CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
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Peste suina: sentiti in Commissione Agricoltura alcuni operatori della filiera
Cagliari, 23 novembre 2011 - La Commissione Agricoltura,
presieduta da Paolo Terzo Sanna (Pdl), sulle problematiche della peste suina ha
sentito in audizione tre rappresentanti della filiera: allevamento, macellazione
e trasformazione.
Sandro Mamusa (Società agricola Medio Campidano) ha spiegato che c’è unità tra
gli operatori del comparto che hanno l’obiettivo comune di far ribaltare la
decisione di Bruxelles di bloccare l’esportazione di carni suine isolane. Il
provvedimento restrittivo, ha aggiunto, non è arrivato casualmente, ma per
responsabilità della Sardegna: l’abusivismo non può più essere tollerato. A suo
avviso, oggi ci sono le condizioni per risolvere il problema perché emerge una
maggiore sensibilità anche nei territori dove la clandestinità è più radicata.
Ha poi suggerito l’immediata e netta separazione tra gli animali selvatici e i
suini “domestici” che vanno registrati.
Daniela Forma (Forma Centro Carni) ha detto che la situazione va risolta una
volta per tutte perché è troppo elevato il rischio di vedere vanificati anni di
lavoro, di sacrifici e di investimenti se venissero revocate autorizzazioni
all’export per questioni sanitarie non dipendenti da loro. Il problema è che
occorre distinguere tra carni sane e non sane, non tra sarde e non sarde. I
controlli devono inoltre essere più incisivi sui cinghiali, i vettori della
peste. Per quanto riguarda l’emersione degli allevamenti irregolari, Forma ha
spiegato di essere contraria all’erogazione di incentivi finanziari: piuttosto,
bisogna sanzionare chi non rispetta le regole.
Daniela Falconi (Fattorie Gennargentu) ha sottolineato che non si cercano
sussidi, ma solo la possibilità di continuare ad esportare tutti quei prodotti
di qualità per i quali si sono fatti tanti sforzi, ora vanificati dal blocco
della Ue. (MM)