CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
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Commissione Autonomia: il Testo unificato sul Fitq sarà licenziato mercoledì. I sindacati chiedono che vengano salvaguardati i diritti acquisiti
Cagliari, 25 novembre 2011 - Il testo unificato sul F.I.T.Q.
(Fondo per l’integrazione del trattamento di quiescenza, di previdenza e di
assistenza del personale dipendente dall’Amministrazione regionale) sarà esitato
dalla Commissione Autonomia, presieduta dall’on. Paolo Maninchedda (Psd’Az),
mercoledì prossimo. Lo ha annunciato lo stesso presidente nel corso delle
audizioni di questa mattina dei sindacati e delle associazioni dei dipendenti
regionali in servizio e in pensione. L’on. Maninchedda ha anche sottolineato
che, una volta esitato dalla Prima Commissione, il testo unificato del Disegno
di legge 328 presentato dall’assessore Mario Floris e la proposta di legge 304
presentata dall’on. Giulio Steri (capogruppo Udc-Fli) e dell’on. Mario Diana
(capogruppo Pdl) sarà esaminato dal Consiglio regionale il 20 dicembre. Il
presidente Maninchedda ha anche garantito ai rappresentanti dei lavoratori che
l’orientamento della Commissione sarà quello di garantire i diritti acquisiti,
ma di eliminare i privilegi, ricordando che nessuno vuole nuocere ai lavoratori
e alle loro famiglie.
I rappresentati sindacali hanno accolto la notizia con sollievo e soddisfazione,
definendo “la situazione attuale del Fitq insostenibile e grave”. Tutte le sigle
e le associazioni dei pensionati hanno manifestato, inoltre, l’apertura a
passare dal sistema retributivo a quello contributivo, salvaguardando però i
diritti acquisiti al 31 dicembre 2011 per i dipendenti che hanno almeno 15 anni
di versamenti effettuati al fondo. I lavoratori hanno anche esortato la
Commissione a valutare la possibilità di una transizione graduale nel passaggio
tra il sistema retributivo a quello contributivo. In particolare la
rappresentante della Cgil, Carla Cherchi, ha proposto un regime misto per il
periodo di transizione e la possibilità dell’iscrizione facoltativa al fondo.
Sergio Talloru del Saf ha ricordato, poi, che i dipendenti (circa 3500) erano
obbligati per legge a iscriversi al fondo e a versare il 5 per cento dello
stipendio e che la quota a carico della Regione è di appena lo 0,59 per cento,
perché il restante 6,91 per cento viene versato dall’Amministrazione all’Inpdap
per il Tfr. Secondo Giampaolo Spanu della Uil il problema del Fondo era evidente
già dal 2000 “ma non c’è stata la volontà politica di risolverlo”. (E.L.N.)