CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURAPROPOSTA DI LEGGE N. 171
presentata dai Consiglieri regionali
MELONI Francesco - FOIS - COSSA - VARGIU - DEDONI - MULA
il 26 maggio 2010
Piano per il rilancio economico e lo sviluppo della Provincia di Carbonia-Iglesias
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RELAZIONE DEI PROPONENTI
Generalità
La Provincia di Carbonia-Iglesias, istituita con legge regionale nel 2005, è costituita da 23 comuni ed ha una popolazione di 130.000 abitanti, diminuita rispetto al 1999 di poco meno del 3 per cento.
Non ci sono comuni con meno di 500 abitanti e c'è un solo comune con meno di 1.000 abitanti, Piscinas, ma tutti i comuni della provincia hanno perso popolazione negli ultimi dieci anni ad eccezione dei modesti aumenti fatti segnare da Calasetta (155 abitanti) e Sant'Anna Arresi (50).
Le previsioni dell'Istat parlano di una riduzione della popolazione vicina allo 0,6 per cento entro il 2015, cosa non difficile da prevedere se si considera che nel periodo 2002-2007 la popolazione è diminuita dello 0,8 per cento. Il saldo naturale è costantemente negativo nel periodo e neppure un saldo migratorio positivo riesce a compensare la diminuzione di popolazione.
C'è un altro dato interessante che riguarda la composizione della popolazione del Sulcis Iglesiente ed è, inutile dirlo, un dato negativo: nel 2008, ogni 100 residenti con meno di 15 anni ce n'erano 169 di età superiore a 65 anni con un rapporto ben superiore a quello medio regionale (100/147), il che significa che la provincia del Sulcis è la più "anziana" dell'Isola.
L'età media della provincia è infatti di 43 anni, superiore, seppure lievemente, rispetto ai 42 anni della Regione.
Su 23 comuni della provincia 12 sono costieri, ma ciononostante e a differenza di quanto accaduto nelle altre province sarde toccate dallo sviluppo delle attività turistiche, nel Sulcis solo due, come detto, hanno avuto un incremento di popolazione.
Brevi note sulla situazione economica della provincia
La Provincia di Carbonia-Iglesias, con un reddito netto di 7.538 euro è la provincia più povera della Sardegna, potendo vantare, si fa per dire, un reddito pari all'88 per cento del reddito medio dell'intera Isola.
Mentre la popolazione più ricca della zona, quella dei centri capoluogo, ha un reddito medio lievemente superiore a quello medio regionale, il resto della provincia presenta valori molto inferiori fino ad arrivare al comune più povero, Piscinas, che si situa ben 3.900 euro per cittadino al di sotto della media regionale.
I comuni costieri hanno un reddito lievemente superiore a quello dei centri dell'entroterra, con una differenza positiva di 378 euro per abitante, che è diminuita rispetto a dieci anni fa, quando sfiorava i 450 euro a testa.Con un valore aggiunto complessivo pari a 1.664 milioni di euro, la provincia continua a perdere posizioni nella classifica della produzione, essendo passata dal 6,4 per cento del 2001 al 6 per cento del 2008.
La parte maggiore del valore aggiunto della provincia è legata alla produzione industriale che rappresentava nel 2008 il 26,5 per cento del totale rispetto al 19 per cento circa regionale ma, dato di grande preoccupazione, perde circa 2 punti percentuali ogni quinquennio e questo pare ormai un trend difficilmente arrestabile.
Agricoltura e servizi sono aumentati negli ultimi anni, ma senza recuperare la perdita degli altri settori, sia perché sono cresciuti meno della crescita media regionale, sia perché l'agricoltura rappresenta una frazione modestissima della produzione complessiva della provincia.
Mentre il valore aggiunto per abitante è molto inferiore alla media regionale (12.600 euro rispetto a oltre 17.000), quello per unità di lavoro è sostanzialmente pari alla media regionale ed ha fatto segnare una crescita molto alta negli ultimi 5-6 anni dovuta alla diminuzione degli occupati che nel quinquennio 2001-2006 sono diminuiti di circa l'8 per cento, a fronte di un aumento regionale del 3 per cento.
La diffusione delle imprese che operano sul territorio provinciale è inferiore alla media regionale e inoltre il tasso di crescita delle stesse è anch'esso inferiore al tasso di crescita regionale per cui la forbice invece di ridursi si amplia e, di conseguenza, la differenza nella produzione di ricchezza tra Provincia e Regione diventa sempre maggiore.
Le imprese sono meno che nel resto della Regione, sono di dimensioni più contenute e quindi con minor valore aggiunto; infatti il numero delle ditte individuali continua a rappresentare la quota maggiore delle imprese del territorio con il 69 per cento del totale contro una media regionale inferiore di poco al 66 per cento.
Per concludere queste brevi note sulla situazione economica e produttiva del Sulcis Iglesiente si segnala come ogni 100 residenti nella provincia vi sono sette imprenditori, mentre in Sardegna, che non è certo la California, ce ne sono mediamente il 30 per cento in più!
Attività nel settore turistico
In tutto il territorio che, non lo si dimentichi, si estende per ben 1.495 chilometri quadri (il 6,2 per cento del totale regionale) ed è dotato di uno sviluppo costiero di ragguardevoli dimensioni, vi sono solo 55 alberghi, pari al 7 per cento di quelli dell'intera Isola.
Mentre la quota percentuale potrebbe sembrare ragionevole, il problema è che gli alberghi sono tutti o quasi di dimensioni molto contenute tanto che dispongono di soli 2.622 posti letto (il 3 per cento della Regione), il che significa un numero medio di meno di 48 letti per struttura.
Completano il parco ricettivo del territorio altri 120 esercizi complementari (in gran parte bed & breakfast) che hanno 2.438 letti ripartiti abbastanza equilibratamente su tutto il territorio.
I turisti che si recano nel Sulcis Iglesiente per trascorrervi le vacanze sono (dati del 2007) circa 55.000 che, con una permanenza media di 4,5 giorni a testa, pari a quasi 250.000 giornate totali, rappresentano rispettivamente il 2,4 per cento degli arrivi e il 2 per cento delle presenze totali in Sardegna.
A parte la nota positiva della buona percentuale di stranieri (circa il 23 per cento degli arrivi, che però si trattengono pochissimo) emergono chiaramente i problemi della provincia sotto questo profilo: i turisti sono pochi in assoluto, hanno un trend di aumento inferiore a quello del resto dell'Isola, e comunque si trattengono meno della media regionale.
Secondo l'Istat il valore aggiunto creato dal settore turistico è di poco lontano dai 30 milioni di euro l'anno (2006-2008) e con una diminuzione media dello 0,8 per cento l'anno va in controtendenza rispetto alla Regione che invece cresce di oltre l'1 per cento l'anno nel periodo 2001-2006.
La situazione dell'occupazione
La popolazione superiore ai 15 anni d'età, e quindi da considerarsi in età lavorativa, è costituita da 116.000 persone, con una composizione tra i sessi sovrapponibile a quella regionale, con una leggerissima prevalenza di donne.
Mentre la popolazione totale della provincia è pari al 7,7 per cento del totale dell'Isola, quella in età lavorativa rappresenta invece l'8 per cento della popolazione sarda in pari condizione.
Dall'analisi delle diverse classi d'età emerge subito una significativa differenza, negativa, rispetto al resto dell'Isola, in quanto mentre l'incidenza percentuale della classe degli adulti (25-54 anni) è uguale a quella regionale, quelle dei giovani (15-24 anni) e degli anziani (over 55) differiscono dalla media regionale, la prima in diminuzione e la seconda, ovviamente, in aumento.
In poche parole nel Sulcis Iglesiente ci sono meno giovani e più anziani, cioè in provincia i problemi sociali, sanitari ed occupativi relativi a questa fascia di età sono maggiori che nel resto dell'Isola.
Nel complesso ci sono 47.000 occupati e 5.000 disoccupati Istat per un totale di 52.000 persone, con un forte sbilanciamento a favore degli uomini, 33.000 contro 19.000 donne.
La spiegazione è da collegarsi con il forte impatto sull'occupazione della provincia delle industrie del polo di Portovesme che hanno una forza lavoro prevalentemente maschile.
Il tasso di attività medio provinciale è pari al 56,6 per cento, valore inferiore di oltre tre punti rispetto alla Regione mentre gli occupati rappresentano il 7,7 per cento del totale degli occupati sardi.
Il dato più drammatico è però quello relativo al tasso di occupazione per la classe 15-64 anni, che è pari al 51 per cento, un punto e mezzo più basso di quello, già drammatico di suo, fatto segnare dalla Regione nel suo complesso, anche se il tasso relativo agli uomini è inferiore solo alla provincia di Olbia mentre quello femminile è addirittura cinque punti inferiore al dato regionale.
A conferma dello sviluppo asfittico e poco moderno della provincia si segnala come l'agricoltura occupi una quota di popolazione lievemente superiore alla media regionale (7 a 6 per cento), mentre l'industria ha ben dieci punti in più rispetto alla Regione, ma nel settore dei servizi gli occupati nel Sulcis sono il 62 per cento del totale contro il 73 regionale.
Le non forze di lavoro si compongono di oltre 40.000 unità che rappresentano il 9 per cento delle non forze lavoro della Regione, anche in questo caso con un forte disequilibrio tra uomini e donne.
Considerazioni
Non c'è dubbio sul fatto che la situazione economica della Provincia di Carbonia-Iglesias sia davvero difficilissima, ai limiti della rivolta sociale, soprattutto qualora le preoccupazione sul destino futuro delle strutture industriali del polo di Portovesme dovessero rivelarsi fondate.
D'altra parte le preoccupazioni non sembrano infondate considerando l'andamento nel tempo della situazione occupazionale e produttiva del polo industriale che è passato, nel corso di un quarantennio, da 9.200 occupati agli attuali 3.000, includendo l'indotto.
Le recentissime decisioni che hanno riguardato lo stabilimento per la produzione dell'alluminio della multinazionale americana Alcoa che è sembrato per diversi mesi sull'orlo della chiusura, e per la verità al momento non è che le preoccupazioni siano del tutto fugate (sospese come sono alle prossime decisioni della Commissione europea), hanno creato uno stato di fibrillazione atrioventricolare della popolazione locale di grande pervasività sociale.
Si sono rischiati moti popolari pericolosi, con scontri, occupazioni, manifestazioni anche violente e la recente occupazione delle piste dell'aereoporto di Elmas da parte degli operai ne è prova sufficiente.
La situazione è, per ora, rientrata, ma l'Alcoa è ancora in fermento, lo stabilimento parallelo per la lavorazione della bauxite, l'Euroallumina, è fermo da oltre un anno e le condizioni del mercato non inducono davvero all'ottimismo, le attività minerarie della Carbosulcis sono a livello operativo minimo, improduttive e assistite dal denaro della Regione.
Insomma, la principale fonte di occupazione della Provincia appare sull'orlo del collasso e, pur con tutto l'ottimismo possibile, è abbastanza chiaro che anche se riusciremo in qualche modo a salvare l'oggi, per domani dobbiamo prevedere un drastico ridimensionamento delle attività industriali della zona.
Considerando che la provincia vede ben 14.000 occupati nell'industria, pari al 31 per cento del suo totale, non è difficile capire perché ogni minaccia di chiusura di qualche fabbrica generi una mezza rivoluzione: nel Sulcis non c'è alternativa all'occupazione nell'industria.
Il turismo, che è valvola di sfogo di molti altri territori, qui praticamente non esiste, con il 2,4 per cento del totale del turisti che vengono in Sardegna e un numero di alberghi bassissimo, addirittura ridicolo se si esclude Carloforte.
Nel campo turistico la Provincia di Carbonia-Iglesias non regge il confronto non solo con il formidabile sviluppo della Gallura, ma neppure con altre modeste realtà dell'Isola, come il Medio Campidano.
Eppure ci sono località di bellezza straordinaria, c'è una costa che ha poco da invidiare alla Costa Smeralda, ricca di spiagge, di calette ridossate, di località adatte a sviluppare la nautica da diporto anche fuori stagione, di zone boscose estese e ben tenute, fantastiche per attività escursionistiche e di cicloturismo.
Manca la viabilità, mancano gli alberghi, mancano i campi da golf, mancano i porti e gli approdi turistici, manca una efficace campagna di vendita del territorio e delle sue straordinarie bellezze, in poche parole manca un disegno complessivo del Sulcis turistico di domani.
Manca, inoltre, la possibilità di riutilizzare vaste zone di territorio compromesse nel passato dalle lavorazioni industriali, soprattutto da quelle minerarie, che una volta bonificate potrebbero dare una formidabile spinta propulsiva allo sviluppo di una fiorente economia turistica e anche a quella più generale della provincia.
Già nella precedente legislatura, la Giunta regionale ha provato ben due volte a mettere all'asta alcune di queste zone, tra cui di particolare interesse sono quelle della Palmas Cave a Sant'Antioco e delle ex miniere nei pressi di Buggerru, ma senza ottenere risultati perché gli imprenditori si sono ritirati spaventati dai tempi e soprattutto dai costi (non esattamente preventivabili) di bonifica delle zone interessate.
L'agricoltura e l'allevamento sono attività a bassa produttività e per giunta prive, nella zona, di grandi tradizioni di qualità; stanno sorgendo ora alcune interessanti iniziative nel campo della produzione vinicola, ma si tratta comunque di un settore residuale (3.000 occupati) da incoraggiare senz'altro, ma senza farsi troppe illusioni.
La situazione delle infrastrutture che dovrebbero incoraggiare commerci, traffici e turismo è da terzo mondo, a parte le strade che arrivano da Cagliari a Carbonia e Iglesias il territorio è del tutto privo di una rete di comunicazioni stradali e ferroviarie degne di un paese civile.
Chiunque conosca la strada statale n. 126 sa cosa si intenda: il principale asse viario della provincia è una strada a due corsie stretta, pericolosissima, interrotta di frequente da rotatorie e semafori, vecchia e inadeguata; non parliamo delle strade che penetrano nel Sulcis verso Giba e Teulada, poco più che mulattiere.
Per andare in treno da Cagliari a Carbonia, nel 2010, bisogna cambiare a Villamassargia e ci vuole oltre un'ora!
Che fare?
Questa legge intende sviluppare un progetto speciale per il Sulcis, un mini Piano Marshall prevedendo l'utilizzo di risorse di cui può disporre la Regione, anche tramite fondi europei per le aree sottosviluppate e fondi di investitori privati opportunamente incoraggiati.
È vero che si tratta di uno sforzo ingente per tutta la Sardegna, ma è anche vero che è dovuto alle popolazione del Sulcis Iglesiente: le ricchezze minerarie dei bacini metalliferi di Iglesias e di quelli carboniferi del Sulcis hanno contribuito per secoli alla crescita della ricchezza complessiva dell'Isola.
Le montagne sventrate, gli accumuli di detriti di varia natura, gli scheletri residui delle attrezzature industriali e minerarie e le colline di carbone sterile lungo la strada statale n. 126 sono la testimonianza evidente ed indiscutibile del contributo dato da questo territorio alla vita di tutti i sardi quando non di tutti gli italiani.
Giusto per ricordare i termini della questione, nel dopoguerra la ripresa produttiva e industriale del Paese fu sostenuta dalla produzione carbonifera dal Sulcis che nel 1947 arrivò a produrre ed esportare oltre 1.400.000 tonnellate di carbone.
Il territorio dispone di risorse naturali che hanno davvero pochi confronti dovunque, ma che sono sempre state sacrificate e sotto valorizzate dalla presenza delle attività minerarie e dalle industrie di base che hanno caratterizzato a lungo, e ancora lo fanno, la mentalità e la cultura delle popolazioni e delle istituzioni locali.
Le principali risorse naturali della provincia su cui puntare sono sicuramente:
- i siti minerari dismessi;
- i siti archeologici del nuragico e prenuragico;
- spiagge e costa (da Portoscuso e Buggerru) con panorami mozzafiato;
- peculiarità delle principali città (Iglesias, medioevale, Carbonia, mineraria);Sappiamo benissimo come al momento queste cose siano così poco valorizzate.
A nostro parere è necessario che Regione e Governo creino le condizioni finanziarie e incentivanti di base affinché imprenditori privati ritengano conveniente mettere capitali nello sviluppo turistico, costruendo alberghi, campi da golf, porti turistici e tutte le infrastrutture turistiche connesse.
In poche parole è necessario mettere in campo le risorse umane, progettuali culturali e anche economiche che determinino le condizioni di una nuova economia basata certamente anche sulle risorse industriali esistenti finché ciò è possibile ma, allo stesso tempo, attivando un disegno di un nuovo sviluppo che non può prescindere dalle bonifiche e dal creare importanti infrastrutture per fini turistici.
L'ingrediente principale è "quello di credere veramente nel progetto".
Una delle soluzioni per i problemi del territorio del Sulcis Iglesiente passa per lo sviluppo del turismo ed è su questa ipotesi di base che si sviluppa la presente proposta di legge prevedendo un complesso di azioni interconnesse tra di loro e che vanno a coprire deficit strutturali e infrastrutturali di aree operative diverse.
L'obiettivo è di portare in dieci anni un flusso turistico di circa 300.000 turisti in più all'anno, cosa che, con un allungamento della permanenza media dagli attuali 4,4 giorni a 6-7, significherebbe poco più di 2 milioni di pernottamenti l'anno.
Questo flusso deve essere realizzato sia nella stagione estiva, che naturalmente resterà quella di punta, sia nel periodo di spalla e, perché no, anche in quello invernale, cosa non facile, ma tutt'altro che impossibile considerando che il sud della Sardegna ha mediamente due gradi di temperatura in più rispetto al nord.
A questo fine dovranno essere sviluppate anche le condizioni per favorire la crescita delle attività che sono più tipiche del turismo fuori stagione.
Pertanto la proposta di legge prevede una serie di interventi diretti a creare le condizioni di base perché il turismo possa svilupparsi, favorendo da un lato la nascita di nuove attività alberghiere di livello elevato e quella delle connesse e indispensabili attività di complemento, e dall'altro la realizzazione e/o il completamento di infrastrutture turistiche e civili.
In sintesi i capitoli del piano di sviluppo del turismo della Provincia di Carbonia-Iglesias previsti dalla presente proposta di legge sono i seguenti:
a) messa in sicurezza della strada statale n. 126 nei tratti tra Iglesias e Sant'Antioco;
b) messa in sicurezza e allargamento della strada provinciale n. 79 nel tratto tra San Giovanni Suergiu e Santadi;
c) costruzione di una funivia lungo la costa tra Buggerru e Portoscuso;
d) realizzazione di un percorso minerario con visite ed escursioni ai poli turistici minerari con possibilità di visitare le gallerie riattate;
e) realizzazione di tre campi da golf;
f) realizzazione di due porti turistici, uno a nord e uno a sud di Portoscuso;
g) realizzazione di un percorso ciclabile con le connesse strutture di servizio;
h) promuovere, anche con incentivi finanziari, la realizzazione di nuove strutture alberghiere di livello elevato, di bed & breakfast e delle connesse attività di complemento per un totale di circa 22.000 posti letto aggiuntivi;
i) procedere alle attività di bonifica delle aree minerarie dismesse di Iglesias, Carbonia, Buggerru e Sant'Antioco a spese della Regione;
j) bandire una gara internazionale per la cessione delle aree minerarie dismesse a soggetti pubblici e/o privati che intendano sfruttarle per attività turistiche;
k) individuazione di un percorso archeologico e religioso che si estenda a tutti i punti di interesse in grado di raccontare l'evoluzione della coscienza religiosa delle antiche popolazioni locali.La proposta di legge prevede inoltre la costituzione di un organismo deputato alla gestione e al coordinamento di tutto il progetto, il Comitato per la sorveglianza e il coordinamento dello sviluppo del Sulcis Iglesiente (CCSSI) nel quale dovranno trovare compensazione le rappresentanze degli interessi delle istituzioni pubbliche, Regione, Provincia, comuni) e quelle degli imprenditori privati che decideranno di investire nelle diverse attività previste.
Il CCSSI agirà come un'agenzia incaricata di valutare, ammettere e finanziare i diversi interventi, di selezionare tra le varie proposte quelle più interessanti al fine di dare un disegno complessivo di sistema allo sviluppo turistico, commerciale e artigianale della Provincia di Carbonia-Iglesias.
Realizzazione di un percorso minerario
Questo è sicuramente uno dei settori nei quali la Provincia di Carbonia-Iglesias è sicuramente un area che ha poco da invidiare a qualunque altro territorio.
Un immenso patrimonio di archeologia industriale e mineraria serve infatti ad esaltare i suoi valori identitari più tipici, quelli che caratterizzano il lungo vissuto delle viscere di questo territorio.
Infatti, sono soprattutto gli elementi che si riconducono alla sua lunghissima storia mineraria, alcuni dei quali relativamente moderni come Monteponi, Ingurtosu, Porto Flavia, Serbariu, e altri decisamente più antichi come il nuraghe Seruci con le sue "conche" litiche nelle quali probabilmente avveniva la frantumazione dei minerali, a connotare la storia di questi luoghi straordinari.
Già la sonorità e, in qualche caso, la esoticità dei nomi delle diverse località richiama alla memoria miti di un tempo remoto, quello in cui i romani mandavano in Sardegna i ribelli "ad metalla", quello in cui i sardi poveri e affamati trovavano nelle viscere del Sulcis Iglesiente la maniera di vivere e far vivere i loro figli; ma il loro fascino non si ferma qui, il percorso minerario rappresenta un incredibile itinerario caratterizzato da mille sfaccettature differenti.
Dalle montagne di Iglesias agli incredibili paesaggi marini della costa di Nebida fino alle pianure carbonifere del Sulcis sembra un paesaggio magico creato per preservare un ambiente che tra l'altro, oltre ad essere ricchissimo di flora e fauna caratteristiche, raccoglie tracce del lavoro dell'uomo sin dall'antichità, dalle miniere di piombo e zinco a quelle di carbone, che hanno fatto diventare abitabile e vivibile un esteso tratto di Sardegna.
Tra le attrazioni più interessanti e che sono già in gran parte disponibili per essere visitate vi sono le seguenti:
- Galleria Henry (Buggerru);
- Grande miniera di Serbariu (Carbonia);
- Villaggio minerario Normann (Gonnesa);
- Museo dell'arte mineraria (Iglesias);
- Mostra permanente delle macchine da miniera (Masua);
- Galleria Villamarina (Iglesias);
- Porto Flavia (Iglesias-Nebida);
- Miniera di Rosas (Narcao);
- Parco geominerario storico ambientale della Sardegna (Iglesias).Come già, detto buona parte di queste zone sono già visitabili e quello che la presente proposta di legge si propone è di farle diventare un sistema organico e di renderle conosciute sui mercati turistici, soprattutto in quelle zone dell'Inghilterra e del nord Europa dove le tradizioni minerarie sono vive e rappresentano ancora una parte del passato cui quei popoli sono ancora straordinariamente sensibili.
Per fare un altro esempio, l'itinerario dei metalli (ovviamente integrato con escursioni ambientali, con il mare e con l'enogastronomia), potrebbe indirizzarsi nei confronti delle regioni comprese nel bacino della Ruhr e di quelle nazioni come Germania ed Inghilterra, che hanno nel loro DNA la cultura mineraria.
A tal fine si prevede, oltre al ruolo organizzativo generale che dovrà avere il comitato di cui all'articolo 2, una particolare attenzione nella campagna pubblicitaria prevista per "vendere" la provincia ai turisti italiani e stranieri nonché una serie di aiuti finanziari per sistemare e mettere in sicurezza i luoghi e par facilitarne l'accesso.
Bonifiche
Come abbiamo già detto nelle premesse di questa relazione, la Sardegna ha avuto per secoli un ruolo strategico nella produzione di minerali di cui il suo sottosuolo era particolarmente ricco e, in alcuni casi, anche nella loro trasformazione primaria. Naturalmente è innegabile che le produzioni minerarie abbiano avuto un ruolo importante nello sviluppo e nella crescita economica dell'Isola, ma è anche vero che hanno lasciato una pesante eredità in termini di salubrità e soprattutto di degrado ambientale.
Questa situazione di degrado riguarda diverse zone della nostra terra, ma ha una particolare concentrazione nel territorio sud occidentale in cui è in grandissima parte ricompresa la Provincia di Carbonia-Iglesias. Nel gennaio del 2008 il Presidente del Consiglio dei ministri ha emanato l'ordinanza n. 3640 del 15 gennaio 2008 concernente appunto "Interventi urgenti di protezione civile diretti a fronteggiare i danni determinatisi in conseguenza dell'inquinamento delle aree minerarie dismesse del Sulcis-Iglesiente e del Guspinese della Regione autonoma della Sardegna".
Nel frattempo la Regione aveva provveduto, nel 2003, alla predisposizione del "Piano di bonifica dei siti inquinati", ai sensi dell'articolo 17 del decreto legislativo n. 22 del 1997 e del regolamento di attuazione del decreto ministeriale n. 471 del 1999. La bonifica delle aree minerarie dismesse costituisce premessa indispensabile alla prospettiva di uno sviluppo turistico della provincia, anche perché molte delle zone di cui trattasi sono situate in posizione assolutamente straordinaria per ricchezza paesaggistica e quindi per la possibilità concreta di sfruttamento sotto il profilo del turismo. In questa materia bisogna quindi fissare degli obbiettivi principali, da raggiungere nell'arco di 2-3 anni, e che si possono così schematizzare:
- la definizione in tempi brevi di un bando di gara aperto a soggetti di provata competenza tecnica nel settore del recupero ambientale e dell'architettura del paesaggio per la redazione di un progetto di bonifica integrale dei luoghi, con le tecniche ambientali più moderne e più economiche oggi disponibili;
- la conseguente realizzazione delle opere di bonifica e/o messa in sicurezza secondo le priorità di intervento che saranno individuate dalla progettazione.La progettazione dovrà privilegiare un tipologia di intervento che richieda il minor grado possibile di "sconvolgimento" dei luoghi, implementando tecniche di restaurazione floristiche avanzate e tenendo conto delle peculiari caratteristiche geo-mineralogiche delle zone interessate, nelle quali insistono elevate concentrazioni di piombo, zinco e rame, spesso accompagnate in quantità minori da presenza di cadmio, mercurio, alluminio e manganese.
La frequente presenza di solfuri nei diversi tipi di minerali trasforma il tutto in una vera e propria bomba ecologica dato che i fenomeni ossidativi indotti dalla esposizione all'aria producono come ulteriore danno l'acidificazione delle acque, che a sua volta influenza il pH dei suoli anche in aree molto estese.
Il programma dovrà quindi tenere conto di tali considerazioni nonché della necessità di realizzazione degli interventi più urgenti, della rimozione in tempi brevi delle situazioni di pericolo per la salute umana e per l'ambiente e dell'esigenza di far fronte e superare i danni conseguenti all'inquinamento dovuto alle dismesse attività minerarie. È di tutta evidenza come la vastità delle aree minerarie interessate agli interventi, che si indicano dettagliatamente nel seguito di questa sezione della relazione, pone in rilievo l'esigenza di procedere ad un'attenta valutazione delle diverse situazioni esistenti per indirizzare le scarse risorse disponibili sia verso le aree che presentano un rischio sanitario e ambientale più rilevante sia verso quelle che presentano una potenzialità turistica di maggiore facilità di sfruttamento.
A tal fine la presente proposta di legge prevede sia le aree di intervento prioritarie sia le semplificazioni normative necessarie per accelerare il completamento dei lavori di bonifica.
L'identificazione e la descrizione delle aree di intervento è stata fatta sulla base del Piano di bonifica predisposto dalla società Progemisa nel febbraio del 2008, selezionando tre delle zone minerarie dismesse che, come detto in precedenza, sono più promettenti sotto il profilo turistico.
Naturalmente questa è una selezione temporanea, nel senso che si è pensato di favorire le parti del territorio che più possono consentire un decollo turistico e quindi un aumento della ricchezza disponibile per tutta la provincia, ma è evidente che non appena ci saranno risorse disponibili si dovrà operare anche nelle aree restanti. Le aree su cui la presente proposta di legge ritiene necessario intervenire con priorità sono le seguenti:
1) area di Masua
La miniera di Masua ha lavorato per oltre un secolo a cavallo del 1900 e utilizzando un importante impianto di trattamento ubicato a poche decine di metri dalla spiaggia omonima.
Oltre al minerale proveniente dalle coltivazioni a cielo aperto ed in sotterraneo circostanti l'abitato, l'impianto ha trattato il materiale estratto dalla miniera di Acquaresi, da quella di Nebida e da tutte le piccole coltivazioni limitrofe.
Per molti decenni l'impianto ha scaricato direttamente in mare tutti i residui del trattamento, e sola nell'ultimo periodo di attività sono stati costruiti i grandi bacini sterili attualmente visibili nei pressi dell'impianto.
Nell'area circostante l'impianto, oltre ai citati bacini sterili, sono presenti diversi accumuli non confinati di minerale trattato o ancora da trattare, che comportano un rischio potenziale per la salute dell'uomo e per la qualità dell'ecosistema.
L'area è infatti sede di attività turistiche e residenziali ed è stato pianificato un recupero produttivo a fini turistici che richiede la sua riqualificazione ambientale.
Nell'area di Acquaresi i grandi scavi sotterranei hanno determinato gravi fenomeni di instabilità e subsidenza che hanno compromesso l'utilizzo in sicurezza della strada provinciale che collega Nebida con Buggerru.
2) area di Malfidano
La macro area Malfidano raggruppa la miniera omonima, ubicata all'interno dell'attuale abitato di Buggerru, ed il centro estrattivo di Planu Sartu, ubicato sulla costa a sud di Buggerru.
Il trattamento del minerale era effettuato nei due impianti della miniera di Malfidano ed i residui venivano smaltiti in un bacino sterili, ubicato sulla costa, che veniva aperto periodicamente per creare nuovo spazio. Lo smaltimento dei residui direttamente a mare era infatti considerato un problema importante solo nel periodo della pesca al tonno. Alla fine degli anni settanta il bacino è stato eliminato con l'apertura della diga e la dispersione a mare di gran parte dei residui mediante getti d'acqua.
A circa 40 anni di distanza la presenza di contaminazione nei sedimenti marini e nell'arenile è stata confermata dai risultati del Piano della caratterizzazione dell'area portuale di Buggerru.
L'inquinamento da metalli pesanti determina un rischio potenziale per i residenti di Buggeru e compromette lo sviluppo turistico dell'area che prevede, tra l'altro, il recupero delle strutture minerarie.
3) area di Valle del Rio San Giorgio - Iglesias
Il bacino idrografico del Rio San Giorgio ospita numerose miniere (Domus Nieddas, Monte Onixeddu, Monte Uda, San Giovanneddu, Cabitza, Campera, Campo Pisano, Genna Rutta, Genna Maiori, Monte Agruxau, Monte Scorra, Monteponi, San Giorgio, San Giovanni, Seddas Modditzis, Stagno di Sa Masa), alcune delle quali sono state, nel periodo di massima attività, le più importanti miniere di piombo-zinco d'Europa, ma anche l'abitato di Bindua e parte della città di Iglesias.
Le importanti dimensioni dell'attività mineraria (scavi, bacini sterili, abbancamenti di fini per diversi milioni di metri cubi), determinano lo stato di compromissione ambientale dell'area, con dispersione dei fini di trattamento ad opera del vento e delle acque di ruscellamento.
Il Rio San Giorgio trasporta le acque e i sedimenti sino a Palude Sa Masa ed all'arenile di Fontanamare, dove i contaminanti si sono accumulati per decenni, determinando un grave stato di compromissione ambientale. Nell'area peraltro è previsto lo sviluppo di attività turistiche e strutture residenziali.
Nelle aree minerarie di Monteponi e Campo Pisano sono presenti piani di riconversione industriale e produttiva, con possibile sviluppo di complessi residenziali e di un'area artigianale ed industriale.
Il finanziamento delle opere previste nel capitolo delle bonifiche ambientali attingerà ai fondi FAS nella cui programmazione è previsto un capitolo dedicato al recupero delle aree minerarie dismesse per il quale sono disponibili 57 milioni di euro.
Agricoltura
L'agricoltura nella Provincia di Carbonia-Iglesias riveste un ruolo molto importante non solo per l'aspetto produttivistico del comparto, ma soprattutto per le interazioni che il settore primario ha assunto nei confronti dell'ambiente, del settore turistico e di quello dell'artigianato. Nel territorio provinciale, ad esempio, sono state individuate 20 aree SIC, che rappresentano il 25 per cento del totale regionale, dato questo che esemplifica in maniera immediata l'interazione dell'ambiente con l'agricoltura di qualità; ciò si collega in maniera molto diretta ad un'altra variabile strategica del territorio rappresentata dal turismo. D'altro canto, tutti i processi di riforma della PAC degli ultimi vent'anni si caratterizzano sempre in maggior misura dal rafforzamento dell'integrazione di tutela dell'ambiente, agricoltura, turismo e sviluppo rurale.
Naturalmente è fuori di dubbio che si possano risolvere i problemi del Sulcis con un improvviso quanto impetuoso sviluppo dell'agricoltura, ma noi riteniamo che, parallelamente allo sviluppo delle attività turistiche, si possa intervenire per favorire un rilancio di quelle agricole immaginandole al servizio delle prime.
Per quanto di dimensioni contenute, il livello qualitativo della produzione agricola della provincia è eccellente e promuovere una nuova idea di sviluppo con "nuovi" agricoltori formati ed educati appositamente può essere una delle chiavi del successo.
Del resto se, come vedremo meglio nel prosieguo di questo documento, intendiamo portare nel Sulcis Iglesiente un largo numero di turisti che devono soggiornarvi è evidente che quella di invogliare le strutture di accoglienza ad utilizzare prodotti locali potrebbe essere un'idea vincente. Al momento il problema principale sembra essere di natura culturale: bisogna cambiare la mentalità delle persone che si occupano di agricoltura ed allevamento.
È inutile ed improduttivo dare soldi pubblici a chi, e sono molti, trasforma le stalle con relative mungitrici, costruite con danari di tutti, in ricovero per il bestiame, con quello che ne consegue da un punto di vista igienico; utilizzando le vasche da bagno ed i bidet per piantare prezzemolo e basilico ed i WC come letamai al chiuso.
Nella Provincia di Carbonia-Iglesias l'agricoltura interessa una superficie totale (ST) di 93.561 Ha, con una superficie agricola utilizzata (SAU) di 45.486 Ha; sono occupati circa 18.700 operatori in 6.742 aziende; l'agricoltura assorbe, in provincia, il 2 per cento degli occupati, in confronto all'1 per cento della media regionale, dato quest'ultimo che indica una ruralità ancora molto forte nel territorio.
Ciò rappresenta una forte presenza antropica nel territorio (rispetto ad altri più spopolati), con un conseguente elevato grado di interesse e salvaguardia dello stesso in entrambe le aree principali che si possono facilmente distinguere nelle provincia, il Basso Sulcis, caratterizzato prevalentemente da aziende orticole, viticole e dalla filiera lattiero casearia e l'Iglesiente che ha presenza di numerose aziende zootecniche e, in misura minore, di aziende orticole e frutticole.
Il comparto attualmente più in sofferenza è sicuramente quello zootecnico, per via del prezzo del latte ovino che non remunera in misura adeguata i fattori della produzione.
Le filiere orticole dovrebbero essere strutturate in maniera più concreta, con una maggiore presenza di centri che lavorano il prodotto e chiudono la filiera, con conseguente aumento del valore aggiunto del prodotto. Per esempio, nel Basso Sulcis insistono i Comuni di Giba, Masainas e Piscinas che, con l'unica eccezione di Porto Botte, non hanno grandi possibilità di turismo balneare, ma sono invece importanti nell'economia agricola della provincia e dove si coltivano soprattutto carciofi, ma anche vigneti e serre per l'ortofrutta.
Alcuni dei problemi più rilevanti per chi coltiva carciofi sono rappresentati, come spesso succede in tutta la Sardegna, dalla commercializzazione e dalla lavorazione del prodotto.
Infatti, nonostante la notevole produzione, ancora oggi per commercializzare i carciofi i coltivatori si affidano, per la vendita in Italia ed all'estero, ad intermediari del nord Italia.
Sarebbe intelligente ed opportuno far crescere una nuova generazione di agricoltori che si sappia occupare della commercializzazione dei prodotti, evitando gli intermediari, che alla fine sono quelli che lucrano maggiormente.
L'altro problema, quello della lavorazione e conservazione dei prodotti, può dare luogo ad una sia pur modesta crescita dell'occupazione locale tramite piccole aziende di lavorazione e trasformazione in loco, perché, a parte una piccola realtà a carattere familiare in quel di Giba, non esiste niente altro.
Sarebbe opportuna la presenza in loco di una struttura conserviera o, ancora meglio, la gestione diretta in forma cooperativa, con la creazione di un notevolissimo valore aggiunto e a questo fine la legge mette in campo degli specifici interventi.
Siamo convinti che un intervento di questo genere possa essere molto utile anche sotto il profilo economico; basta vedere in una qualsiasi grande distribuzione il prezzo di un barattolino di carciofini sott'olio, che oltre tutto si ricavano a fine ciclo produttivo, con gli scarti, che altrimenti vengono distrutti o dati per il pascolo.
Un'eccellenza del territorio è rappresentata dalla filiera viticola, con la varietà carignano che, con una superficie di 1.561 Ha sui 2.362 complessivi di superficie vitata, rappresenta un punto di forza e l'esempio di come una filiera gestita e chiusa nel territorio d'origine possa valorizzare il prodotto di partenza, aumentando il valore aggiunto.
La crescita turistica in molti paesi ha dimostrato che il fattore fondamentale per lo sviluppo è l'integrazione tra le diverse attività e da qui discende la necessità nel Sulcis di valorizzare le filiere agricole con l'integrazione del settore turistico, in modo da costruire un sistema agricolo, agro-alimentare e turistico competitivo, basato su una forte caratterizzazione territoriale, sulle tradizioni agroalimentari, sulla storia mineraria, archeologica e religiosa e sulle produzioni enogastronomiche caratteristiche della zona. Un'agricoltura di qualità parte prioritariamente da una gestione sostenibile e poco impattante dell'azienda agraria e, in primis, dall'uso oculato dei prodotti fitosanitari (pesticidi), sia verso le colture che verso l'ambiente. Sicuramente nella Provincia di Carbonia-Iglesias, relativamente a questa tematica, abbiamo già condizioni di eccellenza in quanto, anche per favorevoli condizioni climatiche, l'utilizzo dei prodotti fitosanitari è più limitato rispetto ad altre zone agricole sia in Sardegna ma, soprattutto, rispetto al territorio nazionale.
La legislazione comunitaria introduce il principio "di precauzione" nell'uso dei pesticidi in agricoltura, attraverso l'introduzione di modelli e comportamenti che vanno dalla sperimentazione in laboratorio ad un limitazione della coabitazione tra i vari tipi di agricoltura, al divieto di uso di pesticidi nelle vicinanze di aree sensibili.
Inoltre, la qualità del cibo che arriva sulle nostre tavole in questi anni è al centro dell'attenzione dei cittadini e di molte associazioni di consumatori e ambientaliste anche perché, in alcuni casi, le analisi hanno rilevato la presenza di residui di principi attivi in campioni di cibo, alcune volte oltre i limiti di legge.
Quello che ci proponiamo di ottenere, anche attraverso le norme di questa legge, oltre all'integrazione tra i diversi settori produttivi, è anche la riduzione del rischio per la salute umana e per l'ambiente, fine che si persegue attraverso l'adozione di norme di "precauzione" e la definizione di obiettivi di riduzione dell'uso di pesticidi con l'adozione di tecniche di produzione alternative, quali l'agricoltura biologica, biodinamica e l'agricoltura integrata.
A questo proposito ci sono esperienze positive che vale la pena di tenere in attenta considerazione, quali quelle cui abbiamo accennato in precedenza, alle quali proprio nel Sulcis più profondo hanno dato vita sia soggetti pubblici che privati nel campo della produzione vitivinicola, sfruttando adeguatamente i vitigni tipici della produzione (carignano).
Infatti una realtà importante nella vita economica di Santadi è la presenza della Cantina Sociale, produttrice, tra l'altro, del Terre Brune e del Rocca Rubia, inseribile nei tour, per gli appassionati del turismo enologico.
Vogliamo richiamare, per fare un esempio, l'esperienza del Nuorese dove alcuni giovani diplomati, e qualcuno laureato, sono tornati ad occuparsi della terra e del bestiame e lo fanno in modo brillante, grazie alle conoscenze acquisite: invece di vendere il latte, fanno loro il formaggio, producono un marchio e lo commercializzano su internet.
Fanno gli acquisti con lo stesso sistema; prima di produrre, consultano il mercato, sempre tramite la rete, in maniera da evitare di impiantare colture inflazionate, usano con profitto le conoscenze che gli derivano dallo studio.
Fondamentalmente la prima cosa da fare quindi è quella di istruire i giovani che si vogliono occupare della terra, concedendo solamente a chi dimostra di meritarle, agevolazioni economiche per recarsi a studiare presso centri di formazione particolarmente adatti e preventivamente selezionati.
Un altro tipo di intervento che abbiamo previsto è quello di favorire lo sviluppo di un network di relazioni, puntando particolarmente su internet e sull'intervento sul campo delle istituzioni locali, al fine di consentire anche a piccole imprese di fare sistema tra di loro, sia per la parte relativa all'acquisizione dei beni e dei servizi necessari alla produzione, sia per la parte della vendita.
Attività turistiche connesse alle zone montane
Nei territori dei Comuni di Santadi e di Teulada insiste la maggior parte del più grande bosco di lecci dell'intera area del Mediterraneo: circa 33.000 Ha, e 20.000 dei quali fanno appunto parte del territorio dei comuni citati.
Si tratta di una realtà splendida e ancora poco conosciuta agli stessi sardi, popolata da cervi, daini e cinghiali, riserva naturale di una miriade di varietà di funghi, rifugio per milioni di uccelli, ancora selvaggia ed incontaminata.
Sul versante di Pula di questa straordinaria meraviglia naturale è già attiva un'oasi del WWF, funzionante da diversi anni, attrezzata di piccole realtà ricettive, che attira una certa quantità di appassionati del turismo ambientale.
Qualcosa di simile è stata sviluppata nella località nota come Sebera, al centro del bosco, nel Comune di Santadi, nelle ex casermette della Forestale. Il resto è intonso e, con le cautele del caso, ancora da utilizzare.
Nel bosco, in Comune di Santadi, si erge il monte più alto del Sulcis: punta Maxia (1.020 metri circa), con una stupenda vista verso il mare di Teulada; per almeno 30-40 giorni l'anno nevica e si potrebbe pensare allo sviluppo di attività collegate.
In questo ambito boschivo si propone di favorire lo sviluppo di adeguate strutture ricettive, tramite una serie di incentivazioni di natura economica ai soggetti che vorranno interessarsi.
Queste strutture ricettive dovranno però essere costruite nel massimo rispetto dell'ambiente, esclusivamente in legno, facilmente smontabili e perfettamente integrate nel verde dei boschi circostanti.
Potranno essere costruite su terreni privati o su quelli pubblici, dati in concessione trentennale, e dovranno essere localizzate in maniera tale da costituire un percorso sistemico destinato prevalentemente a coloro che vogliono vivere una vacanza esclusivamente di questo tipo, ma pensato anche per quelli che vengono in Sardegna magari per il mare o il golf, ma che vogliono dedicare una giornata ad una visita nei boschi.
La Provincia del Sulcis avrà a disposizione una piccola dotazione finanziaria per individuare, entro 90 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, una serie di percorsi guidati nel bosco, percorribili a piedi oppure a cavallo o, infine, in mountain bike, con torri o posti di osservazione da cui ammirare gli animali o i panorami.
I percorsi dovranno integrarsi perfettamente con le strutture ricettive sparse nei 20.000 chilometri quadrati dei boschi del Sulcis in modo tale che a distanze ragionevoli i turisti, sia appiedati che dotati di mezzi di trasporto, possano trovare posti di ristoro, servizi e strutture ricettive.
Naturalmente i percorsi potranno essere previsti anche fuori dell'area boschiva vera e propria ed estendersi verso le altre zone del territorio con particolare attenzione ai parchi di archeologia mineraria, come la miniera di Rosas in Comune di Narcao, o le numerose zone di archeologia classica.
È infatti importante far notare, come del resto sarà specificato in una successiva parte della presente relazione, che alle falde del bosco, nel versante di Santadi/Villaperuccio, esistono degli importantissimi siti archeologici a Montessu, con tombe dei giganti e domus de janas, in buona parte ancora da portare alla luce.
Un'altra area che si potrebbe cercare di valorizzare ad uso turistico e di inserire nei percorsi riguarda la zona della grande diga di Tratalias: anche in questo caso, previo accordo con l'ente gestore, la Provincia potrà disegnare specifici percorsi turistici, attività di pesca sportiva e non, manifestazioni di canoa, kayak, canottaggio, ecc.
La stessa Provincia, una volta stilato il progetto di cui ai punti precedenti, provvederà a bandire una o più gare pubbliche per aggiudicare la realizzazione e la gestione delle diverse strutture ai soggetti che ne faranno domanda.
Portualità e attività nautiche
È indubitabile che lo sviluppo turistico deve partire dal mare e dalle coste e può svilupparsi attorno a tre poli fondamentali: la parte più a nord delle zone costiere, quella che va da Portoscuso a Fluminimaggiore, le piccole isole, e la costa verso il sud, cioè il Golfo di Palmas.
Non possiamo dimenticarci che l'ammiraglio Nelson definiva il Golfo di Palmas come uno dei più affascinanti che avesse mai visitato e che Jacques Cousteau sosteneva che quello di Nebida fosse il tratto di mare più bello al mondo. Tutte considerazioni che non vanno banalizzate, considerato da chi provengono.
Nel Sulcis la portualità può rappresentare uno degli accessi alla provincia e c'è molto da fare in tale direzione:
- sviluppare e adeguare i porticcioli esistenti, trasformare in un molo crocieristico il porto di Sant'Antioco con strutture adatte agli ospiti a ridosso del porto;
- realizzare nel Golfo di Palmas, preferibilmente nel litorale di Masainas o nelle aree ex Sardamag, un grande porto turistico;
- realizzare interventi volti a promuovere la costituzione di un polo nautico e cantieristico che potrebbe svilupparsi a Sant'Antioco;
- valutare, soprattutto sotto il profilo ambientale e paesaggistico, la possibilità di realizzare un porticciolo o un approdo turistico nella zona di Sa Masa, collegandola con il mare con il canale che esiste già e che sarebbe eventualmente da rendere più facilmente navigabile almeno per le piccole imbarcazioni.Il sito è inquinato da metalli pesanti provenienti da Monteponi (montagne rosse) attraverso il Rio San Giorgio e sarebbe necessario provvedere alle opportune opere di bonifica.
L'idea complessiva è quella di favorire lo sviluppo di un'intensa attività diportistica che non riguardi solo la stagione estiva, ma che riesca a sviluppare la destagionalizzazione in modo tale da creare un flusso di persone che visitino e soggiornino nel territorio anche nel periodo ottobre-aprile.
Il turismo legato alla nautica e le correlate attività rappresentano sicuramente alcuni tra i settori economici in più forte espansione se si eccettuano le attività manifatturiere vere e proprie, e noi riteniamo di grande importanza il settore perché presenta due aspetti che sono estremamente interessanti per l'economia della Provincia del Sulcis Iglesiente: uno legato ad un ulteriore incremento del turismo estivo di qualità e l'altro legato al fatto che, con le dovute attenzioni e con le scelte politico-gestionali più opportune, si possa sviluppare il settore della portualità fuori stagione.
Ad entrambi questi aspetti riteniamo che nel Sulcis si debba prestare particolare attenzione in quanto, mentre il primo consentirebbe di sviluppare un turismo estivo asfittico ai limiti della sussistenza, il secondo permetterebbe di incrementare le presenze e le attività industriali e commerciali anche nei periodi in cui spesso la gente ha maggiore difficoltà a trovare un'occupazione dignitosa.
Infatti lo sviluppo del turismo nautico fuori stagione, con le connesse attività legate al rimessaggio ed assistenza a terra o in mare delle imbarcazioni, permetterebbe un buon flusso occupativo proprio in un territorio in cui la quota di popolazione occupata è particolarmente bassa.
Inoltre abbiamo considerato anche l'idea del collegamento tra le località di impianto dei nuovi porti (o il potenziamento di quelli esistenti) e il turismo delle zone interne, in particolare con le attività che sono consentite dalle caratteristiche orogeografiche, archeologiche, storiche, floristiche e faunistiche del territorio interno della provincia.
Con questa proposta, come si vedrà dall'articolato, non si vuole imporre la costruzione di un porto in un punto preciso, ma al contrario si vuole lasciare libertà agli imprenditori di progettare i loro investimenti nell'ambito, si intende, di un controllo pubblico e di scelte finali devolute alla Regione e agli enti locali interessati.
Si è preferito infatti affidare al mercato il ruolo di soggetto attivo nello sviluppo del settore, non sulla base di considerazioni politiche localistiche, bensì sulla base di piani industriali accurati e dettagliati.
Il ruolo della Regione sarà diverso da quello solito di "ufficiale pagatore" di impianti sollecitati alle istituzioni locali di solito in base a considerazioni di natura più redistributiva che commerciale o industriale; questa volta la Regione e le comunità locali interessate avranno il compito di guida al fine di stimolare il pieno sviluppo della proposta.
Con lo sviluppo della portualità turistica, della cantieristica e delle attività, commerciali e artigianali correlate occorre mirare ad attrarre una categoria di turisti di livello medio-alto e per farlo dobbiamo essere capaci di presentare un'offerta nautica di livello elevato sia sotto il profilo quantitativo (numero di porti, opportuna dislocazione dei porti, numero di posti barca) sia sotto quello qualitativo (attrezzature portuali, servizi, esercizi commerciali, ecc).
I turisti di questa fascia sono abituati a viaggiare di frequente, chiedono alberghi di livello elevato e vogliono essere "coccolati": questo vale ancor di più per il turista nautico che, nella stragrande maggioranza dei casi, è un tipo di viaggiatore con possibilità economiche medio-alte.
I porti, inclusi quelli che dovremo riattare o potenziare, dovranno essere dotati di attrezzature per l'assistenza tecnica, infrastrutture e servizi di grande qualità (luce, acqua, gru, rifornitori di carburante, reti wireless), dovranno avere esercizi commerciali e ricettivi a brevissima distanza, anzi meglio sarebbe avere direttamente un centro civico a walking distance dal porto e, laddove questa condizione non sussista, si prevede la possibilità di realizzare nuove strutture anche in deroga ai vigenti strumenti urbanistici.
Queste caratteristiche sono inoltre quelle necessarie per convincere i proprietari di barche che non vivono in Sardegna a lasciare nel Sulcis le loro barche al di fuori della stagione estiva, con in aggiunta due aspetti peculiari. Il primo è legato alla indispensabile presenza in loco di attività di cantieristica navale che, particolarmente per le imbarcazioni di grandi dimensioni, diventano una discriminante fondamentale nella decisione circa il rimessaggio. Il secondo è poter disporre di sufficiente capacità di rimessaggio a terra, quindi con la presenza di capannoni di dimensioni adeguate in cui conservare le barche per quei proprietari che non ne prevedono l'uso nel periodo invernale.
Ovviamente il nostro clima mite renderebbe oltremodo attraente per qualcuno che vive in Lombardia o in Germania poter prendere un aereo il venerdì sera e godersi la barca per 24 o 48 ore, ma per fare questo dovremo essere capaci di presentargli davvero un'offerta irripetibile altrove.
Infrastrutture stradali
Naturalmente lo sviluppo del turismo nel Sulcis Iglesiente, così come del resto quello dell'agricoltura e dell'artigianato, sono legati ad un drastico miglioramento delle condizioni della viabilità e dei correlati sistemi di comunicazione.
Non occorre essere particolarmente esperti per sapere che una località che dista più di un'ora di percorso stradale dal più vicino aeroporto è già, solo per tale fatto, praticamente esclusa dai grandi traffici turistici.
I capoluoghi della provincia sono raggiungibili facilmente dal sistema portuale e aeroportuale di Cagliari, circa 30 minuti per Iglesias e 40 per Carbonia, ma da qui in poi cominciano i problemi.
Tutta la viabilità interna alla provincia è antiquata e superata, inadeguata al moderno traffico automobilistico e ancora di più in previsione di un possibile sviluppo turistico del tipo proposto.
La principale via di comunicazione tra Iglesias e Carbonia (che poi prosegue fino a Sant'Antioco) è la strada statale n. 126 che si omette qui di descrivere dettagliatamente per brevità: basti ricordare che nei pressi di Carbonia è interrotta da due rotonde e da due impianti semaforici nell'arco di un paio di chilometri. Semafori e rotonde su una strada di grande comunicazione com'è, o meglio, come dovrebbe essere una statale!
Al bivio di San Giovanni Suergiu la strada statale n. 126 devia per Sant'Antioco e lascia al suo destino il sud della provincia, che è collegato dalla prima parte della strada statale n. 195 che raggiunge Cagliari dopo essere transitata per Giba, Masainas e S. Anna Arresi.
La strada statale n. 195 è poco più di una mulattiera asfaltata e solo incrociare un pullman che proviene in direzione contraria senza rimetterci gli specchietti retrovisori richiede una grande abilità alla guida; per superare un camion uscendo indenni dal sorpasso è necessaria una licenza da pilota di Formula uno.
Altrettanto scadenti sono i collegamenti sulle strade provinciali o locali a partire dalla strada statale n. 295 che congiunge Giba a Siliqua per finire con la straduncola che collega Gonnesa con Buggerru lungo la costa occidentale sarda.
È quindi indispensabile una ristrutturazione adeguata e completa del sistema stradale che deve interessare prioritariamente le strade di collegamento "interne" e l'asse viario principale della provincia nei seguenti tratti:
- strada statale n. 126: ristrutturazione almeno per il tratto tra Gonnesa e Sant'Antioco per una lunghezza di 29,1 chilometri; al termine dei lavori la strada dovrà avere le seguenti caratteristiche tecniche: strada extraurbana principale: strada a carreggiate indipendenti o separate da spartitraffico invalicabile, ciascuna con almeno due corsie di marcia e banchina pavimentata a destra, priva di intersezioni a raso, con accessi alle proprietà laterali coordinati, contraddistinta dagli appositi segnali di inizio e fine, riservata alla circolazione di talune categorie di veicoli a motore; per eventuali altre categorie di utenti devono essere previsti opportuni spazi. Deve essere attrezzata con apposite aree di servizio, che comprendano spazi per la sosta, con accessi dotati di corsie di decelerazione e di accelerazione;
- strada statale n. 195: rifacimento del tratto da San Giovanni Suergiu fino a S. Anna Arresi per una lunghezza complessiva di 22,5 chilometri. La strada nel tratto tra San Giovanni Suergiu e S. Anna Arresi dovrà invece avere le seguenti caratteristiche: strada extraurbana secondaria: strada ad unica carreggiata con almeno una corsia per senso di marcia e banchine;
- strada provinciale n. 86: sarà inoltre necessario completare il tratto di collegamento della strada statale n. 130 con Villamassargia per una lunghezza di 4 chilometri, strada che, al termine dei lavori, avrà le seguenti caratteristiche: strada extraurbana principale: strada a carreggiate indipendenti o separate da spartitraffico invalicabile, ciascuna con almeno due corsie di marcia e banchina pavimentata a destra, priva di intersezioni a raso, con accessi alle proprietà laterali coordinati, contraddistinta dagli appositi segnali di inizio e fine, riservata alla circolazione di talune categorie di veicoli a motore; per eventuali altre categorie di utenti devono essere previsti opportuni spazi. Deve essere attrezzata con apposite aree di servizio, che comprendano spazi per la sosta, con accessi dotati di corsie di decelerazione e di accelerazione;
- adeguamento e messa in sicurezza delle principali strade costiere, in particolare quella che da Gonnesa - località Monte San Giovanni raggiunge Buggerru per una lunghezza di circa 10 chilometri. Al termine dei lavori la strada Gonnesa-Buggerru avrà le seguenti caratteristiche: strada extraurbana secondaria: strada ad unica carreggiata con almeno una corsia per senso di marcia e banchine.Un'altra importante infrastruttura da realizzare è certamente una strada che potrebbe partire da Funtanamare e arrivare a Porto Paglia passando in mezzo al demanio forestale in modo da valorizzare tutto il litorale. Da Porto Paglia poi ci sarebbe la naturale congiunzione con la strada provinciale che porta a Portoscuso e dalla quale è facilmente raggiungibile il Nuraghe Seruci. Una parte è stata già fatta in precedenza tanto che Plag'e Mesu e Punta S'arena sono già collegate da strada asfaltata. Quindi l'opera si completa con altri due chilometri. Anche questa strada dovrebbe avere, al termine dei lavori, le caratteristiche di cui al punto precedente.
Complessivamente gli interventi riguarderebbero quindi 52 chilometri di strade statali la cui ristrutturazione ha un costo medio di 1,5 milioni di euro al chilometro e 16 chilometri di strade provinciali con un costo medio di circa mezzo milione di euro a chilometro: la spesa complessiva si aggira quindi sugli 80 milioni di euro.
Funivia
Un'idea innovativa, applicata in altri territori italiani, specialmente in quelli di frequente innevati ma anche marini, che potrebbe avere la duplice funzione di attrazione turistica e di sistema di trasporto locale, come ad esempio quello tra alberghi e spiagge.
Si tratta di impianti che fino ad ora sono stati prevalentemente installati in località di montagna dove hanno funzione primaria di attrazione turistica: si pensi ad esempio alla funivia che attraversa il massiccio del Monte Bianco e porta i visitatori da La Palud fino all'Aiguille du Midi a quasi 4.000 metri d'altitudine attraverso l'affascinante Mer du Glace.
Non è difficile immaginare che la costa del Sulcis vista dall'alto rappresenterebbe una formidabile attrazione se solo si considera la bellezza dei luoghi e gli straordinari paesaggi marini del territorio: si tratta di panorami letteralmente mozzafiato e certamente non meno attrattivi delle pur straordinarie viste del Monte Bianco.
Un visitatore potrebbe fare un tratto in funivia, scendere in prossimità di una spiaggia, fermarsi a Masua a visitare veri e propri musei di archeologia mineraria all'aria aperta oppure visitare opere di ingegneria straordinarie come Porto Flavia, percorrere un tratto del percorso con il trenino della Galleria Henry, o visitare con pochi chilometri di percorrenza altre attrazioni della zona come le spiagge di Portixeddu, il tempio di Antas o il sito nuragico di Seruci.
Questo progetto, che è chiaramente molto costoso, potrebbe essere affrontato con un project financing che veda un imprenditore privato affrontare il grosso dei costi e gestire poi gli impianti per 30 anni; in cambio la Regione gli concederà l'utilizzazione dei siti minerari abbandonati di Masua e di Planu Sartu nella zona di Iglesias-Buggerru e delle aree ex Palmas Cave sull'Isola di Sant'Antioco, per trasformarle tutte in strutture ricettive e residenziali.
Inoltre la Regione interverrà concedendo, in deroga agli strumenti urbanistici vigenti, un premio di cubatura in corrispondenza delle fermate della funivia o nelle immediate vicinanze sia per ulteriori strutture a carattere ricettivo sia, in parte, per fini residenziali.
Infine, mentre non sono previsti finanziamenti pubblici a fondo perduto, la legge prevede invece che la Regione conceda un abbattimento dei tassi di interesse fino al livello minimo consentito dalla vigente legislazione per coprire i costi di costruzione della funivia e delle strutture ricettive.
La funivia potrebbe partire da Buggerru o da Planu Sartu, fare una prima fermata a Cala Domestica (3.186 mt), una successiva Porto Flavia (4.928 mt), da lì proseguire fino a Portu Banda (2.925 mt), a Funtananare (2.950 mt), per terminare a Porto Paglia (2.791 mt).
In totale 16,78 chilometri cui si potrebbero eventualmente aggiungere altri due tratti terminali da Porto Paglia a Casa di Nuxis e da qui a Portoscuso.
L'energia necessaria per la funivia dovrebbe essere intorno ai 5 MW i quali si potrebbero auto produrre con due aerogeneratori da 2,5 MW cadauno da ubicare nel parco eolico della Portovesme Srl già autorizzato e a ridosso del percorso funivia.
Percorsi archeologico-religiosi
La Sardegna è una terra che offre straordinarie opportunità per sviluppare un turismo di qualità che porti ad un effettivo arricchimento del territorio senza depredarlo in maniera inconsulta, ma anzi consentendone di valorizzare i tesori nascosti e di esporli alla vista e al godimento di tutti e non solo dei sardi che vivono nelle vicinanze.
È evidente che ciascun territorio ha caratteristiche differenti dagli altri ed è quindi vocato ad attirare differenti e svariati target turistici (alcuni preminenti rispetto ad altri).
Nel caso del Sulcis Iglesiente occorre quindi individuare quelli più conformi alle proprie peculiarità territoriali o, meglio ancora, quelli che verrebbero esaltati dalle caratteristiche storico-mitico-tradizionali di un territorio avente una ben precisa caratterizzazione.
La Provincia di Carbonia-Iglesias ha tre aspetti di particolare preminenza: un mare meraviglioso, un immenso patrimonio minerario ed archeologico, ma soprattutto il Sulcis Iglesiente si caratterizza per la diffusa presenza di alcune "icone" della nostra antichissima religione collegate al culto dell'acqua con i suoi riti ordalici (nuraghe Grutt'i Acquas a Sant'Antioco) ed ai riti della rigenerazione della vita (necropoli di Montessu a Villaperuccio).
Esistono in proposito studi molto dettagliati e seri tra i quali si segnala quello del prof. Raffaele Pettazzoni "La religione primitiva in Sardegna" che sull'argomento è molto esaustivo.
A questo punto è del tutto evidente che, anche nell'ottica di sviluppo di particolari target turistici, come nel nostro caso potrebbero essere il cicloturismo, il turismo ambientale, l'escursionismo, il turismo minerario, quello archeologico e quello religioso, il valore aggiunto è proprio quello di poter offrire un territorio in grado di stimolare la fantasia ed il desiderio della domanda.
Per intenderci, una cosa è proporre agli appassionati di turismo religioso la visita delle chiese e dei luoghi di culto, un'altra e poter loro raccontare l'evolversi della coscienza religiosa organizzando un itinerario che dai menhir di Terrazzu a Santadi, si estenda alle domus de janas di Montessu, al pozzo sacro di Tattinu, alle tombe di giganti di Tuerredda, sino ad arrivare alle espressioni fenicio-puniche di Sirai ed infine al romanico di Tratalias.
A questo fine la proposta di legge prevede l'erogazione di incentivi ai soggetti che vorranno farsi carico di organizzare piccole società in grado di promuovere una serie di escursioni strutturate relative ai percorsi come quelli su descritti con mezzi adeguati, guide competenti e i giusti collegamenti con gli alberghi e le istituzioni.
Ovviamente tutto questo ben può intersecarsi con le attività, già previste in altre parti della presente legge, concernenti lo sviluppo dell'agricoltura e dell'artigianato, valorizzando la tradizione enogastronomica che si esprime attraverso la cucina con le erbe endogene di Nuxis e nei vini che hanno caratterizzato la nostra storia come il bovale o il carignano.
L'esigenza, a questo punto, è quella di promuovere le opportunità turistiche individuate nei confronti dei mercati più sensibili al particolare tipo di offerta che si propone e in questa ottica si prevedono campagne pubblicitarie mirate ai diversi target che si deciderà di voler interessare.
Si ricordano in maniera sintetica alcune delle località più interessanti da visitare sotto il profilo della cultura archeologica, religiosa e non solo:
Domus de janas, villaggi ipogei e necropoli
- Villaggio ipogeo (Sant'Antioco);
- Parco archeologico di Montessu (Villaperuccio);
- Domus de janas Maverru (Nuraxi Figus-Gonnesa);
- Tante altre domus nascoste da scavare e valorizzare;Insediamenti dell'età prenuragica e nuragica
- Nuraghe Arresi (S. Anna Arresi);
- Villaggio nuragico di Coi Casu (S. Anna Arresi);
- Nuraghe Cuccu (Masainas);
- Nuraghe e Tomba dei giganti di Is Meurras (Tratalias);
- Nuraghe Santu Perdu (Villamassargia);
- Nuraghe Santu Pauli (Villamassargia);
- Tombe dei giganti Monte Ollastu (Villamassargia);
- Nuraghe Seruci (Gonnesa);
- Tanti altri nuraghi nascosti da scavare e valorizzare;Insediamenti fenicio-punici, romani e medievali
- Sito archeologico di Pani Loriga (Santadi);
- Parco archeologico di Monte Sirai (Carbonia);
- Tempio punico romano di Antas (Fluminimaggiore);
- Tophet (Sant'Antioco);
- Complesso monumentale di Tratalias;
- Torre sabauda (Calasetta);
- Mura pisane (Iglesias);
- Torre spagnola (Portoscuso);Musei archeologici, storici, etnografici
- Museo Montegranatico (Villamassargia);
- Museo archeologico Villa Dulcis (Carbonia);
- Museo archeologico di Santadi;
- Museo archeologico Barreca (Sant'Antioco);
- Museo civico di Buggerru;
- Archivio storico Villa di Chiesa (Iglesias);
- Museo etnografico antico mulino ad acqua Licheri (Fluminimaggiore);
- Museo etnografico di Iglesias;
- Casa museo Sa Domu Antiga (Santadi);
- Museo Casa Natura (Giardino montano Linasia Iglesias);Grotte
- Grotta Santa Barbara (Iglesias - S. Giovanni Miniera);
- Grotta Su Mannau (Fluminimaggiore);
- Grotte is Zuddas (Santadi);Impianti per il turismo golfistico
Come abbiamo detto nelle premesse, questa proposta di legge ha l'obiettivo principale di portare nel Sulcis Iglesiente un numero di turisti pari a circa 300.000 l'anno per un numero di presenze complessive di 1,9-2 milioni.
Insieme a questo obiettivo di carattere nettamente quantitativo, ve n'è però un altro che attiene alla qualità e che presenta due profili abbastanza distinti:
- la destagionalizzazione
- lo sviluppo del turismo nella Provincia del Sulcis con particolare attenzione all'aspetto turistico e culturale.Per quel che si riferisce al secondo profilo, non v'è dubbio che sia desiderabile riuscire ad attrarre un tipo di turisti diverso da quello, un po' sbracato, che invade di solito le nostre spiagge, cioè di turisti più maturi, che siano consapevoli che in Sardegna vi sono, oltre ad un mare che ha pochi confronti al mondo, anche ricchezze archeologiche, ambientali e paesaggistiche che meritano di essere visitate e vissute con la stessa passione.
Ci troviamo quindi di fronte alla necessità di uno sforzo per sviluppare poli di attrazione che creino le ragioni e le condizioni per cui un turista, possibilmente benestante e con pochi vincoli di natura lavorativa, scelga di venire nel Sulcis possibilmente non solo in estate.
Un progetto complessivo trattato in altre parti del presente documento che riguarda quindi alberghi, trasporti, ristoranti, musei, parchi minerari e più in generale l'urbanistica e l'ambiente, insomma che comporti un cambio importante della mentalità del nostro sistema turistico e dei suoi operatori.
Una delle strategie che abbiamo individuato per raggiungere questi scopi è la realizzazione di tre campi da golf nel territorio, con gli annessi servizi indispensabili per il buon funzionamento degli impianti.
Al mondo esistono, a seconda delle diverse stime, da 63 a 80 milioni di persone che giocano a golf e che figurano come giocatori tesserati per qualche club e il nostro obbiettivo è quello di attrarre un consistente numero di giocatori stranieri, soprattutto dal nord Europa dove esiste un potenziale bacino di circa 10/12 milioni di giocatori.
È abbastanza intuitivo come per uno svedese o per un inglese, appassionati di golf e desiderosi di giocare tutto l'anno, un inverno come quello sardo rappresenti una sorta di miraggio davvero allettante.
Naturalmente questo si può realizzare solo se saremo capaci di offrire le giuste convenienze sotto il profilo turistico (trasporti e alberghi) e tecnico (circuiti di campi vicini tra di loro e di elevata qualità).
Il turismo del giocatore di golf presenta una durata media del soggiorno di circa 8 giorni, con una spesa procapite intorno ai 1.300 euro e il frequente accompagnamento di familiari non giocatori; molti di loro inoltre effettuano anche due o tre vacanze golfistiche in un anno e, per quel che ci riguarda più direttamente, quasi tutti questi periodi di vacanza sono concentrati nei mesi tra ottobre e aprile.
Abbiamo di conseguenza necessità di agire rapidamente così da mettere in campo un'offerta di campi da gioco che possa davvero soddisfare gli appassionati che chiedono di poter giocare su campi diversi e con differenti gradi di difficoltà tecnica.
Questa offerta dovrà basarsi su campi dotati di caratteristiche tecniche e di livelli di difficoltà differenti, localizzati in maniera che la distanza massima tra di loro sia limitata, e vicini a complessi alberghieri situati tutti nel raggio massimo di un centinaio di chilometri da un aeroporto.
Si consideri inoltre che l'apertura di numerosi hotel al turismo golfistico nei periodi fuori stagione balneare favorirà l'estensione dell'offerta turistica anche al settore del benessere e del turismo congressuale, con ciò arrivando ad un ulteriore discreto ampliamento delle presenze complessive.
La costruzione dei nuovi campi dovrà essere affidata ad imprenditori privati e il ruolo della Regione sarà quello di favorire il progetto finanziando una parte dei costi di costruzione e della concessione di prestiti a tasso agevolato o, in alternativa, di un abbattimento del tasso di interesse.
Infine la presente legge autorizza, sui terreni scelti per la costruzione dei nuovi campi da golf, le variazioni di destinazione d'uso previste dagli strumenti urbanistici attualmente esistenti a favore dell'utilizzo a fini sportivi degli stessi terreni nonché la trasformazione - comunque al di fuori della fascia dei trecento metri dal mare - della potenzialità edificatoria di 0,03 metri cubi per metro quadrato prevista per le zone agricole in uguale potenzialità edificatoria per uso residenziale.
Il turismo balneare
Oltre 200 chilometri di coste e spiagge bellissime, luoghi incontaminati e panorami mozzafiato offrono al territorio della provincia del Sulcis Iglesiente le più favorevoli opportunità per sviluppare adeguatamente anche un tipo di turismo classico, quello estivo a caratterizzazione prevalentemente balneare.
Anche, ma non solo, su questa categoria di turisti punta la presente proposta di legge che infatti prevede che nei mesi di luglio, agosto e settembre i posti letto delle strutture alberghiere e di quelle di "ospitalità diffusa" abbiano percentuali di occupazione intorno al 75 per cento.
In poche parole si punta ad avere nel territorio circa 800.000 presenze turistiche durante la stagione balneare classica, con un numero di persone equivalente a poco meno di 135.000 in tre mesi.
Una volta completato lo sviluppo alberghiero previsto e realizzate le nuove vie di comunicazione interne al territorio non ci dovrebbero essere problemi di sorta ad accogliere un tale numero di persone, considerata l'amplissima disponibilità di spiagge bellissime.
A puro titolo di esempio si riporta di seguito l'elenco delle località dotate di spiagge che insistono sulle coste del Sulcis Iglesiente, cominciando dal nord e scendendo verso Teulada:
Buggerru
- Buggerru, Cala Domestica, Portixeddu, S. Nicolò;Calasetta
- Cussorgia, Le saline, Sottotorre, Spiaggia Grande, Mangiabarche;Carloforte
- Cala Fico, Cala Lunga, Cala Vinagra, Capo Sandalo, Geniò, Girin, Guidi, Isola Piana, La Bobba, La Caletta, La Conca, La Punta, Lucaise, Punta delle Colonne, Punta delle Oche, Punta Nera, Spalmatore, Taccarossa;Fluminimaggiore
- Sa Perdiscedda Manna, Sa Perdiscedda Pitticca, Portisceddu;Giba
- Portobotte;Gonnesa
- Fontanamare, Plag'e Mesu, Porto Paglia, Sa Punta e S'arena;Iglesias
- Masua, Porto Corallo, Portu Banda, Portu Cauli;Masainas
- Is SolinasPortoscuso
- La Caletta, Paleturri, Portupaleddu, Portovesme, Sa Cala de su Zurfuru, Sa Punta de S'aliga;
Sant'Anna Arresi
- Porto Pineddu, Porto Pino, Spiaggia dei Francesi, Su Portu de su Trigu;Sant'Antioco
- Cala Lunga, La Tonnara, Cala Sapone, Capo Sperone, Coacuaddus, Is Pruinis, Is Praneddas, Maladroxia, Su Portixeddu, Su Portixeddu Acuau, Portu Sciusciau, Su Forru Machina, Turri.Sviluppo offerta ricettiva e alberghiera
Come già ricordato nelle premesse della relazione il Sulcis Iglesiente dispone di un numero relativamente elevato di hotel, 55, pari al 7 per cento della Regione, ma il numero di posti letto è purtroppo molto basso e rappresenta infatti solo il 3 per cento di quelli presenti in Sardegna.
Inoltre il livello di hotel è tale da scoraggiare o quasi qualsiasi tipo di turista, fatta eccezione per alcune strutture, prevalentemente a Carloforte, che sono di buona qualità.
Il parco ricettivo del territorio è inoltre composto da altri 120 piccoli esercizi, in gran parte agriturismi e bed & breakfast, che dispongono di ulteriori 2.438 letti pari a poco più di 20 letti ciascuno.
È di tutta evidenza come l'ipotesi formulata, al raggiungimento della quale è tesa la presente proposta di legge, di un numero di turisti quintuplicato rispetto all'attuale richiede un fortissimo sviluppo del settore ricettivo.
Se l'obbiettivo è appunto quello di attrarre nella provincia 300.000 turisti l'anno, un semplice calcolo delle percentuali di occupazione da attendersi, dal 75 per cento di luglio agosto e settembre al 50 di maggio giugno fino ad un difficile, ma non impossibile, 30 per cento del resto dell'anno ci porta a ritenere necessari circa 11.000 posti letto.
Del patrimonio alberghiero esistente oggi si possono considerare di buona qualità, sia per caratteristiche intrinseche che per localizzazione, non più di 1.500 letti e sottraendo in parte i 2.400 letti di "ospitalità diffusa" restano da costruire ex novo strutture ricettive per almeno 8.000 posti letto.
La presente proposta di legge prevede una serie di agevolazioni per gli imprenditori che vorranno investire nello sviluppo della capacità ricettiva del territorio del Sulcis Iglesiente sia per costruire ex novo sia per la eventuale riconversione in strutture alberghiere delle seconde case.
Considerando che il fine complessivo è quello di uno sviluppo turistico di qualità e non certo quello di inseguire un turismo di massa con caratteristiche "riminesi" le agevolazioni sono limitate agli alberghi con un livello qualitativo pari o superiore a quattro stelle.
Le agevolazioni sono quindi tese a raggiungere i seguenti obbiettivi:
- sviluppare un'offerta turistica di qualità incrementando le prospettive di sviluppo economico e sociale del territorio della Provincia di Carbonia-Iglesias;
- migliorare l'offerta turistica esistente ed in via di formazione;
- valorizzare la capacità ricettiva delle attuali seconde case;
- elevare il livello di competitività delle singole imprese ricettive e del territorio nel suo complesso con l'adozione di innovazioni tecnologiche e di elevati standard di eco-compatibilità;
- valorizzare e rendere agevolmente fruibile ai turisti il patrimonio di archeologia mineraria e quello culturale e religioso del territorio iglesiente e sulcitano.Le agevolazioni, dettagliatamente previste nell'articolo 11 della legge, prevedono sia contributi a fondo perduto, sia l'abbattimento del tasso d'interesse sui finanziamenti ottenuti dai diversi imprenditori interessati dal sistema bancario. La Regione interverrà inoltre sotto il profilo urbanistico e sotto quello procedurale, consentendo deroghe agli strumenti urbanistici vigenti da un lato e procedure accelerate e semplificate come la conferenza dei servizi dall'altro.
Situazione del settore artigiano
Nella Provincia di Carbonia-Iglesias le imprese artigiane sono totalmente 2.488. Un numero drammatico se si considera che rapportato ai 131.890 abitanti determina un tasso percentuale appena dell'1,88 per cento, contro un tasso medio regionale del 2,57 per cento. Una incidenza statistica che fotografa la complessiva condizione di ritardo dello sviluppo locale e di arretramento del tessuto economico nei 23 comuni della Provincia di Carbonia-Iglesias. Diventa pertanto indispensabile recuperare questo ritardo endemico dell'economia attraverso nuovi e più efficaci processi di sviluppo del territorio e per ottenere questo risultato di crescita gli strumenti che devono essere messi in campo, in questi prossimi anni, sono quelli che si interfacciano in maniera immediata con il tessuto della piccola impresa artigiana. Occorre pensare ad un piano straordinario che poggi sul tessuto primario dello sviluppo: la piccola impresa artigiana, quella meglio definita "bottega artigiana" che costituisce l'elemento unitario dei saperi e delle conoscenze tradizionali.
Per intercettare e far crescere le piccole imprese artigiane, in questo territorio della nostra Regione, si deve percorrere una strada semplice ma allo stesso tempo obbligata: quella di un intervento integrato di più azioni affidate alle singole leggi regionali di settore che si sono rivelate particolarmente efficaci nel dare risposte adeguate ai bisogni più ricorrenti:
a) restituire una opportunità ai più giovani per favorire la nascita e la crescita di nuove imprese artigiane, soprattutto quelle indirizzate nel settore dell'innovazione;
b) inserire una concreta azione di politica attiva del lavoro favorendo l'inserimento lavorativo di giovani apprendisti nelle piccole imprese artigiane;
c) agevolare il credito a favore delle micro imprese artigiane per sostenerne la sopravvivenza anche con piani di ristrutturazione dello stato debitorio e di sostegno dei piani di marketing per la commercializzazione e la internazionalizzazione.Questi obiettivi strategici, possono essere perseguiti incidendo in maniera diretta con l'utilizzo mirato delle azioni integrate previste dall'articolo 10 bis della legge regionale 19 ottobre 1993, n. 51, e della legge regionale 13 agosto 2001, n. 12, sugli "incentivi alle imprese artigiane per l'apprendistato". Con la prima azione si favorisce la nascita di nuove imprese e il rafforzamento di quelle esistenti attraverso l'agevolazione all'investimento, mentre con la seconda azione si favorisce la creazione di nuovi posti di lavoro all'interno delle piccole imprese artigiane. La misura dei contributi prevista dai commi 1 e 2 dell'articolo 1 della citata legge regionale n. 12 del 2001 è per questo aumentata del 15 per cento, mentre nel caso di trasformazione del contratto di apprendistato in contratto a tempo indeterminato, il contributo previsto per gli ulteriori 2 anni è concesso nella misura prevista incrementata di un ulteriore 10 per cento.
La seguente tabella illustra l'analitica distribuzione delle imprese artigiane nei comuni della Provincia:
Comune N. imprese artigiane Popolazione residente Buggerru 17 1.163 Calasetta 71 2.745 Carbonia 550 30.447 Carloforte 176 6.444 Domusnovas 134 6.582 Fluminimaggiore 55 3.134 Giba 42 2.093 Gonnesa 109 5.169 Iglesias 477 28.170 Masainas 16 1.479 Musei 24 1.506 Narcao 100 3.365 Nuxis 27 1.703 Perdaxius 22 1.465 Piscinas 13 886 Portoscuso 85 5.392 San Giovanni Suergiu 134 6.116 Sant'Anna Arresi 59 3.767 Sant'Antioco 196 2.583 Santadi 64 11.730 Tratalias 19 1.121 Villamassargia 72 3.713 Villaperuccio 26 1.117 2.488 131.890 Centro commerciale di medie dimensioni
La proposta di legge prevede che la Regione agevoli l'insediamento nel territorio del Sulcis Iglesiente di un centro commerciale di medie dimensioni che dovrebbe sorgere in posizione la più baricentrica possibile e lontana dai grandi centri abitati della provincia.
Lo scopo del progetto è di creare un'ulteriore attrazione per i turisti nonché di offrire una buona possibilità anche per gli abitanti di fare shopping di merce di grandi marche a prezzi ragionevoli, come avviene ormai in buona parte del nord del Paese.
Il complesso sarà costituito da un massimo di quattro strutture di media dimensione separate tra loro anche se sufficientemente vicine da consentire ai turisti e ai visitatori di spostarsi rapidamente dall'una all'altra.
Considerato che si tratta di un centro provinciale unico per tutto il territorio e quindi non correlato con le dimensioni del centro abitato nel quale sarà localizzato, la presente proposta di legge prevede una parziale deroga a quanto previsto dalla legge regionale n. 5 del 2006, per cui i quattro centri potranno avere, a prescindere appunto dalla popolazione del comune, fino alla dimensione massima prevista dalla citata legge, cioè 2.500 metri quadri di superficie di vendita per ciascuno.
Delle quattro strutture almeno due dovranno essere dedicate necessariamente alla vendita di abbigliamento per uomo, donna e bambino e relativi accessori mentre uno dei quattro dovrà essere dedicato ad una sorta di fiera mercato permanente delle produzioni alimentari sulcitane (pane, pasta, dolci, salumi, formaggi, vini, carni, pesci e crostacei), ma anche all'artigianato del legno e del ferro, della pietra, dei tessuti e dei ricami.
Il settore merceologico dell'altro centro ricadrà sotto le scelte dell'imprenditore che realizzerà il centro, ma dovrà comunque comprendere articoli per la casa, articoli da regalo, profumi, gioielli, orologeria e valigeria.
Si intende incentivare la realizzazione, come sta avvenendo nell'Italia, del nord e in quella centrale, di un'opportunità di abbinare l'esperienza e la convenienza dello shopping negli outlet o nei factory stores con un affascinante viaggio nella cultura e nella storia millenaria di una delle parti più antiche della nostra Isola.
Non un centro gigantesco, non più di 40-50 negozi, con marchi di lusso a prezzi convenienti, il tutto calato nella cornice naturale delle bellissime campagne del Sulcis Iglesiente.
Pensiamo ad una realizzazione che sia rispettosa dell'ambiente, con spazi verdi e abbondanza di macchia mediterranea, una sorta di borgo sardo tradizionale con piazze, vie, terrazze, un luogo confortevole e bello, adatto alle esigenze delle famiglie e in grado di convogliare un numero elevato di turisti e, al contempo, di creare centinaia di posti di lavoro stabili e sicuri, che diano prospettive alla gente in quella che, volenti o nolenti, rappresenta, in questa fase storica, la nuova frontiera del commercio di generi di lusso.
Coerentemente con la visione della società e dell'economia tipiche dei Riformatori, non sarà la Regione a decidere dove situare il centro ma, al contrario, saranno gli imprenditori interessati a proporre il loro progetto: la Regione sceglierà il migliore e agevolerà con aiuti finanziari ed urbanistici nonché semplificazioni procedurali, insieme agli enti locali più interessati, lo svolgimento delle pratiche di natura burocratica.
Interventi di natura pubblicitaria
La Regione contribuirà infine allo sviluppo del progetto con un'apposita campagna promozionale da focalizzare soprattutto nei paesi del nord Europa, con un finanziamento di 3-2-1 milioni di euro rispettivamente per il 2011, 2012 e 2013-2016 a favore dell'Agenzia Sardegna promozione, che dovrà agire di concerto con l'Assessorato regionale del turismo, artigianato e commercio cui spetterà il coordinamento complessivo del programma.
La campagna dovrà prevedere un opportuno coinvolgimento di diversi operatori nei vari paesi nonché delle compagnie aeree, sia quelle low cost in grado di portare in Sardegna un turista di livello medio sia a quelle di linea regolare per favorire l'afflusso del segmento turistico di livello più elevato.
La campagna promozionale dovrà inoltre essere mirata ad attivare in provincia grandi eventi a carattere internazionale, ad esempio tornei golfistici o manifestazioni veliche, capaci a loro volta di aumentare l'appeal della nostra Regione in considerazione della grandissima risonanza mediatica di cui di solito questi eventi godono.
La campagna dovrà inoltre puntare sulla promozione dei circuiti escursionistici, equituristici ed in mountain bike, con la possibilità di tappe nei luoghi che hanno caratterizzato la storia delle miniere e nei confronti di mercati particolarmente interessati a queste forme di turismo, come quello tedesco e più in generale nord europeo, che si avvantaggiano oltre tutto per la presenza di collegamenti low cost con l'aeroporto di Cagliari.
Le campagne promozionali dovranno prevedere il più esteso uso dei sistemi di comunicazione mirati alle popolazioni bersaglio che si vogliono attrarre, in particolare con:
- il coinvolgimento di un numero adeguato di tour operators, nei diversi paesi target;
- il coinvolgimento delle compagnie aeree regolari e di quelle low cost in un progetto per favorire e promuovere i collegamenti con i paesi del nord Europa nel periodo ottobre-aprile di ogni anno;
- lo svolgimento di apposite campagne pubblicitarie da affidare ad agenzie specializzate nel settore, mirate ai paesi che ogni anno si intende utilizzare come target;
- l'utilizzo di agenzie di public relations da scegliere tra le primarie operanti nei diversi paesi obbiettivo della campagna.Si ritiene opportuno concludere tale parte con un suggerimento formulato da uno degli esperti di turismo che più ci ha aiutato a completare questa proposta: "per essere sintetici, se devo proporre qualcosa in Olanda, dove la pietra più grande che hanno la utilizzano per la fionda, proporrei certamente un itinerario collinare o montano con panorami rocciosi".
Considerazioni finali e comitato per la gestione della legge
Pare abbastanza chiaro al termine di questa lunga relazione che dobbiamo porci il problema di promuovere il prodotto turistico Sulcis Iglesiente attraverso un'immagine unica e riconoscibile connessa ai suoi valori identitari originali, che si rifaccia alla protostoria, al mito e alle tradizioni della Sardegna (un mito nel Mediterraneo) nel suo complesso all'interno della quale la Provincia di Carbonia-Iglesias ha una sua evidente peculiarità.
Questa immagine identitaria dell'Isola dovrà quindi declinarsi nelle diversità ed unicità del Sulcis inteso come un capitolo di un percorso riconoscibile.
In tal senso, all'interno del "contenitore comune" - Sardegna, un mito nel Mediterraneo -, l'ambito provinciale si dovrebbe ritagliare uno spazio coerente con l'immagine generale, evidenziando alcuni elementi caratterizzanti il Sulcis Iglesiente come l'acqua, il mare e i metalli.
A questo punto è del tutto evidente che per promuovere particolari target turistici, come il cicloturismo, il turismo ambientale, l'escursionismo, il turismo minerario, quello archeologico o quello religioso, il valore aggiunto è proprio quello di poter offrire un territorio in grado di stimolare la fantasia ed il desiderio della domanda.
Appare, si sottolinea ancora una volta, l'originalità della proposta di raccontare ai turisti l'evolversi della coscienza religiosa organizzando un itinerario che dai menhir di Terrazzu a Santadi si estenda alle domus de janas di Montessu, al pozzo sacro di Tattinu, alle tombe di giganti di Tuerredda, sino ad arrivare alle espressioni fenicio-puniche di Sirai ed infine al romanico di Tratalias.
Magari valorizzando la tradizione enogastronomica che si esprime attraverso la cucina con le erbe endogene di Nuxis e con i vini che hanno caratterizzato la nostra storia, come il bovale o il carignano che, tra l'altro, i recentissimi progressi delle locali cantine pubbliche e private hanno riportato agli onori del mondo vinicolo.
L'esigenza è quindi quella di promuovere le opportunità turistiche individuate nei confronti dei mercati più sensibili al particolare tipo di offerta che si propone.
Si ribadisce ulteriormentel'importanza dell'itinerario dei metalli (ovviamente integrato con escursioni ambientali con il mare e con l'enogastronomia), che potrebbe indirizzarsi nei confronti delle regioni del nord Europa che hanno nel loro DNA la cultura mineraria.
Analogamente, si ribadisce, potrebbero offrirsi circuiti escursionistici, equituristici ed in mountain bike, con tappe nei luoghi che hanno caratterizzato la storia delle miniere e nei confronti di mercati particolarmente interessati a queste forme di turismo, come quello tedesco, che si avvantaggiano oltre tutto per la presenza di collegamenti low cost con la Sardegna.
Per mettere in pratica tutte queste iniziative occorre tuttavia la condivisione, che da noi è purtroppo una parolaccia. Il problema è che i comuni, le province, la Regione, l'Agenzia della promozione, le pro loco gli stessi STL, vanno ciascuno per proprio conto, ci riteniamo appagati quando alle fiere apprezzano il nostro prodotto turistico e riceviamo pacche sulle spalle, ma non pensiamo mai al sistema per acchiappare e fidelizzare chi ci ha detto che siamo buoni e belli.
Per superare queste difficoltà e dare ordine allo sforzo organizzativo e gestionale che 1'applicazione di una proposta di legge composita e complessa come la presente richiederà, abbiamo progettato un nuovo organismo agile e veloce, gestito da una rappresentanza mista pubblica e privata che abbia il compito di coordinare gli sforzi di tutti i soggetti interessati ai diversi temi trattati.
Il comitato deve rappresentate in maniera equilibrata gli interessi pubblici e quelli degli imprenditori che decideranno di investire le loro risorse nella provincia e per questa ragione si è fatta la scelta di una rappresentanza paritaria, con in più un presidente terzo scelto tra magistrati o avvocati dello Stato.
La proposta di legge prevede pertanto la costituzione presso la Provincia di un comitato per il coordinamento e la gestione delle attività necessarie per lo sviluppo del Sulcis Iglesiente, con i seguenti compiti:
a) valutazione ed approvazione dei progetti presentati;
b) selezione, laddove necessario, tra i diversi progetti presentati;
c) assegnazione dei benefici previsti dalla presente proposta di legge e loro ripartizione quantitativa;
d) coordinamento generale delle attività previste dalla presente proposta di legge.Valutazione costi e benefici
Costi
Ci sono due categorie di costi, una relativa alle spese da affrontare nel primo anno di vigenza della legge e l'altra relativa invece agli anni dal secondo al venticinquesimo.
Quelle del primo anno sono le seguenti
- 1.500.000 per il completamento dei parchi minerari;
- 350.000 per le aree boschive;
- 4.000.000 per contributi ai nuovi porti turistici;
- 1.800.000 per ulteriori scavi archeologici;
- 1.500.000 per contributi alla realizzazione dei campi da golf.A queste, sempre per il primo anno, vanno aggiunte le quote delle spese per interessi per i prestiti concessi a tasso agevolato (1.530.000 euro), per i contributi alla manutenzione dei campi da golf (200.000), al mutuo contratto per realizzare le strade (4.000.000) e alla prima annualità dell'intervento promozionale previsto all'articolo 14 della proposta di legge.
Il totale delle risorse da finanziare nel primo anno assomma pertanto alla più che ragionevole cifra di euro 15.880.000.
Per gli anni successivi bisogna distinguere quelli dal secondo al quinto, in cui la spesa è pari a 6.530.000 euro, quelli dal sesto al quindicesimo, che presenteranno una spesa di 5.530.000 euro, e infine gli ultimi dieci anni, dal sedicesimo al venticinquesimo con una spesa di 4.000.000 relativi al costo del mutuo contratto per la realizzazione delle strade.
Benefici
Ci sono diverse voci da valutare come benefici, una parte stabile nel tempo come, ad esempio, la valutazione dell'impatto economico che avranno 1,8 milioni di presenze annue rispetto alle attuali 250.000 e una parte occasionali come le ricadute delle spese per avviare il programma (costruzione di alberghi, strade, ecc).
Per quanto riguarda i proventi di tipo stabile, cioè quelli destinati a ripetersi nel tempo con sufficiente costanza una volta che il progetto complessivo sarà a regime, ricordiamo come un recente studio del CRENOS, risalente al 2006, ha rilevato che i turisti "puri" che vengono in Sardegna spendono mediamente 106 euro al giorno, escluse le spese di viaggio.
Una successiva elaborazione della Sogaer, l'ente gestore dell'aeroporto cagliaritano, ha poi effettuato delle valutazioni sui dati del CRENOS giungendo alla conclusione che un turista "puro" medio spende da un minimo di 86 a un massimo di 106 euro al giorno.
E, si badi bene, la Sogaer parla di turisti dei voli low cost e quindi di un gruppo di visitatori di livello economico sicuramente inferiore a quelli che usano mezzi di trasporto tradizionali.
Prendendo comunque per buone le stime sopra riportate, 1,55 milioni di presenze annue aggiuntive determinerebbero un aumento del valore aggiunto della provincia, compreso in un range tra 135 e 164 milioni di euro l'anno.
Il valore aggiunto complessivo della Provincia di Carbonia-Iglesias crescerebbe quindi di circa il 9 per cento l'anno e le entrate della Regione, anche a valutare un'IVA media del 10 per cento (ma è sicuramente più alta), solo per questa voce aumenterebbero di poco meno di 14 milioni di euro.
L'effetto sull'occupazione diretta nelle attività alberghiere, considerando il parametro di 45 dipendenti per ogni 100 letti in alta stagione (giugno-settembre) e con un occupazione del 25-30 per cento delle camere nei mesi da ottobre a maggio, significa l'equivalente di quasi 2.000 unità lavorative FTE.
A questi bisogna aggiungere l'occupazione dei centri commerciali e delle attività artigianali ed agricole, quella delle attrazioni turistiche (come la funivia dell'iglesiente, i campi da golf, i siti minerari, ecc.) e infine tutto il complesso di attività che ruotano intorno al turismo e si arriva facilmente ad un conteggio non lontano da ulteriori 1.000 unità FTE.
Tutto questo obbiettivo da raggiungere a totale sviluppo del progetto, oltre a rappresentare una crescita dell'occupazione molto sensibile, porta ad un monte salari di circa 80 milioni di euro l'anno che producono un gettito fiscale per la Regione di poco superiore ai 15 milioni di euro l'anno.
I benefici "una tantum" sono invece quelli legati alla realizzazione delle strutture e cioè di infr-astrutture, alberghi, centri commerciali, porti turistici, campi da golf, residenze e spazi per attività artigiane ed agricole.
Con un rapido calcolo possiamo stimare il tutto in circa 300.000 metri quadri per le strutture ricettive e residenziali cui sono da aggiungere le realizzazioni dei campi da golf, dei porti turistici e dei locali commerciali, che comporteranno un investimento complessivo vicino ai 300 milioni di euro nell'arco di tre anni.
Di questa cifra più o meno la metà sarà rappresentata dai materiali sui quali graverà un'IVA media del 10 per cento mentre il resto sarà rappresentato da forza lavoro impiegata pari a un migliaio di FTE per un ammontare complessivo di oltre cento milioni di salari, sempre in tre anni.
Stiamo quindi parlando, con una facile stima, di incassi regionali nell'ordine di 28-30 milioni di euro al termine del progetto.
A tutto questo vanno ancora aggiunti i proventi delle vendite delle strutture alberghiere e ricettive realizzate e, anche supponendo che venga messa in vendita solo una quota del 20 per cento del totale edificato e cioè 60.000 mq, si tratterebbe di somme vicine ai 120 milioni di euro.
Considerato che su questo genere di transazioni grava un IVA del 20 per cento, di cui i 9/10 spetterebbero alla Regione, si evince facilmente che si tratterebbe di un ulteriore incasso nell'ordine dei 10 milioni.
Raffronto
Non è difficile rendersi conto come gli incassi superino di gran lunga le spese sia nel primo anno sia in quelli successivi.
In particolare, nel primo anno, utilizzando per comodità di ragionamento il criterio dell'annualità completa sia per gli incassi che per la spesa, a fronte di spese per circa 16 milioni di euro la Regione avrebbe incassi per complessivi 67 milioni di euro.
Da tenere presente che ben 29 di questi 67 sono incassi che verranno ripetuti nel tempo in maniera pressoché stabile.
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TESTO DEL PROPONENTE
Art. 1
Finalità1. La Regione riconosce lo stato di grave crisi economica e sociale della Provincia di Carbonia-Iglesias e interviene con un piano straordinario di rilancio teso a favorire forme di sviluppo alternative e parallele a quelle attuali.
2. La Regione promuove quindi un programma di sviluppo delle attività turistiche, con quelle connesse relative al commercio e all'artigianato, al fine di rilanciare gli assetti economici ed occupativi della Provincia di Carbonia-Iglesias, superandone l'attuale ancoraggio alla presenza industriale e mineraria.
3. La Regione si adopera inoltre per lo sviluppo delle infrastrutture connesse al sistema dei trasporti nel territorio, sviluppando un progetto e individuandone le fonti di finanziamento.
Art. 2
Comitato per la gestione e il coordinamento delle attività della Provincia di Carbonia-Iglesias1. Presso la Provincia di Carbonia-Iglesias è istituito il Comitato per la gestione e il coordinamento (CGC) delle attività previste dalla presente legge.
2. Il comitato ha i seguenti compiti:
a) valutazione ed approvazione dei progetti presentati ai sensi degli articoli seguenti;
b) selezione, laddove necessario, tra i diversi progetti presentati;
c) assegnazione dei benefici previsti dalla presente legge e loro ripartizione quantitativa;
d) coordinamento generale delle attività previste dalla presente legge.3. Il CGC è composto da:
a) tre consiglieri provinciali eletti con votazione unica e ad una sola preferenza dal Consiglio provinciale;
b) un componente nominato dalla Camera di commercio e artigianato di Cagliari;
c) un componente nominato dalla sezione provinciale di Cagliari della Confindustria;
d) un esperto di urbanistica designato dall'Ordine provinciale degli ingegneri di Cagliari;
e) un componente, che assume le funzioni di presidente del comitato, nominato dalla Giunta regionale tra magistrati amministrativi, professori universitari o avvocati dello Stato.4. Il comitato dura in carica tre anni ed i suoi componenti hanno diritto esclusivamente al rimborso delle spese eventualmente sostenute per adempiere all'incarico.
5. Il comitato è un ufficio ausiliario della Provincia che ne assicura il buon funzionamento assegnandogli le risorse umane e materiali necessarie per la sua operatività.
Art. 3
Attività di bonifica e risanamento ambientale dei centri minerari dismessi1. La Regione attiva tutte le procedure necessarie a mettere in opera le operazioni di bonifica e risanamento ambientale dei siti minerari dismessi delle aree di Masua, di Malfidano e della valle del Rio San Giorgio, secondo le caratterizzazioni ed i progetti già previsti dal Piano di bonifica predisposto dalla società Progemisa nel 2008.
2. Ai fini di cui al comma 1 la Giunta regionale è autorizzata a provvedere con atti amministrativi alla riduzione dei termini procedurali previsti dalle normative vigenti, per quanto di competenza della Regione, fino ad un massimo della metà.
3. Al finanziamento degli interventi di bonifica si provvede con i fondi per le aree sottosviluppate (FAS) per il periodo 2007-2013 all'uopo destinati dalla deliberazione della Giunta regionale n. 38/12 del 6 agosto 2009 recante come oggetto "Programma attuativo regionale FAS 2007/2013: rivisitazione del programma e conclusione della valutazione ambientale strategica".
4. In attesa della effettiva erogazione dei fondi FAS la Regione è autorizzata a ricorrere al sistema bancario per ottenere anticipazioni pari all'importo presunto dei lavori.
Art. 4
Interventi per l'agricoltura di qualità1. Al fine della promozione di un'agricoltura moderna ed ecocompatibile la Regione favorisce un uso sostenibile dei pesticidi in modo da raggiungere, attraverso il principio di precauzione, elevati standard qualitativi per la salute umana e per la tutela dell'ambiente, in accordo con il quadro normativo vigente di cui al decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 194 (Attuazione della direttiva 91/414/CEE in materia di immissione in commercio di prodotti fitosanitari) e con le normative comunitarie di cui al regolamento (CE) n. 1107/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 ottobre 2009, relativo all'immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari e che abroga le direttive del Consiglio 79/117/CEE e 91/414/CEE, e alla direttiva n. 2009/128/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 ottobre 2009, che istituisce un quadro per l'azione comunitaria ai fini dell'utilizzo sostenibile dei pesticidi (Testo rilevante ai fini del SEE). Il CGC promuove specifiche iniziative volte all'introduzione di tecniche di coltivazione basate su metodiche a basso impatto per la salute umana e per l'ambiente (programmi IPM) alle quali gli operatori agricoli della provincia possono aderire su base volontaria.
2. In attesa del recepimento nazionale del quadro normativo di cui al comma 1, gli operatori agricoli della Provincia di Carbonia-Iglesias possono costituire un consorzio di produttori, le cui produzioni sono distinte da un marchio territoriale e prodotte secondo adeguati disciplinari di produzione (studiati e stabiliti per ciascun prodotto e filiera), che hanno la specificità di essere a residuo zero. Il consorzio di produttori effettua, attraverso analisi chimiche, controlli a campione sulle aziende che aderiscono.
3. Le aziende agrituristiche ed i ristoratori della provincia possono aderire al consorzio ed utilizzare l'apposito marchio, che deve essere esposto nei locali. Il consorzio dei produttori ha prerogativa di effettuare controlli su detti ristoratori.
4. Le aziende di trasformazione agroalimentare della provincia possono aderire al consorzio ed il prodotto trasformato deve contenere il marchio del consorzio e il consorzio esercita un'azione di controllo.
5. L'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale predispone, in accordo con la Provincia di Carbonia-Iglesias, che ne ha la gestione, corsi di formazione anche pluriennali volti a creare figure professionali di imprenditori agricoli in grado di garantire sia la crescita delle filiere secondo i criteri ispiratori previsti nella presente legge, sia la loro profonda integrazione con le attività turistiche.
6. I finanziamenti per gli interventi previsti dal presente articolo ed in particolare quelli relativi all'avviamento delle diverse iniziative e alla formazione degli addetti, sono ricompresi in quelli previsti dalla programmazione provinciale e regionale in materia di formazione professionale, agricoltura ed ambiente.
Art. 5
Sviluppo ai fini turistici dei
siti minerari dismessi1. Il Comune di Carbonia, quello di Narcao e il Parco geominerario storico ed ambientale della Sardegna, in qualità di enti gestori dei siti minerari dismessi, entro novanta giorni dalla pubblicazione sul Buras della presente legge, con il coordinamento operativo del CGC di cui all'articolo 2, concordano un programma, unico per tutta la provincia, di interventi necessari per rendere facilmente fruibili i siti minerari di rispettiva competenza.
2. Il programma prevede gli interventi strutturali indispensabili per completare le ristrutturazioni già avviate al fine di rendere possibile un percorso guidato uniforme per tutti i siti.
3. Il percorso guidato prevede orari e modalità delle visite unici, l'istituzione di un sistema di trasporti dedicato da e per i diversi siti, nonché attività didattiche e museali in loco.
4. Il CGC provvede alla gestione operativa dei fondi destinati al completamento dei siti minerari, stabilendo gli interventi da effettuare e le relative priorità, provvedendo alla predisposizione di materiale informativo e pubblicitario da diffondere negli esercizi commerciali, turistici e artigianali della provincia.
5. II percorso guidato è inserito nella campagna pubblicitaria di cui all'articolo 12.
6. Il CGC organizza, in collaborazione con l'Assessorato regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale, corsi di formazione di un adeguato numero di guide dei siti minerari da adibire all'assistenza e istruzione dei visitatori e promuove la formazione di piccole cooperative giovanili in grado, nelle forme e nei modi previsti dalla legislazione vigente, di partecipare alle procedure per l'affidamento dei servizi di custodia e guida dei siti.
7. Ai fini di cui al presente articolo la Regione, con la relativa legge finanziaria, destina per l'anno 2011 la somma di euro 1.500.000.
Art. 6
Norme sullo sviluppo delle attività turistiche in aree boschive1. Il CGC, su proposta degli enti locali e/o di soggetti privati e della provincia, individua percorsi specifici per il trekking e per l'attività di mountain biking nelle aree boschive del territorio provinciale e predispone le misure atte alla loro realizzazione tramite gare ad evidenza pubblica che individuino i soggetti realizzatori degli interventi. Tramite le stesse gare sono individuati anche i soggetti gestori dei percorsi che, in particolare, ne curano nel tempo la corretta manutenzione.
2. A compenso parziale o totale degli interventi, i soggetti aggiudicatari delle gare di cui al comma 1 hanno il diritto di realizzare lungo i percorsi locali di servizio e per attività di ristoro e ricettive, con cubature che il CGC concede in proporzione alle aree interessate dai percorsi.
3. La realizzazione dei locali nelle aree boschive è effettuata prevalentemente con l'uso del legno e comunque con materiali ecocompatibili che assicurino il minor impatto ambientale possibile e la loro facile rimovibilità.
4. Il CGC provvede alla predisposizione di materiale informativo e pubblicitario da diffondere negli esercizi commerciali, turistici e artigianali della provincia, volto ad illustrare le caratteristiche dei percorsi e a facilitarne la fruizione sia ai turisti che alle popolazioni locali.
5. Gli interventi di realizzazione delle strutture ricettive di cui al presente articolo sono autorizzati anche in deroga alle vigenti normative in materia.
6. Il CGC organizza, in collaborazione con l'Assessorato regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale, corsi di formazione di un adeguato numero di guide paesistiche da adibire all'assistenza e istruzione dei visitatori e promuove la formazione di piccole cooperative giovanili in grado, nelle forme e nei modi previsti dalla legislazione vigente, di partecipare alle procedure per l'affidamento dei servizi di custodia e guida delle aree interessate, insieme al Corpo forestale della Regione.
7. Per le attività di individuazione dei percorsi e di predisposizione di materiale informativo e pubblicitario, alla Provincia di Carbonia-Iglesias è assegnato un contributo una tantum di euro 350.000.
Art. 7
Norme per favorire lo sviluppo della nautica da diporto nel territorio1. Nel territorio della Provincia di Carbonia-Iglesias è concessa la possibilità di realizzare due porti turistici della dimensione di 350-400 posti barca ciascuno, uno nella zona a nord dell'asse Carloforte-Portovesme e l'altro nel Golfo di Palmas.
2. I soggetti interessati alla costruzione dei nuovi porti presentano, presso l'Assessorato regionale degli enti locali, finanze e urbanistica, richiesta di ammissione ai benefici previsti entro centottanta giorni dalla pubblicazione nel Buras dalla presente legge.
3. Il soggetto proponente l'intervento produce, con la richiesta di concessione di aree demaniali e di ammissione ai benefici previsti dalla presente legge, la seguente documentazione:
a) studio di impatto ambientale corredato da apposita documentazione tecnica con verifica dell'inserimento dell'opera nel contesto territoriale di riferimento e contenente tutte le indicazioni relative all'ubicazione, progettazione e dimensioni delle varie strutture di cui all'articolo 1, comma 2; inoltre allega una dettagliata relazione geologica dell'area interessata e una descrizione dei principali effetti che la realizzazione può avere sull'ambiente, con particolare riferimento alla possibile alterazione delle condizioni meteomarine e agli effetti sulle zone limitrofe qualora vi si trovino spiagge o sistemi naturalistici ed ambientali particolarmente delicati;
b) progetti preliminari di tutte le opere previste e necessarie a rendere funzionale ed operativo l'impianto i cui contenuti devono essere conformi al decreto ministeriale 14 aprile 1998 (Approvazione dei requisiti per la redazione dei progetti da allegare ad istanze di concessione demaniale marittima per la realizzazione di strutture dedicate alla nautica da diporto);
c) relazione contenente in dettaglio gli aspetti tecnici ed economico-finanziari della costruzione della struttura, dell'acquisto e installazione delle attrezzature e del suo funzionamento per il periodo per il quale si richiede la concessione;
d) titoli dimostranti la proprietà o la disponibilità incondizionata delle aree non demaniali eventualmente interessate dagli interventi;
e) uno studio di massima dell'impatto sul turismo e sull'economia locale derivante dalla realizzazione delle opere anche alla luce delle caratteristiche della ricettività e dello sviluppo propri della zona di influenza del porto;
f) l'assenso dei comuni interessati.4. Le domande pervenute sono valutate dal CGC entro centottanta giorni dalla data di presentazione.
5. Nello stesso termine si completano tutti i passaggi dell'iter autorizzativo fino al suo termine.
6. La realizzazione dei nuovi porti turistici contribuisce al miglioramento paesaggistico ed ambientale del territorio regionale e pertanto comprende lo studio per la valorizzazione e, qualora necessario, il reintegro e/o la restaurazione floristica e paesaggistica che consenta alle nuove strutture di integrarsi in totale armonia con le caratteristiche geomorfologiche e naturalistiche dei luoghi in cui vanno a inserirsi.
7. Ai soggetti selezionati ai sensi del comma 4 sono assegnati i seguenti benefici:
a) anche in deroga alle disposizioni del Piano paesaggistico regionale e degli strumenti urbanistici vigenti, è consentita, in una fascia di 500 metri di larghezza dalle banchine portuali, la realizzazione di edifici con destinazione d'uso commerciale e/o per servizi e/o ricettiva e/o residenziale, nelle proporzioni stabilite nel progetto approvato, fino a un limite massimo di 60 metri cubi, in media, per posto barca, in proporzione con i metri cubi occupati da ogni posto barca;
b) anche in deroga alle disposizioni del Piano paesaggistico regionale e degli strumenti urbanistici vigenti, è concessa ai soggetti che costruiscono i nuovi porti la ulteriore potenzialità edificatoria fino a 8 metri cubi per posto barca da utilizzarsi esclusivamente per i locali di servizio all'operatività dei porti e fino a ulteriori 20 metri quadri per posto barca, con un altezza massima di 15 metri, destinati all'attività cantieristica e di rimessaggio al coperto;
c) ai soggetti i cui progetti di realizzazione di porti turistici sono approvati dalla Giunta regionale, sono concessi contributi in conto capitale fino ad un massimo del 20 per cento dei costi di costruzione, comunque entro un tetto di euro 2.000.000 per ciascun intervento;
d) ai soggetti di cui al comma 6, oltre ai contributi in conto capitale, sono concessi contributi volti all'abbattimento di cinque punti percentuali dei tassi di interesse su eventuali prestiti, ottenuti dal sistema bancario, di importo pari ad un massimo del 50 per cento della spesa prevista per la realizzazione del porto e di durata non superiore a quindici anni; tale beneficio è concesso secondo le normative e i tassi vigenti al momento della concessione del prestito.8. La Regione dispone la concessione in uso, fino ad un periodo massimo di cinquanta anni, di aree demaniali e di terreni di sua proprietà qualora uno o più progetti ritenuti meritevoli di ammissione ai benefici preveda l'utilizzo di aree di proprietà della Regione.
9. Nei costi ammessi a contributo sono ricomprese anche le spese tecniche nei limiti fissati dai vigenti tariffari professionali, gli oneri derivanti dall'acquisto dei terreni e di eventuali immobili insistenti su tali terreni, nonché le spese per la realizzazione delle strutture di servizio all'attività nautica. Sono esplicitamente escluse dalle spese ammesse a contributo tutte quelle relative alla realizzazione di eventuali strutture a carattere alberghiero o residenziale consentite a seguito della concessione delle cubature aggiuntive previste dal comma 7.
Art. 8
Realizzazione di una funivia nella zona compresa tra Buggerru e Porto Paglia1. Entro centottanta giorni dalla pubblicazione sul Buras della presente legge, la Regione bandisce una procedura ad evidenza pubblica avente ad oggetto la realizzazione di una funivia in grado di trasportare 5/600 persone all'ora tra la stazione di partenza nella zona di Planu Sartu e quella di arrivo nella zona di Porto Paglia.
2. La funivia deve avere almeno le seguenti fermate:
a) Buggerru (Planu Sartu);
b) Cala Domestica;
c) Porto Flavia;
d) Portu Banda;
e) Fontanamare;
f) Porto Paglia.
L'impianto può eventualmente proseguire il suo percorso fino a Casa di Nuxis o a Portoscuso.3. La Giunta regionale, con propria deliberazione, fissa le procedure selettive e entro centottanta giorni dalla presentazione delle offerte il CGC sceglie l'offerta aggiudicataria, dandone immediata comunicazione agli interessati.
4. Il soggetto vincitore ottiene, a totale compenso degli oneri da sostenere per la costruzione dell'impianto, la cessione a titolo definitivo dei seguenti beni:
a) compendio di Planu Sartu, con cubature di 15.000 metri cubi da destinare ad attività ricettive;
b) compendio di Nebida, con cubature di 50.000 metri cubi da destinare ad attività ricettive per almeno due terzi del totale;
c) compendio di Seruci, con cubatura di 80.000 metri cubi da destinare ad attività ricettive per almeno i due terzi del totale;
d) compendio di Palmas Cave, con cubature di 90.000 metri cubi da destinare per almeno due terzi ad attività ricettive.5. Il soggetto vincitore ottiene inoltre una cubatura aggiuntiva di 2.000 metri quadri per ogni fermata della funivia, localizzata entro un raggio di 150 metri dalla fermata e da destinare esclusivamente ad attività ricettive.
6. Tutte le cubature di cui al presente articolo sono autorizzate anche in deroga alle norme urbanistiche vigenti e in ogni caso non possono essere realizzate nella fascia dei 300 metri dal mare, ad eccezione delle località dove già insistono strutture minerarie o industriali dismesse.
7. Il soggetto aggiudicatario presenta, entro sessanta giorni dalla comunicazione di avvenuta aggiudicazione, una fideiussione bancaria o assicurativa a totale garanzia dell'operazione.
Art. 9
Misure volte a sviluppare i percorsi archeologici e religiosi1. Il CGC, su proposta degli enti locali e/o di soggetti privati e della provincia promuove iniziative atte a sviluppare e unire tra loro in un unico disegno culturale e religioso i numerosi siti archeologici e religiosi presenti nel territorio della provincia.
2. Il CGC predispone le misure atte alla realizzazione di uno o più specifici percorsi tramite gare ad evidenza pubblica che individuino i soggetti realizzatori degli interventi. Tramite le stesse gare sono individuati anche i soggetti gestori dei percorsi che, in particolare, ne curano nel tempo la corretta manutenzione.
3. A compenso parziale o totale degli interventi i soggetti aggiudicatari delle gare di cui al comma 2 hanno il diritto di realizzare lungo i percorsi locali di servizio per attività di ristoro e ricettive, con cubature che il CGC concede in proporzione alla importanza e dimensione dei siti archeologici e religiosi interessati.
4. La realizzazione dei locali di cui al comma 3 è effettuata prevalentemente con l'uso del legno e comunque con materiali ecocompatibili che assicurino il minor impatto ambientale possibile e la loro facile rimovibilità.
5. Il CGC provvede alla predisposizione di materiale informativo e pubblicitario da diffondere negli esercizi commerciali, turistici e artigianali della provincia volto ad illustrare le caratteristiche dei percorsi e a facilitarne la fruizione sia ai turisti che alle popolazioni locali.
6. Gli interventi di realizzazione delle strutture ricettive di cui al presente articolo sono autorizzati anche in deroga alle vigenti normative in materia.
7. Il CGC organizza, in collaborazione con l'Assessorato regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale, corsi di formazione di un adeguato numero di guide da adibire all'assistenza e istruzione dei visitatori e promuove la formazione di piccole cooperative giovanili in grado, nelle forme e nei modi previsti dalla legislazione vigente, di partecipare alle procedure per l'affidamento dei servizi di custodia e guida delle aree interessate, insieme al Corpo forestale della Regione.
8. La Regione, con la legge finanziaria e di bilancio per il 2011, assegna 1,8 milioni di euro per i lavori di scavo finalizzati a portare alla luce e a rendere fruibili altri beni archeologici e per la sistemazione dei complessi nuragici presenti nella zona.
9. Entro centoventi giorni dalla pubblicazione sul Buras della presente legge, l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport redige, d'intesa con le istituzioni locali e le sovraintendenze dello Stato volta per volta interessate, un programma degli interventi ritenuti più rilevanti e prioritari. La gestione operativa del programma, una volta deliberato dalla Giunta regionale, è affidata alla Provincia di Carbonia-Iglesias.
Art. 10
Impianti per il turismo golfistico1. La Regione promuove la realizzazione di tre campi da golf nel territorio della Provincia di Carbonia-Iglesias tramite la concessione di benefici di natura finanziaria ed urbanistica ai soggetti che, entro centoventi giorni dalla pubblicazione nel Buras dalla presente legge, presentano una proposta.
2. Il soggetto proponente la realizzazione del campo da golf produce al CGC, che entro centoventi giorni dal ricevimento approva o respinge motivatamente la proposta, con la richiesta di ammissione ai benefici previsti dalla presente legge, la seguente documentazione:
a) progetto di impatto ambientale contenente tutte le indicazioni relative all'ubicazione, progettazione e dimensioni dell'impianto; inoltre allega una descrizione dei principali effetti che la realizzazione può avere sull'ambiente, con particolare riferimento al profilo tossicologico dei prodotti da usare per le operazioni di manutenzione dei manti erbosi;
b) i progetti di massima di tutte le opere previste e necessarie a rendere funzionale ed operativo l'impianto;
c) relazione contenente in dettaglio gli aspetti tecnici ed economico-finanziari della costruzione della struttura e del suo funzionamento;
d) l'assenso del o dei comuni interessati e una relazione sulle previsioni di utilizzo delle risorse idriche necessarie per il mantenimento dei campi e delle relative fonti di approvvigionamento;
e) il progetto dettagliato di un sistema di monitoraggio dei livelli di contaminazione e di salinizzazione delle falde sotterranee, laghi e/o fiumi eventualmente presenti nelle vicinanze dei campi; il sistema è specificamente approvato dall'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente e aperto alle ispezioni della stessa Agenzia in qualsiasi momento;
f) il parere del Comitato regionale della Federazione italiana golf.3. Gli impianti non possono essere previsti in siti di interesse comunitario o comunque all'interno dei parchi regionali, delle aree protette di cui alla legge 6 dicembre 1991, n. 394 (Legge quadro sulle aree protette) e in zone già utilizzate a verde pubblico. In nessun caso gli interventi edilizi dei nuovi impianti golfistici possono ricadere nella fascia di protezione di trecento metri dalla linea di battigia.
4. La realizzazione dei nuovi campi da golf contribuisce al miglioramento paesaggistico ed ambientale del territorio regionale e pertanto comprende lo studio per la valorizzazione e, qualora necessario, il reintegro e/o la restaurazione floristica e paesaggistica originaria che consenta alle nuove strutture di integrarsi in totale armonia con le caratteristiche geomorfologiche e naturalistiche dei luoghi in cui vanno a inserirsi.
5. I terreni che beneficiano dei contributi di cui alla presente legge non possono in nessun caso cambiare destinazione d'uso nei primi quindici anni dalla data di erogazione della prima rata dei contributi regionali. Tale prescrizione si applica anche in caso di successiva alienazione a favore di terzi.
6. Per i fini previsti dalla presente legge, anche in deroga alle disposizioni del Piano paesaggistico regionale e degli strumenti urbanistici, è consentito, su una superficie non inferiore a 50 ettari, realizzare campi da golf con relative strutture residenziali e ricettive, previo accordo di programma con l'amministrazione comunale competente, assistito da idonea fideiussione che garantisca la tempestiva realizzazione del campo da golf autorizzato ed il suo regolare funzionamento per i cinque anni successivi alla sua ultimazione ed al positivo collaudo. Anche in deroga alle disposizioni del Piano paesaggistico regionale e degli strumenti urbanistici vigenti, è concessa ai soggetti che costruiscono i nuovi campi da golf la trasformazione della potenzialità edificatoria di 0,03 metri cubi per metro quadrato, prevista per fini agricoli, in potenzialità edificatoria per fini residenziali o, con un incremento fino a 0,06 metri cubi per metro quadro, per fini di carattere ricettivo. È altresì concessa una ulteriore potenzialità edificatoria di 0,01 metri cubi per metro quadro, da utilizzarsi esclusivamente per la club-house e per altri locali di servizio all'operatività dei campi.
7. Ai progetti approvati sono concessi contributi in conto capitale nella misura massima del 25 per cento dei costi ammissibili, comunque entro un tetto massimo di euro 500.000 per ciascun intervento, nel rispetto del regolamento (CE) n. 800/2008, della Commissione europea del 6 agosto 2008, che dichiara alcune categorie di aiuti compatibili con il mercato comune in applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato (regolamento generale di esenzione per categoria), e sulla base della Carta d'aiuti a finalità regionale 2007-2013 approvata con decisione della Commissione europea in data 28 novembre 2007.
8. Ai soggetti di cui al comma 7, oltre ai contributi in conto capitale, possono essere concessi contributi per le spese di manutenzione dei campi realizzati ed in esercizio, fino a euro 200.000 complessivi per i primi tre anni di esercizio.
Art. 11
Provvedimenti per lo sviluppo della
ricettività alberghiera1. La Regione promuove lo sviluppo delle ricettività alberghiera di alto livello nella Provincia di Carbonia-Iglesias tramite la concessione di prestiti a tasso agevolato e di cubature aggiuntive ai progetti di realizzazione di posti letto.
2. I benefici sono assegnati dal CGC, previo esame e selezione di tutti i progetti presentati, solo a quelli che prevedono la realizzazione di strutture a quattro o a cinque stelle.
3. Entro sessanta giorni dalla pubblicazione sul Buras della presente legge l'Assessore regionale del turismo, artigianato e commercio bandisce una manifestazione d'interesse cui possono partecipare tutti i soggetti che intendono costruire alberghi ex novo o ristrutturare quelli esistenti o trasformare seconde case in strutture alberghiere.
4. Entro centoventi giorni dal ricevimento delle manifestazioni d'interesse l'Assessore regionale del turismo, artigianato e commercio, sentito il CGC, seleziona i progetti ritenuti migliori per un numero complessivo di posti letto ricompresi tra 6.000 e 6.500, al netto di quelli già previsti nelle cubature di cui all'articolo 7.
5. Il bando per la manifestazione d'interesse contiene i principi e i criteri in base ai quali effettuare la selezione ma, in ogni caso, sono privilegiate l'equilibrata distribuzione dei posti letto nel territorio nonché le scelte meno impattanti sotto il profilo ambientale e paesaggistico.
6. I progetti selezionati hanno diritto alla concessione di un abbattimento degli interessi pari a cinque punti percentuali sui prestiti ottenuti dal sistema bancario, fino a un importo massimo pari alla metà dei costi di costruzione delle nuove strutture.
7. I progetti selezionati hanno diritto a un premio di cubatura pari al 15 per cento rispetto a quanto spettante sulla base degli strumenti urbanistici vigenti nelle località interessate, maggiorato di un ulteriore 20 per cento in caso di trasformazione in alberghi delle seconde case.
8. Tutte le strutture alberghiere realizzate ai sensi della presente legge possono utilizzare la formula del cosiddetto condo-hotel, con una quota destinata ad abitazione non superiore al 25 per cento della cubatura complessiva.
Art. 12
Interventi a favore del settore dell'artigianato1. Al fine di promuovere la qualificazione e lo sviluppo del settore dell'artigianato nella Provincia di Carbonia-Iglesias e la sua integrazione con la programmazione economica della Regione, l'Amministrazione regionale è autorizzata a riservare il 20 per cento delle risorse disponibili annualmente, per gli anni dal 2010 al 2014, per la concessione di contributi in conto capitale e conto interessi a favore delle imprese artigiane operanti nei comuni della Provincia, sui programmi di investimento previsti ai sensi dell'articolo 10 bis della legge regionale 19 ottobre 1993, n. 51 (Provvidenze a favore dell'artigianato sardo, modifiche alla L.R. 31 maggio 1984, n. 26, alla L.R. 11 aprile 1985, n. 5, alla L.R. 4 giugno 1988, n. 11, alla L.R. 30 aprile 1991, n. 13 e abrogazione della legge regionale 21 luglio 1976, n. 40).
2. La Regione è altresì autorizzata a promuovere a favore delle imprese artigiane operanti nel territorio della Provincia di Carbonia-Iglesias una politica pluriennale di inserimento lavorativo di giovani apprendisti con la concessione di contributi in conto capitale ai sensi della legge regionale 13 agosto 2001, n. 12 (Incentivi alle imprese artigiane sull'apprendistato), e a tal fine gli importi dei contributi, nella misura prevista dal commi 1 e 2 dell'articolo 1, sono aumentati del 15 per cento. Nel caso il contratto di apprendistato si trasformi in contratto a tempo indeterminato, il contributo è concesso per ulteriori 2 anni nella stessa misura dell'anno che precede l'assunzione a tempo indeterminato, incrementato di un ulteriore 10 per cento.
Art. 13
Provvedimenti per promuovere un centro commerciale provinciale1. A parziale deroga della legge regionale 18 maggio 2006, n. 5 (Disciplina generale delle attività commerciali), è consentita la realizzazione di un centro commerciale composto da quattro strutture di vendita da 2.500 metri quadri ognuna, a prescindere dalle dimensioni del comune nel cui territorio viene insediata. La cubatura necessaria è concessa dal CGC al termine della procedura di cui al comma 4, anche in deroga agli strumenti urbanistici vigenti.
2. Delle quattro strutture almeno due sono dedicate alla vendita di abbigliamento da uomo, donna e bambino e relativi accessori mentre una terza è essere destinata alla vendita e alla produzione dei prodotti alimentari della provincia e della produzione artigianale locale.
3. Il centro sorge al di fuori dei centri abitati, con una tipologia edilizia che richiami l'architettura mediterranea con molto verde e spazi aperti.
4. Entro centoventi giorni dalla pubblicazione sul Buras della presente legge il CGC bandisce una procedura ad evidenza pubblica per la concessione dell'autorizzazione all'apertura del centro commerciale provinciale da assegnare ad un soggetto unico.
Art. 14
Iniziative promozionali1. La Regione finanzia con un contributo di euro 1.000.000 l'anno per gli anni 2011-2016, a favore dell'Agenzia Sardegna promozione, una campagna promozionale tesa a promuovere l'immagine della Provincia di Carbonia-Iglesias come polo di attrazione del turismo nei paesi individuati dal CGC con successivi provvedimenti. Le campagne promozionali prevedono il più esteso uso dei sistemi di comunicazione mirati alla popolazione dei turisti estivi e di quelli che viaggiano al di fuori della stagione classica,in particolare con:
a) il coinvolgimento di un numero adeguato di tour operators, nei cosiddetti paesi bersaglio della campagna;
b) il coinvolgimento delle compagnie aeree regolari e di quelle low cost in un progetto per favorire e promuovere i collegamenti con i paesi del nord Europa nel periodo ottobre-aprile di ogni anno;
c) lo svolgimento di campagne pubblicitarie da affidare ad agenzie specializzate nel settore, mirate ai paesi che ogni anno si intende utilizzare come target;
d) l'utilizzo di agenzie di public relations da scegliere tra le primarie operanti nei diversi paesi obbiettivo della campagna;
e) sforzi promozionali tesi ad attirare ed organizzare nella Provincia di Carbonia-Iglesias eventi di intrattenimento o sportivi di rilievo nazionale e internazionale.
Art. 15
Interventi sulle infrastrutture1. La Regione provvede all'adeguamento della rete stradale della Provincia di Carbonia-Iglesias con i seguenti interventi:
a) ristrutturazione della strada statale n. 126 nel tratto tra Gonnesa e Sant'Antioco per una lunghezza di 29,1 chilometri per trasformarla in una infrastruttura dotata delle caratteristiche di una strada a carreggiate indipendenti o separate da spartitraffico invalicabile, ciascuna con almeno due corsie di marcia e banchina pavimentata a destra, priva di intersezioni a raso, con accessi alle proprietà laterali coordinati, contraddistinta dagli appositi segnali di inizio e fine, e attrezzata con aree di servizio, che comprendano spazi per la sosta, con accessi dotati di corsie di decelerazione e di accelerazione;
b) rifacimento della strada statale n. 195 da San Giovanni Suergiu fino a S. Anna Arresi per una lunghezza complessiva di 22,5 chilometri per trasformarla in una infrastruttura dotata delle caratteristiche di strada ad unica carreggiata con almeno una corsia per senso di marcia, banchine e spazi di sosta con accessi;
c) una strada da Funtanamare fino a Porto Paglia di collegamento con la strada che collega Plag'e Mesu e Punta S'Arena per una lunghezza di 2 chilometri;
d) adeguamento della strada provinciale n. 86 che collega la strada statale n. 130 a Villamassargia, per una lunghezza di 4 chilometri, per trasformarla in una infrastruttura dotata delle caratteristiche di una strada a carreggiate indipendenti o separate da spartitraffico invalicabile, ciascuna con almeno due corsie di marcia e banchina pavimentata a destra, priva di intersezioni a raso, con accessi alle proprietà laterali coordinati, contraddistinta dagli appositi segnali di inizio e fine e spazi per la sosta;
e) adeguamento e messa in sicurezza della strada costiera che da Gonnesa - località Monte San Giovanni - raggiunge Buggerru per una lunghezza di 10 chilometri per trasformarla in una infrastruttura dotata delle caratteristiche di strada ad unica carreggiata con almeno una corsia per senso di marcia, banchine e spazi di sosta.2. Tutte le infrastrutture stradali realizzate e riadattate assicurano il minor impatto ambientale e sono dotate di appositi apprestamenti per ridurre l'impatto visivo sui territori circostanti.
3. È autorizzata, a favore del soggetto che si aggiudica la procedura ad evidenza pubblica per l'effettuazione dei lavori sulle strade statali n. 126 e n. 195, la concessione di esercizi commerciali per l'attività di ristoro e/o di rifornimento di carburante localizzati a distanza non inferiore di 20 chilometri l'uno dall'altro.
4. A copertura finanziaria degli interventi previsti nel presente articolo la Regione è autorizzata a stipulare un mutuo di durata venticinquennale per un importo complessivo pari ad un massimo di 100 milioni di euro, compresi gli interessi.
Art. 16
Procedure di impatto ambientale1. I progetti selezionati ed autorizzati a seguito dell'approvazione della presente legge non sono ordinariamente soggetti a VIA, salvi i casi in cui essa sia espressamente prevista da leggi nazionali.
2. A parziale deroga della normativa vigente i progetti selezionati ed autorizzati a seguito dell'approvazione della presente legge hanno accesso allo Sportello unico per le attività produttive (SUAP).
Art. 17
Norme di natura finanziaria1. Agli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge, a decorrere dall'anno 2011, si fa fronte con le entrate previste dall'articolo 8 della legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3 (Statuto speciale per la Sardegna), per gli anni 2011-2015.
Art. 18
Entrata in vigore1. La presente legge entra in vigore il giorno dopo la sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (Buras).