CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
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La presidente del Consiglio regionale Claudia Lombardo ha aperto i lavori dell'assemblea regionale del Consiglio delle Autonomie locali: “La Sardegna deve avere la forza e il coraggio di osare”.
Cagliari, 26 settembre 2011 - La presidente del Consiglio
regionale Claudia Lombardo ha aperto i lavori dell'assemblea regionale del
Consiglio delle Autonomie Locali convocata nel Palazzo dei congressi della
Fiera. All'ordine del giorno c'è l'elezione di 28 sindaci all'interno del CAL
che si aggiungeranno ai 16 membri di diritto (gli 8 presidenti delle province e
8 primi cittadini dei comuni capoluogo).
Ricordando che il Cal ha operato in deroga per un ritardo causato dalla fine
anticipata della scorsa legislatura regionale e da tutte le problematiche
conseguenti alla crisi economica che ha colpito la Sardegna, la Lombardo ha però
spiegato che “non è stato tempo perso” perché tra il Consiglio regionale e il
CAL “si è instaurato un rapporto di collaborazione e di fattivo dialogo”.
Dopo aver ringraziato il presidente uscente del Consiglio delle Autonomie Locali
Graziano Milia per il suo approccio positivo alle varie questioni affrontate
sempre nell'interesse generale, la presidente Lombardo ha spiegato che il
periodo “è uno dei più delicati e difficili della nostra storia autonomistica”,
contraddistinto da una “crisi molto acuta che non contribuisce ad avere
serenità”.
La presidente del Consiglio regionale ha affrontato l'argomento delle riforme.
La legislatura si era aperta sotto i migliori auspici, ma davanti alle continue
emergenze della crisi il percorso è stato rallentato: “Dobbiamo avere il
coraggio di costruire il nostro futuro dotandoci di una organizzazione regionale
adeguata”, ha detto la presidente Lombardo aggiungendo che l'attualità politica
e gli effetti della crisi, compresi i tagli al sistema delle Autonomie Locali e
la modifica del rapporto tra lo Stato e le Regioni a Statuto speciale, rendono
necessario che “la nostra Isola si doti di un progetto di riforme ben definito”
sottolineando come una riforma calata dall'alto produrrebbe solo effetti
negativi.
La presidente Lombardo, citando la vertenza entrate e la vendita della Tirrenia
come “casi emblematici”, ha dichiarato: “Occorre effettuare un ragionamento
giuridico sugli strumenti normativi adeguati per obbligare il Governo nazionale
al rispetto del dettato statutario”. Inoltre, ha aggiunto che il riconoscimento
dei diritti del popolo sardo passa attraverso un soggetto terzo, la UE: “Non
allargare i nostri orizzonti a livello europeo sarebbe miope”.
Richiamando il bisogno di avere “la forza e il coraggio di osare”, la presidente
del Consiglio regionale ha auspicato che la Sardegna e i sardi possano crescere
e progredire in un sistema regionale che sappia sviluppare uno “sviluppo
armonioso fra i territori” evitando sterili contrapposizioni. (MM).