CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

***************

La legge europea regionale all’esame della Commissione Politiche comunitarie
Audizioni Anci e Università: “Bandi europei, la Sardegna in ritardo: lentezza nella spesa e difficoltà di accesso”

 

Cagliari, 7 dicembre 2011 - Prosegue in Seconda commissione, presieduta da Silvestro Ladu (Pdl), la sessione sulle Politiche comunitarie. In particolare, da questa mattina, la commissione è impegnata a esaminare la “Legge europea regionale 2010” (disegno di legge 307) della giunta regionale. “E’ la prima volta che la Regione Sardegna utilizza lo strumento della legge europea regionale, un provvedimento che è stato adottato da poche altre regioni in Italia”, ha spiegato il presidente Ladu sottolineando l’avvio, attraverso questo provvedimento, di una nuova fase della politica sarda che potrà incidere attivamente nelle scelte europee.
“La legge europea nasce per garantire un periodico e organico adeguamento dell'ordinamento regionale agli obblighi del diritto dell'Unione europea – ha precisato Ladu - e recepisce, nelle materie di competenza regionale, gli atti emanati dall'Ue oltre ad assicurare l’attuazione tempestiva e programmata degli atti stessi”. Il presidente Ladu ha anche sottolineato con forza l’importanza di un provvedimento che per la prima volta “mette ordine e regola i rapporti tra la Giunta regionale e il Consiglio nelle materie europee, materie che sono sempre state di competenza della Giunta e da cui il Consiglio era escluso”. In particolare Ladu si è riferito all’utilizzo delle risorse europee che “non può prescindere da un coinvolgimento diretto dell’Assemblea”. L’azione in questa direzione è volta “a far recepire ai sardi e agli amministratori locali l’importanza della possibilità per la Sardegna di partecipare attivamente alla stesura delle normative europee che la riguardano”.
E’ in questo quadro e con queste finalità che la Commissione questa mattina ha convocato i rappresentanti della Giunta, le parti sociali, le università e le associazioni di categoria per raccogliere le posizioni e i suggerimenti in merito al testo della legge europea regionale.
Durante l’audizione del direttore generale della Presidenza della Giunta, Gabriella Massidda e degli assessori all’Industria Alessandra Zedda e al Turismo Luigi Crisponi, la commissione ha approfondito i punti salienti del testo in esame, relativo all’anno 2010, che riguardano il monitoraggio e l’analisi delle direttive comunitarie di possibile interesse regionale e in particolare quella relativa ai servizi del mercato interno che in sostanza adotta le liberalizzazioni nei settori del turismo, dell’artigianato e del commercio. La direttiva in particolare riguarda l’attività di vendita di giornali e riviste, le Commissioni provinciali per l’artigianato e le professioni turistiche.
Sono entrati nel vivo delle problematiche europee applicate agli enti locali i due rappresentanti dell’Anci, il presidente Cristiano Erriu e il direttore generale Umberto Oppus. In particolare hanno posto l’accento sulle enormi difficoltà dei comuni a spendere nei tempi previsti le risorse derivanti dai bandi europei con il rischio costante di disimpegno automatico. Erriu ha auspicato che l’Europa vada sempre più verso l’adozione dello strumento degli affidamenti diretti e che su questi possa essere garante la Regione attraverso una concertazione stretta con gli enti locali. I rappresentanti dell’Anci hanno anche sottolineato la necessità di intensificare l’attività dell’ufficio regionale a Bruxelles che potrebbe diventare il “vero collante e il primo raccordo verso le istituzioni comunitarie”.
Dello stesso avviso i rappresentanti delle Università di Cagliari e Sassari. Il Prorettore per la ricerca scientifica dell’Università di Cagliari, Francesco Pigliaru ha sottolineato le difficoltà della Sardegna, indietro rispetto a molte altre regioni d’Italia e d’Europa, a ottenere i finanziamenti per la ricerca. “La Sardegna è sempre stata troppo debole e non ha mai fatto valere le proprie richieste, il risultato è che nell’isola arrivano pochissimi finanziamenti per la ricerca che invece vanno ad altre regioni, come il Trentino, che sono più attive o ad altre zone d’Europa, come la Spagna”. Il forte ritardo della Sardegna sulla ricerca e la formazione in ambito europeo è stato sottolineato anche dal professor Piero Sanna dell’ateneo di Sassari: “La Regione dovrebbe far valere maggiormente le proprie vocazioni naturali nell’ambito dei progetti di ricerca e porle all’attenzione dell’Europa”.
La seduta è proseguita con le audizioni delle associazioni di categoria (segue comunicato n. 2). (MP)