CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
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La Commissione d’inchiesta sulla mancata applicazione delle leggi ha sentito in audizione l’assessore del Lavoro Liori sul caso dei lavoratori precari dei Csl e dei Cesil.
Cagliari, 28 settembre 2011 - La Commissione d’inchiesta sulla
mancata applicazione delle leggi, presieduta da Luciano Uras, ha sentito in
audizione l’assessore regionale del Lavoro Antonello Liori e i dirigenti degli
Assessorati del Lavoro, degli Enti locali e della Programmazione. All’ordine del
giorno l’attuazione, da parte della Giunta, della risoluzione approvata
all’unanimità in Aula lo scorso 13 settembre sulla legge 10 del 2011. In
particolare si è discusso della estensione contrattuale, almeno fino al prossimo
31 dicembre, per i lavoratori precari dei Csl e dei Cesil in quanto la norma non
è stata finora applicata dall’amministrazione provinciale di Sassari.
Alla seduta ha partecipato la presidente del Consiglio regionale Claudia
Lombardo.
Il presidente della Commissione d’inchiesta Uras ha ricordato che la norma
autorizza gli enti locali, sfruttando fondi regionali, a operare assunzioni a
tempo determinato qualora non si sia violato il Patto di stabilità e qualora,
per i comuni al di sotto dei 5000 abitanti, non sia superata, sul personale, la
soglia del 40% della spesa.
L’assessore Liori ha detto che la Giunta ha preso tempo per approfondire un
tema, quello importante dei servizi per l’impiego, sul quale “la problematica
sollevata dal dirigente della provincia di Sassari non credo sia priva di
fondamento”. Valutate le situazioni territoriali differenti e temendo un
peggioramento nei prossimi mesi, Liori ha ipotizzato il passaggio temporaneo dei
lavoratori all’Agenzia del Lavoro per dare alla Regione il tempo di preparare
una riforma complessiva dei servizi per l’impiego.
Il direttore generale dell’Assessorato del Lavoro Antonio Mascia ha aggiunto che
la Provincia di Sassari non applica la norma per aver sforato le spese per il
personale, che, in base ad una recente modifica della legislazione statale,
comprendono quelle delle società partecipate. Anche il direttore generale
dell’Assessorato della Programmazione Franco Sardi ha ricordato i recenti
cambiamenti sui vincoli del Patto di stabilità. La disponibilità a collaborare è
stata espressa da Marilinda Carta dell’Assessorato degli Enti Locali che ha
sottolineato la necessità di approfondire il rapporto tra norme nazionali e
regionali.
Uras ha, però, chiesto di conoscere nel dettaglio, senza citazioni generiche, le
disposizioni sovraordinate che si pensa vadano in conflitto con quelle
regionali. Ha poi accusato le strutture amministrative: “Ma noi dovremmo passare
in tutti gli uffici degli enti locali per poter fare le leggi? Il potere
legislativo verrebbe preso in ostaggio, leso nei suoi fondamenti, violando la
Costituzione, dalla pretesa delle burocrazie di definire i dispositivi
legislativi”. Spiegando che, però, i fondi trasferiti alla Provincia sono stati
accolti “senza eccezione alcuna sollevata”, il presidente Uras ha ricordato che
non applicare le leggi della Repubblica è una “azione eversiva”.
Gian Valerio Sanna (Pd) ha spiegato che quando un ente locale condiziona, per
una interpretazione, l’applicazione di una norma, “la potestà legislativa
dell’Autonomia regionale è sotto scacco”. Contestando la discrezionalità di chi
stabilisce la gerarchia delle spese, in caso di superamento dei limiti, Sanna ha
ricordato a Liori che non ci può essere un “carosello della burocrazia” quando
la strada da seguire è chiara e impone di eseguire la legge.
Giampaolo Diana (Pd) ha criticato “la lievità con cui la Giunta ha affrontato la
questione” poiché sono già passati 15 giorni dall’approvazione della
risoluzione: “Non vorrei che ci fosse dietro un tentativo scientifico di aprire
un conflitto tra il Consiglio e le altre istituzioni”. Temendo, come seconda
ipotesi, che si stia erroneamente pensando di accentrare a livello regionale la
gestione dei servizi per l’impiego, Diana ha detto: “Siamo ad un punto di
gravità inaudita. La Giunta poteva evitare di contribuire in maniera
significativa ad amplificare un problema che è sorto”. (MM)