CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
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Politica agricola comunitaria 2014-2020, le associazioni di categoria sentite dalle Commissioni Politiche comunitarie e Agricoltura
Cagliari, 30 novembre 2011 - La Seconda commissione, presieduta da
Silvestro Ladu (Pdl), prosegue i lavori sulle Politiche comunitarie e questa
mattina ha ascoltato in seduta congiunta con la Commissione Agricoltura,
presieduta da Paolo Terzo Sanna (Pdl) le organizzazioni di categoria sul
pacchetto legislativo di riforma della Pac 2014-2020. A partecipare alla
riunione i rappresentanti di Copagri, Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Legacoop,
Confcooperative e Agci. L’incontro, come ha spiegato il presidente Ladu, era
finalizzato a raccogliere le posizioni e le proposte delle associazioni di
categoria per arrivare a una posizione comune che la Regione Sardegna dovrà far
pervenire al governo nazionale entro la metà di dicembre. Tale proposta, insieme
a quelle delle altre regioni italiane, concorrerà a formare la posizione in
merito alla riforma della Pac che l’Italia porterà a Bruxelles. “I tempi
dell’Europa sono stretti perché la nuova Pac dovrà essere approvata entro il
2012 ed entrare in vigore nel 2014 – ha precisato Ladu – noi confidiamo, nel
rispetto dei tempi previsti, di stendere immediatamente la risoluzione che
martedì 13 dicembre sarà portata all’esame del Consiglio regionale e che poi
sarà esaminata dal governo”. I punti più importanti della riforma europea in
materia e che riguardano in particolare la Sardegna, sono la redistribuzione e i
pagamenti per l’agricoltura verde, oltre alla remunerazione per i beni pubblici
e la maggiorazione per gli handicap naturali.
Tutti i rappresentanti di categoria hanno espresso un giudizio positivo di
massima sulle impostazioni generali contenute nella riforma Pac soprattutto per
quel che concerne il riequilibrio delle risorse tra i Paesi del nord e del sud
dell’Unione. La richiesta principale che arriva dagli agricoltori è quella della
regionalizzazione delle risorse che dovrebbero essere ripartite prima in ambito
nazionale e poi regionale, ciò consentirebbe di conoscere immediatamente e nel
dettaglio i budget a disposizione della Sardegna. Un altro punto imprescindibile
sottolineato durante l’audizione è stato quello della destinazione dei fondi
soltanto agli agricoltori attivi e professionali. La novità è infatti già
contenuta nella riforma e prevede i pagamenti diretti solo a quegli agricoltori
le cui entrate dell’attività agricola superano almeno il 55 per cento del
reddito complessivo. “I soldi sono pochi – hanno sottolineato i rappresentanti
di categoria – e devono essere destinati solo a chi svolge questa attività in
maniera preponderante”. “A questo si dovrebbero aggiungere poi – hanno rimarcato
- politiche che favoriscano il ricambio generazionale della professione,
incentivando anche i più giovani a intraprendere questo tipo di attività
imprenditoriale”. Quanto agli handicap naturali i rappresentanti di categoria
hanno rimarcato la necessità stringente di fare in modo che alla Sardegna sia
concesso formalmente il carattere dell’insularità. Tutti infine hanno
sollecitato ai consiglieri una maggiore concertazione utile ad arrivare a una
seria e definitiva politica regionale sull’agricoltura, che possa definire gli
obiettivi principali e gli strumenti attraverso cui raggiungerli. (MP)