CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

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Interpellanza urgente dell’on. Efisio Planetta (Psd’Az) “sulla cancellazione della lingua sarda dal 15°censimento della popolazione e delle abitazioni secondo il modello predisposto dall’Istat per il territorio della Sardegna”

 

Cagliari, 19 ottobre 2011 - La Regione deve adottare al più presto “iniziative urgenti presso il Governo nazionale, le Prefetture e gli uffici comunali competenti per annullare al più presto il 15° censimento della popolazione ed assicurare, come prevede la legge, che lo stesso sia riformulato anche in lingua Sarda”.
La ha chiesto al Presidente della Regione, con una interpellanza urgente, il consigliere regionale del PSd’Az Efisio Planetta, ricordando fra l’altro che è preciso compito della Regione (con la legge regionale n°26/97) ma anche dello Stato (con la legge n°482/99) uniformare i propri atti alla specificità linguistica della Sardegna.
“Così è avvenuto del resto-ha osservato l’on. Planetta-in altre regioni ad Autonomia speciale dove sono presenti minoranze linguistiche Slovene, Sud Tirolese, Valdostana e Ladina e si è provveduto in diverse forme: dalla predisposizione dei moduli nella lingua dei destinatari all’inserimento di istruzioni plurilingue, fino all’individuazione di appositi spazi nella modulistica che consentiranno di rilevare correttamente la presenza attiva delle minoranze linguistiche”. Secondo Planetta, inoltre, la diffusione dei questionari nella sola lingua italiana è, per la Sardegna, doppiamente grave, anche perché la nostra regione è la più numerosa minoranza linguistica della Repubblica: “nel metodo, infatti, costituisce una evidente violazione della normativa vigente sia regionale che nazionale ma, ancora di più nel merito, l’assenza di ogni riferimento al Sardo impedisce alla Regione l’acquisizione presso le famiglie ed i cittadini di elementi utili ed importanti per migliorare le proprie politiche di tutela e di valorizzazione della lingua Sarda”.
Senza dimenticare, ha concluso il consigliere sardista, “che il singolare atteggiamento dell’Istat rappresenta un vulnus anche della Convenzione quadro delle minoranze nazionali del Consiglio d’Europa, ratificata dall’Italia già dal 1977, che invita gli Stati membri ad astenersi dal perseguire o incoraggiare politiche tendenti all’assimilazione delle minoranze.”
(A.F.)