gli enti locali provvedono alla conservazione e valorizzazione dei beni e dei siti di cui hanno la titolarità o la disponibilità in base alla normativa vigente e incentivano, anche in forma integrata, le attività e i servizi degli istituti e dei luoghi della cultura situati nel proprio territorio.

2. In particolare gli enti locali, anche in collaborazione con altri enti pubblici e privati e con l'associazionismo culturale:
a) promuovono e realizzano l'istituzione di distretti culturali partecipando con attività di coordinamento e sostegno alla loro formazione;
b) individuano i progetti di istituzione dei distretti culturali di interesse locale da ammettere a finanziamento e erogano i relativi contributi, previa verifica di conformità da parte della Regione.

3. I comuni, in particolare:
a) curano la progettazione e l'attuazione dei progetti di cui all'articolo 8 di loro iniziativa;
b) coordinano i progetti di interesse locale espressione della programmazione territoriale, predisposti dagli enti locali, da altri soggetti pubblici e privati;
c) individuano e trasmettono alla Regione i progetti di cui alle lettere a) e b);

4. La Regione finanzia l'istituzione e il funzionamento dei distretti culturali, sulla base dei progetti presentati dall'ente locale capofila e promotore dell'iniziativa.

 

Art. 8
Finalità dei progetti

1. I progetti di istituzione dei distretti culturali presentati hanno le seguenti finalità:
a) migliorare le capacità d'informazione e di assistenza culturale dei territori interessati;
b) attuare interventi intersettoriali e infrastrutturali necessari al potenziamento dell'offerta culturale, alla riqualificazione della cultura e del territorio delle località interessate, rendendo efficace la fruibilità culturale dell'intero territorio;
c) sostenere la riqualificazione dell'offerta culturale con priorità per gli adeguamenti dovuti a normative di sicurezza, per la promozione di certificazioni di qualità ed ecologiche, nonché, la promozione della produzione culturale locale;
d) promuovere marketing telematico per favorire collegamenti tra i vari organismi regionali del settore;
e) integrare l'offerta culturale dei vari soggetti operanti nel territorio individuato dal distretto con le attività e le iniziative di altri settori, tra cui quello turistico, dell'artigianato e delle produzioni enogastronomiche;
f) rendere più efficiente ed efficace il processo di produzione di cultura e ottimizzare, a livello locale, i suoi impatti economici e sociali, anche attraverso l'attrazione e la potenziale fidelizzazione di domanda turistica;
g) attuare un modello di sviluppo locale autosostenibile;
h) programmare lo sviluppo del territorio attraverso una pianificazione integrata;
i) innovare la tradizione;
j) essere impresa culturale.

 

Art. 9
Soggetti partecipanti

1. Al distretto culturale partecipano:
a) le imprese, le associazioni e le fondazioni operanti in ambito culturale o ad esso connesso;
b) gli enti locali, gli enti pubblici, i soggetti privati (gli uni e gli altri, tanto in forma singola che in forma associata) e le organizzazioni, pubbliche e private, che erogano servizi culturali;
c) il sistema dell'alta formazione universitaria riconducibile al settore dei beni culturali e della cultura in genere.

2. Possono costituirsi distretti culturali appartenenti anche a province diverse.

3. L'adesione al distretto culturale è a carattere volontario ed è attuata secondo criteri, modalità e procedure individuate dagli enti promotori.

 

Art. 10
Fondo unico per i beni e le attività culturali

1. È istituito, a decorrere dall'anno 2012, il fondo unico per i beni e le attività culturali finalizzato agli interventi di cui alla presente legge.

2. Il fondo è alimentato dalle risorse comunitarie, statali e regionali destinate al settore, nonché da eventuali risorse conferite alla Regione da altre istituzioni o enti pubblici e privati.

 

Art. 11
Norma finanziaria

1. Gli oneri previsti per l'attuazione della presente legge sono valutati in euro 500.000 annui a decorrere dall'anno 2012.

2. Nel bilancio della Regione per gli anni 2011-2013 sono apportate le seguenti variazioni:

in diminuzione

UPB S08.01.003
Fondo per nuovi oneri legislativi di parte corrente
2011 euro ---
2012 euro 500.000
2013 euro 500.000
mediante riduzione della riserva di cui alla voce 1) della tabella A allegata alla legge regionale 19 gennaio 2011, n. 1 (legge finanziaria 2011);

in aumento

UPB S03.02.005
Interventi per manifestazioni e attività culturali
2011 euro ---
2012 euro 500.000
2013 euro 500.000

3. Gli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge fanno carico alla suddetta UPB del bilancio della Regione per l'anno 2011-2013 e a quelle corrispondenti dei bilanci per gli anni successivi.