CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

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Lettera dei consiglieri di Sardegna E’ già domani Massimo Mulas, Mario Diana, Gianvittorio Campus e Roberto Capelli al presidente della Compagnia italiana di navigazione sullo scalo di Portotorres: “La Cin deve farsi garante affinchè nei porti sardi ci sia una razionale redistribuzione delle rotte”.

 

Cagliari, 20 settembre 2012 - La Compagnia italiana di navigazione deve rilanciare lo scalo di Portotorres nell’interesse dell’intera Sardegna e deve farsi garante affinchè nei porti sardi ci sia una razionale redistribuzione delle rotte.
Lo chiedono, in una lettera inviata al presidente della CIN Ettore Morace, i consiglieri regionali di Sardegna E’ già domani Massimo Mulas, Mario Diana, Gianvittorio Campus e Roberto Capelli.
Nella lettera i consiglieri evidenziano il fallimento dell’azione della giunta regionale che ha messo in piedi una “enigmatica Flotta sarda” , limitandosi a noleggiare due carrette di piccola stazza al fine di sbandierare nel periodo estivo collegamenti a costi contenuti per i sardi, trascurando il bacino trasporti sia di Cagliari che di Porto Torres e rinunciando, incredibilmente, a partecipare al capitale sociale della Cin.
La Compagnia italiana di navigazione – scrivono gli esponenti di Sardegna E’ già domani – dovrebbe dare un forte segnale che dimostri la buona volontà che ha ispirato il suo ingresso nel panorama dei collegamenti navali nell’isola.
Dal mese di ottobre, come ormai si riscontra da vari anni, a Portotorres si avrà un unico collegamento giornaliero con la penisola. Questo comporterà una evidente penalizzazione del movimento merci.
Secondo i consiglieri c’è l’oggettiva urgenza di garantire il movimento di 170 semirimorchi che coprirebbero l’esigenza del trasporto delle merci di cui il territorio necessita.
Per far questo sarebbe auspicabile utilizzare le navi Cin che fanno scalo a Cagliari, che pare stiano viaggiando con carico ridotto. Così si eviterebbe l’isolamento dello scalo con tutte le ripercussioni sull’indotto lavorativo facilmente immaginabili e che la Sardegna non può permettersi. (R.R.)