CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

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Audizione del direttore scolastico regionale Tocco in Ottava Commissione: resta il problema della dispersione ma non mancano i dati positivi. Analizzati gli effetti dell’imminente dimensionamento

 

Cagliari, 12 gennaio 2012 - I problemi della scuola sarda sono stati analizzati dall’Ottava Commissione del Consiglio regionale, presieduta da Carlo Sanjust (Pdl), che ha sentito in audizione il direttore scolastico regionale Enrico Tocco. In particolare, si è parlato degli effetti dell’imminente dimensionamento previsto entro il prossimo 31 gennaio (salvo allungamento dei tempi in più anni, così come sollecitato dalla Regione): comporterà l’accorpamento di istituti con conseguente perdita di autonomia e, in certi casi, la chiusura delle scuole non in linea con i parametri ministeriali. Tocco ha sottolineato l’esigenza di portare avanti un’attività scolastica verticalizzata, attraverso gli istituti comprensivi, che garantisca la continuità didattica dalla scuola dell’infanzia alle medie. In base alle stime sul numero degli alunni (devono essere almeno mille derogabili a 600 per i territori montani e le piccole isole) le strutture comprensive dovrebbero diminuire da 254 a 201 (-21%).
La Sardegna, ha detto, è prima nel tasso di insuccesso scolastico (ad esempio, in terza media con l’11% di bocciati e il 30% di promossi con la votazione minima), ma ha anche una serie di “anomalie positive” nel confronto con il resto d’Italia: sul numero degli alunni per classe (19,69) e per docente (11,96), sulla presenza degli insegnanti di sostegno (uno ogni 1,7 portatori di disabilità), sul tempo pieno nelle elementari (31,26% delle classi, +92% rispetto al 2003-2004), sul fatto che l’edilizia scolastica non soffre di grossi problemi strutturali.
Rilevando come solitamente vengano messi in evidenza solo i dati negativi, il presidente della Commissione Sanjust e i commissari hanno sollecitato ulteriori chiarimenti.
Sul tasso di insuccesso, Tocco ha rilevato come in Sardegna manchi una diffusa formazione professionale che possa, nei ragazzi tra i 14 e i 18 anni meno portati a seguire il percorso scolastico ordinario, stimolare la loro maggiore attitudine all’apprendimento pratico. (MM)