CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

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Conferenza stampa del gruppo Misto su “interventi normativi per la portualità turistica regionale”

 

Cagliari, 1° febbraio 2012 - Per uscire dalla crisi la Sardegna non può limitarsi a difendere l’esistente ma deve concentrare i suoi sforzi per “rilanciare attività d’impresa, industriali e turistiche, in grado di dare valore aggiunto al suo territorio, a cominciare da quello costiero. Per questo, già a partire dal dibattito di venerdì in Consiglio Regionale, chiederemo che la nostra proposta sui punti franchi e la fiscalità di vantaggio per i porti sardi sia inserita nell’agenda del confronto con il Governo centrale.”
Lo ha dichiarato il Presidente del gruppo Misto on. Luciano Uras, che ha presentato in una conferenza stampa le iniziative del gruppo per lo sviluppo della portualità turistica sarda. “Un settore-ha sottolineato Uras-rischia di essere affossato dalla recente manovra del governo Monti, che ha introdotto una tassa di stazionamento su tutte le imbarcazioni.”
Secondo l’on. Franco Cuccureddu “si tratta di una norma ideologica con cui il governo tecnico ha cercato di dimostrare che non ci sono categorie esenti da sacrifici, ma per la Sardegna significherà la morte della nautica. Non siamo contrari ad una tassa sulle imbarcazioni purché sia sul possesso e sulla proprietà e non sullo stazionamento. Nel confronto con il Governo avviato da 12 associazioni che rappresentano il 65% dei porti italiani, siamo finora riusciti ad ottenere l’attenuazione degli effetti del provvedimento per i natanti di piccole e medie dimensioni ma non intendiamo fermarci qui. Il 7 febbraio prossimo faremo sentire le nostre ragioni al Ministro Passera, che ha manifestato una significativa apertura a modificare la norma, a saldi invariati. Pensiamo di poter dimostrare, in particolare, che lo Stato non riuscirà ad incassare i 200 milioni annui che pensa di riscuotere. Secondo le nostre stime si arriverà al massimo a 75 ma saranno molte di più le risorse perdute dai porti italiani a favore dei concorrenti dell’area mediterranea”.
L’avvocato Giuseppe Verona, ex direttore della Confindustria di Cagliari ed esperto di problemi della portualità ha affermato che la nuova tassa “colpisce al cuore le risorse che possono rappresentare un fattore di sviluppo importante per la Sardegna, come ambiente, natura, cultura e archeologia ed amplifica gli effetti negativi degli handicap storici della regione, come insularità, bassa densità di popolazione, scarso peso politico nei rapporti con Lo Stato e nell’orientamento delle scelte nazionali. Una portualità efficiente, invece, metterebbe in moto processi virtuosi nella cantieristica, nello sviluppo tecnologico, nel nuovo valore da assegnare alla formazione degli istituti nautici.”
L’on. Carlo Sechi, infine, ha definito quella della portualità “una bella partita che bisogna assolutamente vincere, dopo le tante perse dalla Sardegna. Se la tassa sul lusso è stata una cattiva pensata con il decreto Monti si sta perseverando nell’errore, con l’aggravante che questo errore si inserisce in una crisi durissima di cui per ora non si intravedono vie d’uscita nel breve e medio periodo. Non ci devono essere tasse per arrivare in Sardegna, nemmeno in barca. La battaglia per lo sviluppo dei porti turistici è vitale per l’economia della nostra regione, così come lo è stata quella del low cost nel trasporto aereo. Anche perché intorno a noi abbiamo concorrenti che non staranno certo a guardare: la Sardegna ha 36 approdi in grado di accogliere circa 9000 imbarcazioni, lo stesso numero di Palma di Maiorca.”
(A.F.)