CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

PROPOSTA DI LEGGE N. 153

presentata dai Consiglieri regionali

URAS - SECHI - ZUNCHEDDU - ZEDDA Massimo - BEN AMARA - SOLINAS Antonio

il 13 aprile 2010

Istituzione da parte della Regione sarda della Fondazione Emilio Lussu

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RELAZIONE DEI PROPONENTI

La famiglia di Emilio Lussu apparteneva al ceto benestante di Armungia, ma, grazie all'esempio paterno, egli visse in un clima sostanzialmente egualitario. Il paese di Armungia è stato spesso presentato da Lussu sotto un'aura mitologica, come luogo di formazione dei suoi valori più profondi (rispetto dell'uomo e del lavoro, partecipazione democratica) e in definitiva della sua identità sarda (la lingua natale, le tradizioni, l'orgoglio delle radici e la loro difesa contro la sopraffazione coloniale). Questo patrimonio iniziale si rafforzò in una prospettiva più consapevolmente politica nel rapporto con le correnti repubblicane e socialiste del Novecento a Cagliari, Roma e Parigi.

A Cagliari si laureò in giurisprudenza nel 1914. Nel periodo universitario Lussu si schierò con gli interventisti democratici (repubblicani, salveminiani), perché l'Italia entrasse nella Prima guerra mondiale contro gli imperi centrali (Germania e Austria). Vi prese parte direttamente, come ufficiale di complemento nella Brigata Sassari, costituita su base ragionale per la maggior parte da contadini e pastori sardi.

Nel 1916 la Brigata fu inviata sulle colline intorno ad Asiago per creare un fronte che resistesse a qualunque costo alla discesa degli austriaci verso Vicenza e Verona; le vittorie dei sardi nei primi scontri furono seguite da un potente contrattacco che li vide impegnati sino al luglio dell'anno successivo, sul monte Zebio e nei pressi di Castelgomberto, in una sfiancante e sanguinosa lotta che, più che per avanzare, si conduceva per 1a tenuta delle posizioni. Era del resto questa la vera guerra di trincea, ed era la guerra di una truppa gestita dai suoi distanti generali con modi ed intenzioni che oggi apparirebbero intollerabili.

Questa esperienza ispirò a Lussu il capolavoro per il quale è principalmente noto, Un anno sull'altipiano, scritto nel 1938 (di questo romanzo è stata fatta un riduzione cinematografica ad opera di Francesco Rosi dal titolo "Uomini contro", del 1970); si tratta di un'importantissima memoria, di un prezioso documento sulla vita dei soldati italiani in trincea che, per la prima volta nella letteratura italiana, descrive l'irrazionalità e il non senso della guerra, della gerarchia e della esasperata disciplina militare in uso al tempo. Non rimase fuori dalla narrazione il tema sociale riguardante il modo in cui le classi inferiori venivano "usate" a fini bellici. La partecipazione delle masse contadine sarde alla Grande Guerra fu in effetti un momento di passaggio fondamentale che pose in termini completamente nuovi la "questione sarda". Alla luce delle lotte condotte dal movimento socialista dell'epoca, essa divenne infatti il leitmotiv di un imponente moto di popolo che, nell'immediato dopoguerra, coinvolse ampi strati delle classi lavoratrici sarde. Fra i suoi organizzatori, Lussu fu uno dei più attivi ed amati. Alla fine della guerra, insieme a Camillo Bellieni ed altri reduci, Lussu fondò il Partito sardo d'azione, da subito connotato come movimento autonomista e federalista, che pose al centro della sua azione politica la "questione nazionale sarda". Fu un movimento di massa che coinvolse i contadini e pastori sardi in nome della distribuzione delle terre e dei pascoli, contro i ricchi possidenti agrari e i partiti politici da loro sostenuti. Il partito ebbe personalità giuridica e venne formalmente costituito nel 1921, con l'obiettivo non certo accessorio di contrastare la crescita del Movimento dei fasci. Nello stesso anno Lussu fu eletto alla Camera dei deputati e fu in seguito tra i deputati della "secessione aventiniana", famosa forma di protesta dopo il delitto Matteotti.

Nonostante una prima sottovalutazione del fenomeno fascista, la sua posizione fu in seguito tra le più radicali e nette. Fu più volte personalmente e fisicamente colpito (e ferito) da aggressori rimasti ignoti. Nel 1926, durante uno di questi attacchi, Lussu sparò ad uno degli aggressori che cercavano di introdursi nella sua casa di Cagliari; lo squadrista morì in seguito alla ferita e Lussu venne perciò arrestato e processato. Gli fu riconosciuta la innegabile circostanza di legittima difesa, ma poco tempo dopo fu condannato a 5 anni di confino a Lipari dal Tribunale speciale.

Dal confino Lussu evase nel 1929 insieme a Carlo Rosselli e Francesco Fausto Nitti, che narrerà l'avventurosa evasione nel libro "Le nostre prigioni e la nostra evasione" pubblicato in edizione italiana solo nel 1946 (del 1929 è la prima edizione in inglese col titolo di "Escape") per raggiungere Parigi, dove scrisse un libro sugli avvenimenti di quel decennio, "La catena". Insieme a Gaetano Salvemini e allo stesso Rosselli diede vita al movimento antifascista "Giustizia e Libertà", ideologicamente orientato in senso socialista liberale, che proponeva metodi rivoluzionari per abbattere il regime e sradicare dalla società italiana le sue cause (culturali, economiche, politiche); compì le sue attività clandestine con il nome in codice di Mister Mills. Nel 1936 fu in Svizzera per curare la tubercolosi contratta in prigionia e qui scrisse un libro di stile manualistico sulla teoria dell'insurrezione.

Prese parte alla guerra civile spagnola nel fronte antifranchista (anche se soltanto brevemente, a causa delle sue cattive condizioni di salute). Il suo ritorno in Italia (e in Sardegna) avvenne solo dopo l'armistizio del 1943, in un paese ben presto occupato dai nazisti. Dopo la fusione di Giustizia e Libertà e Partito d'azione, diventato uno dei leader della nuova formazione politica, partecipò alla Resistenza a Roma, mantenendo comunque stretti rapporti con il Partito sardo d'azione. Come esponente di punta dell'ala socialista del partito guidò lo scontro contro la corrente liberaldemocratica di Ugo La Malfa, un conflitto che fu la causa scatenante della scomparsa del Partito d'azione. Il tormentato rapporto di Lussu con la dirigenza moderata e conservatrice del partito sardo post bellico sfociò nel '48 in una rottura: la corrente lussiana fondò un nuovo partito (il Partito sardo d'azione socialista), che confluì di lì a poco nel PSI.

Nel 1945 fu ministro nel primo governo di unità nazionale dell'Italia libera, quello presieduto per breve tempo dall'azionista Parri e nel successivo governo del democristiano De Gasperi.

Nel 1964 partecipò alla scissione del PSI da cui nacque il PSIUP (Partito socialista italiano di unità proletaria) contro la politica di intese con la Democrazia cristiana avviata da Nenni. Tuttavia guardò con crescente distacco a questa nuova esperienza mano a mano che il PSIUP entrò sempre più nell'orbita del PCI. La sua vecchiaia operosa lo vide scrivere importanti pagine di storia (fra le quali quelle dedicate alla vicenda del Partito d'azione) e fu sempre in contatto con la sua terra, dei cui problemi discusse fino all'ultimo. Morì a Roma nel 1975.

La presente proposta di legge si compone di 5 articoli.

Con l'articolo 1 la Regione viene autorizzata a partecipare all'istituzione della Fondazione, in compartecipazione con le Amministrazioni comunale di Armungia e provinciale di Cagliari.

Con l'articolo 2 la Regione è autorizzata a sottoscrivere l'atto costitutivo della Fondazione e a nominare i rappresentanti della Regione negli organi della Fondazione secondo quanto stabilito nello statuto della stessa; a presentare al Consiglio regionale una relazione annuale sull'attività svolta dalla Fondazione e il bilancio che è esaminato dalla Commissione consiliare competente in materia di diritto allo studio e cultura.

L'articolo 3 stabilisce in euro 100.000 per l'anno 2010 ed in euro 80.000 per gli anni seguenti, a decorrere dall'anno 2011, la quota di partecipazione della Regione alla Fondazione, somme incrementate quadriennalmente in riferimento al tasso di inflazione Istat.

L'articolo 4 contiene la possibilità di sospendere i finanziamenti in caso di inadempienze statutarie e la possibilità di recesso definitivo da parte della Regione in caso di violazioni di legge o dello Statuto.

L'articolo 5 è relativo alla norma finanziaria.

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TESTO DEL PROPONENTE

 

Art. 1
Principi ispiratori

1. La Regione riconosce il valore della figura di Emilio Lussu, personalità esemplare della storia e della cultura sarda. A tal fine impegna l'Amministrazione a promuovere ogni iniziativa per la valorizzazione e divulgazione del suo pensiero e delle sue opere.

2. La Regione è autorizzata a istituire, quale socio cofondatore con le Amministrazioni comunale di Armungia e provinciale di Cagliari, una fondazione culturale intitolata a Emilio Lussu, con sedi ad Armungia e Cagliari, e costituita con atto pubblico sulla base delle vigenti disposizioni di legge. Al fine del raggiungimento degli obiettivi di cui al comma 1, la Regione assegna alla Fondazione le somme necessarie per il riconoscimento e la valorizzazione dei luoghi in cui visse e operò Emilio Lussu.

3. La Fondazione è partecipata da soggetti pubblici o privati che ne facciano richiesta e s'impegnino all'osservanza delle disposizioni della presente legge e di quelle previste nell'atto costitutivo.

4. La Fondazione è senza scopo di lucro, condizione obbligatoria per il permanere della partecipazione regionale. La Fondazione inoltre promuove, con cadenza biennale, un premio internazionale, ai fini della valorizzazione della figura di Emilio Lussu.

 

Art. 2
Rappresentanti e compiti della Regione nella Fondazione

1. La Regione è rappresentata dal Presidente della Regione o da un suo delegato.

2. Possono essere eletti su designazione dell'Amministrazione regionale altri componenti degli organi direttivi della Fondazione secondo le modalità stabilite dalla legge e dallo statuto della medesima Fondazione.

3. I predetti rappresentanti, ogni anno, presentano al Consiglio regionale una relazione sull'attività svolta e il bilancio della Fondazione, che è esaminato dalla Commissione consiliare competente in materia di diritto allo studio e cultura.

 

Art. 3
Contributi annuali

1. La Regione partecipa all'istituzione della Fondazione con un contributo straordinario determinato in euro 100.000 per l'anno 2010 e, annualmente, a partire dall'anno 2011, in euro 80.000.

2. Il contributo, previa deliberazione della Giunta regionale, è incrementato ogni quadriennio, avuto riguardo al tasso di inflazione Istat nel periodo di riferimento.

 

Art. 4
Sospensione dei contributi

1. L'Amministrazione regionale sospende l'erogazione dei contributi previsti in caso di violazioni di legge o dello statuto della Fondazione. In relazione alle violazioni, la Regione può, con decisione della stessa Giunta regionale, recedere dalla partecipazione alla Fondazione.

 

Art. 5
Norma finanziaria

1. Agli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge, pari a euro 100.000 per l'anno 2010 e a euro 80.000 annui a decorrere dall'anno 2011, si fa fronte con quota parte delle entrate proprie della Regione ai sensi dell'articolo 8 della legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3 (Statuto speciale per la Sardegna), come modificato dall'articolo 1, comma 834, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria 2007).