CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

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Disagi degli studenti pendolari. Audizione dei dirigenti dell’Arst in Ottava Commissione: non si può far fronte a tutte le esigenze perché manca il coordinamento tra le autonomie scolastiche e il servizio di trasporto pubblico

 

Cagliari, 13 gennaio 2012 - Per soddisfare le esigenze di tutti gli studenti pendolari della Sardegna, garantendo linee con orari di partenza e arrivo connessi a quelli delle lezioni, l’Arst dovrebbe essere autorizzata dalla Regione a percorrere tre milioni di chilometri in più. Ma in tempi di crisi e, alla luce dei tagli che lo scorso anno l’azienda di trasporto pubblico ha subìto (1,5 milioni di Km in meno e 120 dipendenti messi in mobilità), una soluzione in grado di tamponare i disagi segnalati in varie parti dell’isola può essere ricercata solo stimolando il coordinamento tra i soggetti direttamente coinvolti (Regione, Arst, Province e Autonomie scolastiche). E’ l’orientamento emerso nell’Ottava Commissione del Consiglio regionale, presieduta da Carlo Sanjust (Pdl), che ha sentito in audizione il presidente e il direttore generale dell’Arst Giovanni Caria e Carlo Poledrini.
Caria si è dichiarato disponibile ad agevolare gli studenti pendolari che costituiscono circa il 70% dell’utenza complessiva. Ha aggiunto che con le amministrazioni provinciali, salvo quella di Cagliari, peraltro la realtà più complessa, è stato avviato un dialogo che ha portato risultati soddisfacenti. L’esempio positivo citato è stato quello del Medio Campidano. Ciò che si potrà fare, ha però ammesso Caria, sarà strettamente legato all’entità dello stanziamento che sarà fissato con la Manovra Finanziaria per il 2012: nuovi tagli sono da lui ritenuti “verosimili”
Poledrini ha spiegato che molto spesso ci si deve scontrare con le più disparate esigenze dei presidi e dei docenti e che poco può fare l’Ufficio scolastico regionale in un settore nel quale l’autonomia dei dirigenti d’istituto è esasperata e intoccabile.
La Commissione si è trovata d’accordo sulla necessità di spingere i dirigenti della scuola pubblica a fare dei passi indietro e a rapportarsi con il sistema di trasporto. Ad esempio, per ridurre i tempi di attesa basterebbe semplicemente uniformare gli orari di ingresso e di uscita nelle scuole di uno stesso centro. Soluzione “banale”, si è detto, ma ancora spesso non messa in pratica. (MM)