CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

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Interpellanza urgente dell’on. Efisio Planetta (Psd’Az) “sul mancato effettivo coinvolgimento degli oltre 4000 proprietari interessati alle procedure di esproprio relative alla costruzione del gasdotto galsi nel tratto a terra di attraversamento della Sardegna”

 

Cagliari, 27 settembre 2011 - Il gasdotto Galsi, che attraverserà i territori di tutte le Province sarde e di 40 comuni in un tracciato di 272 chilometri “non può essere considerato un’opera pubblica qualunque, anche perché ci saranno almeno 4000 sardi destinatari di procedure di esproprio che dovranno essere adeguatamente informati e tutelati dalla Regione.”
Lo ha chiesto il consigliere regionale del Psd’Az on. Efisio Planetta, con una interpellanza indirizzata al Presidente della regione ed agli Assessori dell’Industria e dell’Ambiente, ricordando che “in base alla normativa vigente, qualora il numero dei destinatari sia superiore a cinquanta, basta un avviso sull’albo pretorio del Comune o sul sito internet della stessa Galsi o della Regione per aver assolto l’obbligo di pubblicità e di notifica in materia di espropri”.
Davvero troppo poco “per non dire niente”, osserva ancora Planetta, “visto che, al di là dei formalismi di legge, ci riferiamo ad un’opera che attraverserà tutta l’isola (quindi zone costiere, aree protette, fiumi, colture, strade, ponti, ferrovie, acquedotti etc.) con una mega trincea che avrà una fascia di rispetto dai 20 ai 40 metri per parte a partire dall’asse della condotta.”
La Regione quindi, ha affermato ancora il consigliere sardista, “ha il dovere di attivarsi non solo per informare compiutamente e tempestivamente i cittadini ma soprattutto per fornire una qualche forma di assistenza a quanti intendessero far valere i propri diritti nelle sedi opportune”.
Esiste poi un’altra parte del progetto sul quale, conclude Planetta, “bisogna dire ai sardi tutta la verità. E cioè che, a fronte di una servitù di passaggio (così la definisce lo stesso consorzio Galsi) senza precedenti, le risorse finanziarie disponibili coprono soltanto i costi per la realizzazione dell’opera e non quelli, ad esempio, per i raccordi fra la condotta e le principali aree urbane. Quindi dovranno essere le comunità locali, ma non si dice con quali fondi, a sostenere le spese per far arrivare davvero il metano in Sardegna.”
(A.F.)