CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

PROPOSTA DI LEGGE N. 154

presentata dai Consiglieri regionali

URAS - SECHI - ZUNCHEDDU - ZEDDA Massimo - BEN AMARA - SOLINAS Antonio

il 13 aprile 2010

Istituzione da parte della Regione sarda della Fondazione Velio Spano

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RELAZIONE DEI PROPONENTI

Velio Spano nacque a Teulada il 15 gennaio 1905. Nel 1910 la famiglia si trasferì a Guspini, importante centro minerario, dove il movimento socialista era presente, forte e ben organizzato. A Guspini il giovane Spano ebbe modo di conoscere le lotte della classe operaia e dei minatori, rimanendone segnato. Nel centro minerario compì anche i primi studi, proseguiti poi a Cagliari, nel Liceo Dettori, dove conseguì la maturità classica. Nel 1923 si iscrisse alla FGCI, partecipando alle lotte popolari che si svolsero a Cagliari in seguito alla marcia su Roma. Nel dicembre del 1923 la famiglia si trasferì a Rodi, mentre Velio si iscrisse alla Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Roma. Nel 1924 entrò a far parte dei gruppi dirigenti della FGCI del Lazio. A Roma conobbe anche Gramsci, col quale si intrattenne spesso in lunghe discussioni sulla "questione sarda". Su quei colloqui con Antonio Gramsci Velio Spano scriverà più tardi: "A quelle conversazioni devo senza dubbio, almeno in parte, di essere diventato un comunista".

Nella primavera del 1925 dirige a Roma, con Altiero Spinelli, il Gruppo Comunista Universitario. Nel 1926 il Partito lo invia a Torino per guidare il locale Gruppo Comunista Universitario. Nel 1927, abbandonati gli studi, entra a far parte dell'apparato illegale della FGCI col nome di battaglia di "Mariano". A Torino viene arrestato, condannato a due mesi di carcere e proposto per l'assegnazione al confino. Contemporaneamente, mentre si trova in carcere, è deferito al Tribunale Speciale di Roma per il reato di ricostituzione dei PCd'I e condannato a sei anni di reclusione, che sconterà tra il 1928 e il 1932. Sull'esperienza del carcere, arricchito nella preparazione politica e nel carattere, scriverà nel 1930 alla famiglia: "Non ho perduto un centimetro della mia statura". Viene scarcerato nel dicembre del 1932 per effetto dell'amnistia del decennale. In seguito ad un nuovo ordine di cattura, nel gennaio del 1933 decide di espatriare in Francia. A Parigi Velio entrò a far parte dell'apparato illegale del Partito comunista italiano all'estero, assumendo compiti di direzione e di collegamento con i lavoratori emigrati. Nell'ottobre del 1934 curò insieme a Romain Rolland la diffusione di un appello, cui aderirono numerosi intellettuali francesi, che chiedeva la liberazione di Gramsci e l'invio di una delegazione d'inchiesta per verificare le condizioni dei detenuti politici nelle carceri italiane. Nel novembre del 1935 si trova in Egitto per svolgere, per conto del PCI, azione di propaganda tra le truppe italiane che muovono verso Suez. Nel corso degli anni 1935, 1936 e 1937 svolse numerose missioni clandestine in Italia, come inviato del centro estero del Partito, con l'obiettivo di mantenere viva una certa attività antifascista organizzata.

Nel 1937 è in Spagna e partecipa alla guerra civile come membro dello Stato maggiore del comandante Juan Modesto. In Spagna avrà compiti di organizzazione dei servizi radio, che permetteranno di parlare direttamente col popolo italiano. "Radio Milano", diretta da Velio Spano, era una tra le frequenze più ascoltate in Italia, come testimoniano anche i numerosi arresti effettuati sulla base di questo capo d'imputazione. Verso la fine del 1937 fece rientro a Parigi, dove assunse l'incarico, insieme a Mario Montagnana, di direzione de L'Unità; svolgendo, per tutta la durata dell'anno 1938, anche un'intensa attività politica a favore del Fronte popolare e organizzando una Scuola di partito in Lorena. Nell'ottobre del 1938 venne inviato dal PCI a Tunisi col compito di rafforzare l'attività antifascista, orientare la numerosa comunità italiana tunisina e rinsaldare i legami di amicizia col governo democratico francese. Il lavoro di mobilitazione e propaganda sviluppato da Spano permise di costituire un quotidiano, chiamato "Il Giornale" da contrapporre al fascista "Unione". Intorno al 1939 il quotidiano venne sequestrato e definitivamente soppresso.

La situazione degenerò rapidamente allo scoppio della guerra, quando il PCT entrò nella clandestinità. Nel maggio del 1939, intanto, Velio sposa Nadia Gallico. Egli avrebbe preferito fare rientro in Italia, come già avevano fatto diversi esponenti del Partito, ma la direzione del PCI gli chiese di restare in Tunisia. Nel 1940 venne arrestato e rinchiuso, insieme ad altri comunisti italiani, nel campo di concentramento di Sbeitla, dove rimase fino alla caduta di Parigi (giugno 1940).

Nel 1941 Velio riorganizzò il Partito comunista tunisino divenendone di fatto il principale dirigente. Negli anni della guerra, inoltre, stabilì preziosi contatti con i gollisti e i socialisti francesi e con il partito arabo del Neo-Destour di Burghiba per una lotta comune contro il governo collaborazionista di Vichy. Nel novembre del 1941, in seguito alla denuncia di un delatore, la maggior parte del gruppo dirigente del Partito comunista tunisino venne arrestata. Nel processo che seguì Velio Spano, sfuggito alla cattura, fu condannato a morte in contumacia. La condanna venne replicata nel giugno dello stesso anno con l'accusa di "riorganizzazione di partito disciolto e propaganda delle parole d'ordine della terza internazionale". Nonostante la caccia spietata della polizia fascista continuò ad operare nella clandestinità e nel dicembre del 1942 tenne una conferenza dei quadri dirigenti del PCT. In quello stesso anno, quando la Tunisia fu invasa dalle truppe italiane Spano svolse un intenso lavoro politico tra i soldati, organizzando fra loro nuclei comunisti e distribuendo giornali di propaganda antifascista. Liberata la Tunisia nel maggio del 1943 Spano poté uscire dalla clandestinità e fare rientro, il 16 ottobre dello stesso anno, in Italia.

Rientrato a Napoli Spano, insieme a Eugenio Reale, Marcello Marroni e Clemente Maglietta, diresse il PCI nell'Italia liberata. In questo periodo lavorò per rafforzare l'organizzazione del Partito comunista italiano e per radicarne l'atteggiamento unitario e nazionale tra la base e i militanti sparsi in tutto il meridione. Dal dicembre del 1943 assunse la direzione dell'edizione meridionale de L'Unità. Nel gennaio del 1944 prese parte al Congresso di Bari del CLN dove, insieme a Reale, allineandosi alle posizioni di socialisti e azionisti rifiutò la partecipazione del PCI al governo, ponendo come pregiudiziale l'immediata abdicazione del re. Nell'aprile del 1944 partecipò al congresso regionale del PCI siciliano ed intervenne in maniera determinante sull'atteggiamento da assumere nei confronti del separatismo anche in Calabria e poi, nel giugno, in Sardegna, dove si poneva il problema di correggere le posizioni autonomiste del partito. Nel luglio del 1944 entrò a far parte della direzione provvisoria del PCI "operativa" per l'Italia liberata ed in quel mese passò a dirigere, sino al giugno del 1946, l'edizione romana de L'Unità. Nel maggio del 1945 rappresentò la direzione nazionale al 2° Congresso regionale sardo del PCI, sostenendo la necessità di saldare la lotta per l'autonomia a quella per le riforme sociali. Membro della direzione provvisoria nazionale, costituita l'8 agosto 1945 dai due gruppi dirigenti di Roma e Milano, fu membro anche della Consulta nazionale per la Costituente e sottosegretario all'agricoltura nel primo governo De Gasperi (dicembre 1945 - luglio 1946). Al 5° congresso del PCI (dicembre 1945) venne eletto nel Comitato centrale e nella direzione, dove rimase fino al 9° congresso. Eletto deputato alla Costituente per la Sardegna, dal 1947 al 1957 fu segretario del PCI nell'Isola, partecipando alle grandi lotte contadine, all'occupazione delle terre, al duro sciopero di settantadue giorni dei minatori di Carbonia e conducendo la battaglia per la rinascita sociale ed economica della Sardegna. Nelle elezioni del 18 aprile 1948 venne eletto senatore di diritto e poi riconfermato nelle successive legislature nel collegio di Guspini-Iglesias. Nell'agosto del 1949, primo inviato del PCI e de L'Unità, svolse un viaggio nella Cina comunista di cui scrisse un reportage. Nel 1956 divenne responsabile esteri del PCI, nel 1958 segretario del Movimento italiano per la pace e, quindi, membro della Presidenza mondiale. Nel novembre 1961 si oppose, in funzione critica verso l'Unione Sovietica, alla relazione "continuista" di Palmiro Togliatti, segretario del PCI, nel Comitato Centrale che seguì al XXII Congresso del PCUS, che aveva aggravato le posizioni antistaliniste già assunte dal segretario del Partito Comunista Sovietico Nikita Kruscev nel XX Congresso. Morì a Roma il 7 ottobre 1964.

Tra le opere ricordiamo "Alla conquista di Cagliari. La marcia dei comunisti cagliaritani dal 1921 al 1947" (Cagliari, a cura delle sezioni comuniste di Cagliari, 1947), "Il banditismo sardo e i problemi della rinascita" (Roma, Editori riuniti, 1954), "Per l'unità del popolo sardo" (Cagliari, Edizioni della torre, 1978).
La presente proposta di legge si compone di 5 articoli.

Con l'articolo 1 la Regione viene autorizzata a partecipare all'istituzione della Fondazione, in compartecipazione con l'Amministrazione comunale di Guspini.

Con l'articolo 2 la Regione è autorizzata a sottoscrivere l'atto costitutivo della Fondazione e a nominare i rappresentanti della Regione negli organi della Fondazione secondo quanto stabilito nello statuto della stessa; a presentare al Consiglio regionale una relazione annuale sull'attività svolta dalla Fondazione e il bilancio che è esaminato dalla Commissione consiliare competente in materia di diritto allo studio e cultura.

L'articolo 3 stabilisce in euro 100.000 per l'anno 2010 ed in euro 80.000 per gli anni seguenti, a decorrere dall'anno 2011, la quota di partecipazione della Regione alla Fondazione, somme incrementate quadriennalmente in riferimento al tasso di inflazione ISTAT.

L'articolo 4 contiene la possibilità di sospendere i finanziamenti in caso di inadempienze statutarie e la possibilità di recesso definitivo da parte della Regione in caso di violazioni di legge o dello Statuto.

L'articolo 5 è relativo alla norma finanziaria.

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TESTO DEL PROPONENTE

 

Art. 1
Principi ispiratori

1. La Regione riconosce il valore della figura di Velio Spano, personalità esemplare della storia e della cultura sarda. A tal fine impegna l'Amministrazione a promuovere ogni iniziativa per la valorizzazione e divulgazione del suo pensiero e delle sue opere.

2. La Regione è autorizzata a istituire, quale socio cofondatore con l'Amministrazione comunale di Guspini, una fondazione culturale intitolata a Velio Spano, con sede a Guspini, e costituita con atto pubblico sulla base delle vigenti disposizioni di legge. Al fine del raggiungimento degli obiettivi di cui al comma 1, la Regione assegna alla Fondazione le somme necessarie per il riconoscimento e la valorizzazione dei luoghi in cui visse e operò Velio Spano.

3. La Fondazione è partecipata da soggetti pubblici o privati che ne facciano richiesta e s'impegnino alla osservanza delle disposizioni della presente legge e di quelle previste nell'atto costitutivo.

4. La Fondazione è senza scopo di lucro, condizione obbligatoria per il permanere della partecipazione Regionale. La Fondazione inoltre promuove, con cadenza biennale, un premio internazionale, ai fini della valorizzazione della figura di Velio Spano.

 

Art. 2
Rappresentanti e compiti della Regione
nella Fondazione

1. La Regione è rappresentata dal Presidente della Regione o da un suo delegato.

2. Possono essere eletti su designazione dell'Amministrazione regionale altri componenti degli organi direttivi della Fondazione secondo le modalità stabilite dalla legge e dallo Statuto della medesima Fondazione.

3. I predetti rappresentanti, ogni anno, presentano al Consiglio regionale una relazione sull'attività svolta e il bilancio della Fondazione, che è esaminato dalla Commissione consiliare competente in materia di diritto allo studio e cultura.

 

Art. 3
Contributi annuali

1. La Regione partecipa all'istituzione della Fondazione con un contributo straordinario determinato in euro 100.000 per l'anno 2010 e, annualmente, a partire dall'anno 2011, in euro 80.000.

2. Il contributo, previa deliberazione della Giunta regionale, è incrementato ogni quadriennio, avuto riguardo al tasso di inflazione Istat nel periodo di riferimento.

 

Art. 4
Sospensione dei contributi

1. L'Amministrazione regionale può sospendere l'erogazione dei contributi previsti in caso di violazioni di legge o dello statuto della Fondazione. In relazione alle violazioni, la Regione può con decisione della stessa Giunta regionale, recedere dalla partecipazione alla Fondazione.

 

Art. 5
Norma finanziaria

1. Agli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge, pari a euro 100.000 per l'anno 2010 e a euro 80.000 annui a decorrere dall'anno 2011, si fa fronte con quota parte delle entrate proprie della Regione ai sensi dell'articolo 8 della legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3 (Statuto speciale per la Sardegna), come modificato dall'articolo 1, comma 834, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria 2007).