CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
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Assemblea degli Stati generali del Popolo sardo
Cagliari, 16 marzo 2012 – La
Presidente del Consiglio Regionale Claudia Lombardo ha aperto i
lavori della terza Assemblea straordinaria degli Stati generali del
Popolo Sardo della legislatura, rappresentando la drammatica
situazione che oggi l’Isola vive. La Presidente ha infatti affermato
che: “Tutta la Sardegna è colpita da una povertà diffusa per la
mancanza di risorse economiche, a causa di una crisi che ha
indebolito le buste paga, ridotto la capacità di spesa delle
famiglie, strangolato le attività produttive e il terziario. L’Isola
oggi è una vera e propria polveriera, fatta di un mix di rabbia,
frustrazioni e sfiducia, pronta ad esplodere e la paventata
ulteriore perdita di posti di lavoro nel settore industriale, Alcoa,
Eurallumina e tutto l’indotto, è destinata ad alimentare nuove
fiammate di tensione sociale, pericolose e difficilmente
controllabili. Non è esagerato parlare di situazioni delicate, anche
sotto il profilo della gestione dell’ordine pubblico.” La Presidente
ha proseguito facendo un’analisi delle responsabilità della
situazione: “Qualsiasi azione di riscatto, senza una profonda presa
di coscienza delle nostre inadeguatezze, è destinata al fallimento!
Per essere credibili e autorevoli nel confronto con il governo
nazionale, al fine di inchiodarlo al rispetto degli accordi ed ai
propri doveri, dobbiamo prendere piena coscienza delle insufficienze
di carattere politico e progettuale che hanno caratterizzato il
nostro impegno. Limiti e insufficienze attribuibili, non solo alle
fin troppo richiamate ridotte potenzialità dello Statuto di
Autonomia, ma anche alla miopia di una visione politica che ci ha
portato a ricondurre i nostri “piani di rinascita” e tutto il
sistema economico alla logica perversa delle monoculture produttive.
Quindi se oggi siamo qui è anche perché dobbiamo prendere coscienza
di un fallimento. Il fallimento di un intero sistema: politico,
economico e sociale che ci ha visto tutti responsabili. E proprio
oggi deve nascere, con il contributo di tutti, una nuova coscienza
critica per il vero riscatto della Sardegna, che impone la ricerca
di uno spirito unitario, non più solo evocato, ma effettivo.” La
Presidente Lombardo ha quindi ricordato come la recente visita in
Sardegna del Presidente Napolitano abbia consentito di evidenziare
con la giusta enfasi il profondo stato di crisi ed ha lanciato un
monito: “Per quanto l’impegno del Presidente della Repubblica, volto
a sensibilizzare con maggior vigore il Governo centrale sulla
questione sarda, vada vissuto con legittima soddisfazione, non
possiamo tuttavia cullarci con imprudenti illusioni. Dobbiamo avere
ben presente che nulla ci verrà mai regalato! E’ bene saperlo.
Quello che otterremo sarà il frutto della nostra incisività, della
nostra capacità nel negoziare con il Governo un nuovo patto. Un
patto che abbia come presupposto imprescindibile e pregiudiziale il
pieno rispetto del dettato del novellato articolo 8 dello Statuto e
della Costituzione. La Presidente ha concluso affermando che: “di
fronte a questo fascio non possiamo restare inermi, né tanto meno
presentarci al confronto con il Governo con il cappello in mano.
Dobbiamo reagire con forza e con quella grande dignità che è nel DNA
di noi sardi. Ci vuole una grande mobilitazione di popolo. Un popolo
che, unito e coeso si deve muovere per il proprio futuro, per
pretendere ed ottenere il riconoscimento di ciò che ci è dovuto e
che oggi ci viene negato da uno Stato patrigno.” Dopo l’intervento
della Presidente Lombardo è intervenuto Enzo Costa, segretario
generale della Cgil sarda che ha auspicato che il Consiglio
regionale apra al più presto un tavolo politico con il governo
nazionale. Il confronto, deve avere come protagoniste le forze
sociali e dovrà concludersi con un protocollo d'impegni Per Costa e'
la politica regionale, con i suoi indirizzi e le sue scelte, che
deve cambiare la Sardegna. Ha espresso forte preoccupazione per la
difficile situazione che sta attraversando l’Isola, il presidente
della Confindustria Massimo Putzu,. E’ arrivato il momento – ha
detto – di decidere quale cambiamento serve alla nostra Regione e
quale tipo di industria vogliamo. Putzu ha sottolineato l'importanza
del settore manifatturiero. E’ necessario rivolgere l'attenzione
anche alle imprese che stanno con successo sul mercato – ha detto –
la politica deve avere cura di loro perché rappresentano il nostro
futuro. Quindi, basta recitare il “De Profundis” dell’industria
sarda – ha concluso – capiamo quali sono le difficoltà che hanno le
nostre imprese. E’ poi intervenuto il senatore Francesco Sanna (Pd)
che ha auspicato una forte mobilitazione di tutto il popolo sardo.
Sanna ha sollecitato uno sforzo per rendere efficiente il sistema
istituzionale. Il senatore del Pd si è soffermato sulla questione
delle servitù militari ricordando la mozione firmata da 100 senatori
per eliminare tutte le attivita' che risultino suscettibili di
produrre danni a salute e ambiente. Per Sanna per uscire dalla crisi
è necessario anche puntare su nuove applicazioni nel settore
aerospaziale, in quello della robotica e delle energie rinnovabili.
Il sindaco di Cagliari Massimo Zedda ha espresso preoccupazione per
l'impatto della nuova fiscalità prevista dal governo Monti, a
cominciare dell'Imu, e dai tagli alle risorse per le amministrazioni
locali.
Per il leader della Cisl sarda Mario Medde non è più tempo di
convegni ma della condivisione. "E’’ decisivo – ha detto - un patto
costituzionale tra lo Stato e la Regione, condizione essenziale per
riconoscere alla Sardegna le pari opportunita' rispetto alle altre
realtà del Paese e per rinegoziare, alla pari, poteri e risorse
utili per l’ autogoverno dell'isola". Medde ha auspicato l’apertura
di un tavolo di confronto politico con Regione e sindacati".
Luca Murgianu, responsabile pro tempore di Confartigianato,
Confapisarda, Cna, Confcommercio, CONFESERCENTI, Confcooperative,
Lega cooperative, Agci, CONFAGRICOLTURA, Cia, Coldiretti regionale,
Copagri, ha detto che è venuto il momento di abbandonare
protagonismi fuori luogo. Per questo motivo le associazioni
imprenditoriali hanno rinunciato ai singoli interventi di settore.
Per Murgianu due settori sono particolarmente a rischio: quello
agricolo e quello cooperativo. Murgianu ha chiesto tempi certi per
la risoluzione delle principali questioni ancora aperte con
l’adozione di atti risolutivi finali. "Riteniamo fondamentale
pretendere dallo Stato il rispetto dei patti sottoscritti”. Per
Murgianu le priorità sono: la Vertenza entrate, la modifica del
patto di stabilita' e la conferma di quanto stabilito nella
programmazione del Fas 2007-2013 .
Settimo Nizzi, parlamentare Pdl, ha illustrato alcuni dati Istat che
tracciano un quadro impietoso della situazione della nostra isola.
Per Nizzi i processi di sburocratizzazione, di snellimento delle
pratiche amministrative e di accelerazione della spesa devono essere
messi in atto in tempi brevi dando così sostegno all'indotto
industriale e ad altri settori strategici come turismo e
agricoltura''.
Cristiano Erriu , presidente dell’Anci si è soffermato sul Patto di
stabilità, sostenendo la necessità di una sua rivisitazione "in
un'ottica di maggiore flessibilità”. Maria Francesca Ticca,
segretario generale Uil, ha detto che “ogni crisi è un’opportunità
sotto mentite spoglie”. Da questa crisi si deve prendere
l’opportunità di mettere ordine nelle scelte programmatiche. Come
sindacato – ha aggiunto - chiediamo al governo regionale di assumere
un’iniziativa forte per l’ apertura di un tavolo politico per far
fronte alla crisi. Il 2012 per la Sardegna deve essere l’anno del
rilancio.
Giovanna Maria Ledda, Pro Rettore Vicario dell’Università di
Cagliari, ha detto che bisogna puntare sulle infrastrutture,
sull’alta formazione, sulla ricerca..
Antonello Mereu, deputato Udc, ha ribadito che l’industria in
Sardegna è fondamentale. L’industria è in crisi – ha aggiunto - non
perché i sardi sono incapaci ma per i costi maggiori dovuti
all’insularità. Questo deve essere ben chiaro. La prima cosa che
dobbiamo chiedere è che ci sia un’alleanza politica unitaria per
risolvere i problemi di base della nostra Regione. La nostra crisi è
anche la crisi degli altri, quindi deve essere affrontata
sinergicamente.
Mauro Contini, vicepresidente del Consiglio delle Autonomie Locali,
ha auspicato il riordino complessivo degli enti locali che ponga
fine alla parzialità e alla frammentazione. In materia di riforme è
stato chiaro: “Vogliamo essere ascoltati dal Consiglio regionale..
Non si può rischiare di muoversi in ordine sparso”.
Giacomo Meloni, segretario generale della Css, ha parlato di manovra
“lacrime e sangue” del governo Monti che rischia di portare alla
morte il malato. La pressione fiscale non può – ha detto -
schiacciare i contribuenti onesti. Chi salverà la Sardegna – ha
chiesto – dal fallimento? I sardi devono elaborare un progetto
anticrisi. Non accettiamo che siano gli altri dall’esterno a
disegnare il nostro sviluppo.
Alessandro Vandelli, presidente Abi Sardegna, ha sottolineato la
necessità di fare di più per le imprese in crisi. Massimo Pusceddu,
vice presidente dell’Ups, ha centrato il suo intervento sui tagli ai
trasferimenti per le province.
Per Fedele Sanciu, senatore del Pdl, il dramma che sta vivendo la
Sardegna deve richiamare tutti a una forte unità. Questa crisi è uno
“tzunami” che sta travolgendo l’Isola. Oggi coltiviamo la speranza
che si lavori per portare avanti un progetto condiviso sia a livello
locale che nazionale. Giulio Calvisi, deputato del Pd, ha detto che
non si può chiedere a Monti, in pochi mesi, di fare quello che
Berlusconi non ha fatto in tanti anni. La Sardegna più delle altre
regioni ha subito la crisi generale perché aveva una struttura
debole. Noi in questi ultimi tre anni abbiamo perso circa 4 miliardi
di euro. Questo ha prodotto una crisi senza precedenti. Per Calvisi
si deve essere tutti d’accordo non solo sull’indice delle questioni,
ma sulle singoli questioni. Il presidente Cappellacci – ha chiesto -
è disposto ad accettare un confronto unitario di merito sulle
singole questioni come Tirrenia, continuità territoriale aerea ,
Equitalia, entrate, patto di stabilità, federalismo fiscale? Per
Sandro Pilleri, segretario generale UGL, siamo di fronte alla più
grave crisi economica del dopoguerra. Il nostro modello di sviluppo
è vetusto e manca, da decenni, una lungimirante politica della
riconversione, dell’alternativa.
Giovanni Lobrano, dell’università di Sassari, ha fatto la
raccomandazione di inserire nella vertenza Regione – Stato la
questione dello statuto della regione speciale e della sua riforma.
Si tratta di una questione di pura volontà politica.
Rodolfo Cancedda, presidente ASEL, ha affermato che questi stati
generali non possono essere un rituale. Sulle riforme e
sull’economia bisognerebbe fare fronte comune, invece, Consiglio e
Regione giudicano gli enti locali “una controparte”.
Carlo Melis dell’AICCRE ha sottolineato la grave situazione della
Regione. Il nostro principale obiettivo deve essere il rilancio
della nostra isola. E’ necessario sburocratizzare, progettare,
spendere le risorse disponibili. Antonio Piludu, presidente Crel, ha
ribadito che mentre noi discutevamo di sovranità altri, usando con
intelligenza gli strumenti legislativi, ampliavano i loro spazi di
autonomia. Il Crel si riconosce pienamente nelle Vertenze portate
avanti. Ma bisogna porre rimedio alle inadeguatezze. Uno degli
ostacoli per lo sviluppo è la inadeguatezza dell’amministrazione
regionale e locale.
Il presidente della Regione Ugo Cappellacci ha ringraziato tutti per
i contributi dati al dibattito. I problemi da decenni – ha detto -
sono sempre gli stessi, ma è cambiato il mondo in cui viviamo. Oggi
le condizioni sono differenti. Pur in un quadro di grandissima crisi
abbiamo un governo nazionale di tecnici che è sostenuto da un ampio
schieramento trasversale che lo sostiene. Questa è un’opportunità
importante. Per Cappellacci un altro elemento positivo è che ormai
lo scenario in cui ci troviamo deve far riferimento all’Europa e al
mondo. Questo governo ha come obiettivo il posizionamento strategico
dell’Italia in Europa. Se questo è vero si daranno a tutte le parti
d’Italia gli strumenti per procedere alla stessa velocità. Per poter
far parte di questo processo bisogna però procedere uniti. Una
responsabilità del passato – ha aggiunto - è stata quella di mettere
insieme solo le nostre debolezze. E’ arrivato il momento di cambiare
metodo. Al tavolo che si è aperto con il governo Monti devono
partecipare tutte le forze sociali. Io oggi davanti agli Stati
generali – ha concluso il presidente della Regione - mi impegno a
fare la mia parte. Farò in modo che il processo in atto sia
alimentato da tutti i contributi in vista di quella ricerca di
sintesi che deve essere la sintesi di tutti. Il contributo deve
essere leale e finalizzato al risultato.
Con l’intervento del Presidente Cappellacci si è chiusa l’Assemblea
degli Stati generali del Popolo sardo. I lavori del Consiglio
regionale riprenderanno domani mattina alle 9,30.