CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
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Proposta di legge del Pd (primo firmatario l’on. Giampaolo Diana) sul “parto fisiologico indolore come diritto delle donne in gravidanza”
Cagliari, 26 gennaio 2012 - La Regione garantire a tutte le donne
che ne fanno richiesta la prestazione della cosiddetta “parto analgesia”, in
modo gratuito e uniforme sul territorio regionale, col almeno due centri per
Provincia. Sono gli obiettivi principali di una proposta di legge del Partito
Democratico illustrata questa mattina in una conferenza stampa dal capogruppo
Giampaolo Diana e dai responsabili dei reparti di Ostetricia e Ginecologia di
Cagliari e Sassari, Giovanni Melis e Giuseppe Dessole, che hanno fornito la loro
consulenza tecnica e scientifica.
“Riteniamo che il parto indolore debba essere un diritto delle donne-ha
affermato l’on. Diana-e che questa prestazione debba essere fornita
gratuitamente dalle strutture pubbliche con ampia libertà di accesso, ed è
intollerabile che due pazienti possano essere trattate in modo diverso solo
perché una ha potuto pagare (dai 500 ai 1700 euro delle strutture private) e
l’altra no. Attualmente la situazione della Sardegna è particolarmente
complessa. Oltre il 60% delle donne partorisce senza nessuna anestesia e, nei
pochi centri in cui si pratica la parto analgesia, c’è una richiesta proveniente
dal 90% delle pazienti. Nella nostra regione, inoltre, oltre il 35% dei parti
sono cesarei, con tutte le implicazioni psico-sociali che ciò comporta per molte
donne. Un dato molto distante dalla percentuale raccomandata dall’Organizzazione
mondiale della sanità (15%) e di gran lunga superiore alla media nazionale.” Con
la nostra iniziativa, ha concluso il capogruppo del Pd, vogliamo arrivare anche
in Sardegna ad una vera umanizzazione del parto.”
Per il prof. Giusepe Dessole, primario di Ginecologia a Sassari, si tratta di
una “legge di civiltà”. A Sassari-ha spiegato-“che peraltro è il centro più
grosso della Sardegna con quasi 1700 parti l’anno, non possiamo effettuare la
partoanalgesia, fatta eccezione per pochissimi casi sulla base di prescrizione
medica, perché non abbiamo le strutture ed il personale specializzato per poter
operare in condizioni di sicurezza. E personalmente, non ho accettato le
prestazioni a pagamento.”
A Cagliari il problema è stato superato, come ha ricordato il prof. Giovanni
Melis, “solo grazie alla disponibilità volontaria di medici, anestesisti ed
altre figure professionali ma in queste condizioni, ovviamente, non si può
garantire continuità. Cosa che invece sarà possibile con la nuova legge, che
obbliga le Asl sia a fornire il personale che ad assicurare la necessaria
formazione professionale.”
(A.F.)