CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
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Prima Commissione, avviato il cammino delle riforme: presidenzialismo e nuova legge elettorale
Cagliari, 23 gennaio 2012 - E’ entrato nel vivo il cammino delle
riforme istituzionali in Sardegna. Questa sera la Prima Commissione (Autonomia),
presieduta da Paolo Maninchedda, si è riunita in seduta pubblica ed estesa a
tutti i capigruppo, con l’obiettivo di individuare i principi cardine sui quali
elaborare un testo di legge Statutaria, la legge elettorale e la riforma
dell’ordinamento degli enti locali. Il presidente Maninchedda ha chiesto ai
consiglieri e ai capigruppo di esprimere su ogni punto la posizione ufficiale
dei partiti di riferimento partendo da tutte le proposte finora presentate dalle
varie forze politiche e dalla legge Statutaria approvata nella precedente
legislatura.
Intenso il dibattito sui principi e sulla modalità di elezione del presidente
della Regione. La Commissione ha trovato una sintesi con un voto all’unanimità
che ha dato mandato al relatore Gian Valerio Sanna (Pd) per un testo di
Statutaria che si basi sull’elezione diretta del presidente ma con un sistema di
bilanciamento che garantisca la distinzione tra il potere esecutivo e quello
legislativo.
Per il parlamentarismo, e dunque l’elezione del presidente della Regione in capo
al Consiglio regionale, si sono espressi Roberto Capelli (Api), Franco
Cuccureddu (Mpa), Luciano Uras (Sel) e Nanni Campus (Pdl) che ha rivendicato la
propria libertà di espressione “su questioni così rilevanti come la scelta della
forma di governo”. A favore del presidenzialismo invece Adriano Salis (Idv),
Renato Soru (Pd), Franco Meloni (Riformatori), Mario Diana (Pdl) e Giulio Steri
(Udc), tutti - ad eccezione dell’esponente dei Riformatori, Meloni, a favore del
presidenzialismo “senza se e senza ma” - hanno però indicato la necessità di
“temperare” l’eccesso di presidenzialismo per contenere i rischi che ne possono
derivare.
In particolare il problema emerso nella maggior parte degli interventi è stato
il mantenimento delle prerogative del Consiglio regionale. Per l’esponente di
Sel Luciano Uras “è necessario riaffermare i valori della democrazia
costituzionale ed evitare l’espropriazione delle funzioni costituzionalmente
assegnate alle assemblee parlamentari, come troppo spessi si sta assistendo in
Parlamento e in Consiglio regionale”. Per Cuccureddu, favorevole al
parlamentarismo, “si può comunque prevedere l’indicazione del presidente ma non
si può vincolare tutto il sistema democratico alla figura di una sola persona”.
Stessa posizione anche per Campus che ha parlato del sistema attuale come di una
“dittatura che accentra il potere nelle mani di una sola persona”. Crede
fortemente nella democrazia partecipativa invece l’ex presidente della Regione
Renato Soru: “I cittadini vogliono partecipare alle scelte sempre di più, non
possiamo perdere ciò che è stato conquistato a fatica”. Dello stesso avviso il
capogruppo dell’Idv Adriano Salis che insiste però sul “mantenimento a tutti i
costi delle prerogative democratiche ed elettive del Consiglio regionale”. Anche
il presidente del gruppo del Pdl Mario Diana punta sulla distinzione netta tra
il potere legislativo e l’esecutivo ammettendo che “il presidenzialismo qualche
problema l’ha creato e sta continuando a crearlo”. “Non si può certo permettere
che un presidente della regione possa far decadere il Consiglio regionale o
possa minacciarlo – ha sottolineato Diana – ma in questo momento la gente non
capirebbe un dietrofront verso il parlamentarismo”. Anche Giulio Steri (Udc) ha
indicato la necessità stringente di un bilanciamento, ipotizzando anche
l’introduzione della figura del vicepresidente della Giunta.
Il dibattito è poi proseguito sul secondo punto all’ordine del giorno della
seduta, il premio di maggioranza (“principi in tema di stabilità e
rappresentatività del Consiglio regionale”), per il quale la Commissione ancora
all’unanimità ha dato mandato al relatore Giulio Steri (Udc-Fli) di stendere una
bozza di legge elettorale - facendo sintesi tra le proposte di legge presentate
da Nanni Campus, Giulio Steri e Franco Meloni - che preveda un premio di
maggioranza limitato e che garantisca un’equa rappresentatività delle forze
politiche di minoranza, articolato su base provinciale e con l’ipotesi di un
doppio livello di consultazione. Le posizioni emerse durante la discussione si
sono focalizzate sulla presenza o meno del listino regionale sul quale si sono
espressi a favore il capogruppo del Pdl Mario Diana, che ha però sottolineato la
necessità che sia “a preferenza e che preveda una quota di minoranza”, e il
riformatore Franco Meloni per il quale “il listino consente l’ingresso in
Consiglio di personalità con consenso su base regionale”. Contrari tutti gli
altri consiglieri, a partire da Nanni Campus che ha anche paventato il pericolo
di campagne elettorali troppo costose se su base regionale. No a un listino di
nominati anche per Luciano Uras e Giulio Steri, aperti alla previsione di
preferenze. Sul premio di maggioranza l’orientamento della Commissione si è
indirizzato sul rapporto 45-55 per cento, con qualche posizione che lo ha
indicato sul 60-40 per cento.
Il presidente Maninchedda ha aggiornato i lavori della Commissione a giovedì 26
alle 10 per l’esame, sempre in seduta pubblica, dell’ultimo punto relativo alle
riforme, quello riguardante l’ordinamento degli Enti locali (“Principi in tema
di riforma delle Province e della composizione dei consigli comunali”).
(MP)