CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURAPROPOSTA DI LEGGE N. 8
presentata dai Consiglieri regionali
COSSA - VARGIU - DEDONI - FOIS - MULA - MELONI Francesco
il 10 aprile 2009
Norme per la tutela e il sostegno delle attività con finalità sociali ed educative
svolte dalle parrocchie e dalle comunità religiose mediante oratori***************
RELAZIONE DEI PROPONENTI
La presente proposta di legge si inserisce in un contesto di evoluzione normativa del settore socio-educativo che, partendo dal riconoscimento dell'alto ruolo sociale e pedagogico svolto oggi diffusamente ed efficacemente dalle parrocchie e dalle comunità religiose consenta, con la sottoscrizione di appositi accordi con la Regione, anche ad altri soggetti che svolgano funzioni analoghe di ottenere gli stessi riconoscimenti.
La proposta di sostegno delle attività oratoriali delle parrocchie e delle comunità religiose è in sintonia anche con iniziative analoghe che in altre regioni stanno avvenendo ed in particolare con quanto hanno già fatto le Regioni Lombardia, Piemonte, Friuli-Venezia Giulia, Abruzzo e Calabria, che hanno recentemente approvato delle norme che tutelano il ruolo educativo e sociale degli oratori parrocchiali.
La consapevolezza che le parrocchie e le comunità religiose, attraverso l'attività degli oratori o di altri sistemi organizzativi che costituiscono veri laboratori sociali e formativi, intervengono in maniera diretta sulle politiche di prevenzione del disagio giovanile, favorendo un sano ed adeguato processo di crescita dei minori, ma anche fornendo alle famiglie strumenti di rafforzamento del dialogo e della partecipazione interna, ha dettato la finalità ultima della presente norma, in armonia anche con i principi della sussidiarietà e della cooperazione che è quella di creare un sistema integrato delle azioni socio-educative.
L'oratorio svolge, soprattutto nelle piccole comunità, un ruolo primario nel progetto e nell'attuazione delle attività di socializzazione e recupero dalla marginalità, facilitando, ad esempio, la familiarizzazione, la predisposizione e la capacità di apprendimento, l'acquisizione del giusto rapporto con le tecnologie della comunicazione, e con l'etica dei principi riferiti ai modelli organizzativi della società moderna.
I diversi laboratori creati all'interno degli oratori parrocchiali e delle comunità religiose della nostra Isola diventano spazi sociali vitali di incontro e di racconto e i ragazzi, gli adolescenti, i giovani e le stesse famiglie, sono coinvolti tutti direttamente interdisciplinariamente nell'elaborazione di un progetto educativo, formativo e ricreativo. Un progetto che ha come obiettivo principale quello di stimolare il desiderio di conoscenza e di gioco, di abilità manuale e creativa, e che si articola in percorsi di apprendimento e divertimento: imparare riappropriandosi di capacità relazionali e cooperative.
Negli oratori parrocchiali e delle comunità religiose il progetto sociale ed educativo, proprio per questa partecipazione diretta ed interessata dei ragazzi e degli adulti, diventa virtuale, non focalizzante i dettagli che si concretizzano invece con il manifestarsi dell'apporto attivo degli utenti coinvolti.
L'articolo 1 costituisce il presupposto sostanziale e giuridico della proposta di legge e consiste nel riconoscimento del ruolo sociale ed educativo delle parrocchie e delle comunità religiose.
L'articolo 2 della proposta normativa individua e favorisce un rapporto di stretta collaborazione tra la Regione Sardegna e la Conferenza episcopale sarda che rappresenta giuridicamente le dieci diocesi sarde, definendo un utile ambito di confronto entro il quale possa essere sviluppato un protocollo che rifletta obiettivi e programmazione di attività di sostegno dei bisogni sociali ed educativi, del l'area dell'infanzia, dell'adolescenza e delle famiglie, nell'ambito degli indirizzi prioritari ivi individua- ti.
L'articolo 3 della proposta di legge individua le azioni di sostegno e la tipologia dei finanziamenti con i relativi limiti ponendo tra questi la riqualificazione delle strutture esistenti, la formazione degli operatori che animano le attività degli oratori e dei laboratori socio-educativi, le attività di sperimentazione e di ricerca e il sostegno ai progetti interdiocesani.
L'articolo 4 definisce le modalità di ripartizione dei finanziamenti regionali erogati annualmente alle dieci diocesi sarde attraverso la Conferenza episcopale sarda. Questi sono ripartiti per il 40 per cento sulla base del numero degli abitanti, per un altro 40 per cento sulla base del numero delle parrocchie ed il restante 20 per cento è destinato a finanziare iniziative e progetti interdiocesani, nonché le modalità generali di assegnazione dei contributi alle singole parrocchie.
La Conferenza episcopale sarda dovrà presentare alla fine di ogni anno un dettagliato rendi- conto contabile accompagnato da una relazione analitica che evidenzi la coerenza delle attività realizzate e degli obiettivi concretamente ottenuti rispetto agli indirizzi di programmazione approvati con il protocollo di intesa.
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TESTO DEL PROPONENTE
Art. 1
Finalità1. La Regione, in ossequio ai principi di cooperazione e di sussidiarietà, riconosce l'azione socio-educativa di ampio respiro territoriale svolta dalle parrocchie e dalle comunità religiose attraverso gli oratori e altri organismi simili che svolgono azioni di rilevanza sociale educativa.
2. La Regione promuove altresì il coordinamento e l'integrazione delle attività attuate dalle parrocchie e dalle comunità religiose in materia di minori, adolescenti e giovani e ne sostiene gli interventi finalizzati a favorire la prevenzione del disagio sociale minorile e a coinvolgere le nuove generazioni in azioni di miglioramento del quadro sociale di riferimento, affinché possano acquisire consapevolezza, dinamismo e iniziativa rispetto ai processi di sviluppo.
Art. 2
Modalità di partecipazione e cooperazione1. La Regione riconosce alle diocesi sarde, tramite la Conferenza episcopale sarda, la possibilità di partecipare alle commissioni consultive e agli organismi regionali che si occupa- no delle materie d'interventi legate ai minori, adolescenti e giovani, mediante loro rappresentanti.
2. La Regione riconosce, inoltre, alla Conferenza episcopale sarda la possibilità di presentare proposte e programmi ed esprimere parere consultivo in sede di elaborazione delle linee di programmazione regionale nelle materie di cui al comma 1.
3. Le forme di collaborazione e altre azioni ritenute utili sono definite in un apposito protocollo d'intesa e successivi accordi operativi.
4. Tali accordi devono privilegiare la realizzazione di percorsi di sviluppo della personalità, delle attitudini e della conoscenza, anche attraverso l'attivazione di centri ricreativi in campo artistico e sportivo, e la realizzazione di iniziative per il recupero psico-fisico dei casi di emarginazione, isolamento e difficoltà d'inserimento nel normale contesto socio-economico. Sono favoriti gli interventi sperimentali rivolti all'innovazione e alla ricerca di soluzioni alternative rispetto alle tecniche, modalità e supporti di attuazione degli interventi.
Art. 3
Azioni di sostegno1. La Regione sostiene con incentivi le attività socio-educative svolte dagli oratori e da altri organismi parrocchiali a favore dell'infanzia, dell'adolescenza, della gioventù e della fa- miglia, individuate nel protocollo d'intesa previsto nell'articolo 2, comma 3.
2. I finanziamenti sono concessi, nel rispetto delle finalità del comma 1, per:
a) il riadattamento e la riqualificazione delle strutture esistenti nel limite del 40 per cento del valore dell'investimento complessivo ed entro il limite massimo di euro 50.000 di contributo in conto capitale;
b) l'acquisto di complementi d'arredamento, attrezzature e strumenti didattici pari al 40 per cento del valore dell'investimento complessivo che non può superare il limite massimo di euro 10.000;
c) sostenere la formazione degli operatori che agiscono nell'ambito dell'oratorio e dei laboratori formativi e socio-educativi delle parrocchie e delle diocesi nel limite del 50 per cento della spesa sostenuta per la formazione;
d) sostenere iniziative sperimentali e di ricerca di nuove metodologie d'intervento anche tramite progetti interdiocesani nel limite del 50 per cento della spesa progettuale;
e) sostenere la gestione delle attività ricreative e del tempo libero, educativo-formative ed esperienze di comunità nel limite di euro 10.000.
Art. 4
Erogazione e rendicontazione dei finanziamenti1. I finanziamenti di cui all'articolo 3 sono erogati alla Conferenza episcopale sarda in base all'accordo di programma e alle esigenze in esso evidenziate; tale contributo è ripartito tra le diocesi secondo il seguente criterio:
a) il 40 per cento sulla base della popolazione;
b) il 40 per cento sulla base del numero delle parrocchie;
c) il restante 20 per cento è utilizzato dalla Conferenza episcopale sarda o da altro ente indicato dalla stessa per attività o iniziative interdiocesane.2. Ogni diocesi procede all'assegnazione dei contributi alle singole parrocchie e comunità religiose che ne facciano domanda con la presentazione di un adeguato progetto che risponda alle finalità dei protocollo d'intesa in base alle indicazioni della presente legge ed entro i limiti di cui all'articolo 3.
3. La Conferenza episcopale sarda presenta alla Regione una relazione annuale sulle attività svolte e sui benefici concreti ottenuti ed il relativo rendiconto delle spese, adeguatamente documentate.
Art. 5
Norma finanziaria1. Le spese previste per l'attuazione del la presente legge sono valutate in euro 5.000.000 annui. Alla relativa spesa si fa fronte con quota parte delle compartecipazioni di cui all'articolo 8 della legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3 (Statuto speciale per la Sardegna).