CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

PROPOSTA DI LEGGE N. 156

presentata dai Consiglieri regionali

URAS - SECHI - ZUNCHEDDU - ZEDDA Massimo - BEN AMARA - SOLINAS Antonio

il 13 aprile 2010

Istituzione da parte della Regione sarda della Fondazione Antonio Simon Mossa

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RELAZIONE DEI PROPONENTI

Antonio Simon Mossa, oltre che sulla carta stampata, svolse anche un ruolo molto importante in Radio Sardegna, la prima emittente libera del Mediterraneo e dell'Europa continentale, nata come radio mobile il 10 ottobre 1943, poco più di un mese dopo l'armistizio dell'8 settembre del '43, su un vecchio autocarro militare dismesso e mezzo sgangherato, già utilizzato dall'Esercito per le trasmissioni radiotelegrafiche. Autocarro che si spostava di continuo da un paese all'altro dell'Isola per diffondere giornalmente un "Notiziario-radio", alternato con brevi note musicali.

Sempre dai microfoni di quella stessa emittente, trasmise per incarico del generale Pietro Pinna Parpaglia, alto commissario per la Sardegna, investito di ampi poteri sia civili che militari, una lunga serie di messaggi criptati indirizzati ai nostri soldati impegnati al fronte e nella Resistenza.

Radio Sardegna aveva stabilito la sua prima sede di fortuna in una grotta del comune di Bortigali, ove era di stanza il Comando generale perla Sardegna delle Forze armate italiane. Antonio Simon Mossa era divenuto redattore-capo della redazione sassarese.

Quella radio annunciò al mondo l'inizio della liberazione dell'Europa dall'occupazione nazifascista, oltre che in italiano, sia in catalano che nelle altre lingue minoritarie dell'Occidente Europeo e del bacino del Mediterraneo.

Radio Sardegna ai primi del mese di gennaio del 1944 trasferì poi la sua sede nazionale a Cagliari, nelle grotte di Tuvixeddu in località Is Mirrionis che sul finire di quello stesso anno venne assorbita dalla RAI-Radio audizioni italiane.

Va ricordato che Radio Sardegna l'8 maggio del 1945, interrompendo un programma di musica leggera e anticipando di ben 20 minuti la mitica BBC, fu la prima emittente europea a dare lo storico annuncio che la Germania nazista era caduta, e che la guerra era finita attraverso la voce concitata di un suo speaker.

Sulla vicenda di Radio Sardegna è consigliabile la lettura di un interessante saggio di Simona De Francisci, dal titolo: La Voce della Libertà. Un contributo alla storia di Radio Sardegna, pubblicato nel 1992 dalla STEF di Cagliari per conto della Fondazione Sardinia, dal quale si evince con estrema chiarezza il forte impegno politico-culturale profuso dall'architetto Antonio Simon Mossa per la difesa ad oltranza dell'autonomia della Radio dei Sardi.

Antonio Simon Mossa fu un poliglotta e un viaggiatore colto e attento alle problematiche delle comunità etniche europee e di tutti i popoli oppressi del mondo. Egli effettuò viaggi di studio e di presa di contatto con tutti i maggiori esponenti dei partiti e dei movimenti di liberazione nazionale d'Europa, nonché con linguisti, intellettuali e scrittori delle Nazioni senza Stato, e con i rappresentanti dei principali sindacati etnici europei da lui conosciuti personalmente, con i quali intrattenne stretti contatti telefonici ed epistolari.

Nella storia della Sardegna, Antonio Simon Mossa fu indubbiamente, tra gli intellettuali isolani, il primo etnolinguista sardo del ventesimo secolo ad aver compreso la valenza politico-rivoluzionaria della lingua sarda, come "elemento cementante dell'unità del Popolo e della Nazione Sarda". Fu colui che portò avanti in perfetta solitudine, tra l'indifferenza pressoché generale dei politici e dei cosiddetti uomini di cultura e della gente sarda, a partire dagli anni Quaranta e fino agli inizi degli anni Settanta, la battaglia politico-culturale per la rinascenza, l'uso e il riconoscimento giuridico della lingua sarda come prima lingua nazionale del popolo sardo, della quale, come ogni nazionalista che si rispetti, auspicava l'unificazione e la normalizzazione.

Egli si batté per il potenziamento, la rivitalizzazione e lo sviluppo delle sue tre varianti linguistiche: il sardo-campidanese, il sardo-logudorese e il sardo-còrso (sassarese e gallurese); nonché per l'uso e la promozione delle quattro parlate sardo-alloglotte, che, a suo giudizio, dovevano servire a completare e ad arricchire l'identità nazionale e culturale dei sardi: il catalano di Alghero, il còrso di La Maddalena e Santa Teresa di Gallura, il tabarchino di Carloforte e Calasetta e l'arromanìsca di Isili. Nel contempo sostenne anche la battaglia per la difesa, la valorizzazione e lo sviluppo della cultura etnica isolana, sia in sardo che in italiano, della quale riporterà soltanto alcuni ulteriori elementi trascurati nel libro più sopra richiamato.

Antonio Simon Mossa fu un valente urbanista e un arredatore d'interni, nonché uno studioso di problemi dell'insediamento umano, un disegnatore e un geniale architetto dotato di una scalpitante e irrefrenabile fantasia, in virtù della quale creò una forma compositiva inedita, la cosiddetta architettura mediterranea, che per la sua naturalezza incontrò il favore dei committenti.

Architettura nella quale fuse in modo impeccabile, piacevole ed armonico i sette "moduli costruttivi" dell'Isola con alcuni elementi architettonici delle abitazioni catalane, castigliane, andaluse, arabe e africane. Com'è noto, egli, laureatosi in architettura a Firenze nel 1941, prediligeva l'architettura domestica a dimensione umana e l'impiego nelle sue creazioni architettoniche irrorate di calce, non solo del patio fiorito, dei loggiati con l'arco a pieno tondo, ma anche delle formelle maiolicate.

Antonio Simon Mossa, nel corso della sua breve ma intensa vita terrena, realizzò una moltitudine di piacevolissime opere architettoniche, ad iniziare dalla Escala del Cabirol (la Scala del Daino), che è un'ardita e straordinaria scala a rampe di 670 gradini, costruita negli anni Cinquanta del secolo scorso sul costone roccioso del promontorio calcareo di Capo Caccia, in territorio di Alghero, che s'erge a picco sul mare per circa 170 metri. Nelle sue viscere è racchiusa la famosa e caratteristica Grotta di Nettuno, il cui ingresso si apre a circa un metro dal livello del mare.

Si tratta di una scala perfettamente mimetizzata nell'ambiente circostante e quasi impercettibile dal mare, dalla quale si può accedere da terra all'Antro di Nettuno, anche quando le condizioni proibitive del mare non consentono l'accesso marino. Poi, sempre ad Alghero, progettò il Palàu de València e il Palàu del Sol; sorsero anche, sulla base dei suoi progetti, gli alberghi: Hotel Capo Caccia, Porto Conte, El Faro, Corte Rosada, La Lepanto, Coral, Punta Negra e Dei Pini in Alghero; l'Hotel Cala Reale a Stintino.

Progettò inoltre gli Hotel Mirage, Moresco, Dei Due Mari di Hoeffler e il complesso residenziale di Guardia del Corsaro in Santa Teresa di Gallura; l'Hotel L'Altura a Palau; l'Hotel L'Abi d'Oru di Marinella in Olbia; gli Hotel Del Golfo e Villaggio La Plata in Sorso, lungo la così detta Riviera di Platamona; le ville Plaisant e Risso in Alghero, quest'ultima in località Lazzaretto; la villa Padùla in Fertilia; le ville: Riccardi, della Begum (moglie dell'Aga Khan), del geom. Scano e Fèrgusson in Arzachena; le ville: dello Svizzero, in località La Pelosa e Silvestrini a Stintino.

Ad Antonio Simon Mossa si devono pure la realizzazione ad Alghero del "cavall marì", la ristrutturazione del Molo vecchio, la redazione del piano regolatore generale del Comune, la progettazione e realizzazione dell'aerostazione di Alghero-Fertilia, la progettazione dell'ospedale civile e la realizzazione dell'ospedale marino, la casa di riposo per anziani e le ristrutturazioni della cattedrale di San Francesco e della cupola della chiesa di San Michele.

In Alghero Antonio Simon Mossa si occupò anche della ristrutturazione della cattedrale di Santa Maria in piazza Duomo; della progettazione dell'Hotel Solemar, di una villa nel Condominio turistico di Calabona e del complesso edilizio-abitativo "L'asfodelo".

A Nuoro realizzò il Museo del Costume e ristrutturò la Chiesa di Santa Maria della Neve e la Chiesetta della Solitudine, per la cui messa in pristino si avvalse della collaborazione del pittore nuorese Giovanni Ciusa-Romagna; in Sorso costruì l'asilo Catta, le scuole elementari e la scuola media, e ristrutturò la chiesa parrocchiale di San Pantaleo; in Sassari il Brefotrofio di viale delle Croci.

A Sassari progettò la sede provinciale dell'Automobil Club Italiano; la ristrutturazione della Chiesa di San Sisto e della Chiesa di Sant'Apollinare; in Santa Teresa di Gallura progettò e realizzò la Chiesetta di Capo Testa; provvide ad elaborare i piani regolatori dei Comuni di Padria e Thiesi; costruì la scuola media di San Gavino Monreale; in Olbia progettò la villa di Paolo Riccardi e tracciò e realizzò la strada litoranea, con piazzuole panoramiche, che, passando per Portisco, congiunge Olbia alla Costa Smeralda.

A Fertilia ristrutturò la chiesa parrocchiale di San Marco, il Belvedere a Mare e il centro storico; a Porto Raphael progettò la villa Raphael e le prime case di quell'insediamento turistico; in Siniscola alcune opere di interesse pubblico; in La Maddalena ristrutturò la Chiesa parrocchiale di Santa Maria Maddalena, progettò e costruì le case popolari e il palazzo delle poste; in Valledoria la chiesa parrocchiale, in Laerru il palazzo comunale, in Nuoro gli alloggi popolari INA Casa.

A Platamona (Sassari) si interessò della progettazione della villa Padùla; a Perdasdefogu, in Provincia di Nuoro, realizzò la residenza degli ufficiali. Inoltre studiò e realizzò per conto del Centro regionale di programmazione un progetto organico per il comprensorio agro-turistico della Costa orientale del nord Sardegna, da Capo Coda Cavallo a Cala Luna.

Pubblicò numerosi saggi sul turismo e l'architettura sarda, tra i quali le "Considerazioni sul turismo in Sardegna del 1966"e le "Note sulla politica turistica (regionale)" del 1969, nonché un libro intitolato: "L'arquitectura gòtica catalana a Sardenya" (L'architettura gotico-catalana in Sardegna), scritto a quattro mani da Antonio Simon Mossa con il collega catalano Adolf Florensa i Ferrer.

La presente proposta di legge si compone di 5 articoli.

Con l'articolo 1 la Regione viene autorizzata a partecipare all'istituzione della Fondazione, in compartecipazione con le Amministrazioni comunali di Alghero e Sassari.

Con l'articolo 2 la Regione è autorizzata a sottoscrivere l'atto costitutivo della Fondazione e a nominare i rappresentanti della Regione negli organi della Fondazione secondo quanto stabilito nello statuto della stessa; a presentare al Consiglio regionale una relazione annuale sull'attività svolta dalla Fondazione e il bilancio che è esaminato dalla Commissione consiliare competente in materia di diritto allo studio e cultura.

L'articolo 3 stabilisce in euro 100.000 per l'anno 2010 ed in euro 80.000 per gli anni seguenti, a decorrere dall'anno 2011, la quota di partecipazione della Regione alla Fondazione, somme incrementate quadriennalmente in riferimento ai tasso di inflazione Istat.

L'articolo 4 contiene la possibilità di sospendere i finanziamenti in caso di inadempienze statutarie e la possibilità di recesso definitivo da parte della Regione in caso di violazioni di legge o dello Statuto.

L'articolo 5 è relativo alla norma finanziaria.

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TESTO DEL PROPONENTE

 

Art. 1
Principi ispiratori

1. La Regione riconosce il valore della figura di Antonio Simon Mossa, personalità esemplare della storia e della cultura sarda. A tal fine impegna l'Amministrazione a promuovere ogni iniziativa per la valorizzazione e divulgazione del suo pensiero e delle sue opere.

2. La Regione è autorizzata a istituire, quale socio cofondatore con le Amministrazioni comunali di Alghero e Sassari, una fondazione culturale intitolata ad Antonio Simon Mossa, con sede ad Alghero, e costituita con atto pubblico sulla base delle vigenti disposizioni di legge. Al fine del raggiungimento degli obiettivi di cui al comma 1, la Regione assegna alla Fondazione le somme necessarie per il riconoscimento e la valorizzazione dei luoghi in cui visse e operò Antonio Simon Mossa.

3. La Fondazione è partecipata da soggetti pubblici o privati che ne facciano richiesta e s'impegnino all'osservanza delle disposizioni della presente legge e di quelle previste nell'atto costitutivo.

4. La Fondazione è senza scopo di lucro, condizione obbligatoria per il permanere della partecipazione regionale. La Fondazione inoltre promuove, con cadenza biennale, un premio internazionale ai fini della valorizzazione della figura di Antonio Simon Mossa.

 

Art. 2
Rappresentanti e compiti della Regione
nella Fondazione

1. La Regione è rappresentata dal Presidente della Regione o da un suo delegato.

2. Possono essere eletti su designazione dell'Amministrazione regionale altri componenti degli organi direttivi della Fondazione secondo le modalità stabilite dalla legge e dallo Statuto della medesima Fondazione.

3. I predetti rappresentanti, ogni anno, presentano al Consiglio regionale una relazione sull'attività svolta e il bilancio della Fondazione, che è esaminato dalla Commissione consiliare competente in materia di diritto allo studio e cultura.

 

Art. 3
Contributi annuali

1. La Regione partecipa all'istituzione della Fondazione con un contributo straordinario determinato in euro 100.000 per l'anno 2010 e, annualmente, a partire dall'anno 2011, in euro 80.000.

2. Il contributo, previa deliberazione della Giunta regionale, è incrementato ogni quadriennio, avuto riguardo al tasso di inflazione Istat nel periodo di riferimento.

 

Art. 4
Sospensione dei contributi

1. L'Amministrazione regionale può sospendere l'erogazione dei contributi previsti in caso di violazioni di legge o dello Statuto della Fondazione. In relazione alle violazioni, la Regione può con decisione della stessa Giunta regionale, recedere dalla partecipazione alla Fondazione.

 

Art. 5
Norma finanziaria

1. Agli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge, pari a euro 100.000 per l'anno 2010 e a euro 80.000 annui a decorrere dall'anno 2011, si fa fronte con quota parte delle entrate proprie della Regione ai sensi dell'articolo 8 della legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3 (Statuto speciale per la Sardegna), come modificato dall'articolo 1, comma 834, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria 2007).